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Autore: Aranel of Mirkwood    09/03/2016    4 recensioni
"C'è un luogo dove sogno e realtà si confondono nella nebbia. La città di Strøm è la migliore trasformista. Di giorno sembra la più tranquilla delle cittadine ma è durante la notte che tutto cambia. C'è una storia riguardante la nebbia di Strøm. Passa di bocca in bocca nell'oscurità dei vicoli della periferia. I mercanti di sogni, presenze spettrali, affollano i vicoli bui in attesa. Creature di fumo e sangue. Arrivavano con la nebbia ed occupavano le strade per tutta la notte alla ricerca dei tanto bramati sogni."
[seguito di "Ritorno dal Nord" ma leggibile anche separatamente]
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti e leggende delle terre inesplorate'
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Ad Heän,
Mi dispiace di averti trascinato in un altra folle avventura ai confini della realtà.
Un eroe involontario, l’eroe dei racconti e le leggende delle terre inesplorate.


Conteggio parole: 4.978
 
I mercanti di sogni.

- Esiste una spada leggendaria che può mutare l'animo e ... -
- Ho solo bisogno di una spada. - ribatté secco il ragazzo moro, non era la prima volta che passava da Strøm sognando di poter finalmente comprare una spada ed ora che aveva racimolato i soldi necessari al suo acquisto di certo non si sarebbe lasciato fermare da un vecchio mercante
- conosci i mercanti di sogni? - altre leggende e francamente il giovane era stufo di sentirne
- no, non li conosco  e non mi interessano le tue storie - sbuffò il ragazzo abbastanza scocciato dal farneticare del venditore - dammi una spada, ho una certa fretta -
- nessuno ha fretta a Strøm, si vede che non sei di queste parti - sul viso segnato dall'età dell'uomo si disegnò un sorriso
- hai ragione, non sono di qui ma non mi interessa se voi non avete fretta, io ne ho e parecchia -
- posso domandarti dove vai? - doveva per forza rispondere? Avrebbe evitato più che volentieri ma il vecchio non gli aveva ancora dato la spada che cercava
- a Nord - tagliò corto
- verso le terre ghiacciate? - il moro scosse la testa
- no, torno semplicemente a casa -
Casa. Quella forse non era la parola più adatta. Lui e la sua compagna si erano spostati di città in città per due anni lavorando un po' per una persone ed un po' per l'altra. Come possono dei nomadi dire di avere una casa?
Lui conosceva bene le storie riguardanti quella città ed i suoi abitanti.
Lui non si sarebbe lasciato ingannare dalle parole di quel vecchio.

C'è un luogo dove sogno e realtà si confondono nella nebbia.
La città di Strøm è la migliore trasformista.
Di giorno sembra la più tranquilla delle cittadine ma è durante la notte che tutto cambia.
C'è una storia riguardante la nebbia di Strøm. Passa di bocca in bocca nell'oscurità dei vicoli della periferia.
I mercanti di sogni, presenze spettrali, affollano i vicoli bui in attesa. Creature di fumo e sangue. Arrivavano con la nebbia ed occupavano le strade per tutta la notte alla ricerca dei tanto bramati sogni. Nessuno sapeva bene quale uso facessero dei sogni ma se i mercanti tornavano ogni notte significava che trovavano persone disposte a vendere i propri pensieri notturni.
Cosa ricevessero in cambio i venditori era un mistero ancora più fitto, gli abitanti della città fingevano di non sapere, ma non c'era persona che potesse affermare con sincerità di non averli mai visti e non aver mai concluso nessun affare con loro.
Secondo il giovane il vecchio mercante era completamente pazzo ma allora perché aveva deciso di attendere la notte per verificare se le parole di quell'uomo rispecchiavano la verità? Forse era rimasto stregato dal fascino misterioso di quella nebbia che sembrava tutt'altro che naturale.
Rimase ad attendere con la schiena appoggiata ad una parete di uno stretto vicolo, voleva vedere quando la nebbia iniziava a crescere dalle strade.
