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Autore: Zappa    08/03/2016    6 recensioni
"Lasciate ogni speranza, voi ch'e entrate, perché, probabilmente, non ci uscirete tanto facilmente..."
Alcuni episodi di vita quotidiana con Vegeta.
ATTENZIONE: imbarazzo e demenza OVER NINETHOUSAND!
Buona lettura, più o meno.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso: I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti. Queste storie non sono state scritte a scopo di lucro.


PER MOTIVI DI PIGRIZIA, IL SEGUENTE CAPITOLO SARÀ LUUUUNGO.

BUONA LETTURA, SE OSATE E A FINE CAPITOLO!

E btw, buona festa della Donna!


6. Gita nel bosco


Era talmente incazzato che quella volta, altroché bacini e smancerie, Bulma avrebbe dovuto offrirle il sangue per calmarlo.

Ma prima o poi si sarebbe vendicato: antropofago, sarebbe tornato antropofago... giusto per fare un dispetto a sua moglie.

Si era messo anche a minacciare ed ad urlare che avrebbe ripreso a sfogarsi eliminando pianeti per sport se non lo avessero lasciato in pace, ma tutto inutile.

Che, poi, non era possibile: sempre a lui capitavano tutte le sfighe del mondo.

Fidati di me”, gli dicevano e lui, come un fesso, ci cascava ogni volta.

Lo avevano fottuto fin dalla nascita.

Suo padre, il grande ed ormai decaduto re dei Saiyan gli aveva detto: “Fidati di me: un giorno diventerai re e diventerai Super saiyan!”, per poi venderlo tranquillamente a Freezer e scoprire che, in qualche parte dell'universo, un essere che aveva il cervello geneticamente inesistente lo aveva superato a suon di succhi di frutta.

Fidati di me”, gli aveva sorriso Nappa, con un affabile occhiolino, per poi trovarsi a maledire il giorno della sua nascita e a pensare che non ci sarebbe stato giorno più bello se non quello in cui l'omone con i baffi alla Village People avrebbe visitato l'aldilà, per rimanerci definitivamente.

Arruolatevi nell'esercito di Freezer, arruolatevi che vi troverete bene! Fidatevi!”

E poi era finito a scavarsi la fossa nella maggior parte delle battaglie, – in cui, spesso, doveva ritenersi contento di tornare alla base con quasi tutte e due le braccia attaccate o con ancora due gambe – a macinare pianeti su pianeti e a disboscare le popolazioni da ogni parte dell'universo per conto di Freezer che, probabilmente, voleva costruire un parcheggio intergalattico tra la Via Lattea e Andromeda talmente s'era fatta posto e, molto probabilmente, alla fine, Vegeta sarebbe pure finito a fare il lavavetri in quel dannato parcheggio intergalattico.

Fidati di me!”, gli aveva urlato quell'inutile di Radish prima di prendere il volo sulla sua navicella e atterrare sulla Terra, per poi incatenare per sempre il suo cacchiarola di culo a quel sasso.

Ecco, cos'era stato, cazzo, la Terra! Era successo tutto da lì: se prima aveva bazzicato male, adesso, bazzicava malissimo.

Fidati di me, Vegeta, non succederà nulla!”, gli aveva rassicurato Bulma, una volta giunti alle strette nel bel mezzo di una tensione sessuale che lo aveva portato a infilarsi cubetti di ghiaccio tra le mutante una sera sì e l'altra pure, avvinghiati nel letto dell'ereditiera, pronti per consumare le lenzuola.

E, neanche a dirlo, dopo nove mesi si era trovato con un marmocchio urlante che puzzava di pannolini tra le braccia e le catene ai polsi: incatenato sulla terra a fare da schiavo a quella pazza di sua moglie.

Cosa non avrebbe dato, in quel momento, per trovarsi tra le mani il collo da gallina della suddetta moglie e poterla strozzare...

Una gita di due giorni assieme a Goku.

Una cazzo di gita di due giorni assieme a Goku!

GOKU! Cioè, quell'idiota che si ritrovava come collega saiyan...

Quel... Kakaroth, Pel di Carota, Rosina Carotina, Cespuglio ambulante, Neurone spento, Idiota, Consumo abusivo d'ossigeno, Sveglia fastidiosa del mattino, Spreco di spazio, Parcheggio abusivo nella strada della vita!


A distaccarlo dai suoi pensieri ci pensò un piccolo sacco a pelo marrognolo che lo guardava minaccioso.

