Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: 144kagome_alice144    11/03/2016    3 recensioni
" Il loro distretto è l'autostrada, i loro nemici: ricattatori, assassini, pirati della strada. La notte non esiste per gli uomini di cobra 11. La nostra sicurezza è il loro mestiere. "
La polizia autostradale di Colonia ha sempre rispettato i suoi doveri, salvando la città da innumerevoli criminali; ma quando toccherà a loro proteggersi, ci riusciranno da soli o avranno bisogno di aiuto? La famiglia dell'autostradale si troverà ad affrontare il suo peggior nemico: l'Inferno.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrea Schafer, Ben Jager, Kim Kruger, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                NORMALE ROUTIN, O QUASI...



 
< E’ mai possibile che con te deve essere sempre la stessa storia!? 

- Ben sbuffò, preparandosi all’ennesima ramanzina del suo socio – Sei di nuovo in ritardo! E’ così difficile mettere la sveglia mezz’ora prima!? >

< E dai Semir, ti ho già detto che mi dispiace..! > esclamò seccato il giovane. L’uomo al volante della berlina grigia lo guardò severo per un secondo, riportando, subito dopo, l’attenzione sulla strada davanti a lui.

< Guarda che io lo faccio per te.. – riprovò il turco, questa volta con più calma – Scommetto che non ti sei nemmeno asciugato per bene i capelli! > disse sorridendo, scompigliandogli la chioma castana ancora umida. < Smettila..! > protestò l’altro spostandosi un po’, non riuscendo comunque a reprimere un sorrisetto.


Rimasero un po’ in silenzio mentre l’uomo al volante imboccava l’uscita per l’autostrada. < Comunque.. – riprese Semir, mentre il ragazzo accanto a lui sbuffava sonoramente – Dovresti iniziare ad essere più cosciente delle tue azioni, a pensare prima di agire.

Anche l’altra volta sei entrato nell’edificio senza pensarci un attimo e se non avessi indossato il giubbotto antiproiettile, a quest’ora saresti all’obitorio. > < Sì papà, me lo hai già detto.. > rispose scocciato il giovane, ricordandosi della quadrupla ramanzina che aveva ricevuto il giorno prima dal suo socio, dal suo capo e perfino da Otto e Dieter.


Semir sospirò, sapendo bene che l’impulsività del compagno non sarebbe cambiata nonostante le sue prediche, però non riusciva a stare zitto. Infondo lui non aveva alcun diritto sul giovane seduto accanto a lui però, pensare che, in qualsiasi momento, avrebbe potuto perdere di nuovo un suo collega, un suo amico, gli faceva male e non gli importava se, per questo, veniva odiato dal ragazzo che ormai non ne poteva più di sentire sempre le stesse raccomandazioni.


Semir aveva perso molti colleghi durante il suo servizio e, dopo la morte di Tom, si era ripromesso che, anche a costo della sua stessa vita, non avrebbe più permesso che un altro suo collega morisse davanti ai suoi occhi.

Inoltre quel giovane e impulsivo ragazzo si era insinuato nella sua famiglia, diventando un terzo figlio per lui e per Andrea, mentre era un bravissimo zio per le piccole Aida e Lily. Ben ormai faceva parte a tutti gli effetti della famiglia Gerkhan e non solo. In poco tempo tutti, al comando, lo avevano accettato e integrato in quella che tutti consideravano la grande famiglia della polizia dell’autostradale. Semir era certo che, se Ben fosse morto, la sua mancanza sarebbe stata troppo dolorosa, sia per la sua famiglia, sia per il commissariato che per lui.


 < Piuttosto.. > ricominciò, con uno sguardo e un tono di voce malizioso < No Semir, non incominciare! > ammonì Ben, sapendo benissimo dove voleva andare a parare l’amico.

< Io non ho ancora detto nulla.. – si difese il collega, mantenendo quel sorrisetto che mandava su tutte le furie il ragazzo. Calò di nuovo il silenzio anche se, questa volta durò molto meno perché, improvvisamente, Semir esclamò – Allora, com’è andata con Priscilla?! >


Ben sospirò, arrendendosi all’amico < Mi ha dato buca.. > < Ah, lo sapevo! Quindi niente da fare: la bellissima infermiera che si è presa cura di te non ti ha dato corda.. Eh, che ci vuoi fare, le donne sono tutte così. > disse felice.

< Perché sorridi? – chiese, infatti, il castano – Di solito quando mi lascio con una ragazza reagisci in modo drammatico.. > < Beh.. – sorrise Semir, accarezzandosi il pizzetto – Sapevo che quella non ti avrebbe mai dato corda, così ho scommesso con Andrea.. E ho appena vinto! > rivelò.

< Da quando scommetti sulla mia vita privata? > chiese falsamente seccato Ben. Semir si voltò, ricambiando il sorriso. < A parte gli scherzi, ma davvero nella tua vita non c’è mai stata una ragazza che tu abbia veramente amato? > chiese Semir, sfrecciando velocemente sull’autostrada.

