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Autore: PusheenCat    12/03/2016    2 recensioni
[Fatto sta che, quando aveva visto l'occhiata che Gil, poco più di cento anni dopo, gli aveva rivolto, qualcosa in lui si era spezzato, in meno di un millesimo di secondo. Non l'aveva dato a vedere - lui non dava mai a vedere niente -, ma se il fratello maggiore avesse scrutato con più attenzione nei suoi occhi si sarebbe accorto di quanto vuoti essi effettivamente fossero.]
{Solo perché il titolo è preso dall'omonima canzone dei MCR, ciò non significa che la seguente storia è stata scritta ascoltandola}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Vincent Nightray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS si tratta semplicemente di un misero tentativo di analizzare i pensieri di uno dei miei personaggi preferiti in assoluto - di conseguenza, non aspettatevi un'opera degna di premio Nobel.
Dedico ovviamente questa mia prima fanfiction nel fandom a Vincent, per essermi stato più vicino di quanto qualsiasi altra persona reale abbia mai fatto. 





This is how I disappear
 





 
Voglio sparire.

Non sapeva quale fosse il preciso momento in cui avesse iniziato a fare quel genere di pensieri, Vincent. Forse era stato quando, poco dopo l'apertura delle porte di Abyss, si era reso conto che la sua veste era strappata e macchiati di cremisi - oppure quando aveva realizzato cosa avesse fatto.

Smettere d'esistere.

Fatto sta che, quando aveva visto l'occhiata che Gil, poco più di cento anni dopo, gli aveva rivolto, qualcosa in lui si era spezzato, in meno di un millesimo di secondo. Non l'aveva dato a vedere - lui non dava mai a vedere niente -, ma se il fratello maggiore avesse scrutato con più attenzione nei suoi occhi si sarebbe accorto di quanto vuoti essi effettivamente fossero.

Ma non l'aveva fatto, e non si era accorto di nulla.

Non che Gilbert fosse stato un cattivo fratello - era stato molto più di ciò che Vincent avrebbe mai potuto desiderare -, ma non lo aveva mai stretto in un abbraccio quando l'altro era stato sul punto di spezzarsi, o gli aveva sorriso e ringraziato quando aveva cercato di proteggerlo. E allora Vincent aveva compreso il motivo di tutte le parole non dette, i gesti mai compiuti e le intere giornate trascorse ad essere evitato quando tentava di avvicinarglisi.

Mi odi, Gilbert. Mi hai sempre odiato. Era troppo chiederti di lasciarmi in quel sudicio vicolo, e andartene per la tua strada?

Gilbert lo odiava. E senza Gilbert, Vincent non aveva ragione d'esistere: erano sempre stati il bianco e il nero, la luce e il buio, due facce della stessa medaglia.
Quando lo incrociava nei corridoi a malapena si salutavano, oramai - Vincent era semplicemente arrivato alla conclusione che Gilbert si vergognasse di farsi vedere in giro con un figlio del diavolo.
Aveva dovuto resistere innumerevoli volte alla tentazione, di certo poco nobiliare, di afferrare la pistola e sparare al Cappellaio quando gironzolava attorno al suo Gil, guardando il suo corpo troppo a lungo sopravvissuto cadere a terra, i capelli bianchi sporchi di rosso.
Che cos'aveva quel pagliaccio che lui non aveva?, si era chiesto una sera, gli occhi che percorrevano le crepe dell'intonaco sul soffitto ed un braccio poggiato sulla fronte. Non ci aveva messo molto a capire - gli era bastato prendere i ricordi di tutti i momenti passati con il maggiore e metterli a confronto con le volte in cui lo aveva visto con l'albino. Una cosa era subito risaltata: il sorriso sul volto di Gilbert, inesistente quando si trovava con lui. Si era voltato su un fianco ridendo, mentre una goccia cristallina gli bagnava le ciglia scivolandogli lungo il viso. Dopotutto, come poteva aspettarsi che Gilbert passasse più tempo con lui che con Xerxes, se era il primo a non renderlo felice?

So solo distruggere tutto ciò che tocco.

Il dolore, la rabbia, la gelosia, i sorrisi falsi, si erano accumulati in tutti quegli anni, senza trovare alcuna valvola di sfogo a parte l'affondare le lame delle forbici nella stoffa dei cuscini e dei pupazzi. Urlava ma rimaneva in silenzio, piangeva nonostante ridesse. Aveva smesso da tempo di vivere, eppure il suo cuore continuava a battere.

Che altro dovrei fare? Mi stai chiedendo troppo, senza che tu te ne renda conto.

Aveva pensato più volte di suicidarsi - Gilbert magari inizialmente ne sarebbe stato addolorato, ma più tardi, con l'aiuto dei propri amici, l'avrebbe superato con facilità.

E se...

Ma se in quel modo avesse creato solo più problemi a Gil? Se la sua morte avesse aggravato la situazione, senza risolvere nulla?
Ed era stato allora che la soluzione gli si era presentata, con distacco, davanti agli occhi.

...se cancellassi la mia esistenza?

Semplice, estremamente chiara nella sua freddezza. Sarebbe stata una cosa veloce, non avrebbe sentito nulla, e in pochi secondi la sua nascita sarebbe stata eliminata.
Per una volta nella vita, avrebbe avuto l'opportunità di far felice Gilbert.
 
 
 
 
 
 
 
 
Per una volta, Gil sorriderà grazie a me.
  
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