Fu questione di un attimo e la nebbia ingoiò le strade senza lasciare scampo a niente e nessuno.
Non poteva essere una cosa naturale, aveva invaso i vicoli della città in un instante come una colata di lava. Quella nebbia era densa come il fumo di un incendio.
Era difficile vedere in mezzo a quella foschia ma il ragazzo poteva distinguere una sagoma nera avvicinarsi minacciosa nella sua direzione. Un uomo rimasto intrappolato come lui? Man mano che la figura si avvicinava il giovane poteva distinguere sempre più dettagli. Quella creatura non sembrava affatto umana.
Era completamente avvolta in un mantello nero lungo fino a terra ed un grande cappello calato sul volto, i suoi occhi erano rossi e brillanti come due rubini.
-sei qui per vendere i tuoi sogni? - la voce non sembrava provenire dalla figura ma dalle spalle del ragazzo che si voltò subito con il cuore in gola timoroso di trovarsi dietro qualcuno magari pronto ad ucciderlo. Nulla.
Era passato solo un attimo ma quando il ragazzo si voltò di nuovo la creatura era solamente a pochi centimetri di distanza da lui e aveva già puntato i suoi occhi infuocati in quelli del giovane.
-coraggio ... Non ti sto chiedendo molto in fondo ... Cosa ne faresti altrimenti? - la voce proveniva sempre dal profondo dell'oscurità del vicolo ma il ragazzo era certo che fosse stata la creatura a parlare
-cosa sei? - sputò fuori a fatica quelle parole con la voce spezzata dalla paura. La creatura allungò una mano scheletrica verso il volto del ragazzo per poi afferrarlo
-un mercante di sogni -

No. Quello che stava accadendo era semplicemente assurdo. Quelle creature non potevano essere reali. Come è possibile commerciare dei sogni?
Anche se non voleva credere a quella storia di certo il ragazzo non voleva scoprire come fosse possibile vendere un sogno. Non voleva sapere nulla.
Indietreggiò ma ben presto fu bloccato dal muro alle sue spalle mentre la creatura demoniaca continuava ad avvicinarsi senza staccare nemmeno un istante i suoi occhi di sangue dalla preda.
-solo i venditori di sogni dovrebbero frequentare le strade quando la nebbia sale ... Quale sogno mi venderai? - non aveva scelta, doveva accettare di vendere un sogno se voleva avere una possibilità di salvezza. Ma quale sarebbe stato il pagamento? L'incubo ricorrente che certamente sarebbe comparso dopo quell'incontro di certo era più che sufficiente.
-ti venderò un sogno -
-molto bene - il giovane notò una linea ricurva disegnata da denti appuntiti comparire sul volto completamente in ombra della creatura che non prometteva nulla di buono
-cosa devo fare? - non sapeva da dove fosse arrivata la forza che gli aveva permesso di sputare fuori quelle poche parole, la creatura si fece ancora più vicina, gli occhi di sangue infuocato puntati in quelli del ragazzo
-i tuoi sogni in cambio della tua vita - non vide più nulla oltre alle fiamme infernali.

Non sapeva precisamente cosa fosse successo, non ricordava altro oltre alle iridi di fuoco del mercante che lo inghiottivano nell'oscurità e la foschia della notte. Si era svegliato con il sole, nello stesso vicolo dove aveva incontrato l'oscura presenza e sembrava che nulla fosse cambiato. Magari si era semplicemente addormentato e quell'incontro era stato un frutto della sua immaginazione causato dai racconti del vecchio venditore di armi.
Si alzò da terra, non aveva tempo da perdere, il vecchio non gli aveva venduto la spada perché le sue monete non bastavano così aveva deciso di cercare se in città qualcuno avesse bisogno del suo aiuto in cambio di qualche pezzo d'argento.
Nonostante si sforzasse di non ripensare al mercante spettrale l'aspetto desolato e funereo della città sotto la fredda luce del sole invernale non lo aiutava a dimenticare la paura. Non c'era nessuno per le strade, il giovane poteva udire il rumore del silenzio come se il tempo si fosse fermato per tutti tranne che per lui.