Il silenzio che seguì la domanda fece deglutire l’uomo. Aveva fatto la domanda sbagliata, di sicuro il giovane stava pensando a Saskia o a Claudia, a giudicare dallo sguardo spento che rivolgeva al paesaggio. Dopo un tempo che al poliziotto parve infinito, Ben rispose < Si, una ragazza c’è stata.. >

Non aggiunse altro e Semir non ebbe il coraggio di andare fino in fondo alla questione, vedendo che, quell’argomento, non era particolarmente piacevole per il castano. Nel pesante silenzio che si era formato all’interno del veicolo rimbombò il rumore dello stomaco di Ben che chiedeva con urgenza di essere riempito.

Semir sorrise < Scommetto che non hai nemmeno fatto colazione? – domandò e, senza nemmeno aspettare la risposta, allungò una mano dietro al sedile, stando sempre attento alla strada. Afferrò un cestino di vimini e lo porse al ragazzo – Tieni, questo te lo manda Aida > affermò.


Ben guardò confuso prima Semir e poi il cestino infine, ad un’occhiata invitante dell’amico, decise di aprire il cestino. Al suo interno c’erano quattro sandwich, due bibite, un piatto di riso freddo e, infine, una grande porzione di un buonissimo dolce al cioccolato, sicuramente uscito dalle mani della signora Gerkhan.

Con gli occhi che gli brillavano Ben si tuffò nel cibo, iniziando dal riso.

< Comunque prego.. > rise Semir. < Faffie Aifa > masticò il ragazzo a bocca piena. Semir scosse la testa, capendo che il suo amico non sarebbe mai cambiato e, infondo, gli andava bene così.


All’improvviso, dallo specchietto retrovisore, notò un suv nero che sfrecciava pericolosamente tra le auto. “ Ma che..? “ pensò, mentre il suv superava anche loro. Nemmeno il tempo di razionalizzare che dietro alla macchina apparve una splendida Ferrari rossa che, quasi di sicuro, era intenta a seguire il suv.

< Ma fe? > chiese Ben, ancora con un po’ di riso in bocca, notando che anche la Ferrari aveva suerato la loro berlina. Semir accese le luci della macchina di servizio, ingranò e iniziò a sfrecciare fra le auto, cercando di riprendere la distanza dalle altre due < Tieniti forte, adesso li riprendiamo! > esclamò.

< Hey, guarda là! > indicò il castano che, ormai, aveva finito tutto il riso. Semir guardò verso la direzione dettagli dall’amico, notando che il guidatore della Ferrari si era sporto dal finestrino e, con una pistola, aveva iniziato a sparare alle gomme del suv. < Maledizione! > imprecò il turco, accelerando, avvicinandosi sempre di più.

Quando i due colleghi furono accanto alla rossa il tettuccio del suv si aprì, rivelando una figura completamente incappucciata. Questa aprì il fuoco sulle due auto: Semir, facendo a zig zag sulla strada, cercò di evitarli, mentre la Ferrari si allontanò, procedendo sulla corsia d’emergenza.

< Maledizione, non bastava quella bastarda, doveva mettersi in mezzo pure la polizia! > imprecò l’uomo seduto accanto al guidatore mentre, da dietro il suo passamontagna nero, osservava nervosamente, attraverso lo specchietto laterale del suv, i movimenti delle due macchine dietro di loro.


Nel frattempo, l’uomo al volante del suv ricevette una telefonata. Cercò, nel taschino interno del giubbotto nero, il cellulare e, una volta trovato, rispose. < Pronto? Ah, è lei capo? Sì, abbiamo tutti i documenti. Va bene. > Dopo la brevissima conversazione, l’uomo attaccò, mantenendo la concentrazione sulla strada.

La figura incappucciata stava continuando a sparare alle due macchine ma, vedendo che la Ferrari si era allontanata, si concentrò solo sulla berlina della polizia dell’autostradale.

< Ci ha presi di mira! > esclamò Ben, mentre caricava la sua pistola. < Tu coprimi, io provo a colpire le ruote! > esclamò Semir, imitando il gesto dell’amico, sporgendo il braccio fuori dal finestrino. Dopo un brevissimo sguardo d’intesa i due cominciarono a sparare: Ben mirava alla figura, mentre Semir alle ruote posteriori del suv.

Capendo le intenzioni dei due poliziotti, la figura sorrise maligna sotto il passamontagna, mentre si ritirava nell’auto.
< Selena che succede?! > gridò, completamente spaventato, l’uomo accanto al guidatore, notando che la donna aveva smesso di sparare. Quest’ultima, sempre sorridendo malvagiamente, ignorò volutamente il compagno, concentrandosi sul fucile che aveva in mano.

< Ma dov’è? > chiese Semir all’amico che scosse le spalle.
 
