[Scusate, scusate, scusate per l'immenso ritardo con il quale mi ritrovo ad aggionare questa long. Come ho scritto nelle note finali allo scorso capitolo, il periodo natalizio e quello subito successivo hanno assorbito totalmente il mio tempo e quelli appena trascorsi sono stati due mesetti piuttosto pieni e intricati – tra l'altro, l'ispirazione nel frattempo era andata a farsi benedire LOL. Detto ciò, spero che non vi siate dimenticati dei miei bimbi (T.T). E niente, bando alle ciance, vi lascio al capitolo!]
Aftertaste.
Capitolo V.
Shadow Preachers.
[Maggio 2015.]
"You make me wanna
love, hate, cry, take,
every part of you.
You make me wanna
scream, burn, touch, learn
every part of you."
{mercoledì 13 maggio 2015,
Londra, pochi minuti alle
11:00 PM}
Quando
Harry Styles mette
nuovamente piede su suolo inglese, l'erba e l'asfalto sono ancora
umidi per la pioggia che è caduta durante la notte.
Nell'aria c'è
una certa elettricità e il cielo è grigio e
carico di nembi scuri,
nonostante l'inverno sia formalmente terminato.
La casa di Kensington è fredda
e impolverata ed Harry vorrebbe tantissimo essere altrove, ma
è
deciso a rivalutare quell'appartamento e a provare a sentirlo un po'
più suo. Sua madre Anne è in
vacanza con Robin in
Cornovaglia e Harry non andrà a trovarli nella loro
accogliente casa
a Greenwich, non dormirà tra le lenzuola pulite che sanno di
lavanda
e non mangerà i dolci di Anne; non passerà una
giornata intera con
lei, in salotto, tutti e due in pigiama - come quando era un bambino
e c'era anche Gemma - a bere tè al lampone e a guardare
vecchi film
in bianco e nero; non guarderà il sole tramontare dietro gli
alberi
del piccolo giardino, le candele accese in corridoio e un pasticcio
nel forno. Rimpiange quei momenti, che una volta al mese lo strappano
via dalla sua solita vita, e osserva le lenzuola che non sono
più
bianche ricoprire i mobili del salotto e il camino spento e mai
acceso e le finestre senza tende e i vetri sporchi di pioggia e
incuria, il parquet opaco e i libri abbandonati sugli scaffali. Si
sente odore di qualcosa che sarebbe potuto essere ma che non
è
stato, un ricordo mai nato e l'ombra della solitudine che offusca i
corridoi e le stanze, mentre il pulviscolo galleggia nell'aria
stantia e stanca, come neve nel cielo notturno. Harry osserva la
decadenza tappezzare ogni cosa e anche la sua anima, piano piano, si
appanna, e il suo corpo rischia di fare compagnia ai mobili celati
sotto veli di oblìo, scheletri nascosti che ingombrano una
vita.
Dopo aver reso vivibile il bagno
e la camera da letto e dopo una doccia veloce, Harry si sofferma
pensieroso sul profilo delle case all'esterno, le finestre illuminate
che definiscono altre vite e altri giorni, mentre le nuvole
continuano ad addensarsi ad ovest. Controlla senza nemmeno pensarci
la casella dei messaggi e si sente un vero stupido a continuare ad
aspettare un suo messaggio dopo un mese di
silenzio che sa di
condanna definitiva, di ingombranti consapevolezze e ricordi che
sembrano ormai irreali e inconsistenti come sogni. Harry può
dire di
aver mai conosciuto Alycia Roberts, oppure si è solo
immaginato ogni
cosa durante le ore di sonno a casa di sua madre? Ha davvero toccato
la sua pelle e baciato le sue labbra? Hanno davvero parlato o
è
stato tutto frutto di un delirio instabile e popolato di fantasmi?
Il suo nome tra quei vecchi
messaggi è l'unica cosa che conferma la sua esistenza ed
Harry la
immagina a casa, nel piccolo salotto, con Natalie o Niall, a ridere
come una bambina e a mangiare biscotti al cioccolato mentre la TV
trasmette dei video musicali e la sera scende dietro i vetri.
È a
pochi passi da lui, nella stessa città, in quella Londra che
aveva
imparato a desiderare di nuovo e che di nuovo gli è stata
portata
via, e così si veste senza nemmeno aver elaborato un
pensiero
razionale ed è già fuori.
Sale in macchina e guida in una
città quasi tranquilla, mentre l'orologio segna le undici.
Sa che
non è l'orario giusto per presentarsi a casa di qualcuno, ma
la sera
dopo deve riprendere l'aereo per tornare a Los Angeles e davvero non
ha tempo da perdere.
Raggiunge Colville Square a
piedi, dopo aver parcheggiato l'auto anche piuttosto malamente, senza
badarci. Nota subito la finestra illuminata in salotto, la luce
filtrata dalle tende tirate.