In mezzo a tutto quel silenzio però il ragazzo sentì uno scricchiolio. Inizialmente non diede molta importanza al sottile rumore, probabilmente erano le assi di qualche casa ma il rumore piano piano si era fatto più vicino. Si fermò con il cuore che ormai gli galoppava nel petto.
Nulla oltre al silenzio.
Un silenzio assordante.
Riprese a camminare e dopo qualche istante il misterioso scricchiolio riprese a fondersi con il rumore dei suoi passi nella neve.
Non si fermò, anzi, accelerò il passo.
Lo scricchiolio si avvicinava ed iniziava a ricordare un rumore di passi.
Passi più veloci dei suoi.
Lo avrebbero raggiunto.
Quando ormai la speranza di sfuggire alla creatura che lo stava inseguendo iniziava a spegnersi il giovane riconobbe l'insegna della fucina del vecchio pazzo.
Era la sua unica possibilità di salvezza.
Si fiondò nella bottega chiudendo la porta alle sue spalle.
-cosa ti porta di nuovo qui? - il vecchio alzò lo sguardo dalla lama che stava affilando - hai le monete necessarie per la spada che tanto brami? - il ragazzo non rispose, era ancora troppo scosso dagli ultimi avvenimenti - o forse hai incontrato un mercante? -
Era in trappola.
Come poteva quell'anziano fabbro sapere del suo incontro?
Dietro quell'apparente socievolezza si nascondeva uno spettrale cacciatore di sogni?
Non poteva scappare. Fuori di certo qualcosa lo attendeva ed il ragazzo sapeva che non sarebbe stato un incontro piacevole.
No. Quello che stava accadendo era semplicemente assurdo. Quelle creature non potevano essere reali. Come è possibile commerciare dei sogni?
Anche se non voleva credere a quella storia di certo il ragazzo non voleva scoprire come fosse possibile vendere un sogno. Non voleva sapere nulla.
Indietreggiò ma ben presto fu bloccato dal muro alle sue spalle mentre la creatura demoniaca continuava ad avvicinarsi senza staccare nemmeno un istante i suoi occhi di sangue dalla preda.
-solo i venditori di sogni dovrebbero frequentare le strade quando la nebbia sale ... Quale sogno mi venderai? - non aveva scelta, doveva accettare di vendere un sogno se voleva avere una possibilità di salvezza. Ma quale sarebbe stato il pagamento? L'incubo ricorrente che certamente sarebbe comparso dopo quell'incontro di certo era più che sufficiente.
-ti venderò un sogno -
-molto bene - il giovane notò una linea ricurva disegnata da denti appuntiti comparire sul volto completamente in ombra della creatura che non prometteva nulla di buono
-cosa devo fare? - non sapeva da dove fosse arrivata la forza che gli aveva permesso di sputare fuori quelle poche parole, la creatura si fece ancora più vicina, gli occhi di sangue infuocato puntati in quelli del ragazzo
-i tuoi sogni in cambio della tua vita - non vide più nulla oltre alle fiamme infernali.

Non sapeva precisamente cosa fosse successo, non ricordava altro oltre alle iridi di fuoco del mercante che lo inghiottivano nell'oscurità e la foschia della notte. Si era svegliato con il sole, nello stesso vicolo dove aveva incontrato l'oscura presenza e sembrava che nulla fosse cambiato. Magari si era semplicemente addormentato e quell'incontro era stato un frutto della sua immaginazione causato dai racconti del vecchio venditore di armi.
Si alzò da terra, non aveva tempo da perdere, il vecchio non gli aveva venduto la spada perché le sue monete non bastavano così aveva deciso di cercare se in città qualcuno avesse bisogno del suo aiuto in cambio di qualche pezzo d'argento.
Nonostante si sforzasse di non ripensare al mercante spettrale l'aspetto desolato e funereo della città sotto la fredda luce del sole invernale non lo aiutava a dimenticare la paura. Non c'era nessuno per le strade, il giovane poteva udire il rumore del silenzio come se il tempo si fosse fermato per tutti tranne che per lui.
