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Autore: Tinucha    09/03/2016    5 recensioni
Isabella era ancora una bambina, eppure aveva bisogno di essere salvata.
Lui le avrebbe donato un po' della sua eccessiva luce.
Lei l'infinità della sua oscurità.
Un bacio e finalmente fu per sempre.
L'incastro perfetto di due corpi e fu straziante.
Uno sguardo e beh, lì fu amore.
Isabella si fingeva forte agli occhi del mondo quando in realtà la notte si rannicchiava nel suo letto con la paura che lei tornasse.
Edward aveva paura, paura di farle del male, eppure nonostante fosse la persona più pericolosa al suo fianco era l'unico che sapeva ridarle i sorrisi. L'unico capace di proteggerla.
“Completami, Edward”
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Smettila di sentirti bello, Edward» ridacchio all'affermazione di mia sorella. 

«Io non mi sento bello, Rosalie, so di esserlo»

«Solo perché quelle ragazzine dai capelli colorati ed i corpi plastificati ti permettono di infilarti nelle loro mutandine?» 

Sorrido. «Esattamente»

Scuote il capo inorridita, Alice al suo fianco sorride, guardando verso l'entrata di scuola 

«Che succede?» le domandiamo, guardandola in viso. «Ancora visioni?»

Annuisce. «Sì»

«Perché guardi l'entrata, Alice?»

«Presto lo scoprirai» risponde, accoccolandosi al petto di Jasper. 

Una ragazzina entra sicura dalla porta. La guardo, il respiro mi si mozza. Ovviamente è una battuta, noi vampiri non respiriamo.'
«Chi diavolo è quella?» 

Si volta sorridente a guardarmi «La fonte di tutti i tuoi problemi» provo ad entrare nella sua mente, ma me lo impedisce. 

«Voglio sapere»

«No, comportati come sempre, niente conoscenza delle premonizioni» mi rimbecca, girandosi per andare via con Jasper, Emmet e Rosalie. Rimango accigliato, la vedo muoversi in un modo dannatamente aggraziato. Mi supera, senza degnarmi di uno sguardo, fermandosi vicino al folletto che è poggiata allo stipite dell'aula del professor Smith. 

«Ehm ciao, sai per caso dirmi dove si trova l'aula di storia? Sono nuova e..» sospira «..particolarmente imbranata»

L'altra sghignazza, intenerita. 
«Proprio questa» 

«Ah, bene. Cioè, grazie» sorride di rimando la dea. 

«Sono Alice» la mora afferra la cartina che stringe tra le mani, portandola sotto il braccio sinistro, pronta a stringerle la mano. 

Aspetto invano di sentire il suo nome, fino a quando quel coglione di Emmet non mi piomba addosso. 

«Andiamo, Edward, è tardi» sbuffo, seguendolo. 

«Andiamo, vah»








«Buongiorno» la porta dell'aula di biologia si spalanca, la regina dalla pelle lattea fa capolino nella stanza, accogliendosi con un freddo saluto. 

«Buongiorno signorina, lei deve essere Isabella Swan, la figlia dell'ispettore Swan» 

Storce il naso. «La prego, mi chiami Bella, e basta» una volta che il professore l'accoglie in classe, si avvicina, sedendosi al posto libero di fianco al mio.

«Come mai ti sei seduta vicino a me?» si volta a guardarmi 

«Come, scusa?»

«Ti sei seduta qui per qualche motivo in particolare?» le sorrido maliziosamente, facendo scivolare la mano sinistra lungo la sua coscia.

Lei l'allontana, stizzita. «Vedi altri posti liberi per caso? No, perché, in tal caso hai urgentemente bisogno di una visita oculistica, idiota» sbotta, voltandosi a seguire la lezione. 

Sorrido, fa tanto la fredda ma ora vedremo cosa in realtà pensa di me. 











«No, Alice, non hai capito, non posso leggerle nel pensiero» borbotto incredulo, guardando il resto dei miei fratelli. 

«Impossibile. Avrai perso i tuoi poteri.»  scrolla le spalle Jasper. 

«Vi dico che è lei il problema»


«Allora, dimmi Edward, a cosa sta pensando Emmet?»

Mi giro, concentrandomi ad ascoltare i suoi pensieri, per poi guardarlo schifato. «Cristo, Emmet, no! Tu e Rose che-..No!» sbotto schifato, cercando di eliminare quella scena dai miei pensieri. 

«Questa era fin troppo facile. A cosa sto pensando io?» mi concentro, sorridendole.

