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Autore: Stella_Potter394    13/03/2016    2 recensioni
"[...] E mentre guardava gli occhi di colui di cui si era innamorato, quegli occhi pieni di calore, amore e dolcezza, che ormai erano diventati il suo porto sicuro già da prima che si sposassero, trovò quel coraggio di cui aveva un disperato bisogno e, così, disse quella frase che avrebbe reso tutto più reale. -Abbiamo deciso di adottare un bambino.-"
Piccola storia Malec ambientata dopo gli avvenimenti di Città del fuoco celeste. Se siete in vena di leggere, o anche solo perchè vi facciamo pietà, entrate e (Per Favore!) lasciate una piccola recensione!
(Accenni Sizzy e Clace.)
Stella!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia Rò (Dreamer_Rob245), senza la quale non avrei pubblicato niente e che ha sopportato tutte le mie paranoie non mandandomi a quel paesino piccino picciò. Ti voglio bene, sorellona! -M

 

 

 

UN MOMENTO PERFETTO.

 

Din din din.

Il tintinnio provocato dalla forchetta che toccava ripetutamente la superficie di vetro del bicchiere spense il chiacchiericcio che si era propagato nella stanza. Tutta l'attenzione fu calamitata da un giovane uomo, con dei corti capelli corvini e degli zaffiri come occhi, che si era appena alzato.
<< Allora... ehm... innanzitutto, vi dico che non sono bravo con i discorsi, quella è una specialità di Magnus, quindi abbiate pazienza. Inoltre, vi vorremmo ringraziare per essere qui con noi oggi. >> disse tutto d'un fiato, il ragazzo.
<< Dovere, Fratello>> rispose Jace, accompagnando la frase con un saluto militare. Il suddetto soggetto era comodamente seduto, anzi, spaparanzato al fianco di Clary.
<< Shh. Non interrompere il mio fiorellino, riccioli d'oro.>> lo rimbeccò il Sommo Stregone di Brooklyn, gli occhi da gatto che racchiudevano una velata minaccia.
<< Altrimenti che mi fai? >> continuò il ragazzo con strafottenza.
<< Ti faccio seguire, giorno e notte, da due anatre. >> ribatté con noncuranza lo stregone.
A quelle parole, Jace, sbiancò e richiuse la bocca, come a sottolineare il suo silenzio, mentre gli altri si misero a ridere.
<< Dai, ragazzi facciamo parlare il povero Alec. >> disse, riprendendosi, Simon al fianco di Isabelle, più sorridente che mai.
<< Sì, ecco, grazie Simon... ecco, io e Magnus dopo averne parlato a lungo- >>
<< Molto, molto a lungo. >> lo interruppe, precisando, lo stregone.
<< Va bene. Dopo averne parlato molto, molto a lungo. >> e qui, Alec, scoccò un'occhiata a Magnus. << Abbiamo deciso di... ecco... >> si interruppe cercando di prendere coraggio, e guardò tutti i presenti. C'erano Izzy e Simon, mano nella mano, felici come mai lo erano stati nella loro vita; Clary e il suo parabatai, Jace, ormai divenuti i nuovi signori Herondale; Jocelyn e Luke; Catarina Loss, con lo stesso aspetto giovanile di sempre, felicissima per il suo amico di vecchia data. Alec aveva imparato a conoscerla, era