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Autore: ImmaEFP    12/03/2016    2 recensioni
'Continuava a pensare a quanto fosse stato crudele con loro il destino. Era sempre stato dalla loro parte per un decennio e poi li aveva separati in pochi secondi.'
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gaetano non si dava pace.

Erano settimane che non dormiva,che faceva a pugni con i suoi pensieri.
Quando provava ad assopire quel sonno,puntualmente quella scena gli ritornava in mente.

Si dimenava sul letto straziato dalle lacrime,mentre stringeva con i pugni un lembo delle lenzuola di lino chiaro e strappando quasi con i denti la federa del cuscino.
Era alla ricerca di una risposta che sembrava non arrivare mai.

Non poteva farsene una ragione,voleva sapere tutta la verità.
A costo di indagare per altri dieci anni,ma lui doveva scoprirlo.

Era talmente inspiegabile quanto accaduto che non gli sembrava ancora vero.
Tutto quello che aveva costruito era precipitato,mattone dopo mattone.
Nessuno gli avrebbe ridato quei lunghi dieci anni passati a inseguirla,nessuno gli avrebbe restituito quei mesi in cui erano stati insieme,nessuno avrebbe colmato il suo dolore.
 

Non era possibile,non ci voleva credere.
Continuava a pensare a quanto fosse stato crudele con loro il destino. Era sempre stato dalla loro parte per un decennio e poi li aveva separati in pochi secondi.
Un brevissimo arco di tempo per rivivere un'ultima volta quello che erano stati. Da quando si erano incontrati,nessuno aveva avuto il potere di dividerli,neppure stando lontani. E nessuno era stato mai in grado di capire che legame ci fosse tra di loro. Anche quando si promettevano di allontanarsene,era una promessa che non veniva mai mantenuta. C'era sempre un motivo per vedersi.


Ma non era stato tutto inutile.
La forza che aveva avuto nel resistere,continuando a provare lo stesso sentimento,nonostante i continui rifiuti,lo aveva poi ricompensato di tutto. Era stata la notte più bella della sua vita,dove era cominciato tutto. Ed effettivamente qualcosa era cambiato tra di loro. Forse non erano una coppia,non ancora,ma potevano diventarlo. E fraintendimenti concessi,era sicuro che prima o poi la loro felicità sarebbe arrivata.
Dopo tutto se finisce qualcosa non è detto che sia per sempre. Si fanno delle scelte importanti,destinate a cambiarti per sempre,ma sono anche delle scelte che vanno custodite con cura,che bisogna tenersele strette,seguite con leggerezza,e che forse ti obbligano anche a interromperle,perchè poi,riprendendole esse siano ancora più belle,e appagabili.

Era questo che l'aveva spinta a stare da sola,lui lo sapeva e nei giorni successivi l'aveva notato.



Eppure ci stava riuscendo. Sapeva che passo dopo passo l'avrebbe raggiunta.
L'aveva persa per un attimo,ma sapeva che non sarebbe durato per sempre. O almeno era quello che voleva credere.



Nessuno l'avrebbe tirato da lì dentro.
Tornare a casa era come sopprimersi,vivere qualcosa che non avrebbe potuto più avere. E stavolta non c'erano motivi che l'avrebbero convinto del contrario. Nulla sarebbe più tornato indietro.
Ma lui doveva capire. Il senso di colpa,lo devastava.
Camilla era sparita,dal suo appartamento,dal suo pianerottolo,dalla sua città,dalla sua vita. Tutte quelle illusioni,quelle aspettative. Le possibilità che aveva di ritornare con lei erano sparite. Non valeva più la pena lottare per niente. Forse,in un'altra vita non si sarebbe arreso. Ma quella con lei.
Camilla non sarebbe più tornata. Era inutile continuare a credere che quello loro era destino,se poi lo stesso li aveva travolti. Non ci credeva più. Tutta una presa per i fondelli.
Eppure lei era stato l'unico motivo per il quale continuare a sopravvivere,ma l'aveva perso,per sempre.

A tirarlo dal suo ufficio,dove ormai ci passava giorno e notte,ci avevano provato tutti,ma senza successo.
Preferiva restare in un posto che non gli ricordasse Camilla,anche se forse quello era il peggiore. La vedeva ovunque si girava.


'Allora,che abbiamo tra le mani?'

Ormai non riusciva a trovare neppure la concentrazione per seguire il caso. Forse perchè in tutta la sua carriera non gli era mai successo di ritrovarsi in una situazione simile. Non era solo per l'assenza di Camilla al suo fianco,che gli aveva sempre dato la carica giusta,o fatto pensare positivo. Era lui che non si sentiva abbastanza forte per affrontare tutto da solo. Avrebbe preferito risolvere qualsiasi altro caso,ma non quello. Non ce la faceva.Sapeva benissimo che se pure ci avesse messo tutto sè stesso era sicuro che non sarebbe riuscito a trovare la verità. Non ora. Era sempre stato rigido e ordinato sul lavoro,mai una cosa che andasse storta,ma stavolta sentiva che qualsiasi cosa avesse fatto,sarebbe risultata inutile.

