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Autore: ElsBells    11/03/2016    1 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Just off The Key Of Reason

Capitolo 22

And my own two hands will comfort you



Rachel si stava rendendo conto di un sacco di cose riguardanti la sua auto, cose di cui non avrebbe dovuto rendersi conto solo in quel momento, con Quinn che guidava con cautela in un parcheggio semi vuoto nella periferia della città. Non sapeva come si facessero le segnalazioni luminose di pericolo. O come azzerare il contachilometri, o aprire il cofano, o modificare le impostazioni del suo stesso stereo.

Non era nemmeno sicura di come si reclinasse il proprio sedile.

Avrebbe dovuto saperle. Quinn le sapeva. Quinn che si era letta il manuale non appena Rachel le aveva detto che le avrebbe dato lezioni e ora guidava come una professionista. In realtà era Rachel che stava imparando da lei.

Rachel stava provando a muovere il proprio sedile, senza farsi notare da Quinn, in modo da non avere la schiena così dritta. Riuscì nel suo intento e si sistemò meglio, guardando fuori dal finestrino ed ignorando la faccia divertita di Quinn.

Sì, era ovvio che l'avrebbe vista. Shhh, era la sua cazzo di macchina quella.

Rachel non riusciva ad immaginare un solo scenario dove Quinn avrebbe dovuto guidare in città, ma non importava. Era divertente. E Quinn aveva bisogno di un altro documento di riconoscimento visto che avrebbe cominciato l'università in una settimana.

Una sola settimana. Avevano comprato i libri di testo quella mattina e Rachel stava ancora cercando di farsi entrare in testa, come fosse possibile che un libro di chimica generale potesse costate duecento cazzo di dollari. Era come se Quinn stesse pagando per il suo tragico destino.

Anche se non era un tragico destino per Quinn. Era l'inizio del suo destino, ed erano entrambe molto eccitate.

Vuoi provare a fare un parcheggio parallelo, Quinn?”

Rachel era in ansia, era sempre stata un disastro con i parcheggi paralleli, aveva distrutto il retro di due macchine e sbattuto contro un lampione prima di arrivare a quella conclusione otto anni prima.

Non mi piace il tuo deodorante per la macchina, Rachel.” dichiarò Quinn senza mezzi termini invece di risponderle.

Rachel aggrottò le sopracciglia, fissandola per un lungo momento, prima di darle una spallata. “A me sì, è al gusto di foresta tropicale, è stimolante”.

Quinn la guardò con un sorriso suggestivo, occhi nocciola brillanti, Rachel sbuffò e le diede un'altra spallata, più forte questa volta. Quinn lasciò andare il volante, si chinò verso il bracciolo e le baciò una guancia.

Quinn fai attenzione! Sbanderemo a sinistra, finiremo in strada, moriremo e non vedrai mai più i tuoi animali!”

Quinn gemette e le sbatté un dito sul braccio, sporgendosi ulteriormente, Rachel sospirò e si morse le labbra per non ridere. Si sporse verso la guancia di Quinn e le depositò un bacio, accarezzandole i capelli biondi.

Quinn sorrise felice. “Grazie”.

Rachel sorrise e la guardò dirigersi verso la strada, pronta per il parcheggio. Non era propriamente sicura di essere la persona giusta per insegnarglielo.

Che tipo di deodorante vorresti?” chiese Rachel.

La foresta tropicale era piuttosto soffocante. E nauseante. In realtà Rachel l'aveva comprato per coprire l'odore del vomito di Barnaby. Non avrebbe funzionato molto se fosse stata Quinn a vomitare a sua volta.

Quinn girò il volante ed indietreggiò, guardando Rachel distrattamente. Quello non era il momento migliore per una conversazione.

Uhm, tu. Voglio dire- è quello che mi piace” guardò l'albero dietro di lei e continuò a tenere le mani sul volante. “Ma voglio che la mia auto profumi di te, s-se mai avrò un auto mia”.

Beh, era strano, molto, ma dolce. Rachel si chiese se potesse davvero imbottigliare il suo profumo. Era una stella, la gente probabilmente l'avrebbe acquistato nella speranza di assorbire parte del suo talento.