davvero una bella persona e oramai ci si era affezionato. E infine c'era sua madre, Maryse. Ella ormai aveva approvato il rapporto del suo primogenito con lo stregone e cercava sempre di trasmettergli il suo sostegno, cosa che non faceva suo padre, Robert, che non aveva accettato nemmeno di venire a quella cena a casa di Magnus. A quel pensiero si rattristì un po' ma subito scacciò la tristezza appena sentì la mano del suo stregone appoggiarsi sulla sua e stringerla un po'. E mentre guardava gli occhi di colui di cui si era innamorato, quegli occhi pieni di calore, amore e dolcezza, che ormai erano diventati il suo porto sicuro già da prima che si sposassero, trovò quel coraggio di cui aveva un disperato bisogno e, così, disse quella frase che avrebbe reso tutto più reale. << Abbiamo deciso di adottare un bambino. >>
Dopo quel che aveva detto, gli ospiti si presero un po' di tempo per metabolizzare le sue parole, cosa che fece ridacchiare Magnus, e, quando ci riuscirono, tutti, compresa Maryse, che era sempre composta e altera, proruppero in esclamazioni euforiche. Izzy si lanciò letteralmente nelle braccia del fratello dicendo che era felicissima per lui e che sarebbe stata una madrina perfetta per il nuovo arrivato o arrivata e, mentre lo Shadowhunter rideva sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Jace.
<< Congratulazioni, Alec. >> disse con un sincero sorriso di felicità per il suo parabatai. << Ovviamente sceglierai me come padrino, giusto? >> continuò in tono baldanzoso.
<< No. Mai e poi mai! Non sia mai che mio figlio diventi un biondo ossigenato pieno di sé con la paura delle anatre. Per carità, potrei morirne! >> s'intromise Magnus, il cui volto era una maschera d'orrore ma si vedeva che era divertito, e forse anche un po' emozionato, da tutta quella situazione.
Izzy, che si era ormai staccata dal fratello, rise di gusto, come tutti del resto, guadagnandosi un'occhiataccia dal suo adorato fratellone biondo. Ben presto, quando gli altri si furono congratulati con i due quasi genitori, si cominciarono a fare progetti su come avrebbero viziato il loro nipotino, e a fare domande, tante, del tipo: “sarà un maschietto o una femminuccia?” o “avrà sangue di Shadowhunters nelle vene o sarà uno stregone?” o ancora “Chi sarà la madrina? Io sono sempre disponibile!” oppure “Quando ve lo affideranno? Insomma io devo essere pronta, sono la nonna!” e altre a cui Magnus e Alec, sinceramente non sapevano che rispondere. Tutto quello che i due ragazzi sapevano era che amavano già quel bambino di cui ancora non sapevano niente, e che se anche fosse stato uno stregone o uno shadowhunter, loro lo avrebbero amato, accogliendolo nella loro famiglia con tutto l'amore che avevano da offrire. E, mentre gli altri continuavano a fare progetti, la mano di Alec trovò quella del suo sposo e la strinse forte, venendo ricambiato immediatamente, ammirando la felicità e la gioia di quel momento.