Si diede un'occhiata per rendersi conto, ancora una volta, di come era stato conciato: aveva sulle spalle lo zaino da montagna irrimediabilmente rosa – manco sapeva di averne uno e, infatti, quello era di Bulma – , con tanto di tenda da campeggio che sbucava da una delle cerniere – anche se era finita incastrata nella cerniera, e si stava lentamente sfilando fino a raggiungere, tristemente, il suolo – mentre, appese più o meno a ganci più o meno attaccati alle stringhe dello zaino, pendevano alcune padelle, una borraccia d'acqua anch'essa rosa – il suo colore preferito, ormai – gli scarponi che avrebbe dovuto inevitabilmente mettere, dato che – cazzo – i suoi stivaletti di Dolce&Gabbana si sporcavano in montagna, e, per finire, un pupazzetto a forma di scimmione che pendeva da una stringa che aveva soprannominato obbrobrio. Sentì la risatina in lontananza di Kakaroth e sbuffò sonoramente.

Già, perché non era abbastanza umiliante andare in giro stile My Little Pony, doveva essere accompagnato dallo scemo.

<< Bene! È tutto pronto! Tesoro, nello zaino hai alcuni abiti di riserva, un bel po' di cibo e il cibo per gli animaletti del bosco! >>

Eh, sì, perché la bella gita fuori porta, che faceva con lo scemo, era per andare a controllare gli animaletti del bosco che erano rimasti isolati a causa di un incendio nella zona est della foresta. Ovviamente, dato che il rischio incendi era alto e che usare le aure avrebbe potuto provocare qualche scintilla fuori controllo, che avrebbe solo peggiorato la situazione, era meglio raggiungere la zona a piedi – teoria del tutto infondata secondo Vegeta: infatti, sua moglie voleva farlo andare da solo, a piedi, nel bosco e basta, non c'erano balle. Sì, da solo, perché Kakaroth era meglio ignorarlo per la sua salute mentale – per andare ad aiutare gli animaletti e per metterli in salvo. Oh, che carucci gli animaletti del bosco, si stava già sciogliendo in lacrime.

Se li sarebbe fatti tutti alla griglia.

<< E questo è l'ultimo vasetto di marmellata, Goku, mi raccomando non mangiare tutte le scorte il primo giorno! >> lo raggiunse la voce di Chichi mentre, quest'ultima, era intenta a sistemare e a controllare un'ultima volta lo zaino di Goku, riempito fino a scoppiare di cibo.

Lo scemo intanto annuiva ad ogni suo ordine, sfoderando un sorriso da un orecchio all'altro e pronunciando come un bimbo ripreso dalla madre un “Va bene, Chichina.” Eh, sì, perché il cucciolone in tuta doveva strafogarsi, non poteva mangiare come tutti i saiyan normali...

Alzando gli occhi al cielo, lanciò un'occhiata a Bulma che, ancora una volta, ricontrollava il percorso da far percorrere ai due Saiyan sul suo ricevitore satellitare. La vice avvicinarsi, reggendo ancora tra le mani il ricevitore per, poi, mostrargli e indicargli con un dito il sentiero che si inoltrava nel bosco, << Qui dovete proseguire fino all'insenatura della valle ed andare avanti seguendo il corso del fiume >>

Intenta a spiegargli il tragitto migliore per raggiungere la zona est, le era sfuggita una ciocca d'acqua da dietro l'orecchio e ora le carezzava la gota, birichina, schermandole gli occhi dalla luce del sole.

Vegeta soffermò lo sguardo, incurante delle sue profilate spiegazioni, sulle mani affusolate che stringevano attente ma sicure il ricevitore. Alla ricerca di una conferma, che gli chiese volgendo gli occhi azzurri verso di lui per chiedergli se aveva afferrato le sue spiegazioni, quello rifuggì velocemente, portando lo sguardo sulla vegetazione vicina e allontanandosi di qualche passo.

<< Sì, sì, buono donna, dai. Ho capito. >> sbottò, poi, strappandogli malamente il ricevitore dalle mani e ficcandoselo in una delle tasche del capiente zaino. Non gli piaceva quando la donna lo trattava da bambino piccolo: lui le capiva certe cose! Doveva andare dritto, evitando la valle e facendo qualcosa con il fiume! Ovvio!

Certo, pensò invece Bulma, aveva capito tutto.

