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Autore: Miranh    11/03/2016    7 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9. “ Infondo al crepaccio ”


Il dolore fisico era svanito nel nulla.
Ahadi si guardò intorno confuso: era come se stesse fluttuando nel vuoto. Il suo sguardo finì col posarsi su quello che sembrava essere il proprio corpo, steso a terra esanime. Il leone capì in parte quello che stava accadendo e fu colto da un rimpianto atroce. Non poteva terminare a quel modo al sua vita terrena...non ancora!
Una sagoma luminosa, somigliante a Mohatu, comparve accanto a lui, così decise di seguirne la medesima direzione. Ad un certo punto nella sua mente si materializzarono vivissimi i suoi ricordi terreni più belli: la propria nascita, il calore e l'amore materno di Neera, il primo incontro con la piccola ed amata Uru, quello con Mohatu, i trascorsi col branco sull'imponente e meravigliosa Rupe dei Re, il grande amore sbocciato tra lui ed Uru, l'affetto paterno del re... Era tutto lì, vivido come non mai!
Una meravigliosa sensazione di benessere lo pervase. Tutta la sofferenza passata perse il suo senso. Avrebbe voluto restare così per sempre...
Una luce dorata in fondo a quello che sembrava essere un lungo tunnel lo attirò. Da essa uscì una splendida, e a lui famigliare, figura eterea:
<< Madre...? >>
La figura luminosa fece cenno di assenso col capo e gli si avvicinò. Tra i due ci fu un interminabile abbraccio ricolmo d'amore: << Mi sei mancata così tanto! Non riesco a credere di stare di nuovo assieme a te... >>
Lei sorrise: << Sono molto orgogliosa di te, figlio mio... Ma il tuo momento non è ancore arrivato >>
<< Cosa? >>
<< Devi tornare indietro >>
<< Ma...perché? >>
Lo sguardo della leonessa si riempì di compassione. Ad un tratto una voce disperata frantumò l'armonia che si era creata. Pronunciava forte i nomi di Ahadi e Mohatu.
<< Vi stanno chiamando >> disse Neera.
Ahadi rimase sconcertato: era certo di non aver mai udito la voce adulta di quel leone durante la vita terrena, eppure sapeva in cuor suo che doveva trattarsi del giovane Khendo. Sì...era lui, affacciato sull'orlo del precipizio.
<< Era solo un cucciolo l'ultima volta che lo vidi... >> disse Ahadi << Eppure sono sicuro che quel leone sia lui. Com'è possibile? >>
Neera sorrise di nuovo: << Quando ci riavviciniamo al nostro vero essere, alla nostra luce, tutto ci appare più chiaro, perfino quelli che per noi sono stati i segreti più reconditi >>
Ahadi si voltò indietro in direzione dei richiami.
<< Devi tornare, Ahadi >> insistette Neera << C'è bisogno di te! L'anima di Zhymu ormai ha accumulato troppa oscurità ed è necessario che venga fermato al più presto >>
Il leone si voltò verso Neera un'ultima volta: << E Mohatu? >>
<< Anche lui farà ritorno come te, ma sarà per un tempo più breve del tuo >>
<< Ti prego, madre...dimmi di più! Ho bisogno di sapere cosa fare! >> ma fu improvvisamente colto da un sobbalzo. Stava per tornare.
<< Ciò che ti servirà sapere lo scoprirai tra poco tempo >>
Ahadi si sentì afferrare da una forza misteriosa, che iniziò a trascinarlo via.
<< Madre!! >>
<< Prosegui il tuo cammino, Ahadi! Non farti guidare dal rancore! >>
E queste furono le ultime parole di Neera udite dal leone.