Due settimane dopo.
L'odore del caffè svegliò Magnus quel mercoledì, che, con il sorriso sulle labbra, si diresse in cucina dove sapeva già cosa avrebbe trovato: Alexander, il suo maritino (adorava sottolinearlo!), che trafficava con quella dannata macchina, alla quale lui proprio non piaceva (e la cosa era reciproca, ovviamente.), per preparare il primo caffè della giornata. E infatti quello che aveva immaginato si rivelò, ovviamente, realtà. Il suo fiorellino era lì, bello come il sole, anzi, di più, ed era tutto suo. E lo amava ogni giorno di più.
Visto che era di spalle, Magnus, con passo felpato gli si avvicinò fino a cingergli delicatamente la vita con le braccia e appoggiare la testa in mezzo alle sue spalle, dove sospirò, in pace col mondo.
<< Buongiorno, Magnus >> disse Alec, con una sfumatura dolce nella voce, mentre metteva le mani a coppa sulle sue.
<< Buongiorno mio sexy e bel maritino. >> rispose Magnus senza avere la minima intenzione di staccarsi da quella posizione. Adorava abbracciare Alexander.
Passarono dei minuti, nei quali ognuno dei due si beò del calore corporeo dell'altro, senza dire una sola parola, finché Alec non decise di rompere quella bolla di perfezione in cui erano stati trasportati: << Magnus, se vuoi il caffè ti conviene lasciarmi. >> disse, anche se lui non fece niente per allontanarsi.
<< Va bene, >> disse lo stregone, << ma prima mi devi un bacio! >> continuò con un sorriso malandrino che il più piccolo non poteva vedere, anche se se lo immaginava perfettamente. Così, Alec si girò nell'abbraccio del ragazzo dagli occhi da gatto e, quando ci riuscì, si abbassò e lo baciò dolcemente. << Mm... questo sì che è un buongiorno! >> mormorò, ancora ad occhi chiusi, Magnus.
A quell'affermazione Alec ridacchiò e tornò, dopo che il suo dolce maritino l'ebbe lasciato, a concentrarsi sulla loro colazione, mentre Magnus si andava a sedere, a gambe incrociate, sulla sedia accanto al tavolino, i bellissimi occhi attenti a seguire, come ipnotizzati, ogni singolo movimento del suo Alexander.
<< Che programmi hai oggi? Sai potremmo andare in quel posto di cui ti ho parlato ieri. >> propose il Sommo Stregone.
<< Magnus, mi dispiace, ma ho promesso a Jace che ci saremmo allenati insieme oggi, lo sai che in questi giorni sto rimandando sempre. La cosa che più mi dispiace è che sono passate due settimane dal nostro annuncio e per adesso nessuno ci ha ancora chiamati per darci delle belle notizie, ma solo porte in faccia. >> ribatté demoralizzato lo Shadowhunter.
Allo stregone dispiacque vederlo così ma non poteva dargli torto. Da quando avevano deciso di adottare un bambino avevano ricevuto solo dei falsi sorrisi e delle false speranze. << Non ci considerano all'altezza. Pensano che siamo sbagliati per crescere un bambino. >> continuò a dire il giovane.
A quelle parole Magnus balzò in piedi, non poteva permettere che il suo fiorellino si facesse del male, e gli racchiuse il viso tra le mani.
<< Non devi nemmeno pensarle queste cose. Quelli che le pensano sono persone che non sanno cosa sia l'amore. >> disse incatenando i suoi occhi a quelli di Alec. << L'amore è una cosa purissima che ha tante forme, ognuna di esse bellissima. E il nostro amore, Alexander, è grande e puro e nessuna parola detta da un qualsiasi soggetto con una mente retrograda e primitiva potrà impedirmi di avere la mia felicità, che è con te e con quella piccola creatura che ci starà aspettando da qualche parte. >> disse deciso asciugando una lacrima sfuggita al controllo del cacciatore.
<< Ti amo Magnus. >> rispose semplicemente il ragazzo.
<< Ti amo anch'io, Alexander. >> e lo baciò. Un bacio pieno d'amore che venne, purtroppo, presto interrotto dal telefono di Alec, che, con uno sbuffo, lo prese. Era Jace.
<< Dove diavolo sei finito?! ti sto aspettando da almeno mezz'ora. >> gli sbraitò contro il suo parabatai senza nemmeno fargli aprire bocca. Magnus, che ovviamente aveva sentito tutto (e come avrebbe potuto non farlo? La voce del biondino era perfettamente udibile in tutte le sue tonalità alte!), alzò un sopracciglio, stizzito dall'interruzione.
<< Sto arrivando, non urlare, porca vacca! >> sbuffò il ragazzo dagli occhi azzurri. Quando ebbe riattaccato si precipitò in camera, dove si vestì in meno di cinque minuti, ritornò in cucina, baciò un Magnus che si stava bevendo il suo meritato caffè in tutta tranquillità e scappò via urlando qualcosa come “ci vediamo stasera!” sbattendosi poi la porta alle spalle.