'Eh,non molto dottò..vi ricordo che quei bastardi avevano il passamontagna,non siamo riusciti a identifiare neppure uno. Quello che abbiamo fermato s'è l'è data a gambe legate quando voi...-

'Si,si,ho capito.' Non voleva sentirselo ripetere ancora. Si portò le dita alle tempie per attenuare il mal di testa che sicuramente era poco in confronto a quanto sentiva dentro.

'Scusate dottò.' era effettivamente mortificato,ma Torre stava semplicemente cercando di aiutare il suo amico,prima che commissario.

'Che cosa dice l'autopsia?' doveva fare uno sforzo,oltre che farsi coraggio, e svolgere la normale prassi. Ma faceva fatica a mettere le carte insieme e ricostruire la situazione. E non solo perchè mancassero degli elementi. Prima che Torre cominciasse a parlare,trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Avrebbe voluto essere da tutt'altra parte in quel momento,magari a qualche mese prima.

'L'autopsia conferma che..che la vittima è morta sul colpo. Due dei tre proiettili hanno perforato il cuore,il terzo invece ha sfiorato il bacino. E poi,a parte questo,ci sono gravi lesioni interne per la caduta.' Doveva ammettere a sè stesso che era successo davvero,oppure non si sarebbe dato pace e di conseguenza non se ne sarebbe mai uscito di lì.

'Devo solo trovare quei bastardi e sbatterli in galera.'

'Dottò,mi dispiace tantissimo che state così.' Un pò il dolore era anche suo.

'Lei è la donna della mia vita. Ma mi è stata strappata come se fosse un pezzettino di stoffa. Niente e nessuno potrà ridarmela. Me l'hanno portata via per sempre.'


Doveva trovare uno straccio di prova..perchè era successo. Ma quello che aveva recuperato non serviva a niente. Non c'erano sospetti,nè moventi. Solo un foulard bianco e blu sporco di sangue.
Quello lo teneva rattoppato in una busta di plastica sigillata assieme ai suoi effetti personali in una scatola rossa.
C'era tutta la sua vita lì dentro.
Ogni volta che l'apriva per trovare un qualsiasi indizio,sentiva il suo profumo.
Le mancava da morire.
Non riusciva neppure più a piangere,sentiva solo un vuoto irrecuperabile.
Forse neanche ottenere giustizia l'avrebbe riempito.

A cosa serviva se aveva perso la donna della sua vita? Nessuno gliel'avrebbe ridata.

Era così assurdo. Faceva così male che era sicuro di morire dalla disperazione.
Era una tortura. Non avrebbero passato un solo altro momento insieme.
E con lei,era morto anche lui. La sua voglia di vivere,la passione che ci metteva nel suo lavoro,la bellissima sensazione che provava nel crescere suo figlio. Se non c'era lei,tutto questo non aveva più senso. Soprattutto se il suo senso era lei.
 
Estrasse il foulard dalla busta. Era già stato mandato alla scientifica,sicuramente non avrebbero potuto colpevolizzare lui. Lui che non le aveva mai messo un solo dito addosso. Se la portò al viso ispirando il suo profunmo che non era andato via neanche dopo 15 giorni. Tutte quelle volte che lo indossava e lui non vedeva l'ora di toglierlo per morire sul suo collo.


Chiuse gli occhi.

Aveva sempre adorato il suo fiuto investigativo. Senza di lei ci avrebbe messo il doppio dei mesi nel concludere ogni volta le indagini. Gli faceva comodo,e non solo per quello certo. Averla accanto era come una sicurezza,una certezza. Ma la priorità assoluta ogni volta era tenerla lontana dai pericoli,si sarebbe anche fatto uccidere al posto suo.
Ma quel pomeriggio non aveva potuto.
O meglio,non aveva fatto in tempo.

Sapeva di trovarla lì,e forse come mai prima di quel momento,desiderava il contrario. Era un caso delicatissimo. Un ragazzo era stato ucciso,ma il motivo non era ancora certo. Gaetano le aveva chiesto di tenersi più lontano possibile soprattutto perchè la sua alunna Ambra Fassone era implicata nell'omicidio,o almeno questo pensava il commissario.
Ma Camilla come sempre non ci credeva,lei era sempre dalla parte della verità,ma nessuno poteva toglierle dalla testa che non si trattava di lei.
C'era qualcosa sotto di molto più complicato.
Ovviamente il suo sesto senso non l'aveva tradita.
Ambra aveva marinato la scuola,questo voleva dire solo una cosa. Avrebbe incontrato qualcuno,e qualcosa le diceva che questo qualcuno poteva portarla alla verità.
Così aveva fatto.
Anche lei aveva saltato le lezioni e l'aveva seguita.