< Dannazione, la polizia! > esclamò rabbiosa la persona sulla Ferrari mentre procedeva a tutta velocità sulla corsia d’emergenza, affiancando le altre due auto che, invece, cercavano di evitare i vari veicoli.

Dopo pochi minuti, la donna riemerse dal tettuccio < Adoro gli uomini così.. > disse maliziosa, puntando il suo fucile di precisione alle ruote della berlina.

I due colleghi capirono immediatamente le sue intenzioni, proprio come la Ferrari. Quest’ultima, infatti, frenò, mentre i due ispettori non fecero in tempo ad fare alcuna manovra che il colpo sparato li fece sbandare, finendo addosso ad un’altra macchina che, per il forte colpo, si scontrò con quella davanti, mentre due di quelle dietro le finivano addosso. Lo sconto fra tutte e cinque le macchine si riversò su di un camion il quale, dopo essere stato sorpassato dal suv, inchiodò, ribaltandosi su tutta la larghezza dell’autostrada.
 
< Maledizione, ci sono sfuggiti! > imprecò Ben, uscendo dall’auto distrutta con dei lievi taglietti sulla fronte. < Loro si, ma la rossa no! > esclamò il turco che, dopo aver avvisato il comando dell’incidente, aveva notato che la Ferrari, ancora completamente intatta, si era fermata sul bordo della strada.

I due ispettori si diressero verso l’auto in questione , mentre il suo possessore scendeva lentamente.

A qualche metro dalla macchina, i due amici si bloccarono sorpresi e confusi anche se per motivi diversi. Infatti dalla bellissima Ferrari rossa era uscita una bellissima ragazza con dei bellissimi capelli neri che le scendevano morbidi, con dei boccoli, lungo tutta la schiena. Indossava una tuta molto attillata, nera, con una scollatura sul petto che faceva intravedere le sue forme perfette.

Alla vita aveva allacciato una fondina dove aveva riposto la sua pistola. Semir non riusciva a vederla in viso a causa degli occhiali da sole scuri ma questi non impedirono al suo collega di riconoscere la ragazza < Natalie.. > sussurrò Ben, rimanendo pietrificato in mezzo all’autostrada.

La ragazza si avvicinò ai due con una camminata molto sensuale, aiutata dai tacchi alti, anch’essi neri. Quando fu vicina ai due ispettori, con nonchalance, si tolse gli occhiali, posandoseli sul capo, mostrando a Semir le sue due pozze scure come la notte senza luna.

La ragazza parve che non avesse nemmeno notato il piccolo ispettore turco dato che tutta la sua attenzione era rivolta al ragazzo di fronte a lei. < Ben, si davvero tu? > chiese con voce tremante. < Natalie.. > ripetè, sempre più confuso e sorpreso il ragazzo.

< Ben! – esclamò felice, saltando letteralmente addosso al ragazzo e abbracciandolo, immergendo completamente il volto nell’incavo del suo collo. Gesto che non fu ricambiato da Ben anzi, a quel contatto, il ragazzo parve irrigidirsi sempre di più. – Che bello rivederti! Non sai quanto mi sei mancato! Ma quanti anni saranno passati!? Venti?! O forse di più!? > continuò ad esclamare la giovane, non mostrando la minima intenzione di allontanarsi dal giovane.

< Emm – si intromise Semir, notando che il collega era in seria difficoltà – E lei chi è? > domandò. La ragazza si allontanò dal ragazzo che potè, finalmente, tornare a respirare. < Lei, invece chi è? > domandò sospettosa. Semir sbuffò, mostrando il suo tesserino < Semir Gerkhan, polizia autostradale e, questo – disse indicando il ragazzo – è il mio collega Ben Jager >

A sentire quella frase la ragazza sorrise malinconica, abbassando lo sguardo sul cemento. < Così sei entrato in polizia.. - sussurrò tristemente. Semir alternò lo sguardo confuso da lei al suo socio, non capendo minimamente che cosa stava succedendo. La ragazza rialzò lo sguardo, asciugandosi quella che sembrava una piccola lacrima sfuggita al controllo –

Natalie Musik, FBI. > disse, mostrando il suo tesserino, facendo sgranare gli occhi ad entrambi gli ispettori increduli e sempre più sorpresi.




SPAZIO AUTRICE:

Salvee!!
Dopo un travaglio di più di una settimana sono riuscita a raccogliere le idee e a scrivere il primo capitolo di quella che è la mia prima storia su Squadra Speciale Cobra 11. 
Spero che questo inizio vi piaccia e sono molto gradite recensioni, specialmente se sono costruttive!!
Vi ringrazio già anticipatamente!! :) :)
Crecherò di aggiornare settimanalmente ( soprattutto nel weekend ) anche se non vi garantisco nulla ( tutto dipende dalla mia ispirazione e dagli impegni che ho con la scuola )

Alla prossima!!                                                                                         144kagome_alice144

 
  
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