Il ragazzo continuò a sorseggiare il suo caffè gustandosi quel silenzio, che venne squarciato dalla suoneria del suo cellulare.
<< CHI OSA DISTURBARMI A QUEST'ORA DEL MATTINO?! >> rispose come di consueto.
<< Magnus, piantala di fare il deficiente! >> rispose una Catarina Loss piuttosto nervosa.
<< Oh, Catarina, le tue dolci parole sono musica per le mie orecchie. Cosa posso fare per te, cara? >> disse, per nulla intimorito dal malumore dell'amica.
<< Sono in ospedale, devi raggiungermi ora. E' una cosa importante. >> rispose in fretta la ragazza.
<< Cosa è successo? Non farmi preoccupare! >> lo stregone aveva ormai cambiano il tono scherzoso con uno serio, mentre già si era trasferito in camera sua per cominciare a prepararsi in tutta fretta.
<< MAGNUS MUOVITI. Non lo ripeterò di nuovo. Fa' in fretta, che non so come comportarmi. >> e, detto questo, riagganciò, lasciando un Magnus in preda all'ansia.
***
In meno di quindici minuti, il ragazzo, era arrivato in ospedale dove adesso stava cercando Catarina. La individuò che stava d'avanti ad uno sgabuzzino girando la testa più volte per cercare qualcuno che suppose essere lui. Quando lo individuò, la stregona non gli fece neanche aprir bocca, gli agguantò il polso e se lo strattonò nella sua direzione cominciando poi a camminare molto velocemente, non rispondendo a nessuna delle domande dell'altro. Arrivarono all'ufficio di un certo “Dr. Mayer” che, suppose, non sapeva dell'intrusione dell'infermiera.
<< Per Lilith, ma si può sapere cosa diamine sta succedendo? >> urlò lo stregone, ormai al limite della pazienza, una volta che lei l'ebbe lasciato andare.
La ragazza lo guardò negli occhi e poi sospirò. << ieri sera, mentre ero di turno, è arrivata una ragazza molto esile, una diciottenne, anche se non li dimostrava i suoi anni, che era ormai giunta al limite della sua gravidanza. >> cominciò a spiegare. << l'abbiamo subito portata in sala parto dove è andato tutto liscio fino a che non ho visto la bambina. >> si fermò un attimo, come se stesse rivivendo la scena. Magnus la guardava con ansia, non sapendo, però, il perché. << ho arrestato subito il tempo, per pochissimi istanti, giusto il necessario per farle un piccolo incantesimo per non allarmare tutti. Quando il tempo ha ricominciato a scorrere tutto è tornato normale e mentre una mia collega si occupava di vedere se la piccola fosse in salute, la ragazza mi ha fatta avvicinare chiedendomi di prendermi cura di lei e... poi il suo cuore si è fermato. Non c'è stato nulla da fare per rianimarla. >> concluse in un sussurro.
<< Ca... Catarina, >> Magnus aveva la gola secca. << quando dici che hai dovuto fare un incantesimo sulla bambina, intendi dire che... >> non finì la frase, non ci riuscì.
<< Sì, Magnus, intendo dire che è una stregona. La ragazza non deve aver sopportato né la gravidanza né il parto e adesso la piccola è sola. Quello che mi spaventa di più è il fatto che questa creatura venga adottata da mondani. Potrebbero abbandonarla o ucciderla se scoprissero la verità. Non sapevo cosa fare, così ho pensato di chiamarti. >> completò Catarina, facendo un sospiro tremulo.
In quel momento si sentì il pianto di un bambino e, solo ora, lo stregone si accorse di una culla posta davanti alla scrivania. Catarina ci si avvicinò in fretta e prese un piccolo fagotto rosa tra le braccia, cullandolo, facendo così calmare il pianto. Avvicinandosi, Magnus, vide la bambina più bella che avesse mai visto. Aveva un accenno di capelli scuri, un adorabile nasino arricciato, delle guanciotte tenere che avrebbero fatto venir voglia a chiunque di accarezzarle e un piccolo sorrisino sulle labbra. L'unica cosa che la distingueva dagli altri neonati erano due piccoli rigonfiamenti ai lati della fronte dove poi sarebbero cresciute le corna. Lo stregone, come attratto da una forza inspiegabile, mise il dito nella sua manina paffuta e lei glielo strinse forte mentre il cuore di Magnus aveva già preso la via di non ritorno. Si era letteralmente innamorato di quella creaturina dolce ed indifesa.
<< E' già venuto l'assistente sociale? >> chiese Magnus, non staccando gli occhi da quel piccolo miracolo.
<< No, per adesso no. Ma temo che arriverà in fretta e noi non possiamo farle un incantesimo duraturo. Ho paura per lei, Magnus. >> ammise Catarina.
<< Chiamo Alexander. >>