L'impatto col proprio corpo fu altamente doloroso.
Spalancò gli occhi, che rimasero abbagliati dai raggi del Sole, e cominciò a tossire, espellendo dai polmoni la polvere rocciosa accumulata durante la caduta. Il dolore delle ferite era lancinante e aveva riportato diverse fratture. Fortunatamente negli ultimi metri era riuscito a rallentare la caduta, aggrappandosi a tutto ciò che poteva, e il terreno di fondo non era duro come si era aspettato.
Guardò in alto: Khendo era sparito. Probabilmente aveva creduto che fossero morti.
Poi roteò gli occhi altrove, in cerca di Mohatu.
Lo vide steso a terra a pochi metri di distanza. Raccolse tutte le forze rimastegli e avanzò a carponi verso il re, finché non lo raggiunse: << Mohatu... >> lo chiamò con voce flebile << ....Apri gli occhi... >>
Allungò una zampa e lo scosse più volte, temendo il peggio. Ma, come presagito da Neera, il leone si riprese e fece uno scatto improvviso, incominciando a tossire. Ansimava terribilmente e spalancò gli occhi disorientati.
Ahadi tirò un sopsiro di sollievo: << Mohatu...! >>
Il re voltò lentamente la testa e parlò con voce roca e ancor più flebile: << ...A....Ahadi... Sei vivo... >> tentò di muoversi e di girare il corpo verso di lui, ma Ahadi lo fermò: << Non sforzarti... mi avvicino io... >>
Mohatu fece cenno di assenso: << ...Ho...ho freddo... >>
<< Lo so... Ma adesso calmati... >>
Facendo molto piano e sopportando il dolore, Ahadi circondò il busto di Mohatu con le zampe anteriori e poggiò la testa sul suo collo, scambiando con lui il proprio calore.
Il re era ridotto in condizioni peggiori. Aveva gravi lacerazioni e fratture sparse sul corpo, una zampa posteriore spezzata e contorta, che perdeva sangue...
Ahadi distolse lo sguardo da quello scempio e chiuse gli occhi, cercando di pensare ad altro e di trattenere le lacrime. Ma non ci riuscì... Come avrebbero affrontato e superato quella situazione? Come avrebbero fatto a tornare da Uru? Cominciò a singhiozzare e fiotti di lacrime gli rigarono le guance fino a bagnare la criniera di Mohatu. No...non doveva piangere. In un momento del genere era necessario essere saldi e sostenere chi ne aveva bisogno. Ma fu più forte di lui. E ciò contribuì a farlo sentire in colpa. Non riusciva a trattenersi...
<< Non...piangere... >> disse Mohatu.
<< ...Perdonami...! >> singhiozzò Ahadi <> e pianse ancora più forte.
Mohatu si sforzò e cominciò a girarsi verso Ahadi.
<< ...Mohatu, no...! Ti prego... non sforzarti >> ma era troppo debole per tenere il re fermo.
Digrignando i denti ed emettendo suoni gutturali per il gran dolore, Mohatu riuscì a voltarsi: << Non piangere...figlio mio... >> si strinse forte a lui. Erano sfiniti e tremanti. I loro petti erano uniti e l'uno percepiva il battito del cuore dell'altro. Gli occhi si incontrarono in uno sguardo profondo ed Ahadi poté vedere che anche Mohatu stava piangendo silenziosamente: << Andrà tutto bene... >> disse il re << Ti voglio bene, Ahadi... >>
Gli occhi verdi del giovane divennero più luminosi che mai nel sentir pronunciare quelle parole. Quel leone portava in sé uno spirito così incredibilmente forte, così grande, così pieno d'amore... Allungò le zampe anteriori, strinse Mohatu a sé e chiuse gli occhi:
<< Anch'io ti voglio bene...padre >>