<< Ok, allora questa sera, quando arrivate e vi accampate alla radura, chiamami con il ricevitore. L'ho dotato anche di un sistema di ricezione per le chiamate, basta solo che digiti il mio numero. >> proseguì la donna, osservandolo sistemarsi meglio sulle spalle lo zaino, mentre lanciava qualche imprecazione molto colorita.

Le scappò una risatina. << Te lo ricordi vero, quale è il mio numero, no? >>

L'altro si fermò con le bretelle in mano da regolare e le lanciò un'occhiataccia. << Certo! >> sbottò, << certo che me lo ricordo! >>

Certo, pensò ancora una volta Bulma, se lo ricordava.

Non sapeva neanche dove fossero i suoi calzini, figurarsi se si sapeva ricordare a memoria dieci numeri.

<< Nel caso in cui non te lo ricordassi >> un'altra occhiataccia cercò di intimorirla ma lei, sorridendo, proseguì << l'ho scritto sul retro del dispositivo >>

Si avvicinò, quindi, al compagno, riafferrando il ricevitore e gli mostrò le cifre sul retro, sotto lo sguardo annoiato dell'altro.

Vegeta alzò gli occhi al cielo, già entusiasta per la scampagnata che stava per affrontare, riafferrò maldestramente il dispositivo, rificcandoselo in tasca e sbuffò, sotto lo sguardo divertito dell'azzurra.

<< ALLORA KAKAROTH, MUOVI IL CULO CHE ANDIAMO >> abbaiò, poi, girandosi in direzione di Kakaroth che, smise di cianciare e diede un veloce bacino alla sua mogliettina alias Malefica, e lo raggiunse trotterellando.

<< Allora, buon viaggio... >> sussurrò Bulma, afferrando Vegeta per la tuta e stampandogli anche lei un bacio sulle labbra.

Con un borbottio, accompagnato da un sano rossore alle guance, il principe si allontanò, dall'ereditiera, incamminandosi, infine, nel bosco, nella direzione che gli aveva indicato Bulma, seguito da un saltellante e felice Goku.


Stavano camminando, ormai, da ore dentro la fitta boscaglia: lui, davanti, spedito e deciso ad ignorare ogni respiro di Kakaroth, e Goku dietro, canticchiando motivetti fastidiosi e fermandosi ad osservare ogni cosa avesse un minimo di muschio o si muovesse leggermente. Quando, poi, aveva iniziato a canticchiare Goku Hood e 'Geta John van nella foresta, Vegeta aveva iniziato a cercare qualche albero con dei rami abbastanza alti da potercisi impiccare.

Era tutto un: “Uhh, guarda qui, Vegeta! Quanti animaletti! E quanti aaalberi! Sembra un bosco! E questo cos'è? Sembra la muffa vecchia che viene sempre sul formaggio a casa mia... e questo? Uhh, che beello!”

Dopo l'ennesimo gridolino di gioia del Saiyan cresciuto sulla terra, Vegeta, nel frattanto che Goku si era messo a conversare con alcune lumachine, facendoli irrimediabilmente rallentare sulla loro tabella di marcia, pregò tutti gli dei di dargli la pazienza di andare avanti e si era girato verso l'altro, vedendolo inginocchiato a terra.

Inarcò un sopracciglio quando vide quello che l'idiota stava facendo: si era accucciato, con l'enorme zainone sulle spalle, vicino alle radici di un albero e stava incoraggiando una lumachina a scendere dalla radice piena di muschio sul un cumulo di foglie, riempiendola di complimenti per la fantasia del suo guscio e per l'agilità della sua impresa.

La vena sulla fronte grande come una portaerei iniziò, così, improvvisamente, a pulsargli, mentre, l'occhio destro aveva già il tic per il nervoso.

Trattenne a fatica un ruggito e, avvicinandosi all'idiota, lo prese per il bavero e gli espresse gentilmente la sua opinione sulla sua conversazione intrapresa con l'innocente chiocciolina.

<< ASCOLTAMI UN PO', RAZZA DI IMBECILLE, >> iniziò con calma, << NON SONO VENUTO QUI PER VEDERTI CONVERSARE CON GLI UCCELLINI E PERDERTI OGNI TRE PER DUE A GUARDARE LE NUVOLE! DOBBIAMO ANDARE! >>

Goku, preso alla sprovvista dalla inusuale ferocia del compagno, lo guardò con gli occhi da cerbiatto che avrebbero fatto invidia a Bambi, osservando il principe andare a fuoco a forza di sbraitare mentre iniziava a scoccargli attorno qualche fulmine del Super Saiyan.