Improvvisamente il coraggio
comincia a venirgli meno, ma un ultimo disperato brandello lo spinge
ad aprire il cancelletto e a salire i pochi gradini che ha di fronte.
La porta del numero venticinque è socchiusa e
così la scosta
lentamente. Una signora anziana lo scruta torva, un sacco della
spazzatura in una mano e le chiavi di casa nell'altra, mentre scende
le scale dello stabile.
- Io mi fermo qui - si affretta
a specificare Harry a mo' di spiegazione, indicando la porta di
Alycia sulla sinistra.
L'altra lo studia per un momento
e Harry si ricorda della t-shirt dei Rolling Stones che indossa e che
è bucata, del giaccone che gli pende disordinato da una
spalla, dei
jeans scoloriti che non si è preoccupato di cambiare, degli
stivali
infangati che dovrebbe ripulire e quasi si vergogna un po'. La sua
osservatrice però gli fa un cenno di saluto ed esce,
accostandosi
poi la porta alle spalle. Probabilmente non deve aver fatto caso al
suo apparente disordine.
Harry fa un respiro profondo e
suona il campanello.
#
{mercoledì 13 maggio 2015,
Londra, ore 10:00 PM}
Lo
sguardo di Alycia si perde
nelle nuvole cariche e grigie fuori dalla finestra della cucina,
mentre il bollitore fischia accanto a lei, tra il forno a microonde e
la scatola di cereali al miele mezza vuota.
Versa l'acqua bollente nella
tazza che è solo sua - con il disegno di Mickey Mouse - e la
osserva
prendere colore e l'aroma del bergamotto le raggiunge le narici. Ci
mette un goccio di latte e poco zucchero e torna in salotto.
È da sola - Niall è uscito con
alcuni amici che lei conosce solo di nome - e la
tranquillità di
casa la rilassa. Ha passato il suo giorno libero dormendo fino a
tardi, per poi uscire e fare colazione da "Caffè Nero",
dove Natalie le ha riempito il bicchiere tre o quattro volte. Ha
girovagato per Portobello Road, prendendosi il tempo di guardare
ciò
che di solito lascia che le sfili davanti, dal negozio di tazze e
oggetti in ceramica all'angolo, con l'insegna rossa e la merce
esposta in strada, alla pasticceria dove compra un Red Velvet per
Natalie e che profuma di burro e vaniglia.
Le due amiche pranzano in un
piccolo ristorante a poco prezzo ma carino, sedute fuori al tiepido
sole di maggio, e poi passano il pomeriggio su una delle panchine del
parco sotto casa, a fumare sigarette e ricordare i vecchi tempi.
Alycia ha cenato con una pizza gigante surgelata, nonostante gli
insistenti inviti di Natalie a salire da Liam. Ha sempre rifiutato,
preferendo lasciarli soli - e preferendo stare sola a sua volta.
Afferra il telefono, poggiato
sul tavolino basso davanti al divano, ma non ci sono messaggi. Non
che si aspetti ancora che Harry le scriva, e forse è meglio
così.
Dopo parecchi messaggi, tutti rimasti senza risposta, il ragazzo deve
essersi arreso e non l'ha più cercata. Di nuovo, forse
è meglio che
sia andata così.
Tutto quello che era successo
tra loro minacciava di schiacciarla e annientarla e Alycia non poteva
permettersi di venire schiacciata e annientata un'altra volta. E in
fondo, quello che c'era stato sarebbe potuto essere o tutto o niente,
il meglio o il peggio, la vetta o l'abisso, ma Alycia non voleva
rischiare l'impatto della caduta, aveva troppa paura. E quindi aveva
abbracciato la mediocrità, ciò che la spingeva a
non essere mai
abbastanza, tutto meno che rischiare qualcosa con la
possibilità
concreta di perderla. E preferisce vivere come al solito piuttosto
che gustare un piacere troppo avidamente, piacere che tanto le
sarebbe stato tolto e di questo è sicura. Cose
così belle non sono
fatte per durare.
Lascia cadere il telefono sul
divano e vi si lascia cadere lei stessa, sorseggiando il suo
tè. C'è
fin troppo silenzio, ora, ma le piace. Abitare con Niall significa
convivere con il rumore, le risate troppo alte e le note della
chitarra alle tre di notte e, nonostante tutto il bene che sente di
provare per lui, alla lunga diventa estenuante, quella
cacofonìa, e
il silenzio stesso le appare quindi come un dono del cielo.
Le uniche cose che fanno rumore
ora sono i suoi pensieri, sempre troppo vorticosi, troppo veloci,
troppo incasinati, troppo tutto. Decide
all'improvviso che
andrà a letto presto, ché forse così
riuscirà a placarli.