Quando Ahadi riaprì gli occhi era già notte fonda. Una splendida luna piena tingeva d'argento tutto l'ambiente.
Mohatu era sdraiato accanto a lui: scottava tremendamente e tremava. Ahadi non ce la faceva a vederlo ridotto così... l'unica cosa che poteva fare era scambiare il proprio calore con lui e leccargli le ferite per disinfettargliele. Il non poter fare di più lo tormentava. Sollevò il busto verso l'alto e raccolse tutte le forze per emettere ruggiti: << Aiuto...!! >> gridò << Vi prego... C'è qualcuno lassù che riesce a sentirmi?? Aiuto!! >> ma non ci fu nessuna risposta.
<< ...Aiutateci! Vi prego...!! >>
Consumò invano la voce. Non vi era minima traccia di altri animali nei dintorni. Ben presto si scoraggiò e chinò a terra il capo, sconfortato. Se la situazione non accennava neanche al minimo miglioramento, Mohatu di sicuro sarebbe morto presto.
Cosa poteva fare? Cosa?
Una sagoma piccola e scura si affacciò frettolosamente sull'orlo di quel precipizio: << Mohatu!! Ahadi!! >>
Il giovane tese bene le orecchie e sussultò: << Rafiki...?? >>
<< Ahadi!! >>
Il mandrillo cominciò a scendere, aggrappandosi atleticamente alla parete rocciosa.
<< Oh...Rafiki!! >> l'animo di Ahadi si riempì nuovamente di speranza.
Una volta raggiunti i due feriti, Rafiki, contento di vederli ancora vivi, cominciò subito ad esaminare le loro condizioni. Sussultò nel vedere la zampa mutilata di Mohatu.
Ahadi si sforzò di parlare: << Come...hai fatto a trovarci…? >>
<< Zozo è volata da me ad avvertirmi e mi ha indicato questo posto >>
<< E...la Rupe...è stata attaccata?? >> un altro colpo di tosse lo interruppe.
<< Basta parlare, Ahadi…! >> lo rimproverò Rafiki << Devi riposarti. Al resto penserò io >>
<< N-no, Rafiki… Ho bisogno di sapere! Uru…che ne è stato di Uru?? >> L'agitazione contorse le sue membra e lo fece gridare di dolore.
Subito Rafiki posò delicatamente le sue mani su di lui e lo fece distendere << Per favore, calmati adesso… Uru sta bene, non hai nulla di cui preoccuparti. La rupe è stata assaltata e conquistata purtroppo, ma il branco è sopravvissuto. Anche se un po' malconci, stanno abbastanza bene.
Vedrai, riusciremo a cavarcela e a risolvere tutto >>
Ciò rassicurò un poco Ahadi, anche se la sua impazienza di uscire da quel crepaccio non diminuì: << Quindi… sono tutti sottomessi? >>
<< Non temere...ce la faremo. Ho chiesto a Zozo di tenermi aggiornato su quanto accadrà laggiù. Ora cerca di rilassarti. Io intanto corro a cercare delle erbe per curarvi >> detto questo, il mandrillo risalì i massi più svelto che poté.


Giunse l'alba. La povera Uru giaceva inerme infondo alla grotta, sola e sconsolata. Uno dei rinnegati stava di guardia all'entrata, per evitare di farla uscire. I restanti membri della Rupe, esausti per la lunga battaglia, feriti e sconfortati per la triste notizia riguardo la morte del re e del suo successore, ancora non si perdonavano per questo fallimento. Durante l'attacco, avevano desistito non appena avevano visto la loro benamata principessa presa in ostaggio e minacciata di morte. Un'azione alquanto astuta da parte degli assalitori. E di certo non si sarebbero fatti scrupoli ad ucciderla. Sarebbe stato un ulteriore vantaggio in più per la loro conquista di potere. Così, in cambio di una resa da parte dei membri della Rupe, la sua vita era stata risparmiata. Ma a quale prezzo? Tutti sogni su un roseo e felice futuro sembravano svaniti nel nulla. Uru era come morta. Le mancavano le forze per andare avanti. Non voleva più bere e mangiare… Né udire, né vedere più niente…

