"Creatura quanto mai strana è l'uomo: insaziabile, sempre inappagato, irrequieto, mai in pace con Dio o con se stesso, di giorno tende senza posa a inutili mete, di notte si abbandona a un'orgia di desideri proibiti e malvagi."
Prologo.
Arte, memoria eterna,
senza pretese
né richiesta alcuna.
Moriranno i secoli, non la luna:
Amore al pari degli dèi ci rese.
Ero frastornato da ciò che erano in grado di fare: ciò che chiamiamo arte.
Eufemismo: quelle quattro lettere mai basteranno a render giustizia a coloro che amarono a tal punto da spingersi al di là di ogni limite umano, coloro che seppero render persino più bello ciò che appartiene al Creato, coloro che mai poterono gridare a voce alta il nostro comun peccato.
Spaventati dal nostro gioire,
il mondo a farsi beffe;
con la paura costante
che la pace in noi dovesse morire.
Avrei sempre voluto gridare al mondo intero cosa significhi amore, e che non fa male soffrire nell’ardore e nel trasporto, perché Dio è più vicino a chi cerca irrequieto il proprio motivo d’esistere – spaventato da ciò che prova ed incapace di liberarsene – piuttosto che a chi, condannando il diverso, pratica odio.
il mondo a farsi beffe;
con la paura costante
che la pace in noi dovesse morire.
Dolceamaro, il nostro peccato;
così inevitabile,
eppur sempre insaziabile.
A tormentarci senza risposte, non eravamo altro che sogni dimenticati, segreti bruciati, ansie ossessive.così inevitabile,
eppur sempre insaziabile.
Io ero una parete ancora da affrescare, di un bianco accecante senz’anima né spessore.
Poi incontrai i colori primari della mia vita: tre uomini dall’inventiva fuori dal comune, dalle capacità quasi soprannaturali. Eppure, nonostante le differenze, le loro parole e i loro gesti – i loro sentimenti – erano un qualcosa di così umano che frastorna.
Fuoco vivo, arse la passione;
è qui che consumai la mia punizione.
Amavano. E nessuno sapeva, nessuno ci pensava, che l’arte non è fatta solo di bei colori e grandi capacità, ma anche, e soprattutto, d’amore.è qui che consumai la mia punizione.
Amavo. E li protessi, con l’unico modo rimastomi: gli regalai la vita, in cambio della consapevolezza che i loro nomi sarebbero durati in eterno.
Finii per gridare al mondo il mio dolore tormentato, il fuoco come carnefice e compagno, senza alcuna grazia nello spirito o nel cuore.
Morii.
Spazio autrice:
Questa è la storia di un amore proibito per l'arte - e gli artisti - ambientata a Firenze ieri, ma che a volte sembra essere ambientata in qualche parte del mondo oggi. È un'idea antichissima che mi dispiaceva lasciar morire, quindi eccola qua.
Grazie per esservi fermati a leggere.
Ann.
Questa è la storia di un amore proibito per l'arte - e gli artisti - ambientata a Firenze ieri, ma che a volte sembra essere ambientata in qualche parte del mondo oggi. È un'idea antichissima che mi dispiaceva lasciar morire, quindi eccola qua.
Grazie per esservi fermati a leggere.
Ann.