E in quel momento, una
consapevolezza la colpisce dietro la schiena, nello spazio tra le
scapole, e poi nel centro del petto, scendendole nello stomaco, e la
sente ancora più fortemente in tutto quel silenzio, in quel
mercoledì sera solitario: Harry le manca. Le manca,
cazzo. Le
manca nonostante tutte le cose che non sa di lui, nonostante
Scarlett, nonostante la sua assenza. Le manca per tutto ciò
che sa
di lui - la sua vita tra due città, il suo essere poetico
senza
farlo apposta, i testi che scrive e che non vuole farle leggere, gli
aerei che prende e i caffè che beve, come tiene tra le mani
il
telefono, e il cappotto scuro, la t-shirt dei Pink Floyd e l'accento
del Cheshire; le manca per il vuoto che sente senza il suo corpo
addosso - e la totalità di quel momento, i respiri spezzati
e il suo
modo di guardarla e toccarla e averla; le manca per il ricordo troppo
grande ma bello che ha di lui - e le fossette quando ride come un
bambino, le mani che si agitano di qua e di là mentre parla,
le
facce buffe quando gli si racconta qualcosa di divertente o
irriverente o, come direbbe lui, "esilarante", quella luce
particolare che solo i suoi occhi hanno, quando ti osserva e cerca le
parole, e dentro c'è davvero il mondo intero.
Le manca. E le fa male. E
capisce che forse è ormai troppo tardi per tornare indietro,
ché si
è rifiutata di ascoltarlo e questa è forse la
cosa peggiore, anche
se il viso di Scarlett continua a tornarle in mente e allora si
perdona un po'.
Il campanello suona e Alycia
sobbalza sul divano e il tè rischia di finirle addosso. Posa
la
tazza sul tavolino e si dirige in ingresso. Non capisce chi possa
essere, a quell'ora, e poi fa due più due: devono essere
sicuramente
Natalie e Liam, scesi per farle compagnia dopo aver finito di cenare.
E così apre la porta. E così
le si congela il sorriso sulle labbra. E così osserva la
passata
fonte dei suoi guai e dei suoi tormenti sorriderle, solo una vaga
punta di disagio negli occhi color ambra.
- Zayn?
#
{mercoledì 13 maggio 2015,
Londra, ore 11:15 PM}
Harry
attende qualche minuto di
fronte alla porta e affonda le mani nelle tasche del giaccone
marrone, dondolandosi avanti e indietro e fissando il numero uno
dorato attaccato sul legno bianco. Sente un rumore di passi
proveniente dall'interno dell'appartamento farsi sempre più
vicino
e, quando finalmente la porta si apre, il sorriso gli si congela
sulle labbra e le mani si stringono a pugno dentro le tasche.
Di fronte a lui c'è un ragazzo
alto, anche se non quanto lui, un paio di jeans neri strappati e
consunti, una t-shirt bianca con una stampa indefinita sul davanti e
un paio di Vans a quadri bianchi e neri ai piedi. La barba scura
è
corta ma gli adombra la mascella definita e gli occhi ambrati lo
studiano, un'ombra di divertimento misto a fastidio. I capelli scuri
sono spettinati ed entrambe le braccia sono ricoperte di tatuaggi.
Non gli ispira nulla di buono e ritrovarlo ad aprire la porta di casa
di Alycia contribuisce in larga parte ad alimentare le sue brutte
prime impressioni. Il ragazzo tiene le dita sulla maniglia e si
limita a guardarlo, senza dire niente.
- Alycia è in casa? - gli
chiede Harry rompendo il silenzio e sente la sua stessa voce bassa e
tesa.
- Dipende - risponde l'altro,
beffardo, alzando imprcettibilmente il mento, come in segno di sfida.
- Chi la cerca?
- Zayn! - si sente la voce di
Alycia provenire dal salotto. - Si può sapere chi
è? - ma lui non
le risponde e continua a guardare Harry.
- Sai che ti dico? - esclama
quest'ultimo, deciso. - Lascia perdere.
Così dicendo gira sui tacchi,
intenzionato ad andarsene. Spalanca la porta e per poco non investe
la signora di prima.
- Guarda dove vai, ragazzo! - le
grida dietro lei, la voce vibrante.
Ad Harry non importa dove sta
andando, tutto ciò che vuole è lasciare al
più presto Colville
Square, per non tornarci più. Si sente preso in giro e la
rabbia gli
monta dentro a ondate.