O biscotti al burro d'arachide. O zucchero. O biscotti al cioccolato. O-”

Rachel sorrise. “Esistono in realtà”.

Quinn sbatté contro il marciapiede e guardò Rachel con occhi luminosi, ignorando il terrore nei suoi occhi. “Lì fanno?”

Rachel afferrò la maniglia e il cruscotto nervosamente. “Si, lì fanno... piccola, concentrati, okay?”

Certo, era stata Rachel ad averla distratta... Ma era Quinn che stava per sbattere con la sua Audi contro un palo o finire nella vetrina della lavanderia a lato.

Quinn si concentrò di nuovo sul parcheggio e Rachel le accarezzò la coscia dandole un bacio quando finì. Erano storte e Rachel era quasi del tutto sicura che una delle ruote fosse sul marciapiede, ma non aveva messo sotto nessuno, o colpito un palo e nemmeno sfondato una vetrina.

Quindi, era stato un successo.

****

Butter e George stavano perdendo piano piano peso, ma erano ancora in grado di farle mancare il respiro quando si gettavano sullo stomaco di Rachel la mattina. Quella mattina, lei rotolò semplicemente nel posto vuoto del letto e gemette, quando cominciarono a miagolare in cerca di cibo.

Erano gli animali più rumorosi che avesse mai sentito.

Anche se Quinn gli dava da mangiare prima di andare a lavoro, non ne avevano mai abbastanza. Quinn probabilmente stava facendo molta fatica, non dandogli da mangiare Cap'n Crunch e bacon o qualunque altra schifezza era solita dare a Jelly.

Rachel si mise a sedere sul letto e si stiracchiò, ma poi si stese di nuovo, abbracciando Pooh e il cuscino della carica dei 101 di Quinn, prendendo un respiro dell'odore di orsetti gommosi. Poi Butter si sedette sul suo volto e fu costretta ad alzarsi a sedere.

Notò Barnaby accucciato accanto a Pongo, il che era strano, solitamente il cuscino di Quinn era il suo posto preferito e Cornelius le passò la coda sulle gambe, ma non la seguì quando lei lo oltrepassò. Rachel diede da mangiare ai gatti mentre preparava il caffé, prima di tornare in camera a vestirsi.

Barnaby non si era mosso. Cornelius non si era mosso. Pongo non aveva nemmeno aperto gli occhi.

Oh merda. No.

Pongo” disse piano Rachel dalla porta.

Infine Barnaby e Cornelius la raggiunsero, trotterellando fra le sue gambe, ma la soffice palla bianca non si mosse.

Oh no. Oh no. Merda.

Rachel si inginocchiò davanti a Pongo, le bruciavano già gli occhi e seppellì la mano nella sua pelliccia, scuotendolo.

Po” disse a voce più alta.

Non si mosse. Rachel si sedette suoi talloni e si lasciò sfuggire un respiro tremante, il cuore stretto in una morsa. Si prese il volto fra le mani, finché Barnaby e Cornelius non la raggiunsero per darle un po' d'amore.

Cosa doveva fare? Chiamare Quinn? Oddio.

Rachel passò la mano nella pelliccia folta un paio di volte, poi gli baciò la testa e si diresse in salotto per chiamare Puck. Fece un paio di respiri profondi cercando di combattere le lacrime.

Ehi, piccola, che succede?” disse Puck vivacemente.

Rachel poteva sentire le urla in sottofondo. Non ricordava nemmeno l'ultima volta che era stata al telefono con uno dei suoi amici, senza sentire qualcuno urlare in sottofondo.

Persone o animali. Qualcuno era sempre indignato.

Noah” disse Rachel piano.

Rachel? C'è qualcosa che non va?”

Pongo è morto... Puoi venire qui e-”

Puck la interruppe immediatamente e il forte rumore in sottofondo si spense. “Oh Dio, Rachel, si. Sono già per strada. Quinn sta bene?”