***
<< Allora? Ancora niente con la questione dell'adozione? >> Chiese Jace, affondando un colpo, parato abilmente da Alec.
<< No, sai come vanno queste cose. Inoltre nessun orfanotrofio di Shadowhunters vuole concedere un futuro cacciatore ad una coppia gay, formata oltretutto da uno stregone. >> rispose con difficoltà il ragazzo dagli occhi blu.
Alec fece pressione con il fioretto fino a far fare a Jace un saltello all'indietro. Si misero in guardia, aspettando l'attacco dell'altro. I due avevano appena finito di allenarsi e ora stavano tirando di scherma giusto per passare il tempo, visto che non erano potuti andare a caccia poiché dovevano rimanere a guardia dell'Istituto. Izzy, infatti, era andata con Clary a scegliere il vestito da sposa e Simon era da qualche parte, probabilmente a fare cose da mondano.
<< Alec, lo sai come sono gli Shadowhunters: hanno una mentalità chiusa e non accettano il nuovo. Ma vedrai che un giorno avrete il vostro bambino, inoltre io voglio fare il padrino!>> disse il biondo compiendo un'affondo perfetto, e infatti Alec si ritrovò con la punta del fioretto alla gola. << Touchè. >> continuò con un sorriso sghembo, e con un movimento fulmineo la ritirò.
<< Si, lo spero. Comunque per fare il padrino dovrai convincere Magnus e lo sai che è irremovibile quando vuole. >> gli disse Alec, andando a bere un sorso d'acqua e lanciando il fioretto da qualche parte dietro la panca. Poi sbuffò. << Odio duellare con te. >> proruppe in tono lamentoso.
<< Scusami se sono più bravo di te. Se vuoi ti do la rivincita. Andiamo, Lightwood! Fammi vedere cosa sai fare davvero. Oppure hai paura? >> lo provocò il biondo. Alec, colpito nell'orgoglio, riprese la spada e si mise in guardia, seguito subito dal suo parabatai. Una luce determinata era appena comparsa nei suoi occhi blu.
Jace puntò il fioretto contro Alec che si ritrasse, due passi veloci, e, quando fu abbastanza lontano, affondò con la spada tesa in avanti. Jace schivò a sinistra, girò su se stesso e colpì dal basso, sfregando la lama con quella di Alec. Per tenere fermo il fioretto di Jace, il cacciatore dovette usare tutta la sua forza, riuscendo però a bloccare l'avversario. Alla fine, Jace cedette e arretrò. Fece una finta a destra e subito dopo fece guizzare la punta della spada in un arco stretto per tentare di superare le difese del suo parabatai. Alec, però, con un movimento veloce riuscì a fare punto, facendosi largo tra i rimanenti pezzi della difesa dell'amico. << Touchè. >> cantilenò il giovane dagli occhi azzurri.
<< Non è finita. Si arriva a due. >> continuò, cocciuto, Jace che non diede tempo ad Alec di godersi la vittoria poiché si lanciò di nuovo all'attacco. Alec alzò la spada e ruotò il polso parando tre colpi di seguito, prima che Jace arretrasse di nuovo, poi scattò in avanti affondando prima a destra e poi a sinistra e infine contro le costole del biondo. Si ritrasse e subito dopo attaccò di nuovo, affondando la punta nella pancia di Jace.
<< Morto. >> disse il Lightwood. << Due volte. >> rimbeccò la dose, sorridendo divertito.
Jace rise, anche se si vedeva che era innervosito da quella sconfitta. << Non mi aspettavo che tu facessi la doppia croce*, mossa astuta. >> disse riconoscendo la bravura dell'altro.
In quel momento suonò il cellulare di Alec che subito lo prese, con ancora un sorrisino soddisfatto a pennellargli le labbra.
<< Hey, Magnus! Non sai cosa ho- come? Perché? >> Jace osservò come sul volto dell'amico forse apparsa un espressione dubbiosa e preoccupata. << Va bene, arrivo subito. >> e richiuse la chiamata.
<< Cosa voleva il tuo dolce maritino? >>.
<< Ha detto che devo raggiungerlo in ospedale. Deve parlarmi di una cosa importante.>>
<< Okay, allora andiamo. >> disse Jace, non volendo lasciare solo suo fratello.