Non sa chi sia quel tale,
"Zayn", ma è evidente che per essere a casa di Alycia a
quell'ora non può che esserle strettamente legato: un
fidanzato?, un
flirt?, un amico intimo? Harry non lo sa e forse nemmeno ci tiene a
saperlo. Decide che non gli importa più niente, che ha
già sprecato
troppo tempo dietro ad una storia futile che non è nemmeno
definibile come tale, perché non è mai iniziato
niente e Alycia gli
ha anche fatto capire che mai sarebbe potuto iniziare. È
soltanto un
illuso e uno stupido, lui che ha deciso di andare a trovarla per
parlare, per capire, per mettere un punto a qualcosa che nessuno dei
due si era preso la briga di definire e che aleggiava tra loro anche
a distanza di chilometri e chilometri e che Harry sentiva addosso
notte e giorno, pesante come un macigno ed eccitante come l'ignoto.
Percorre a piedi la distanza che
lo separa dalla sua automobile, che è ancora parcheggiata
dove l'ha
lasciata, una ruota sul marciapiede, il paraurti attaccato ad un
bidone dei rifiuti. Ha appena recuperato la chiave dalla tasca del
giaccone quando sente la sua voce chiamarlo.
- Harry! - e si volta e Alycia
gli sta correndo incontro dalla parte opposta della strada deserta,
costeggiando un piccolo ufficio postale chiuso e un Irish Pub. -
Harry!
Lui apre la macchina e la
portiera, deciso ad ignorarla e ad andarsene, ma lei lo raggiunge e
lo blocca e per poco non rimane schiacciata tra il corpo di Harry e
la carrozzeria dell'auto. Il suo profumo alla rosa gli arriva alle
narici e lui la guarda, sospeso, la mano proprio accanto al suo viso,
premuta contro la macchina nera.
- Harry, fermo - esclama ancora
lei mentre lui cerca di spostarla per entrare nell'abitacolo,
cercando di toccarla il meno possibile, perché non vuole
cedere e sa
che potrebbe succedere e non vuole ascoltarla, proprio come
lei
non ha ascoltato lui.
Alycia però non si lascia
spostare, così Harry finisce per arrendersi e allontanarsi
leggermente dalla sua auto, passandosi una mano dietro il collo e
sospirando, visibilmente innervosito. Lei richiude lo sportello e
rimane a guardarlo per un momento, ma lui non vuole incontrare il suo
sguardo - non vuole perdersi in quell'azzurro.
- Si può sapere cosa ci facevi
fuori dal mio appartamento? - gli chiede Alycia alla fine e la sua
voce è incrinata da una rabbia a stento trattenuta.
È arrabbiata e
non dovrebbe esserlo: con che diritto gli sbatte in faccia quel
sentimento, quando è lui quello arrabbiato e amareggiato e
deluso?
Ha immaginato una cosa e ne è apparsa un'altra: non c'era
nessuna
Alycia accovacciata sul divano a divorare biscotti e a ridere con
Niall o a spettegolare con Natalie; non c'era nessuna Alycia che
guardava la TV o mangiava biscotti; non c'era nessuna Alycia Roberts
così come lui l'ha dipinta nella sua fantasia, ma solo un'altra
Alycia - quella vera? - a casa sua, in compagnia di
un ragazzo
pericolosamente bello e apparentemente letale, in t-shirt e jeans
rotti e un'aura di fumo e rischio che gli aleggiava intorno, gli
occhi intensi di chi sa cosa vuole e la disinvoltura di chi
può.
Quel ragazzo, quello Zayn, conosceva bene Alycia, altrimenti non si
sarebbe mai permesso di aprire la porta del suo appartamento, non si
sarebbe permesso di decidere chi avesse il permesso di vederla, non
si sarebbe permesso di farlo andare via senza che Alycia potesse
obiettare.
- Allora? - chiede ancora
lei, spazientita, le braccia conserte e un cipiglio serio dipinto sul
bel viso pallido.
- Non ti interessa più, ormai -
replica Harry scrollando le spalle e misurando la porzione di
marciapiede di fronte alla sua automobile a grandi passi, nervoso e
irritato.
- Ah, no? L'hai deciso tu?
- Sì, l'ho deciso io, come tu
hai deciso di non volermi ascoltare, l'ultima volta che ci siamo
visti. O non te lo ricordi?
Un'ombra appare sul viso di
Alycia, per poi scomparire subito dopo. Se lo ricorda, eccome se lo
ricorda, Harry l'ha capito subito.
- È diverso - replica lei, ma
senza convinzione.
- Per niente. Non è diverso per
niente, Alycia. Capito? Smettila di crederlo solo
perché così
ti sentirai meglio con te stessa per esserti comportata da stronza
con me.
- Io mi sarei comportata
da stronza con te? - esclama ritrovando la
vivacità e una
certa dose di amara ironia. - Hai una bella faccia tosta, sai?
- Non fare la vittima, per
favore, non ti si addice - e Harry le volta le spalle, perdendosi ad
osservare l'insegna spenta di una panetteria.