<< QUINDI ADESSO MUOVI IL CULO E AND – >>

Stock!

Si fece spazio tra le sue urla un rumore improvviso che lo bloccò.

Alzarono entrambi lo sguardo verso l'alto, uno con la faccia da cucciolo bastonato, l'altro con la schiuma che gli usciva dalla bocca. Su un ramo dell'albero uno scoiattolino, non potendone più delle urla da donna partoriente di Vegeta, aveva tirato una ghianda, mirando irrimediabilmente alla testa del principe, nella lieve speranza di farlo tacere.

<< Cosa diam – >> blaterò Vegeta, meravigliandosi dell'assurdità della situazione.

Stock!

<< Ok, adesso smet – >>

Stock!

<< GRRR, BASTA! >>

Stock!

<< ADESSO SMETTILA, È CHIARO?! >> ma lo scoiattolino, no, non aveva capito e così,

Stock! Stock!

Preso da un moto d'ira improvviso, il principe decise che ne aveva abbastanza.

Con il fumo che gli usciva dalle orecchie, mollò, deciso, la presa sull'altro Saiyan, che finì con la faccia nel fango, e si allontanò dall'albero, puntando, minaccioso, il dito contro lo scoiattolino che lo fissava agguerrito da in cima al suo albero, pronto per lanciare un'altra ghianda.

<< Adesso ascoltami bene, mostriciattolo! Tu prova soltanto un'altra volta a lanciarmi addosso una delle tue ghiande e ti giuro che – >>

Stock!

...

...

...


<< AHHHHHHHHHHHHHH! >>

In un attimo, l'urlo del Super Saiyan invase il silenzio del bosco, facendo fuggire terrorizzati tutti gli animaletti che, sfortunatamente si trovavano nei pressi dei due saiyan, e fece tremare di terrore il povero scoiattolino.

Levitando all'altezza dello scoiattolo appollaiato sul ramo, Vegeta, incazzato nero come poche volte in vita sua, caricò un potente ki-blast per, poi, squadrare con un sorriso sadico la bestiaccia.

<< SEI PRONTO A MORIRE? >>

La faccia sbiancata del povero scoiattolino lo fece ghignare ancor più malvagiamente e, ridendo sguaiatamente, assaporando già il sapore della vendetta, lanciò con tutta la forza che aveva in corpo la sua potente e distruttiva sfera di energia, per vedersela all'ultimo minuto parata da Goku e svanire all'orizzonte...

<< Andiamo, Vegeta, adesso non mi sembra il caso di esagerare. >> asserì serio in volto l'altro Saiyan, una volta rialzatosi in piedi e incrociando le braccia al petto.

Era uno sguardo serio quello che vedeva? Kakaroth, veramente, sapeva fare la persona seria?

<< Si può risolvere diplomaticamente la cosa! >> proseguì il Saiyan più piccolo, allontanandosi di qualche passo per poter vedere lo scoiattolino in cima al suo rametto.

Vegeta, stupito per il fatto che Goku conoscesse la parola diplomaticamente e fosse seriamente intenzionato a fare qualcosa di serio, quando atterrò a terra con ancora il fiatone, dovette stupirsi ancora di più quando vide scendere dall'albero lo scoiattolino e andarsi ad arrampicare sulla tuta di Goku per poi sedersi sul suo braccio.

<< Abv bvbvbvrb? >> chiese lo scoiattolo a Goku.

<< Già, non me ne parlare... >>

<< Abvr vrvr brr? >>

<< No, no, non sei tu... >> Goku alzò lo sguardo su Vegeta in un'occhiata malinconica, facendogli alzare un sopracciglio, << non è il Saiyan più facile con cui entrare in sintonia. Ha il filo spinato intorno all'anima >>

Sia Goku sia lo scoiattolo concordarono, infine, su questo punto, annuendo tristemente.

<< S-stai parlando con uno scoiattolo? >> interruppe la magia Vegeta, sentitosi chiamato in causa.

<< Sono vissuto nel bosco! >> gli rispose sorridendo l'altro, << dovevo intendermi con tutte le creature! >>

La faccia perplessa di Vegeta lo convinse a proseguire il discorso con il suo amico scoiattolo.

<< Prego, continua! >>

<< Acpt! Acptchtp! >>

Oh, per tutte le galassie, perché a me... PERCHÉ A ME?!

