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Autore: LostHope92    09/03/2016    2 recensioni
Ho deciso di scrivere il continuo della serie tratta da "irrimediabilmente innamorato".
Ma in questo caso avverto che si tratta di una raccolta di one-shot (6)!
Spero vi piaccia!
Un abbraccio ed un saluto a tutti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tu devi tornare da me






-Lo faccio per la mia famiglia-

Lucius e Narcissa erano nel salotto scuro, illuminato fiocamente dalle lampade che rilasciavano una luce flebile, e dai raggi della luna, che si infiltravano dalla finestra e scivolavano sulle pareti.

L'uomo dava le spalle a sua moglie, mentre fissava il suo sguardo fuori dalla finestra, senza vedere veramente il paesaggio sottostante.

La voce di lui era una risposta allo sguardo accusatorio di Narcissa, che lo aveva accolto con freddezza quel giorno, tornato dal lavoro.

Lo sapeva.

Bellatrix alla fine doveva averglielo detto.

-Lo fai per me?Lucius, la tua morte non rientra nei miei desideri- disse lei con tono amaro.

Era ancora in piedi, dietro di lui, lontana qualche metro ad osservare con astio le spalle di suo marito.

-Hai così poca fiducia in me?- mormorò Lucius – Credi che qualche babbano senza poteri possa uccidermi?-

Lei lo raggiunse in fretta, portandosi dietro suo marito, per rispondere con forza:

-Non ho paura di loro, ma di Lui-

-Ho la sua benedizione, sono un suo seguace, non un suo schiavo, né un suo nemico- disse Lucius per voltarsi finalmente verso sua moglie e gelarla sul posto con uno sguardo freddo, lontano, ma nello stesso tempo dolorosamente pungente.

-Chi ti ha convinto?Che cos'è stato? Quando?-

La voce di Narcissa tremava di rabbia, di preoccupazione, aveva bisogno di dirigere quelle emozioni su qualcosa, su qualcuno.

-Smettila- rispose lui infastidito- Smettila di vedermi come un bambino che insegue un aquilone, non puoi vedermi davvero così stolto, non lo accetto!- la sua voce saliva sempre più di volume, abbattendosi sulla donna con rabbia.

-L'ho scelto io!- riprese sottolineando crudelmente l'ultima parola- Ho sentito del Signore Oscuro, delle sue grandi gesta e mi sono detto che lo avrei fatto, lo avrei seguito in capo al mondo, per vedere realizzato quel futuro che lui ci promette. Perchè non capisci Narcissa?Non sei stanca anche tu di vedere quegli insetti che hanno la pretesa, l'arroganza, di essere nostri pari?-

La donna non lo guardava negli occhi, aveva fissato il suo sguardo gelido sulla parete di fronte, mentre aspettava che quella marea di parole le passasse attraverso e scomparisse nel silenzio.

Narcissa odiava i babbani, i mezzibabbani, certo.

Non metteva in dubbio che fossero esseri assai spregevoli, come poteva essere altrimenti?

Erano privi di magia, che prima avevano disprezzato quest'ultima, avevano perseguitato tutti coloro che la possedevano, e poi tutto ad un tratto, come per incanto, desideravano ardentemente appropriarsi di quegli stessi poteri che secoli fa avevano odiato con forza.

Eppure lei non li disprezzava così tanto da mettere in pericolo la propria vita, il proprio futuro, si limitava a tenersi alla larga da quegli inetti, punto.

-Non ti sto dicendo di non odiarli, sai bene quanto me quanto quegli esseri abbiano il mio disgusto, ma preferirei che tu non mettessi la tua vita in pericolo, per un uomo che ha dei piani foll..-

-Attenta a quello che dici, moglie mia- l'avvertì Lucius interrompendola.

-Oh è così? Riponi in Lui tutta la fedeltà ora, anzichè in tua moglie?- rispose lei ora ancorando il proprio sguardo a quello glaciale dell'uomo davanti a lei.