***
I ragazzi ci misero trenta minuti netti per arrivare all'ospedale e dieci minuti per trovare Magnus. Quando lo trovarono si stupirono di vederlo in quella stanza: lo stregone era nella nursey e, dalla finestra vicino alla porta, i due potettero vederlo mentre, di profilo, teneva tra le braccia un piccolo fagotto rosa guardandolo con uno sguardo incantato mentre lo cullava. Alec non ci pensò due volte: entrò silenziosamente nella stanza per non svegliare i bambini e si avvicinò al suo stregone che, sentita la porta aprirsi, si era voltato lentamente nella sua direzione.
<< Hey. >> spezzò il silenzio il maggiore.
<< Ciao, cosa ci fai qui con un bambino in braccio? >> chiese Alec cercando di non apparire troppo sorpreso.
<< Bambina. >> lo corresse prontamente, abbassando gli occhi sulla piccola. << E' nata stanotte. Precisamente tra le 2 e le 4 del mattino. >> disse con un piccolo sorriso. Alec allora si avvicinò a quella coppia strana ma dolcissima e trovò degli occhi azzurri ad aspettarlo. Si avvicinò istintivamente, accarezzandole la piccola guancia paffuta. La trovò incredibilmente morbida ed ormai era stato stregato da quegli occhi così innocenti e bellissimi. Poi, mentre era in contemplazione di quel visino dolcissimo, i suoi di occhi furono calamitati da due particolari: due piccoli rigonfiamenti ai lati della fronte.
<< Sì, fiorellino, è una stregona. >> rispose Magnus, capendo subito cosa aveva appena pensato il suo Shadowhunter. << La madre purtroppo è morta dopo averla data alla luce, per fortuna era di turno Catarina, altrimenti non so cosa le avrebbero fatto.>> continuò.
<< Io... non so cosa dire... >> disse il ragazzo dagli occhi blu. << E' così piccola... Magnus ora cosa le succederà? >> chiese il ragazzo, preoccupato per quella bambina che, come era successo a suo marito, lo aveva incantato.
<< Adesso verrà un assistente sociale che le cercherà una famiglia, ma tu sai che appena l'effetto dell'incantesimo di Catarina si esaurirà tutti vedranno quel segno distintivo e, spaventati, potrebbero ucciderla o, peggio, la sottoporrebbero a esperimenti. Alec... appena ho visto questa bambina ho sentito un legame forte e so che anche tu lo hai sentito. Non so spiegarlo ma...è come se questa bambina fosse stata destinata a noi. Alexander, creiamo la nostra famiglia. Con lei. >> concluse con un sorriso timoroso: aveva paura di ricevere una risposta negativa.
<< Ma- Magnus... io... >> il suo sguardo fu calamitato dalla manina paffuta della bambina che aveva agguantato il suo indice, stringendolo forte forte a sé, mentre lo guardava con una dolcezza inimmaginabile. Involontariamente, un sorriso intenerito increspò le labbra del cacciatore che si ritrovò ad annuire, ancora troppo intento a contemplarla. << Si. >> un flebile sussurro è quello che uscì dalle sue labbra.
Lo stregone sorrise, felice di quella risposta, e si avvicino ad Alexander per catturare le sue labbra in un piccolo bacio pieno d'amore.