Urlò il cervello di Vegeta mentre, sconsolato, non sapeva se ridere o piangere.

<< Non ci credo... NON È POSSIBILE! UCCIDIMI ORA, KAMI! >> urlò al cielo il principe, sperando in un fulmine a ciel sereno che lo togliesse definitivamente dal pianeta.

<< Be', Vegeta, non devi sempre sentirti al centro dell'attenzione... Tutti hanno i loro momenti no. >> lo rimproverò, invece, Goku, trovandosi a concordare con lo scoiattolino e facendo alzare l'altro sopracciglio a Vegeta che, intanto, si era messo le mani nei capelli.

<< Actc acrbr! >> ritornò a parlare lo scoiattolino.

<< Oh, davvero? >>

<< Davvero cosa, Kakaroth? >>

Ci mancava solo l'idiota che faceva la Giovane Marmotta.

<< Dice che è dovuto fuggire da un incendio che è divampato nella foresta ma che la maggior parte degli animali sono ancora bloccati laggiù! >>

<< Cosa? >> Vegeta si avvicinò velocemente a Goku, puntando gli occhi sull'animaletto << allora, dove sono l'incendio e gli altri animali? >> si ritrovò a chiedere allo scoiattolino, facendolo, però, rifugiare tra le braccia di Goku.

<< Acrt acrtb! >> bisbigliò il piccolino.

<< Cosa ha detto, Kakaroth? >>

<< Ehm, ha detto che non vuole rivolgerti la parola...>>

L'altro gli lanciò un'occhiataccia. << Allora chiediglielo tu, di grazia >> concluse il principe, incrociando le braccia al petto e mettendo il muso allo scoiattolo.

<< Ahh, odio stare in mezzo >>

Idiota, pensò Vegeta.

<< Squichiti, squichi... squichi? >> chiese allora Goku allo scoiattolino.

<< Abavbr abbb abvrbvr! >>

<< Ha detto che ti devi allontanare da noi due, se no, non parla. >> soggiunse Goku, guardando Vegeta alzare gli occhi al cielo.

Dopo circa duecento passi il Saiyan d'élite si fermò in mezzo alla boscaglia.

<< QUI VA BENE? >>

<< Sìììì! >> gli urlò dietro l'altro, continuando a parlare con l'amico scoiattolino.

Vegeta scollò, sconsolato, le spalle. Sarebbe stata una luuuunga giornata.

Quando, finalmente, ottennero le indicazioni e Goku e lo scoiattolo si congedarono, promettendosi di ritrovarsi ancora per bere un tè e sgranocchiare assieme qualche ghianda, poterono proseguire verso la radura degli animaletti. *


All'ennesimo pino, Vegeta tirò un sospiro, frustrato: tutti quegli alberi iniziavano a stargli sui nervi anche perché lo facevano sentire incredibilmente basso e maledì, ancora una volta, il suo soggiorno, ormai definitivo, sulla terra e l'impossibilità di radere al suolo ogni cosa.

Era meglio sbrigarsi a trovare quella maledetta radura degli animaletti... se fosse stato ancora sotto Freezer, avrebbe fatto terra bruciata di ogni singolo alberello, per poi fare terra bruciata del continente e, infine, fare terra bruciata del pianeta.

Sospirò ancora una volta, ricordando i bei tempi, quando sentì Goku fischiettare un'altra delle sue canzoncine da asilo.

<< Allora, testa di rapa, la smetti di assillarmi con le tue canzoni? >> ringhiò in sua direzione << Mi stai facendo venire il cancro alle orecchie! >>

Goku interruppe subito il suo fischiare, guardando stranito il compagno.

<< Non ti piacciono? >> chiese il bambinone, sfoderando degli occhioni da coniglietto e smettendo di fischiettare.

<< No, certo che no! Ti pare che mi devo sorbire – ehi! Mi stai ascoltando?! >>

Ma Goku si era già perso ad osservare le foglie più alte degli alberi, facendo ingoiare alcune bestemmie al principe e saltellando per tutto il praticello stile Heidi, finché trovata una radice un po' più sporgente dal terreno, inciampò, si sfracellò a terra, rotolò giù per una collina, ruzzolando sempre più in giù, inzuppandosi di fango e scavando una buca colossale tra la radice e il terreno.