-Perchè non lo capisci?- la voce di Lucius era stanca, spossata- Io lo faccio per te, per noi. Lo faccio per il figlio che vivrà in questo mondo, un mondo che, se i piani, che tu chiami folli, del Signore Oscuro, andranno come lui vuole, sarà libero da quei parassiti, ospitato solo da persone come noi, degne. Non lo vuoi anche tu?-

Lei immaginò quel mondo, si, era bello, molto bello.

Vedeva quel bambino dai capelli biondi, con il viso di Lucius, che non era più costretto a dividere la propria aria con quelle persone.

Eppure un'immagine arrivò bruscamente ad interrompere quella visione.

Lucius, morto.

Lo immaginò riverso al suolo, con i suoi bellissimi occhi privi di vita che fissavano il cielo, immaginava il suo corpo, prima scattante, ora gettato tra il fango, insieme al suo sangue.

E una lacrima scivolò sulla sua guancia.

Non era abituata a piangere, suo padre lo detestava, sua sorella la derideva, quindi si era imposta fin da bambina di centellinare le proprie emozioni, di farle uscire solo quando la sommergevano.

Quello era il momento.

Tutta la paura, la confusione, la tristezza per non essere compresa, riempirono il suo cuore e i suoi occhi.

-Io...io....- le sue labbra tremanti provavano a dar vita a parole, che però morivano senza alzarsi in volo.

Lucius, che prima stava di fronte a lei con gli occhi pieni di gelo, si sciolse, preso dai sensi di colpa, davanti allo sguardo di sua moglie, terrorizzata, come una bambina.

Non sapeva cosa dire, come comportarsi, se lasciarla sfogarsi, o se rimanere là, fermo sul posto.

Prestando ascolto al proprio cuore capì che era solo una, la cosa migliore da fare.

Si avvicinò sempre di più a sua moglie e la strinse in un abbraccio, così forte da farle male.

Lei si sciolse, lo strinse di rimando, aggrappandosi a lui come se fosse l'unica via di fuga in quel mare di disperazione.

E la voce di lei esplose in un singhiozzo, in uno straziante lamento:

-Ti prego Lucius, ti prego, non morire-

L'uomo si irrigidì un po' nel sentire quella frase, e la commozione si fece strada nel suo cuore.

Quella creatura era così disperata, così terrorizzata per lui, solo per lui.

Non le importava di sua sorella, non gli chiedeva implorante di salvare lei, non aveva paura per se stessa.

No, i pensieri della donna erano solo per lui, interamente per la sua vita.

E questi pensieri scossero Lucius, con forza, lasciandosi sfuggire un sospiro angosciato.

-Ti prometto che starò attento-

-Non mi basta- sussurrò di rimando lei duramente.

-Cosa vuoi che prometta? Dimmelo, dimmelo amore e lo farò-

-Promettimi che, quando arriverà il pericolo, pur di tornare a casa sacrificherai tutto. Non mi interessa del tuo Signore, non mi interessa dei suoi seguaci, che muoiano per le loro folli speranze, non tu. Non mi importa se ti vedranno come un vigliacco, un traditore, tu...-

Le lacrime si affollavano sui suoi occhi, ma era decisa a non lasciarle andare e, dopo aver preso un respiro profondo contro il petto di suo marito proruppe in un deciso:

-Tu devi tornare da me-

Alcune lacrime traditrici sfuggirono al suo controllo e si impigliarono sui capelli di Lucius, che cadevano candidi sulla sua spalla.

Lui stette un po' in silenzio, lasciando che il proprio cuore riprendesse il solito ritmo, e poi rispose, dopo averla stretta ancora un po':

-Lo prometto-

E il sollievo sciolse il cuore della donna, che si abbandonò tra le braccia di lui con un sospiro.

Che quel mostro marchiasse pure il braccio di suo marito, lei aveva marchiato il suo cuore.

Un lieve sorriso di soddisfazione si fece strada sul viso di lei, portandola a stringere ancora di più il corpo del suo Lucius.

   
 
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