***
<< Dai, ti prego Fiorellino, mettiti la cravatta con i lustrini magenta. E' perfetta con questa giacca! >>
<< Non è il mio genere e lo sai anche tu, perchè vuoi costringermi oggi? >>
<< Perché è un giorno speciale! E tu devi essere impeccabile. Uh! Che ne dici di questa giacca gialla? Dietro c'è anche una bellissima scritta! >>.
Le soavi voci dei signori Lightwood-Bane, svegliarono tutto il condominio, quel sabato. Il motivo? Era da quando si erano svegliati che lo stregone non faceva altro che proporre outfit a dir poco abominevoli a suo marito, come era evidente che il cacciatore, dopo un primo momento di stordimento, rifiutasse categoricamente ogni proposta.
<< Magnus, non mi metterò una giacca con su scritto “Toccami il didietro, non te ne pentirai! ”. >> rispose un Alexander Gideon Lightwood scioccato.
<< Uhm, forse hai ragione... insomma, solo io posso toccare la mercanzia. >> rispose lo stregone dopo averci pensato un po' su, tornando subito dopo a svuotare il suo armadio.
A quel punto Alec, che ormai era pronto per uscire, decise di intervenire. Appoggiò il Presidente Miao, che fino ad ora era stato sulle sue gambe a godersi le sue coccole giornaliere, a terra e andò a richiudere l'armadio dove stava trafficando un Magnus borbottante qualcosa come “forse, se ti mettessi un eyeliner glitterato appariresti molto più alla moda!” a cui lo Shadowhunter non diede risposta.
<< Magnus, siamo pronti, finiscila di mettere tutta la stanza in disordine. >> disse Alec con tono paziente, come se stesse parlando con un bambino di due anni.
Lo stregone sospirò e poi, dopo aver schioccato le dita, rimettendo al suo legittimo posto ogni cosa, tornò a guardare suo marito. << Scusami. >> proruppe imbronciato. << E' che voglio che tutto sia perfetto! Insomma, e se poi non ce l'affidassero più? Potrei mettere sottosopra il mondo! >>
Alec si stupì così tanto che per un po' non seppe che rispondere. Il suo Magnus si era sempre dimostrato un tipo che soffoca le sue paure piuttosto che ammetterle ad alta voce, uno che anche nei momenti più seri era in grado di fare battutine piene di amara ironia. Con quelle parole si stava aprendo molto, stava rivelando un pezzo di sé che cercava sempre di uscire, uno che diceva sempre: “Non voglio più perdere le persone a cui tengo. Anche io ho diritto di avere la mia felicità.” ma che poi veniva ghiacciato dalla secchiata d'acqua congelata che erano gli avvenimenti.
<< Non succederà. Gli assistenti sociali hanno affidato la bambina a noi e da oggi sarà nostra figlia. Ufficialmente. Potremmo portarla casa, farla giocare con il Presidente Miao e crescerla, amarla. Dobbiamo solo cercare di ricordarci di respirare quando ce la daranno e di non lasciarla troppo tempo sola con la zia Izzy e lo zio Jace. >> cercò di farlo ridere, riuscendoci, il cacciatore.
<< Potremmo anche darle un pupazzo a forma d'anatra. Lo zio Jace non le si avvicinerebbe nemmeno. >> replicò Magnus, con un sorriso furbo, facendo ridacchiare l'altro che, dopo che esser ritornato serio, si abbassò per lambire dolcemente le labbra del suo stregone.
<< Andiamo. >>.