Si fermò circa un chilometro più sotto, con la faccia sprofondata nella melma, lo zaino pesante ancora per miracolo sulle spalle – anche se aveva perso pezzi della tenda e scatole di cibo giù per la collina – che si era trovata terribilmente deformata – buttando all'aria siepi, alberi, coniglietti e funghi.

<< OUCH! >> bofonchiò tra il fango, quando tirò su la testa dal pantano.

Vegeta lo raggiunse poco dopo – con estrema calma, ovviamente, sgranocchiando una mela e con un sincero sorriso sulle labbra mentre reggeva sulle spalle il suo adorabile zaino rosa – e, avvicinandosi, cercò di smuoverlo con un piede, come per tastare se l'animale abbattuto fosse ancora vivo o morto.

<< Stai bene? >>

<< Ouch, s-sì... >>

<< Che palle. >>

Quando riuscì, finalmente, ad ergersi dalla terra e a togliersi erbe, radici, funghetti e foglioline dai capelli, si accorse che erano arrivati alla radura che tanto avevano cercato.

Davanti a loro si aprì un meraviglioso lucus amoenus, luogo di grazia e amore, dove, tra i profumi dei fiori e l'ombra degli alberi magici, pascolavano alcuni cervi dalle grandi corna colorate ed alcuni piccoli cerbiatti ed unicorni che, con la criniera arcobaleno e gli zoccoli dorati, facevano rispendere il giardino di bellezza.

Sotto la cascatella che sgorgava dal fiume argenteo, facevano il bagnetto, nell'acqua celeste, alcuni uccellini cinguettanti mentre un magnifico grifone si abbeverava da quell'acqua di rugiada. Tutt'intorno riecheggiava il cinguettio degli usignoli e alla loro melodia i fiori petalosi si aprivano lentamente alla luce del sole che, toccando leggera l'erbetta fresca, faceva risaltare la radura di colori vivaci.

Goku si meravigliò a tale visione paradisiaca e si sciolse in un sorriso innocente, osservando, estasiato, gli animali alla fonte d'acqua: i cervi con le corna ritte verso il cielo, gli uccellini con le piume variopinte, i funghetti sotto gli alberi più alti, i soffici coniglietti che Vegeta stava cercando di azzannare...

<< Aspetta, cosa? >>

Alla sera, finalmente, si accamparono con tende, camper, roulotte e yacht attorno ad un falò, al profumo croccante di coniglio arrosto.


<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

<< SHHHHHH! >>

Nel silenzio della notte, i due cacciatori lanciarono un'occhiata ai due uomini che dormivano accampati nella radura: anzi, per la precisione, solo uno era riuscito ad accamparsi correttamente in una comoda tenda da campeggio, in compagnia di un mucchio di cerbiatti e coniglietti che, morbidi, gli facevano da cuscino, mentre l'altro, quello più basso, si era ritirato in disparte, ma proprio in disparte, in cima ad un albero, pur di non stare con l'altro.

<< Non vorrai mica che ci scoprino, Tom? >> sussurrò il compare, nascondendosi ancora di più dietro ai cespugli.

Era stata davvero un colpo di genio aver intrappolato gli animali nella radura: infatti, Tom e il suo compare, sull'onda della caccia, avevano preferito giocare sporco, bruciando man mano il bosco, costringendo gli animali a ripiegare sempre più verso la piccola radura; alla fine gli animali erano rimasti bloccati lì: il fuoco aveva bruciato la vegetazione circostante fino a qualche giorno prima, impedendo loro di tornare alle loro tane e, ora, erano alla loro mercé.

Adesso avrebbero potuto catturare gli animali, caricarli nel furgone e, con i soldi ricavati dalle vendite, andare a vivere in pensione alle Hawaii o a spenderli tutti direttamente la sera stessa al casinò della città, bruciandoli in jackpoint e slot machines e indebitandosi, magari, fino al collo per vedersi poi espropiata la casa, la macchina e finire sotto un ponte.

Sogghignarono malvagi, imbracciando i loro fucili da caccia: in un attimo iniziarono a farsi strada tra i cespugli e si avvicinarono a quello che era riuscito ad accamparsi decentemente, con l'intenzione di puntargli il fucile tra il cespuglio di capelli che si ritrovava in testa se avesse anche solo fiatato, mentre quello, beato, dormiva ignaro.

<< Ehi, Tom, quanti soldi pensi che ci pagheranno al mercato nero per un unicorno arcobaleno? >>

<< Immagino tanti soldi... >> rise Tom, scostando la tenda e puntando l'arma contro Goku che russava della grossa abbracciato ad uno scoiattolo.