In mezzo a tutto quel silenzio però il ragazzo sentì uno scricchiolio. Inizialmente non diede molta importanza al sottile rumore, probabilmente erano le assi di qualche casa ma il rumore piano piano si era fatto più vicino. Si fermò con il cuore che ormai gli galoppava nel petto.
Nulla oltre al silenzio.
Un silenzio assordante.
Riprese a camminare e dopo qualche istante il misterioso scricchiolio riprese a fondersi con il rumore dei suoi passi nella neve.
Non si fermò, anzi, accelerò il passo.
Lo scricchiolio si avvicinava ed iniziava a ricordare un rumore di passi.
Passi più veloci dei suoi.
Lo avrebbero raggiunto.
Quando ormai la speranza di sfuggire alla creatura che lo stava inseguendo iniziava a spegnersi il giovane riconobbe l'insegna della fucina del vecchio pazzo.
Era la sua unica possibilità di salvezza.
Si fiondò nella bottega chiudendo la porta alle sue spalle.
-cosa ti porta di nuovo qui? - il vecchio alzò lo sguardo dalla lama che stava affilando - hai le monete necessarie per la spada che tanto brami? - il ragazzo non rispose, era ancora troppo scosso dagli ultimi avvenimenti - o forse hai incontrato un mercante? -
Era in trappola.
Come poteva quell'anziano fabbro sapere del suo incontro?
Dietro quell'apparente socievolezza si nascondeva uno spettrale cacciatore di sogni?
Non poteva scappare. Fuori di certo qualcosa lo attendeva ed il ragazzo sapeva che non sarebbe stato un incontro piacevole.
Le gambe presero a tremargli quando l'anziano si alzò senza lasciare sul banco di lavoro la spada alla quale stava lavorando
-esiste una spada leggendaria che può mutare l'animo e ... - il giovane aveva già sentito l'inizio di quella storia, lo ricordava bene. Ricordava quando aveva interrotto il vecchio ritenendolo solo un povero pazzo
-in che modo mi riguarda questa storia? -
-sei davvero disposto a perdere la tua anima e diventare un mercante di sogni? - diventare un mercante di sogni? Non capiva. Rimase a guardare il vecchio che si avvicinava senza dire una parola - ci sono persone tanto disperate da dover scegliere fra la morte ed un'esistenza nella nebbia - il vecchio si fermò, un sorriso amaro disegnato sul suo volto, doveva conoscere personalmente quella disperazione - vendere i propri sogni significa rinunciare alle proprie ambizioni, ai desideri, significa rinunciare alla propria anima - il giovane si sentì mancare un battito, aveva veramente rinunciato alla sia anima? I mercanti di sogni erano i venditori stessi pentiti delle loro azioni? Un tremito lo percorse da capo a piedi: e se la creatura che lo seguiva fosse interessata a portargli via la sua anima?
-ma esiste una spada che può mutare l'animo e ... Rendere l'anima a chi l'ha perduta - il fabbro tornò alla sua spada - ma nessuno avrà mai il coraggio di rendere l'anima a quegli spettri, tutti conoscono la leggenda della spada ma tutti hanno troppa paura di venire trascinati nel vortice dei mercanti - il giovane rimase a fissare la lama che diventava sempre più lucente liberando piccole scintille al contatto con la mola - chi ha ancora un anima non rischierebbe mai di perderla -
Aveva ancora la sua anima o l'aveva già perduta?
Scartò la seconda ipotesi.
Se la sua anima fosse già stata presa nessuno lo avrebbe inseguito.
Non poteva continuare a scappare.
Non poteva vivere scappando per paura di perdere la sua anima.
Quella spada poteva essere la sua salvezza.