Un mese dopo.
<< Magnus, sono a casa! >> annunciò un ragazzo dagli incredibili occhi cerulei che, non avendo ricevuto nessuna risposta, si accigliò non poco.
Il loft era immerso nel silenzio e il cacciatore si chiese dove fossero tutti. Arrivò nel salotto dove vide solo il Presidente Miao acciambellato sul divano. Continuò il suo percorso fino ad arrivare alla sua camera da letto dove si arrestò sulla porta a contemplare quell'immagine dolcissima: il suo Magnus si era addormentato sul fianco con le gambe quasi raccolte al petto, un braccio sotto la testa e l'altro dietro al corpo di una piccola creaturina con un ditino in bocca, profondamente addormentata. Alec pensò che non esistesse niente di più dolce di suo marito e di sua figlia insieme. Si staccò dalla porta facendo il meno rumore possibile (avrebbe dovuto disegnarsi una runa del silenzio, accidenti!) fino ad arrivare alla sponda del letto dove dormiva la sua bambina, e si chinò a baciarle delicatamente la tempia. Sporgendosi un po' baciò anche la guancia del suo stregone che, dopo aver aggrottato la fronte e arricciato il naso, aprì lentamente le palpebre rivelando due assonnati occhi verde-oro.
<< Ciao. >> Mormorò Alec, sistemandosi dietro la bambina dopo essersi tolto le scarpe, il cappotto e le armi.
<< Ciao, sei qui da molto? >> rispose lo stregone, sfregandosi un occhio con la mano.
<< No, sono appena arrivato. >> bisbigliò il cacciatore, impegnato ad accarezzare la manina della piccola.
<< Volevo aspettarti, solo che Chrystal non mi ha dato tregua e quando, finalmente aggiungerei, sono riuscito a farla addormentare io ero così stanco. >> sospirò lo stregone osservando la loro cucciolotta.
Chrystal. Il nome designato per la loro piccola era Chrystal, Alec si ricordò, ridacchiando fra sé e sé, la frase di Magnus per giustificare il nome: “Ma Alec, Chrystal è perfetto per lei! Insomma è mia figlia e questo già dovrebbe farti capire che è luccicante quanto, o più, di tutti i miei glitter, inoltre ha quegli occhietti azzurri che risplendono come cristalli!!” e si ricordò anche di aver capitolato perché, in fondo, quel nome sembrava adatto al loro piccolo cristallo.
<< Non fa nulla. >> ribatté in tono pacato. << Adoro vedervi dormire insieme. Mi trasmettete un senso di pace che non ho mai percepito. >>.
Lo stregone si finse offeso. << Questo vuol dire che io non ti ho mai trasmesso pace? Mi hai sostituito con lei? >> continuò ridacchiando e indicando Chrystal che dormiva beata.
<< Mm... forse. >> ribatté il Lightwood con un sorriso da bambino cattivo cominciando a giocare con la mano del marito, sospirando stremato.
<< Fiorellino, mi sembri stanco. Giornata dura? >> chiese Magnus addolcendo il tono di voce e prendendo ad accarezzargli i capelli mentre l'altro si lasciava coccolare dopo aver chiuso gli occhi.
<< Si, un po'. Ma ora sono qui con la mia famiglia. >> aprì gli occhi di scatto e li puntò sull'uomo che amava. << Grazie, Magnus. >>
Il nascosto aggrottò le sopracciglia. << Per cosa? >> chiese guardandolo incuriosito.
<< Per tutto. Per avermi notato a quella festa, per aver accettato di uscire con me, per aver risposto di sì alla mia proposta di matrimonio, per avermi fatto capire che l'amore non ha età e che ognuno di noi è perfetto così com'è. Per aver scelto me, tra tanti. Grazie per avermi dato una famiglia tutta mia e anche solo per il semplice fatto di amarmi. Non te lo dico spesso ma... Aku Cinta Kamu, Magnus. >> Così detto, si addormentò di schianto.
Il cuore dello stregone per poco non scoppiò e restò in contemplazione di quel viso ormai così familiare, di colui che lo aveva salvato da una vita spenta, di colui che adesso chiamava “suo marito”, e di colui che amava ogni giorno di più.
<< Aku Cinta Kamu, Alexander. >> bisbigliò.
Nella mente dello stregone quel momento fu catalogato come "Perfetto".

 

 

 

 

 


* = una mossa della scherma. Spazio Autrici (se così possono essere chiamate...):
Allora... ehm... sì, ci siamo. Siamo di nuovo noi e questa volta siamo tornate con una Malec. Non sappiamo cosa ne pensiate voi ma questa è la nostra OTP! sono così fluffosi *-*!!
Comunque, speriamo che la nostra Shot vi sia piaciuta e che lasciate una piccolissima recensione (anche solo per scrivere "La grammatica fa schifo" o "Non mi piace" ecc ecc. Le critiche servono a migliorare *fanno le sagge*.)
A presto, Stella! *salutano facendo ciao-ciao con le manine*
P.S: Pensavamo, se la storia vi piace e se lo vorrete, di fare una raccolta di One Shot (o anche Flashfic) sulla vita dei nostri amorini con la piccola Chrystal, voi cosa ne dite?

Stella*
   
 
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