- Non sto facendo la vittima e
qui l'unico stronzo sei tu, okay? Insomma, dopo quello che è
successo ti permetti anche di fare il sostenuto, di arrivare come se
niente fosse, suonare e poi scappare via come un ragazzino. E ti fai
anche rincorrere, come se non bastasse, per poi sparare cazzate
cosmiche una dietro l'altra. Io sarei la vittima,
ma guardati!
Ti aggiri per Londra come un'anima in pena e ti rifiuti anche di
darmi spiegazioni, quando te le chiedo.
Harry si volta a guardarla e
sostiene il suo sguardo mentre lei gli infierisce contro e la
osserva, il corpo teso in avanti, i pugni stretti, la felpa troppo
grande per lei che probabilmente ha indossato in fretta e furia prima
di uscire, perché le pende da una spalla e il bordo
inferiore è
piegato male; osserva i capelli biondi spettinati - forse dopo che
Zayn ci ha passato una mano attraverso? - e gli occhi azzurri accesi
e belli e che hanno lo stesso colore del cielo in un giorno limpido
d'inverno; osserva le gambe magre e belle strette in un paio di jeans
- gli stessi che lui le ha tolto - e le Converse mezze rotte e
scolorite; osserva le sue labbra piegarsi mentre parla e la lingua
sbattere contro il palato; osserva Alycia Roberts e tutto
ciò che
gli sembra è che sia troppo bella per essere vera, qualcosa
di
onirico e irreale che gli aleggia davanti e che solo lui può
vedere
ma non toccare, perché altrimenti svanirebbe nel vento, un
qualcosa
che ha conosciuto - o creduto di conoscere - ma che adesso non
c'è
più. La verità è che probabilmente si
è sbagliato: tra loro non
sarebbe mai potuto nascere niente, perché non è
mai stato bravo in
queste cose e la sua vita è tutto un tale casino che nessuno
riuscirebbe a reggere, così come nessuno sarebbe pronto ad
affrontare tutto quel caos solo per lui. E tutto ciò che
è successo
negli ultimi tempi gli fa capire che Alycia non è pronta,
non
saprebbe reggere la tensione di una vita a metà, di un Harry
incostante e poco presente, di un Harry silenzioso e che parla poco e
che ha bisogno di quei silenzi, ché
senza morirebbe per il
troppo rumore. Ha creduto che lei potesse leggergli dentro, ma a
quanto pare è stata tutta un'illusione.
- Hai finito? - le chiede lui
alla fine, le mani strette a pugno lungo i fianchi. - Perché
non ho
intenzione di starti ad ascoltare ancora a lungo, anche
perché, come
ti ho detto, non mi interessa. Non mi interessa se vai a letto con
quel tale, Zayn, o come cavolo si chiama
quell'idiota; non mi
interessa se era a casa tua per farti le trecce o giocare a Risiko o
mettersi lo smalto; non mi interessa chi è e cosa vuole e
tanto meno
chi è per te. D'accordo? Tornatene a
casa e passa una buona
serata.
E così Harry riesce ad aprire
la portiera senza incontrare opposizioni e senza sentire obiezioni.
Sente solo Alycia che lo guarda, anche mentre entra in macchina e
abbassa il finestrino perché ha caldo e inserisce la chiave
nel
quadro. Lo guarda anche mentre mette in moto e comincia a fare
manovra per uscire da quel parcheggio penoso. Lo guarda anche mentre
lo raggiunge e mette entrambe le mani dentro l'abitacolo, come a
volerlo trattenere. Harry si ferma ma non la guarda. La sente
respirare forte e deglutire.
- Non ci vado a letto, non
giochiamo a Risiko e Zayn per me non è più
nessuno. Siamo stati
insieme ed è finita mesi fa. È tutto qui. E tu
sei uno stronzo -
e lo lascia andare, scosta le mani e si allontana lungo il
marciapiede, il passo sostenuto.
Harry continua a guardare di
fronte a sé e poi accelera via nella notte.
#
-
Hai finito? - le chiede lui
alla fine, le mani strette a pugno lungo i fianchi. - Perché
non ho
intenzione di starti ad ascoltare ancora a lungo, anche
perché, come
ti ho detto, non mi interessa. Non mi interessa se vai a letto con
quel tale, Zayn, o come cavolo si chiama
quell'idiota; non mi
interessa se era a casa tua per farti le trecce o giocare a Risiko o
mettersi lo smalto; non mi interessa chi è e cosa vuole e
tanto meno
chi è per te. D'accordo? Tornatene a
casa e passa una buona
serata.
E Alycia sente il cuore perdere
un battito. Non può credere che lui le abbia detto quelle
cose. Non
può credere che lui abbia giocato la sua stessa carta contro
di lei.