Rachel chiuse gli occhi. “Sarà a casa per la pausa pranzo fra mezz'ora. Pensi che-dovrei lasciarglielo vedere?”

Puck rimase in silenzio per un lungo momento, poi sospirò. “Si, assolutamente sì. Voglio dire, non è una persona, è sempre uguale, no?”

Rachel immaginò la grande palla di pelo bianco e cominciò a piangere. “Sì” disse fra i singhiozzi, sedendosi sul divano e strofinandosi gli occhi.

Ehi, arrivo il prima possibile, okay?” disse piano Puck.

Sì, Noah, grazie” annuì Rachel.

Nessun problema, piccola”.

Quando Rachel riattaccò, si asciugò le lacrime e si diresse in bagno a lavarsi la faccia. Cercò di rendere Pongo presentabile, anche se non ne aveva bisogno, perché sembrava stesse dormendo. Diede a Barnaby un waffle e a Cornelius un po' di Sugar Puff perché erano dei bravi cani e lei li amava tanto.

Così tanto. Gli avrebbe dato da mangiare un sacco di quelle cose se glielo avessero chiesto.

Non sapeva cosa fare.

Sentì Quinn entrare dalla porta, uno scatolo di ciambelle fra le mani e un sorriso luminoso, che si spense non appena vide lo sguardo di Rachel.

Rachel c'è qualcosa che non va? Cosa è successo?” chiese Quinn dolcemente, lasciando cadere le ciambelle sul bancone e correndo ad abbracciarla.

Era esattamente quello di cui aveva bisogno.

Si tratta di Pongo, piccola” disse con calma.

Quelle parole era tutto ciò di cui aveva bisogno, non c'era altro d'aggiungere. Quinn cercò i suoi occhi per un minuto e Rachel li vide riempirsi di lacrime, poi fece un passo indietro e cercò per l'appartamento. Quando si voltò confusa verso di Rachel, lei le prese la mano e la guidò in camera da letto.

Quinn gemette quando vide Pongo, ma rimase composta e strinse la mano di Rachel, poi si sedette a gambe incrociate davanti a lui, passandogli le mani nella pelliccia. Rachel si sedette accanto a lei e vide che Quinn non stava facendo nessun rumore.

Sentì Puck entrare dalla porta, quindi baciò la testa di Quinn e si alzò per andare a salutarlo. Sembrava triste. Più triste di quanto Rachel l'avesse mai visto e aveva portato con lui Santana, Brittany e Kurt.

Brittany piangeva. Kurt aveva portato dei fiori.

E avevano visto Pongo solo due volte.

Dove vuoi seppellirlo, piccola?” chiese Rachel una volta che tutti i loro amici le avevano strette in un abbraccio.

Erano tutti in cucina con un sacchetto di vermicelli gommosi, Puck aveva avvolto Pongo in una coperta e l'aveva portato sul retro del suo camion. Santana stava facendo una ricerca suoi luoghi dove si potevano seppellire dei corpi e Rachel si meravigliò che non lo sapesse già.

“Da qualche parte... fu-fuori città” rispose Quinn tirando su col naso. Rachel allungò una mano e le accarezzò la testa.

Kurt le mise una mano sulla spalla e lei si voltò a guardarlo. “La famiglia di Blaine ha un posto in New Jersey. Ci sono un sacco di campi e api e sua madre ha già dato il consenso... voglio dire, è solo a due ore di distanza, ma...” scrollò le spalle e guardò Quinn negli occhi.

Ci sono un sacco di alberi?” chiese Quinn e Kurt annuì.

Quinn sospirò e fissò Rachel allungandosi a toglierle un residuo di lacrime dagli occhi. Rachel le picchiettò il naso amorevolmente e Quinn sorrise.

Okay”.


La il posto era in realtà molto bello. Non era un grande campo aperto con margherite, uno stagno, arcobaleni e unicorni che trotterellavano allegramente, ma era bello. Quinn disse che a Pongo sarebbe andato bene.

Era semplicemente un cane.

Il loro cane.

Quinn era seduta sull'erba con Rachel, mentre Puck e Blaine scavavano una buca vicino ad un albero e rimase così anche quando appoggiarono Pongo nella buca, afferrando stretta la mano di Rachel.