Era rimasta a spiarla da lontano,ma quando aveva notato che la situazione stava degenerando aveva provato ad avvertire Gaetano. Certo però si era scordata di caricare il cellulare.

Per salvarle la vita,sarebbe stata pronta anche ad affrontare anche un assassino.
Non poteva starsene con le mani in mano,e aspettare di vedere volare proiettili.
Eppure,quello stesso proiettile che avrebbe sparato Ambra,l'aveva colpita all'altezza del cuore.
Uno,due,tre colpi.
Camilla era finita in una pozza di sangue,raggiunta dalle urla della sua alunna.

-Camillaaa!-

Per un suo fottuto presentimento,aveva capito che Camilla sarebbe arrivata prima di lui.
Sentiva che sarebbe successo qualcosa. Aveva fatto mandare immediatamente una voltante sul posto,e lui,ci era arrivato con Torre.
Aveva provato a chiamarla più volte sul cellulare ma era spento.

Gaetano era giunto di corsa in piazza pochi secondi prima dello sparo,ma non aveva potuto fermare quella scena e tornare indietro. E quando potè assimilare quello che stava succedendo,Camilla si schiantò a terra,finendo in una pozza di sangue.
Non aveva neppure avuto il tempo di guardarla negli occhi un'ultima volta,o di sentire la sua voce.
Il suo cuore smise di battere.
Una parte di sè voleva assolutamente sperare che Camilla avesse soltanto perso conoscenza. Si lanciò immediatamente al centro della piazza abbandonata e completamente spopolata. Lasciò cadere l'arma a terra. Si chinò su di lei afferrandole la testa e stringendo il suo maglione sulla ferita,per evitare che fuoriuscisse un eccessiva quantità di sangue.
Se solo fosse arrivato prima,le avrebbe salvato la vita. L'avrebbe portata lontano da tutto e da tutti,mandando al diavolo persino le indagini.


Era diventata pallida,e il respiro non c'era più.
Urlava il suo nome,la stringeva al suo petto ma lei non reagiva. Non aveva neppure le forze per alzarla e trasportarla in ospedale.
Aveva tra le mani tutta la sua vita,e non era stato in grado di proteggerla,di prendersene cura. Camilla,ogni secondo,stava perdendo un minuto della sua vita.Camilla stava smettendo di respirare tra le sue braccia. Ogni tentativo di soccorso sarebbe stato inutile.  
 Intorno a lui era sparito tutto,c'erano solo loro due,distesi sull'asfalto,avvolti dall'ultimo respiro,dagli ultimi battiti,dagli ultimi momenti trascorsi insieme. Ogni lacrima gli stava togliendo un minuto di vita,e per quanto fosse ancora cosciente,era morto anche lui.
 

 Quante cose ancora doveva dirle. La cosa più grande era il suo senso di colpa,che avrebbe portato fino alla fine dei suoi giorni. Non aveva fatto nulla. Doveva tenerla lontana sin dall'inizio. Forse ha sempre sbagliato tutto,non le avrebbe mai dovuto permetterle di fare qualcosa che non le competeva,che non rientrava nel suo mestiere. Era morta al posto suo. Quei bastardi l'avevano uccisa a sangue freddo,senza dignità,senza un briciolo di umanità.


 E pensare che in quei giorni,con il fatto che Ambra fosse tra i sospettati,lui era anche riuscito a riavere con lei un rapporto normale. O meglio,come quando ancora non stavano insieme. Sembravano essere ripartiti da zero. Ogni tanto le lasciava qualche messaggio e lei senza ombra di dubbio rispondeva,accettando anche l'invito di una cena fuori. Ma lui sapeva che Camilla voleva il suo spazio e gliene avrebbe concesso,tanto avevano tutta la vita davanti...Già,e invece le cose sono destinate a finire,spazzate via in un istante.

Proprio ora che,potevano essere una coppia.
 

Se siete arrivati fin qui vuol dire che siete ancora vivi.
Vi giuro che scrivere una cosa di questo genere è assolutamente difficile,soprattutto per chi come me preferisce il romanticismo. Vi ricordo che questa storia è destinata a concludersi nel prossimo capitolo,quindi una specie di One Shot. Non so se sono stata in grado di esprimere qualcosa,ma comunque vada è stato emozionante proiettarmi nel mondo dell'Angst con una storia completamente diversa da quelle che si leggono qui.
Se siete curiosi di sapere come si concluderà questa storia e se Gaetano scoprirà chi è stato a farla fuori,allora vi terrò aggiornati sul proseguo!
   
 
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