"Non
voglio sapere niente di Scarlett . Non
voglio sapere cosa ci sia tra voi e come stiano le cose, se siete in
crisi o vi amate, se ci tieni o non te ne frega un cazzo.
Okay?", le sue parole, quelle pronunciate circa un mese
prima, adesso le risuonano nella testa, nelle orecchie, nello
stomaco, dappertutto. E sa che lui la sta solamente
ripagando
con la sua stessa moneta. E forse se lo merita, nonostante tutto.
Mentre rincorreva Harry - dopo
aver dato dell'idiota a Zayn per averlo lasciato andare via - si
sentiva solo arrabbiata, perché non si erano più
sentiti o scritti,
perché si era comportato da stronzo, presentandosi al "Black
Treacle" con la sua fidanzata, prendendola in giro e facendola
sentire una tale cretina. Non voleva dargli spiegazioni,
perché in
fondo non c'erano spiegazioni da dare. Zayn non era niente, ormai, ma
solo una presenza accovacciata ai bordi della sua esistenza,
prepotente e vivida, ma che non aveva più alcun potere.
Ora, le parole di Harry la fanno
vacillare. Non le dice il motivo della sua visita improvvisa a
quell'ora della sera e tutto ciò che Alycia credeva di
volere le si
sgretola davanti: Harry non le parlerà, Harry non
l'ascolterà,
Harry se ne andrà.
Lo guarda salire in macchina,
mettere in moto e cominciare ad allontanarsi da lei. E così
si
aggrappa alla sua automobile, ché lei non si sarebbe arresa
senza
prima avergli detto che Zayn non era niente, che Zayn era il passato,
che Zayn era Zayn e lui era Harry e valeva tutto,
valeva i
litigi senza senso, valeva i messaggi senza risposta, valeva gli
ottomilasettecentosessanta chilometri che li separavano ogni giorno.
E voleva dirgli che lei valeva più di tutte le Scarlett di
questo
mondo, valeva per il sorriso che gli faceva spuntare quando lo
guardava, valeva per le fossette che gli si disegnavano sul viso
quando lo faceva ridere, valeva per le sue mani che lo toccavano e le
sue labbra premute addosso, valeva per i vestiti tolti e le parole
non dette e le storie ancora da raccontare, valeva per i baci quando
fuori piove e dentro muori, valeva per tutto ciò che c'era
ancora da
scrivere e che aspettava solo loro - ma che forse non era mai valso
abbastanza.
- Non ci vado a letto, non
giochiamo a Risiko e Zayn per me non è più
nessuno. Siamo stati
insieme ed è finita mesi fa. È tutto qui. E tu
sei uno stronzo -
e lo lascia andare, si allontana, chiude gli occhi per un attimo e
sente tutto il peso del corpo premere contro l'asfalto, e solo i
piedi la tengono ancorata, impedendole di rovinare a terra. E si
incammina lungo il marciapiede e lo guarda guidare via nella notte,
le luci dei fari che si perdono in lontananza e svaniscono dietro
l'angolo di una via.
E così se n'è andato. Per
davvero e forse stavolta per sempre. Che ironia: pensa ad Harry come
ad un qualcosa di tangibile, quando non è mai stato altro
che aria e
sì, l'ha toccato, ma era transitorio, un corpo a noleggio,
l'anima
intrappolata e gli occhi color aurora boreale, le fossette da baciare
e le mani grandi, i tatuaggi impressi a fuoco addosso e i capelli
spettinati. L'ha toccato ma poi si è spezzato, sgretolandosi
tra le
sue dita. E rimane con niente, a parte qualche ricordo che presto
svanirà. E
si ricorda che non è
mai stato suo e che forse non sarà mai di nessuno, neanche
di
Scarlett. Aveva vissuto un'illusione, una specie di sogno
che
però ora è finito. È tempo di tornare
alla realtà.
#
Alycia è seduta su una panchina nel piccolo parco in Colville Square. Sono le due di notte e non ha fretta di tornare a casa. Rilegge i messaggi che Zayn le ha mandato, già due ore prima.
H. 11:32 PM
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Zayn.
Dove sei finita??
H. 00.15 AM
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Zayn.
Ho lasciato a Payne le tue chiavi.
Stai bene?
H. 1:00 AM
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Zayn.
Cazzo, Alycia, rispondi!
H. 1:30
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Zayn.
Ok, ho capito.
Fai la stronza.
Buonanotte, allora XX.
Alycia
scoppia a ridere da sola.
Anche Zayn Malik si sente ferito, adesso? Questa sì che
è bella...