Vuoi dire qualcosa, bear?” chiese Rachel nell'orecchio di Quinn.

Quinn scosse la testa, alzò lo sguardo verso Brittany che si era avvicinata per accucciarsi vicino a loro, le prese delicatamente la mano.

Ehi, Quinn, posso dire qualcosa io per Pongo? Lo so che... l'ho incontrato due volte, ma mi piaceva”.

Quinn fissò gli occhi azzurri di Brittany e annuì lentamente, la ragazza si alzò in piedi e diede la mano di Quinn a Santana così che potesse stringerla.

Brittany si schiarì la gola. “Pongo sembrava un pupazzo di neve”.

Beh, era una bella frase d'apertura e fece ridere Quinn.

“Era un pupazzo di neve felice. Queste ultime settimane sono state molto belle per lui. Insomma ha potuto dormire in un appartamento caldo con altri due cani e un branco di gatti”. Brittany indicò Barnaby e Cornelius, che erano stati legati ad un albero, che cominciarono a tirare il guinzaglio quando videro che li stava additando.

Ed è stato nutrito con vermicelli gommosi e crocchette di pollo”.

Rachel si rivolse a Quinn. Non era a conoscenza di quel particolare, i vermicelli gommosi erano pressoché sacri. Erano solo per Quinn e Rachel ogni tanto. Nemmeno Barnaby e Seal ne avevano mai avuti alcuni. Quinn sorrise arrossendo e Rachel le diede una piccola gomitata sulle costole.

Non poteva camminare molto bene, ma era impressionante. Assolutamente incredibile. Insomma, ho provato ad insegnare a Flappy alcuni trucchi, ma si è arrabbiata e -”

Britt! Britt, vai avanti” disse Santana agitando la mano e stringendo la mano di Quinn in segno di scusa.

Oh, um... Pongo il pupazzo di neve che non sarà mai dimenticato”.

Brittany si piegò e sistemò alcuni fiori sul cumulo di terra, vicino alla roccia dove Blaine aveva inciso: Po.

Rachel sperò che i prossimi proprietari non pensassero che c'era un Teletubby sepolto in giardino.

Rachel diede un altro abbraccio a Quinn e si tolsero a vicenda la terra dai vestiti quando si alzarono.

Gli piacerà qui” disse Quinn con un piccolo sorriso, tirando Rachel contro il suo fianco e baciandole la testa.

Rachel annuì, poteva vedere tutti gli alberi e le api di cui Kurt aveva parlato. Poi si rese conto che c'erano api e strillò e si strinse a Quinn. Barnaby era stato punto sul naso una volta ed era diventato quasi un clown.

Almeno Rachel era in grado di far ridere Quinn.

Barnaby fu il primo a salire sul camioncino di Puck. Cornelius invece aveva preso a correre in giro, anche quando tutti erano ai loro posti e Rachel aveva dovuto chiamarlo un paio di volte perché li raggiungesse.

Quinn controllò che nessun ape le avesse seguite all'interno dell'abitacolo. A quegli insetti piaceva salire a bordo di nascosto e mettersi in agguato, aspettando che fossero ad ottanta chilometri orari in autostrada prima di pungerli, facendoli impazzire e schiantare. Era un piano astuto, Rachel ammirava quegli insetti.

Quinn finì il controllo e diede a Rachel un dolce bacio, prima di guardare fuori dal finestrino, giocherellando con il collare di Pongo.

Probabilmente è una nuvola adesso” disse Quinn con un sorriso dopo qualche minuto, senza staccare gli occhi dal cielo.

Rachel appoggiò la testa sulla sua spalla e annuì.

Certo che era diventato una nuvola. La loro enorme e soffice balla bianca.


*****

“Gli orsi polari possono nuotare per sessanta miglia all'ora senza riposarsi” dichiarò casualmente Quinn, con gli occhi luminosi mentre attraversavano il cancello dello zoo del Bronx.

Rachel sorrise. “Possono?”