-dove posso trovare quella spada? - disse cercando di rimanere calmo mentre la tempesta della paura imperversava nel suo cuore. Il vecchio sollevò lo sguardo dal suo lavoro
-tu non vuoi diventare un eroe, non per una città alla quale non appartieni. Quella dei mercanti di sogni è una maledizione che dura da secoli -
-non lo voglio per eroismo ma per aver salva la vita - il giovane si ritrovò ad ammettere il suo egoismo, sapeva bene che era tradizionalmente compito degli eroi compiere le gesta risolutive di una leggenda ma lui non avrebbe aspettato l'arrivo dell'eroe
-sei veramente sicuro che il tuo volere sia dettato dal desiderio e non dalla paura? - quelle parole lo spiazzarono. Non conosceva la risposta ma le parole uscirono direttamente dal suo cuore senza che lui potesse controllarle
-quel che desidero è quel che voglio, e quel che voglio è ciò che sarò. Non voglio scappare, io ho già firmato la mia condanna. O trovo quella spada o divento uno di loro. Io non posso scappare. Se è necessario sarò l'eroe. -
- bene ... – il vecchio mercante si avvicinò al giovane che iniziava a tremare consapevole della scelta che aveva appena fatto e di quanto era alto il rischio che avrebbe dovuto correre – sei già scampato una volta alla morte e non credo che tu sia convinto di poterle scampare un altra volta – il giovane rimase per un attimo senza parole: come poteva quel vecchio sapere qualcosa del suo passato?
- cosa stai dicendo? Scampare alla morte? È ridicolo – concluse il ragazzo lasciandosi sfuggire una risatina nervosa
- è inutile che cerchi di nasconderlo, so molte cose di te, Heän – sentire il suono del suo nome, pronunciato da un perfetto sconosciuto, gli provocò un brivido che corse lungo tutta la sua schiena e gli raggelò il sangue nelle vene: chi era quel mercante? Come poteva sapere il suo nome? Forse era anche lui un mercante di sogni .... Dovette scartare l’ipotesi, gli avrebbe già strappato l'anima se lo fosse stato e non sarebbe stato interessato a parlargli della spada e a trovare qualcuno che rendesse l’anima ai mercanti spettrali
- come sai il mio nome? – disse il ragazzo con quel coraggio che gli era rimasto
- le voci corrono veloci portate dal vento, sei stato nella dimora dei draghi del Nord vero? Come mai non è qui la tua compagna? Aëril giusto? – il giovane non riusciva a trovare una spiegazione razionale a quel fatto, era impossibile che quel vecchio sapesse tante cose sul suo conto e soprattutto su Aëril visto che non l’aveva mai incontrata
- come sai questo? – il vecchio sorrise e voltò le spalle al ragazzo sempre più confuso
- tutti conoscono le gesta degli eroi. La vostra fuga ha acceso la speranza di una possibilità di salvezza – tornò nuovamente ad avvicinarsi al giovane – chi sa ha raccontato storie su di voi – Heän era sempre più confuso ed era rimasto veramente senza parole, continuava a domandarsi come fosse possibile che qualcuno sapesse della loro fuga dalla tana dei draghi del Nord ma cercò di allontanare quei pensieri per concentrarsi sulla missione del momento: doveva trovare quella spada e rendere l’anima agli spettri per aver salva la vita, altrimenti anche lui si sarebbe ritrovato condannato a cacciare anime per trovare pace
- la spada. Dove posso trovarla? – il vecchio si avvicinò ad una rastrelliera in bella vista e prese una spada che sarebbe potuta tranquillamente sembrare una di quelle di ultima scelta e magari venute con qualche difetto che non le rendeva degne di un cavaliere
- è sempre stata qui ad aspettarti, Heän – il vecchio gli porse la spada ed il giovane la guardò con un espressione a metà fra il sentirsi deriso ed il disgusto
- stai scherzando vero? Questo ferro non può essere una spada magica – effettivamente il ragazzo poteva anche aver ragione ad una prima occhiata: quella spada non era nemmeno affilata e sembrava potesse spezzarsi da un momento all’altro
- questo è solo perché tu non credi in lei – come si può credere in una spada malconcia? Il giovane non capiva proprio. Quel ferro vecchio non poteva di certo essere una spada leggendaria capace di rendere l'anima – ora vai, il tuo destino ti attende – Heän ripensò alla presenza che lo aveva rincorso fino alla bottega e fu colto da una serie di brividi, non sapeva se era realmente pronto ad affrontare quelle creature tanto ansiose di riavere un anima 
- cercheranno di prendere la mia anima? – sapeva già la rispetto sta che il vecchio gli avrebbe dato ma voleva sentire quelle parole uscire dalle sue labbra
- senza alcun dubbio. Non possono riavere un anima strappandola a qualcun'altro, ma questo loro non lo sanno. Cacciano anime alimentati dalla vana speranza di poter riavere quello che hanno perduto portandolo via a qualcun'altro, ma solamente la spada può spezzare la loro maledizione – il ragazzo deglutì rumorosamente cercando di superare l'ansia che lo scuoteva: lui non voleva perdere l'anima, ma quali altre scelte aveva? Se quell’essere lo aveva inseguito certamente non avrebbe smesso se fosse uscito e non si sarebbe fermato fino a quando non fosse entrato in possesso della sua anima.