<< Cominciamo da questo scemo che fa il turista... ehi, tu! >> lo chiamò Tom, cercando di svegliarlo. << EHI! AHAHA, ehi, questo scemo non si sveglia mica! >> constatò, poi, Tom, ridendo sguaiatamente.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

Sbraitò, corrucciato, Tom, voltandosi all'ennesimo richiamo del compare e sbiancando subito dopo.

Il compare dietro di lui, infatti, era con le mani in alto e un'espressione traumatizzata sul volto mentre, quello che prima avevamo definito come “l'altro, più basso”, gli puntava il fucile alla schiena.

<< SHHHHHH! >> sussurrò il principe, portandosi eloquente un dito davanti alle labbra.

<< Non vorrai mica che ci scoprino, eh, Tom? >> gli sorrise malvagiamente, facendo stringere malamente Tom al suo fucile.

<< C-chi sei? G-guarda c-che ti sparo! >>

<< Ehi, Tom! >> lo interruppe subito l'altro che aveva ancora le mani alzate.

<< OH SANTO KAMI, COSA? >>

<< Non so se ti convenga arrabbiarti con lui. Non sembra un tipo molto diplomatico... >>

Vegeta, infatti, aveva alzato la canna del fucile dalla schiena alla testa, facendo gelare ancora di più il povero compare, e, sorridendo a Tom, disse:

<< Ti do dieci secondi per iniziare a correre, Tom. >>

Quello impallidì alla minaccia poco velata del principe ma ribatté cercando di mostrare una sicurezza che, ahimè, lo aveva salutato al primo “ehi, Tom!”: << N-non mi fai paura! >>


Pochi secondi dopo la foresta riecheggiò delle loro urla mentre, Tom e il compare, cercavano di correre il più velocemente possibile per salvarsi da Vegeta.

<< MA PERCHÈ IO SCAPPO! LUI CE L'HA CON TE! >> protestò, tra un fiato e l'altro, il compare che stava cercando di non inciampare in qualche radice, mentre si guardava indietro per vedere se avevano seminato o meno il demone dai capelli a fiamma.

<< PERCHÈ VUOI CHE IO DICA CHE AVEVO TORTO! >> gli sbraitò contro Tom, sempre più trafelato.

<< No, non è vero! >>

<< Davvero? >>

<< Ma certo! In fin dei conti siamo amici! >> affermò sicuro il suo compare.

Si fermarono dalla corsa per poi guardarsi con le lacrime agli occhi: la loro amicizia, molto probabilmente, sarebbe durata per sempre e non importavano le chiacchiere altrui o in chissà quali guai con chissà quali principi venuti da lontano si cacciassero!

Si abbracciarono, infine, commossi, stretti in un abbraccio che significava la fine del mondo. Intorno a loro calò un silenzio magico e solo il potere degli abbracci profumò l'aria.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

<< SHHHHHHH >> ed entrambi sbiancarono, ancora una volta.

Il sorriso di Vegeta li accolse nuovamente, tra il buio della foresta.

<< AHHHHHHHHH! >>


Quando Goku si svegliò tra le coccole degli animaletti, vide Vegeta che, al falò, cuoceva l'ennesimo coniglietto, sotto lo sguardo sconcertato di Mamma Coniglio che si vedeva privata del trentaduesimo cucciolo in soli due giorni.

<< Buongiorno Vegeta! >> si stiracchiò il più piccolo, prendendo posto accanto al compare. Il suo compare, non quello di Tom, per la cronaca.

<< Dormito bene? >>

Vegeta, addentando parte del coniglio, gli lanciò un'occhiataccia, contento di sapere che l'idiota non avesse sentito nulla durante la notte e che si fosse dovuto occupare da solo di due cacciatori da strapazzo che avevano osato disturbare il suo sonno ristoratore. Per quanto possa essere ristoratore dormire su un albero, s'intende.

<< Uhm. >>

Non vedeva l'ora che quella buffonata finisse al più presto: prima aveva dovuto camminare per miglia e miglia per il bosco in compagnia di Heidi che canticchiava ogni motivetto gli entrasse in quella testa piena di spifferi, poi era stato umiliato da uno scoiattolo, aveva dovuto dormire in cima ad un albero per non condividere la terra con Goku e, infine, aveva dato la caccia a due cacciatori.