Ci sono tre chiamate senza
risposta di Natalie e una di Liam. Le ignora. Al momento non ha
voglia di vedere la bella faccia di Payne adombrata dalla
preoccupazione e le labbra piegate in un smorfia seria; non ha voglia
di sentire le ramanzine senza fine della sua migliore amica che le
dice che ha sbagliato tutto come ogni volta, che dovrebbe chiamare
Harry e dirgli tutto lo stesso, che anzi, è stata lei a
sbagliare
per prima quando si è rifiutata di ascoltarlo ecc ecc ecc.
Arriva un messaggio proprio da
parte di Natalie.
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Nat.
Ci stai facendo preoccupare.
Si può sapere dove sei??
Scrivici almeno se stai bene.
In fondo le dispiace farli preoccupare entrambi, così decide di rispondere.
NUOVO
MESSAGGIO.
A: Nat.
Sto bene, andate a dormire.
Aspetto Niall.
Notte.
Mette
il silenzioso e nasconde
il telefono nelle tasche della felpa che indossa e che si è
messa in
fretta e furia prima di uscire e si maledice per aver lasciato a casa
le sigarette.
Sa che molto probabilmente
potrebbe finire per aspettare Niall su quella fredda panchina anche
per tutta la notte, ma confida nel fatto che sia andato solo a farsi
una bevuta non troppo lunga e che rientri prima del previsto. O
almeno lo spera.
Osserva le stelle che dipingono
il cielo e si chiede cosa stia facendo Harry in quel momento e dove
sia. Dove sta quando è a Londra? E con chi?
Chissà se dorme già o
anche lui fissa le stelle... Chissà se ha ripensato alle sue
parole
e si è pentito, chissà se ha riflettuto su quelle
di lei e ha
capito, chissà se l'ha perdonata come lei sta cercando di
perdonarlo... Chissà.
Afferra il telefono e scrive in
fretta un messaggio.
NUOVO MESSAGGIO.
A: Nialler.
Dove sei?
Subito
dopo legge il messaggio
che le ha mandato Natalie come risposta:
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Nat.
Se hai bisogna suona.
Non sparire mai più.
Notte, N.
Alycia
non può fare a meno di
sorridere, alla fine. Natalie si preoccupa sempre e sembra che
nonostante questo lei non faccia altro che complicare le cose. La
luce è ancora accesa a casa Payne, anche se bassa, come un
faro
nella tempesta di un mare in subbuglio. Natalie non dormirà
finchè
Alycia non le dirà che è a casa.
H. 2:30 AM
NUOVO MESSAGGIO
DA: Nialler.
Cos'è successo?
Sto tornando a casa, tu dove sei??
H. 2:32 AM
NUOVO MESSAGGIO.
A: Nialler.
Nel parco sotto casa.
H. 2:33 AM
NUOVO MESSAGGIO.
DA: Nialler.
Arrivo.
E
Niall arriva presto,
prestissimo. Alycia vede una macchina fermarsi davanti al numero
venticinque, sostare un secondo e poi ripartire senza fretta. Vede la
figura del suo migliore amico raggiungerla a passo svelto, il
giubbino blu, la t-shirt scura, i jeans strappati e le Nike grigie
che lei gli ha regalato per Natale.
- Hey - sussurra sedendolesi
accanto sulla panchina, le mani nelle tasche del giubbino.
- Hey - replica lei a bassa voce
sorridendogli.
- Cos'è successo?
E Alycia è così stanca che gli
racconta tutto lentamente e senza fretta, partendo da Zayn e finendo
con Harry - la storia della sua vita. Niall l'ascolta senza
intervenire, come fa sempre, annuendo ogni tanto. Gli occhi azzurri
brillano nella notte e ogni tanto si perdono nel cielo.
- Cosa pensi? - gli chiede lei
alla fine di tutto e dopo un momento di silenzio.
Niall si sistema meglio sul naso
gli occhiali da vista che ogni tanto gli piace indossare e poi la
guarda, serio. - Avete fatto un casino, lo sai? Insomma, vi siete
complicati la vita per niente. Okay,
se lo avessi davanti adesso molto probabilmente lo picchierei per
tutta la faccenda di Scarlett
Lloyd -
e gli scappa una
smorfia - ma è anche vero che tu non hai voluto sentire
spiegazioni
e forse avresti potuto, così adesso lui non ti rinfaccerebbe
la
cosa.
- Lo so che sono un casino -
ammette Alycia torcendosi le dita. - È solo che non so come
risolverlo. Non so come cambiare.
- Non devi risolverlo, ma solo
controllarlo. E secondo me ad Harry piaci proprio perché sei
incasinata, perché sei vera e senza filtri.
- Non credo di piacergli poi
così tanto...
- Era arrabbiato, non parlava
lucidamente. Secondo me si è già pentito,
quell'idiota.
Alycia non può fare a meno di
ridere e Niall la segue a ruota, come se stesse aspettando il suo
permesso. La sua risata le risolleva il morale.
- Grazie per essere qui - gli
dice allora.