«Alla rivista di moda che uscirà la settima prossima, Rose»

«Okay, ragazzi, è davvero la ragazza il problema»

«Credete sia una di noi?» scuoto il capo.

«Lo avrei avvertito. Ma il suo sangue è così vivo e non so come spiegarlo. Mi attira più di quanto dovrebbe.»













Carlise sgrana gli occhi guardando Esme, dopo aver ricevuto la cattiva-buona notizia.
«È la tua cantante» 

«La mia, che?!»

«Il suo sangue ti attrae come il canto di una sirena»

«Fantastico» borbotto sarcasticamente.

«Non capitava dal 1893»

«Rimarremo qui a Forks, vero?»

«Dipende tutto da te, Edward. Pensi di poterle resistere?»

«Ce l'ho fatta oggi nonostante fosse la prima volta, quindi direi di sì. E poi tocco corpi umani ogni giorno, non sarà un problema» a quella mia affermazione Carlise scuote il capo. 

«Ne sei sicuro?»

«Oh dannazione sì! Cosa avrà di così speciale quella ragazzina?» a quel mio commento Alice scoppia a ridere. Mi volto a guardarla in cagnesco avanzando verso di lei, come se fosse la mia preda. «Parla» 

Scrolla le spalle.
«Che vuoi sapere, fratellone?»

«Cos'ha di speciale?»

«Sarà capace di farti perdere la testa»

«Che intendi?»

«Lo scoprirai»







Mi passo le mani sul viso lanciando uno sguardo all'orologio che segna ancora le 4 del mattino. Questo è il brutto d'essere vampiri, il 'non aver bisogno di riposare', ripenso alla nottata passata con la cheerleader della scuola, fino a quando la mia mente non viene invasa da quell'insulsa ragazzina. 

Il corpo longilineo, le forme tonde ed incurvate, i suoi occhi castani, i capelli che le incorniciano perfettamente il volto, (facendola sembrare una bambola di porcellana), e il colore della sua pelle. Sorrido involontariamente, probabilmente se il suo sangue non mi richiamasse potrei dare per scontato il fatto che anche lei sia un vampiro. Guardo il soffitto stando steso sul mio 'letto', la porta della mia camera si apre, rivelando la mia dolce sorellina che avanza verso di me con un sorriso fin troppo furbo. 

«Pensi a Bella?» Ringhio, rivolgendole un'occhiataccia. 

«Che vuoi, folletto?» questa volta sono io a beccarmela l'occhiataccia.  

«Lei ti piace, vero?» 

Aggrotto la fronte, a quell'assurda domanda . 
«Alice è una strafiga, è ovvio che mi piaccia« le faccio notare. 

Sbuffa, sedendosi al mio fianco. «Edward?»

«Eh?» non la guardo, riponendo tutte le mie attenzioni al soffitto, freddo e spoglio, della mia camera. 

«Perchè non vuoi innamorarti?» 

«Perché dovrei? Lì fuori tutti pensano che io sia un 17enne, ho voglia di divertirmi»

«Ma non ti sei stancato?»

«Alice-..» mi metto a sedere, guardandola negli occhi. «Tu sei sempre sincera con Jasper?» 

Annuisce sicura, invitandomi a continuare.

«E perché?»

«Perché lo amo» risponde come se fosse la cosa più ovvia al mondo, facendo dipingere un triste sorriso sul mio viso. 

«Ecco, ti sei risposta da sola»

«Continuo a non capire» 

«Quando ti innamori di una persona vuoi essere sempre sincero, no?»

«Sì, e allora?»

«E allora come potrei essere sincero? Non potrei di certo esserlo a tutti gli effetti, no?» 

Aggrotta la fronte, guardandomi con una bambina.
«Semplice, basta non innamorarti di un'umana» ridacchio dolcemente, scompigliandole i capelli. 

«Non posso decidere di chi innamorarmi, per questo meglio che mi tenga alla larga dalle storie serie» mi mordo la guancia internamente, impedendomi di guardarla negli occhi. 

«E se ti innamorassi di un'umana e le raccontassi che sei un vampiro? Se a quel racconto lei non scappasse?» domanda speranzosa, facendomi ridere amareggiato.

«Impossibile. Lo escluderei a priori.» detto questo decido di mettere fine alla nostra conversazione, e volto il capo dal lato opposto al suo, dopo essermi steso di nuovo sul letto. 

«Staremo a vedere.» sussurra, invece, lei, convinta accoccolandosi al mio petto.
   
 
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