Heän si avvicinò alla porta con il cuore in gola e la spada in mano: non aveva altre scelte.

Aprì la porta ed uscì allo scoperto, non si sentiva più nessun rumore sospetto, solamente il sibilare del vento attraverso gli stretti vicoli che correvano fra le case di mattoni. Un silenzio troppo strano, Heän non poteva di certo credere che quella creatura avesse deciso di lasciar perdere la sua preda.
Fece qualche passo sprofondando nella neve che ricopriva la piazzetta antistante il negozio guardandosi in torno pronto a notare anche il più piccolo movimento o rumore sospetto.
Nulla.
Si voltò di scatto quando il vento iniziò ad ululare con più forza ma alle sue spalle non c'era nulla. Poteva sentire nuovamente quella presenza addosso, come se qualcuno nascosto nell’ombra dei vicoli lo stesse osservando aspettando solamente un momento di disattenzione per attaccarlo.
-avevamo un patto giovane uomo. Avevi promesso di vendermi i tuoi sogni – Heän si guardò in torno ma la voce che sentiva sembrava appartenere al vento, non riusciva ad identificare la sua provenienza
- sei un mercante? – continuava a guardare in ogni direzione per scongiurare la possibilità di venire attaccato alle spalle, ma come poteva difendersi da un nemico che si celava alla sua vista? Non ricevette alcuna risposta dalla misteriosa presenza ma poteva chiaramente percepire che quella creatura era ancora li e lo stava osservando – fatti vedere! – nessuna risposta, certo, ome poteva sperare che una creatura del genere si facesse vedere? Avrebbe dovuto rinunciare alla possibilità di attaccarlo alle spalle se si fosse mostrata. Heän continuava a guardarsi intorno stando attento ad ogni rumore e cambiamento nella voce del vento che non accennava a smettere di soffiare
- i tuoi sogni ormai mi appartengono, me li devi consegnare, non cercare di opporti, risparmieresti ad entrambi inutili fatiche ... Ormai non puoi sfuggirmi – la voce era sempre più vicina ma continuava a sembrar provenire da ogni direzione. Heän ormai si sentiva il cuore in gola e per un attimo pensò che se avesse continuato così il cuore sarebbe uscito dalla sua bocca ed avrebbe continuato a sussultare nella neve
- io non ti devo proprio nulla, i miei sogni non ti appartengono. Hai perso la tua anima ma rubarne una a qualcun’altro non risolverà i tuoi problemi – il ragazzo non sapeva perché stava cercando di far ragionare quella presenza spettrale, forse stava solamente cercando di guadagnare tempo sperando di riuscire ad individuare in tempo la posizione del suo aggressore
- hai voluto aver salva la vita, i tuoi sogni mi spettano di diritto – aver salva la vita? Perdere l’anima in fondo era come perdere la vita, Heän non vedeva molta differenza fra le due cose, anzi, non ne vedeva proprio alcuna. Non voleva passare una vita senza anima, se sempre quella si potesse definire una vita.