Quinn annuì eccitata e afferrò la mappa, la studiò per un minuto buono, pensierosa e poi indicò con un sorriso i leoni.

Dove vuoi, Quinn, questi sono i tuoi futuri pazienti”.

Probabilmente non proprio quelli, ma non importava, avrebbe lavorato in uno zoo.

Quinn si paralizzò come se lo avesse appena realizzato, guardò la mappa e poi Rachel. Rachel sollevò un sopracciglio.

Non voleva passare tutto il giorno allo zoo. Quinn però aveva bisogno di un po' di incoraggiamento e Rachel aveva sentito il bisogno di passeggiare per sei ore consecutive nei suoi scomodi stivali e per di più Cornelius aveva cominciato ad ululare come se fosse il cane più solo della terra.

Aveva fatto diventare Quinn triste. Aveva fatto diventare Rachel triste. Aveva indignato i vicini.

Inoltre, Rachel era lì perché voleva vedere la lingua lunga delle giraffe.

Quinn si chinò spontaneamente e la baciò, poi le prese la mano e si avvivarono. Okay, bene, stavano per andare dai leoni.

E gli elefanti non possono saltare” dichiarò Quinn come se stesse finendo un discorso, anche se in realtà era uscito dal nulla.

Attirò l'attenzione di Rachel che si era spostata su delle tigri, mentre si chiedeva se sarebbe stata in grado di cavalcarne una se fosse stata addomesticata.

Si, stronzo, sto cavalcando una tigre, qualche problema?

Non credo” rispose Rachel, scuotendo la testa.

Certo che ci credeva, era Quinn, ma le piaceva stuzzicarla, la sua fidanzata era molto sulla difensiva quando si trattava di parlare di animali. Forse anche un po' egocentrica. Sapeva tutto.

Quinn si fermò voltandosi ad affrontare Rachel, la fissò con occhi seri. “Non mi credi?”

Rachel si morse la lingua. “No”.

Vide le dita diventare immediatamente irrequiete, occhi che guizzavano e la mascella testa.

So-sono gl-gli unici animali che non possono saltare. Hanno le ossa come tutti gli altri, m-ma so-sono gli animali più pesanti del mondo. Lor-loro no-n-”

Rachel le mise una mano sulle labbra con un sorriso e Quinn prese un profondo respiro.

Dio, era una cucciola eccitabile.

Sai, puoi portare una mucca su per le scale, ma non sarai in grado di riportarla giù”.

Aspetta, cosa? Rachel si era forse persa un pezzo della conversazione?

Quinn continuò inaspettatamente. “Per gli elefanti, è la dimensione del corpo. Per le mucche è la costituzione delle loro gambe. Sai le articolazioni, le ossa e in più la pigrizia. Cioè, potrebbero, se volessero. Penso che se una mucca si trovasse al piano superiore di una casa in fiamme, sarebbe in grado di scendere le scale senza bisogno di saltare dalla finestra”.

Santa Madre di Dio, di che diavolo stava parlando Quinn? Mucche che saltavano da edifici in fiamme? Rachel si limitò a sbattere le palpebre. L'ultima cosa che ricordava era che Quinn le aveva detto che gli elefanti non potevano saltare, si sentiva un po' persa.

Come una mucca incastrata al piano superiore.

Chi diavolo portava una mucca al secondo piano?

Allora, mi credi, vero?” chiese Quinn con gli occhi luccicanti.

Beh, al momento Rachel non aveva idea in cosa credere, così scosse la testa e sorrise. “No”.

Il viso di Quinn si sgretolò e scosse la testa furiosamente, sospirò esageratamente e Rachel sorrise quando le vide le orecchie diventare rosse.

Rachel” si lamentò.

Rachel rise e le scompigliò i capelli, toccandole il naso quando tornò verso il volto, perché sapeva che a Quinn piaceva sfuggirle.

Sei ridicola, bear” le disse con un sorriso.

Quinn non stava ascoltando, semplicemente andò avanti, verso la gabbia. Quinn osservò i leoni dormire per mezz'ora prima di dirigersi verso le zebre e le giraffe. Rachel guardò approfonditamente la lingua della giraffa.