- Quando vuoi, baby - e
le cinge le spalle con un braccio e lei vi si rifugia e sente il suo
profumo di pulito e si sente a casa.
- Non chiamarmi baby, lo
sai che lo odio.
- Okay, baby.
- Sai cosa? Nonostante tutto ti
voglio bene, Horan.
- Anche io, Roberts. Ricordatelo
quando volerai a Los Angeles con Ciuffo Ribelle.
- Non volerò da nessuna parte.
- Vedremo. Potrei anche
scommetterci, vediamo se Malik ci sta...
Alycia gli assesta una pacca su
una gamba e Niall ride di nuovo. - Prima o poi mi dovrai dire cosa
vuole ancora quel coglione patentato da te.
- Non c'è niente che possa
volere da me. Non più, ormai.
- Sono contento di sentirtelo
dire, sai? Mi rassicura. E sorvolerò sul doppio senso di
tutta la
faccenda.
Alycia gli dà un'altra sberla.
Ridono e rimangono lì, su
quella panchina, ancora per qualche tempo.
#
[Ottobre
2012.]
L'Hurricane risplende di verde.
Le luci invadono l'ambiente e si riflettono sui lampadari e gli
specchi appesi dietro il lungo bancone. La pista al centro è
popolata di persone che si muovono al ritmo della musica, seguendo un
ritmo tutto loro.
Zayn Malik attende che il
barista gli passi i suoi drink e accanto a lui c'è Louis
Tomlinson,
che batte il piede a terra, e non sa se per la musica - "Marry
The Night" di Lady Gaga - o per l'impazienza. Hanno lasciato
Niall Horan al loro tavolo d'angolo, in compagnia di due ragazze:
è
sempre il solito "spezza cuori" e Zayn ride tra sé e
sé,
divertito.
E poi la vede. Proprio mentre
arriva la sua Vodka Lemon e mentre Louis gli dice - Andiamo?. La
vede, bellissima e gracile, biondissima e vestita di malinconia, la
gonna corta leopardata, il giubbino di pelle, la camicia nera
scollata quanto basta, i tacchi alti e la borsetta a spalla.
È con
un'altra ragazza e si guarda intorno incuriosita, come se fosse la
sua prima volta all'Hurricane. I suoi occhioni - che sembrano
azzurri, truccati di scuro e dalle ciglia lunghe - sondano l'ambiente
e guardano di qua e di là, per poi posarsi su di lui, dove
rimangono. Zayn non li lascia andare nemmeno mentre Louis lo scrolla
per un braccio.
- Hey, amico, che ti prende? -
gli chiede.
Zayn nemmeno gli risponde,
continua a guardare la ragazza, le gambe magre e pallide, le labbra
piene che sono perfette da baciare, le braccia lungo i fianchi
stretti e i capelli spettinati. Cazzo, vorrebbe averla tutta per
sè,
vorrebbe stringerla e far aderire i loro corpi; vorrebbe baciarla
fino a farle sanguinare le labbra, vorrebbe farci l'amore per poi
morire tra le sue braccia, vorrebbe guardare il suo corpo nudo sotto
di sé ogni sera prima di dormire; vorrebbe e
decide di
eliminare il condizionale. La vuole. E
sarà sua.
- Alycia, allora? - la sua amica
(bionda anche lei e decisamente più svestita) la tira per la
giacca.
- Che guardi?
Alycia. È così che si
chiama.
Zayn alza il bicchiere verso di
lei e le sorride, la lingua incastrata tra i denti. Alycia ricambia.
NOTE
-
Titolo e citazione arrivano da Shadow Preachers di Zella Day.
-
Marry The Night – Lady Gaga.
Detto ciò, posso
dirvi che con questo capitolo si
conclude la parte più “dolorosa” della
storia – okay, non
posso svelarvi nulla sul prossimo (a parte che ci sarà una
new entry
nel cast u.u) però insomma, i due bimbi non litigheranno
più,
almeno questo posso assicurarvelo. Non odiatemi LOL
Come avete visto, Zayn continua a portare complicazioni e non sappiamo ancora cosa sia successo precisamente di così grave tra lui e Alycia (perché qualcosa è successo, oltre alla loro rottura) e verrà svelato sicuramente nei prossimi capitoli, quando lei spiegherà tutto ad Harry, per cui pazientate, miei prodi.
Credo di non avere altre particolari precisazioni e aggiunte, per cui vi lascio come sempre il link al mio profilo Facebook, per qualsiasi chiarimento: Marti Lestrange.
E ovviamente Alycia ed Harry ;)
A presto e grazie a tutti <3
ps recentemente ho scritto una oneshot Larry (la mia prima Larry T.T), lascio qui il link, mi farebbe piacere sapere i vostri pareri: I'll Walk That Line.