Sorrise, beffardo, al ricordo dei due: chissà se li avrebbe incontrati ancora a gironzolare per i boschi a dare la caccia alle specie protette.

Non che gliene fregasse degli animaletti – infatti, aveva già in mente di assaggiare la coscia di qualche maestoso cervo – ma non poteva tollerare che dopo tutta la fatica che aveva fatto qualcuno gli rubasse il cibo da sotto il naso.

Ma adesso l'incubo era finito.

Ora che gli animali erano stati raggiunti e che Goku – perché non lui, lui non avrebbe mosso un dito accampandosi, ancora una volta, in cima all'albero – li avrebbe ricondotti alle loro tane, poteva tornare a casa.

<< Bene, tra poco dovremmo nuovamente ripartire per raggiungere gli altri animali, Vegeta. >>

Si girò, pensando di non aver capito bene quello che l'idiota aveva appena detto e alzò perplesso un sopracciglio.

<< Eh, sì! Non ti ricordi quello che ci ha detto Bulma? >>

Vegeta continuava a non capire mentre l'altro, raggiunto lo zaino e dopo aver frugato tra le padelle, aveva tirato fuori una cartina, segnata da almeno altre cinque zone del bosco da raggiungere per andare a controllare gli animali.

<< Hai capito, Vegeta? >> si sorrise Goku, guardandolo negli occhi. << È quello che ci ha detto Bulma, ricordi? Non vorrai mica deluderla? >>

Oddio. Se la ricordava?

Deluderla?

Questo equivaleva a serate passate in bianco, magari sul divano, in compagnia della televisione in un tentativo disperato di sostituire le chiacchiere di sua moglie.

AHAHAHAHA. Era semplicemente fottuto.

<< AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >>


Intanto, dall'altra parte della foresta, la caserma della Guardia Forestale si ritrovò appesi, a testa in giù da un albero, Tom e il suo compare, ricercati da tempo, per la loro caccia abusiva tra i boschi.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa... >>

<< Mi sa 'sta volta siamo fritti >>

<< ... Ehi, compare! >>

<< Cosa? >>

<< 'Sta zitto. >>




* chi indovina da che cartone ho preso lo spezzone avrà una caramella come premio!


Note dell'autrice che no, non è scomparsa, è solo molto pigra:


Ehilà! Sto salutando il vuoto o c'è ancora qualcuno?

Be', immagino che anche il vuoto sia un buon ascoltatore quindi, parlerò per lui!


Caro Vuoto,

devi sapere che questa raccolta di storie, è la mia rovina.

Impegnativo scrivere cose demenziali che facciano un minimo ridere e impegnativo scrivere capitoli lunghi. Già, me ne sono accorta ora.

Di conseguenza, la qui presente scrittrice ha preso una decisione: questi sei capitoli pubblicati andranno a confluire in una raccolta propedeutica per un'altra raccolta – con capitoli più ragionevolmente corti ma pubblicati più frequentemente -

Quindi Caro Vuoto, concludo qui questa raccolta e ne pubblicherò subito un'altra, che curerò con più attenzione e dedizione.

Hai capito? Non credo interessi a nessuno, tanto meno a te che sei solo vuoto, per cui che ti frega se c'è o meno un'altra storia?

NON SEI NULLA, SEI IL VUOTO! FAI SCHIFO. Ok, no, scusa, non ti arrabbiare. Sei importante. Ti vogliono tutti bene.

DISAGIO.


A presto, Zappa. 



Ok, ci sono.

Allora, facciamo le persone serie (per quanto io ci riesca): dato che, purtroppo, il tempo fugge ed è sempre meno quello per pubblicare e dato che non mi piace farvi aspettare e struggermi su capitoli lunghi che rischiano di non far ridere dopo un po', ho deciso di iniziare a scrivere capitoli più brevi e, magari, più demenziali (BOH) in una raccolta contigua, che, appunto, raccolga questi capitoli più brevi. (Qualcosa tipo massimo 1000 parole... Or something)

Questi, diciamo, erano più uno sperimento per un po' testare il mio grado di scrittura e di scemenza (soprattutto quella).

Quindi, grazie a tutti coloro che mi hanno seguito finora e questo non è un addio: è un “ci vediamo alla prossima ragionevole raccolta”.

Devo solo sistemarmi un po', altrimenti rischio di morire.

Ci vediamo presto, bella gente.

Sto parlando ancora al vuoto?


DAMN IT




   
 
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