- se dicessi che preferisco morire? Avresti lo stesso la mia anima – effettivamente quella creatura avrebbe potuto ucciderlo senza dargli il tempo di decidere consapevolmente di consegnargli i suoi sogni e con quest'ultimi la sua anima
- non credere che io provi pietà. Se potessi avere la tua anima uccidendoti non esiterei un solo istante! – la voce nel vento si fece più rabbiosa mentre l’aria ghiacciata diventava più tagliente, sembrava quasi che quella creatura, che doveva affrontare, fosse il vento stesso.
Solo in quel momento un idea, forse troppo azzardata, attraversò la mente del giovane. Si portò la spada alla gola, un gesto del genere avrebbe spiazzato chiunque, forse anche una creatura demoniaca assetata di anime.
In un istante il vento cessò ed ogni rumore si zittì.
-mostrati se non vuoi che io mi uccida – non arrivò nessuna risposta, per un attimo Heän pensò che la creatura si fosse allontanata ma, dopo qualche minuto, sentì un rumore di passi alle sue spalle e si voltò senza lasciare la presa sulla spada e senza scostare la lama dalla sua gola. Vide la stessa figura incappucciata che aveva visto di notte avvicinarsi con gli occhi di sangue fissi nei suoi. Nessuno parlò, Heän era troppo teso per farlo e nemmeno sapeva cosa avrebbe potuto dire, la creatura probabilmente era davvero stata messa alle strette da quel gesto inaspettato
- preferiresti davvero la morte? – solo in quel momento il giovane ricordò le parole del vecchio: quelle creature erano persone come lui che avevano rinunciato ai propri sogni per non morire, si erano condannati da soli a quell’esistenza da spettri per paura della morte
- si, la preferisco. Non voglio sporcarmi le mani di sangue, del sangue di innocenti disperati – la creatura mantenne gli occhi fissi nei suoi, il ragazzo poteva percepire una certa rabbia scaturire da quello sguardo pieno delle fiamme dell’inferno e del sangue delle persone che aveva ucciso cercando una nuova anima per tornare veramente a vivere – anche tu lo sai – proprio quello sguardo diede ad Heän la forza di pronunciare quelle parole. Era la verità, se quelle creature dell’inferno cercavano un anima la motivazione era il pentimento della loro scelta, bramavano un anima perché, una volta dannati, avevano realizzato il fatto che avevano dato via la cosa più importante.
- tu non sai nulla – la voce era decisamente alterata e non sembrava provenire dalla figura in piedi davanti a lui ma dalla strada alle sue spalle – tu non sai nulla di noi, non conosci la nostra disperazione – il vento si alzò di nuovo sollevando nuvole di neve come se si fosse trattato di polvere; altre figure minacciose avvolte in mantelli neri emersero dalla nebbia circondando il ragazzo.
Forse non avrebbe dovuto scatenare l’ira di quelle creature, ma era anche vero che se non le avesse avute tutte attorno non avrebbe potuto rendere a tutte un anima.
Come poteva però affrontarle tutte? Nel momento in cui ne avesse uccisa una se ne sarebbe trovata un altra alle spalle, tutti quegli spettri aspettavano solo l’occasione giusta per aggredirlo ed eliminarlo.
Decine di occhi rossi fiammeggianti erano puntati su di lui e sulla lama della spada che sfiorava la sua gola, per un momento Heän pensò che forse un suicidio sarebbe stato meno doloroso.
Perché il vecchio non gli aveva detto come liberare dalla maledizione i mercanti di sogni? Si maledì per non aver chiesto spiegazioni al riguardo.
-non puoi scappare – a queste parole, dettate dal vento, le creature iniziarono a muoversi avvicinandosi a lui affamate, i denti aguzzi ben in mostra e le mai scheletriche che iniziavano a tendere verso di lui pronte ad afferrarlo. Doveva pensare velocemente a qualcosa.
Nel poco tempo a disposizione trovò solamente un idea alla quale appigliarsi: premette la lama contro alla sua gola fino a quando un rivolo di sangue scese lungo il suo collo andando a macchiare i suoi abiti.