Khendo e Laira stavano nascosti fra l'alta erba a controllare la situazione da lontano. Non dovevano assolutamente farsi scoprire, o sarebbe stata la fine:
<< Cosa facciamo, Khendo? >> si angustiò Laira << c'è un leone di guardia ad ogni angolo della Rupe. Ed alcuni sono andati in perlustrazione per trovarci >>
Khendo sollevò lo sguardo verso la grande roccia. Zhymu stava lassù in piedi a godersi il panorama, fiero di essere diventato il nuovo sovrano. Quella mattina i sui ruggiti risuonarono come versi di comando per tutta la savana.
<< Sta' tranquilla, Laira… Troveremo un modo per salvare Uru e gli altri >> disse il giovane, cercando di mantenere la voce calda e ferma, ma i suoi occhi intimoriti tradivano le parole appena pronunciate.
Un leggero battito d'ali si fece sentire. Khendo alzò ancora lo sguardo: << Zozo! >> esclamò a voce bassa.
La volatile guardò in basso e notò i due giovani leoni. Spalancò gli occhi incredula: << Khendo? >> planò piano ed atterrò dolcemente al suolo.
<< Oh, Khendo… Dove sei stato fino ad ora? Eravamo tutti in pensiero >> gli occhi le diventarono umidi.
<< Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, Zozo… Ma volevo assolutamente aiutare mia sorella a fuggire da quel tiranno >>
<< Tua sorella? >> gli occhi della volatile incrociarono quelli della leonessa. Quanto vide la lasciò ancora più sorpresa:
<< Santo cielo… Assomiglia tanto alla nostra defunta regina Aura! Siete quasi due gocce d'acqua! >>
Khendo fece un leggero sorriso: << Già...incredibile, vero? >>
Laira chinò il capo: << Me lo dicono spesso in effetti. E' corsa anche voce che io possa essere una figlia segreta della regina e mio padre Zhymu… Ma lo ritengo alquanto improbabile. Provengo da un branco nomade. Insomma, mio padre me lo avrebbe detto se io fossi stata figlia di... >> si interruppe all'istante. Zozo stava cominciando a piangere.
Laira rimase perplessa: << Qualcosa non va? Ho forse detto qualcosa che non dovevo? >>
La volatile scosse la testa: << No… Non hai detto niente che non va… è solo che... >>
Anche Khendo inarcò un sopracciglio, cercando di capire: << Cosa c'è, Zozo? Parla >>
<< Non posso… Ho giurato solennemente di non parlarne con nessuno. Solo il re dovrà parlare di ciò >>
Il giovane leone era ancora più confuso: << Parlare di cosa? Ma il re è...è morto, Zozo... >> abbassò il capo mesto.
<< Non lo è, giovane Khendo >> rispose lei;
<< Cosa…?? >>
<< E' ancora vivo! Ed anche Ahadi! Rafiki si sta prendendo cura di loro! >> esultò;
Khendo e Laira si scambiarono uno sguardo stupito: << Dici sul serio?! Loro sono ancora... >>
Zozo annuì di nuovo: << Sì, sono vivi! Sia ringraziato il cielo! Sono appena tornata dal crepaccio per avvertire il branco, ma la presenza di quei rinnegati mi crea dei problemi. Cercheranno di uccidermi se oserò avvicinarmi >>
Khendo si concentrò, pensando ad una soluzione: << Questo costituisce un problema…Tuttavia, se tu volassi abbastanza in alto, potrebbero non fare molto caso a te. E magari potresti cercare di vedere se esiste un passaggio fra quelle rocce per fare uscire Uru da lì >>
<< Non sembra una cattiva idea... >> constatò lei << vale la pena tentare >>
<< Allora vai >> la incitò Khendo << noi ti aspetteremo qui. Sii prudente >>
<< D'accordo >> e volò via.

In quel mentre gli sconfitti furono costretti ad andare a caccia, per procurare il cibo ai nuovi padroni. Avrebbero voluto fargliela pagare, o scappare… Ma come potevano abbandonare la povera Uru?
Stanchi e malinconici si avviarono in cerca di prede. La leonessa anziana, che si era allontanata insieme ai piccoli Kiba e Sangah, si avvicinò a loro.
Athena e Hydo corsero subito verso i loro figli e li strinsero a sé. I cuccioli domandarono spaventati cosa fosse successo. La madre li guardò tristemente e rispose: << Ascoltate, piccoli miei… Per qualche tempo non dovrete avvicinarvi alla Rupe >>
<< Ma perché?? >> replicarono loro;
Athena cercò di trattenere le lacrime, ma non ce la faceva a rispondere. Hydo parlò per lei: << Sono arrivati dei leoni malvagi, figlioli. Per voi è diventato pericoloso. Dovrete stare lontani insieme a questa leonessa, finché non riusciremo a mandare via quei rinnegati. Mi raccomando, non dovete avvicinarvi alla Rupe per nessuna ragione. Lo promettete? >>
Per i piccoli fu difficile obbedire, ma alla fine promisero.
<< Verremo da voi ogni giorno >> li rassicurò Athena << Va bene? >>
I leoncini annuirono ed abbracciarono i genitori un'ultima volta.
La leonessa anziana parlò: << Li proteggerò io, potete contare su di me >>
I due leoni fecero cenno di assenso e, col cuore in frantumi, lasciarono i propri filgi alle spalle per seguire il resto del branco.
  
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