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Autore: Amorcaecus    10/03/2016    1 recensioni
E anche lui ci ha lasciato.
Sir George Martin, il quinto Beatle.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sono quei giorni che non vorresti mai vivere, eppure ci arrivi. E fanno male."


[Paul]
Quando abbiamo iniziato, io e gli altri Beatles -eravamo dei ragazzini, altroché- non ci aspettavamo di imbatterci in una figura come quella di George. Ricordo che periodaccio, la Decca ci aveva ben sfanculati e non sapevamo cosa fare. E poi arrivò lui, una specie di Messia, insieme a Brian.
Ricordo quando ci sentì suonare per la prima volta "Love me Do", con quella sua aria da tipo "cazzo, siete bravi, maledetti bambini!" e sapemmo che quello era l'inizio. Non basterebbe una giornata intera per raccontare tutto quello che Martin ha fatto per noi...e poi, Dio, stamattina. Mi chiama Richard, verso le otto.
"Ehy Paul..Paul!"
"Dimmi tutto amico!"
"Ti prego devi..devi venire immediatamente, è successa una cosa."
Questa è stata la breve ma diretta telefonata tra me e Ringo. Andai a casa di George, mi dissero solo "è morto." un tonfo al cuore, lo stesso che avevo sentito più volte, doloroso e pesante.
Mi sono seduto sulla scalinata dell'appartamento, con la testa tra le mani.
Il quinto Beatle, lo era eccome. Si meritava a pieno titolo quel nomignolo, perché senza di lui i Beatles non ci sarebbero mai stati. Non ci sarebbero state "In my Life"
Non ci sarebbero state "Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band" e "Penny Lane"
Non ci sarebbe stato nulla.
Ricordo quando morì Brian, un dolore assurdo.
E John, ne fummo devastati.
George, poco tempo fa.
E ora Martin.
Ce ne stiamo andando tutti, che ci piaccia o no.
Prima o poi tutto finisce e stanno finendo anche i Beatles.
Ringo mi ascolta in silenzio, senza guardarmi. Sa che ha ragione, ha paura quasi quanto me.
"Mi hanno detto che ci ha lasciato questa.."
Era una lettera. Per Paul e Ritchie.
-
<< Se state leggendo questa lettera, vuol dire che io non ci sono più. Mi fa quasi ridere dirlo. Dopo tutte le stronzate che abbiamo passato, dopo tutti i guai e le vittorie, i traguardi e le sconfitte.
Già vi vedo ora, a piangere, i due piccoli scarafaggi rimasti. Vi starete deprimendo e mettendo corna della serie "tra poco si tira le cuoia", ma voglio dirvi questo: Qualche mese fa sono uscito di casa, a farmi una delle mie solite passeggiate. Sono entrato in uno di quei negozi di dischi e, meraviglia. Dei giovinetti (14-15 anni) che cercavano curiosi tra la discografia dei Beatles. Un gesto banale all'apparenza, ma sapete cosa significa? Tanto. Quell'idiota di Eppy aveva ragione "I ragazzi del 2000 ascolteranno i Beatles".
Ci sono cose che non muoiono mai, ragazzi. Mai. Neanche il tempo le logora. Ma non siamo noi, non io, non voi, né John, George né Eppy.
E' la musica.
E' "Yesterday", che fa piangere ancora.
E' "Yellow Submarine", le risate di tutti.
E' "Hey Jude", quel coro che da brividi.
E' "Eleonor Rigby", che strappa un sorriso.
Sono i Beatles, quei quattro imbecilli di Liverpool con i capelli assurdi e una galanteria particolare. Ci arrendiamo, noi moriremo, ma i Beatles no. Loro sono immortali, come ogni leggenda.
Le leggende non muoiono.
Grazie di essere leggende.
Un abbraccio, George.
p.s. Il quinto Beatle.>>
   
 
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