I mercanti si bloccarono immediatamente mantenendo i loro occhi rossi incollati al sangue che scorreva sulla gola del giovane
-state indietro! – Heän scostò appena la lama dal collo, il giusto necessario per non approfondire la ferita che si era provocato: il dolore era molto intenso ma la situazione non gli permetteva di badarci troppo – non diventerò uno di voi! – poteva percepire la tensione che si era creata fra gli spettri, desideravano la sua anima più di ogni altra cosa. I divoratori erano diventati troppi ed ormai nessun cittadino, a meno che fosse veramente disperato, usciva di casa e quindi quelle creature erano rimaste senza anime da poter cacciare per molto tempo
-tu sei già uno di noi – uno spettro si scagliò contro il ragazzo che prontamente riuscì ad evitarlo – l’anima che contieni non ti appartiene – il giovane avvicinò nuovamente la lama alla gola sperando che quel gesto riuscisse a far desistere il demone; non avrebbe mai pensato di ritrovarsi nuovamente così vicino alla morte, quando lui ed Aëril erano sfuggiti ai draghi credeva che anche i suoi guai fossero cessati e che non avrebbe più incontrato creature, umane o non umane, desiderose di ucciderlo.
- io posso aiutarvi – non aveva altra scelta se non quella di cercare di convincerli ad ascoltarlo ed a farsi aiutare
- tu menti, tu vuoi ucciderci – effettivamente era quello che sembrava, lui brandiva una spada, nessuno penserebbe che una persona armata voglia aiutarti
- questa non è una spada come tutte le altre, questa spada è la vostra salvezza. Una maledizione si è abbattuta su di voi. Per quanto voi cerchiate di riavere un anima, privandone qualcun'altro, la vostra situazione non cambia e non può cambiare, solamente questa spada può rendervi ciò che avete perduto –
- o darci la morte, noi non volgiamo morire. Tu menti, nessuno può renderci un anima –
- siete voi a voler uccidere me, non il contrario – il ragazzo allontanò lentamente la spada dalla sua gola, il sangue usciva ancora dalla sua ferita ed iniziava a macchiare di rosso la neve candida – lasciatevi aiutare, non preferireste non essere creature dannate? – si stava veramente appellando all’animo di delle creature che non ne possedevano più uno? Forse quelle parole potevano smuoverli grazie al potente desiderio di avere un anima che alimentava la loro fame
- puoi davvero farlo? – il ragazzo annuì convinto nonostante non sapesse precisamente come funzionava il meccanismo.
La figura spettrale che lo aveva attaccato si avvicinò lentamente senza staccare gli occhi dal giovane, due rubini che racchiudevano le fiamme del profondo degli inferi
-se mi uccidi loro ti uccideranno – Heän era consapevole del rischio ma ma anche del fatto che quella era l’unica soluzione possibile per lui e per i mercanti di sogni; alzò la spada ed in un attimo trafisse il petto della creatura che si accasciò a terra con un gemito.
Non successe nulla.
Forse aveva veramente ucciso quella creatura invece di riuscire a rendergli un anima.
Improvvisamente il ragazzo si sentì un assassino, lui che non avrebbe mai voluto uccidere si era fatto artefice della morte di quella creatura che, nonostante avesse tentato di ucciderlo, forse non meritava la morte.
Gli spettri non si erano mossi verso di lui ma il ragazzo rimaneva con il capo chino a fissare il mantello nero e la cenere che giacevano nella neve, tutto ciò che era rimasto della creatura, in attesa della sua morte.
Dopo alcuni attimi di silenzio il giovane poté udire dei passi nella neve avvicinarsi sempre di più e poi una mano posarsi sulla sua spalla, solamente in quel momento Heän ebbe il coraggio di sollevare lo sguardo.
Rimase stupito vedendo una fanciulla dai lunghi capelli dorati che gli sorrideva
-grazie per avermi reso la mia anima – il giovane non poteva credere a quelle parole, era veramente riuscito a rendere l'anima ad una di quelle creature ed a farla tornare al suo aspetto originario. Sentì il suo cuore ricominciare ad acquisire un ritmo più regolare, ora non restava che salvare tutti e cancellare definitivamente quella terribile maledizione.

  
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