Quinn si fermò nuovamente quando vide gli orsi polari, gonfiò le guancie come faceva quando era triste e si lasciò cadere su una delle panchine guardandoli mangiare carote. Avevano carote nella regione artica? Rachel non ne aveva idea.

Si sedette sulla panchina al suo fianco, reprimendo un sospiro di sollievo e abbracciò Quinn stretta.

A cosa stai pensando?” le domandò, baciandole la tempia.

Rachel si stava preparando ad una risposta tipo: “se un orso e uno squalo si trovassero a combattere, chi vincerebbe?” o qualcosa “mi manca Pongo”.

Rachel era ancora fissa sull'argomento delle mucche in fiamme. Mucche che facevano esercitazioni antincendio. Mucche che correvano, saltavano dalle finestre e rotolavano.

Oh Dio.

Sono una buona amica?” chiese Quinn, con gli occhi fissi sugli orsi.

Rachel la guardò sorpresa. “Quinn, tu sei un'amica fantastica!”
Quinn si voltò. “Voglio dire... lor-Santana e Britt e Puck e Kurt, sono mie amici, vero?”

Rachel si tese mentre ascoltava. “Certo che sì, ti amano”.

Quinn si morse il labbro “Ma... sono una buona amica per loro? Io n-no-non ho mai avuto amici prima e sono stati cosi gentili ieri, e io vo-voglio...”

Quinn arricciò il volto e Rachel la fissò dolcemente.

Quinn, tu sei la migliore amica che si possa desiderare” le disse. “Sei onesta, disponibile, leale e amabile e non porti rane morte negli appartamenti dei tuoi amici mettendole sul bancone della cucina, non mangi tutti i cereali delle persone e non parli di serial killer a cena”.

Quinn rise e Rachel le diede una piccola spallata. Non avrebbe cambiato i suoi amici per nulla al mondo, ma avrebbe volentieri voluto avere un telecomando per spegnere alcuni dei loro comportamenti ogni tanto.

Le venne in mente un collare che dava l'elettroshock.

Fai i biscotti per tutti loro” continuò Rachel, accarezzandole la coscia. “E fai sempre le loro cose preferite. Hai fatto l'avena all'uva per Kurt anche se non ti piace. Puck beve più latte con il cioccolato che birra. Un gran lavoro, no? Sanno che li ami, Quinn”.

Quinn arrossì e appoggiò la testa sulla spalla di Rachel. “Grazie”.

Rachel sorrise. “Ti amo”.

Quinn non disse nulla, Rachel non riusciva a vedere il suo volto, così si scostò per poterla vedere.

Dillo, bear” chiese con un sorriso, poteva vedere le labbra di Quinn atteggiate in ghigno. “Quinn andremo via immediatamente e non torneremo mai più se non lo dici”.

Pfff, certo come no.

Quinn scosse la testa sulla sua spalla. “No, grazie”.

Rachel sbuffò e avvolse un braccio attorno alla testa di Quinn, baciandole i capelli scombinati. Quinn alzò lo sguardo per fissarla, Rachel inarcò le sopracciglia, attendendo.

Ti amo anch'io. Ti amo tanto” mormorò Quinn.

Rachel toccò il naso di Quinn e le sorrise.

Non era poi così difficile, era la cosa più facile del mondo.



______________________


NoteTraduttrice


Mi scuso innanzitutto per la settimana di pausa che mi sono presa, ma se siete fan di the 100, potete capire come mi sentivo. Ero già in ritardo e avrei pubblicato venerdì, ma mi mancava l'ultimo paragrafo, ma ho passato tutto il giorno a fissare il vuoto e a disperarmi con le mie compari su telegram.


Ieri avrei dovuto pubblicare, ma ho lavorato tipo sino alle 10 (stendiamo un velo pietoso) e sono svenuta nel letto, quindi vi chiedo scusa. Ora che il lutto c'è, ma sta un po' passando, si ritornerà alla pubblicazione settimanale.

See you next week!

ManuKaikan






  
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