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Autore: Bakagheiyama    14/03/2016    3 recensioni
[Bar!AU] OikawaxIwaizumi
La vita di Hajime Iwaizumi poteva anche essere considerata noiosa, ma a lui non importava. Il ragazzo odiava i cambiamenti quasi come le persone popolari e spocchiose e-per quanto ne dicesse-amava la sua vita tranquilla e poco movimentata.
Fino a Tooru Oikawa e a quel maledettissimo bar.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note di una ragazzina ansiosa ed alquanto esagitata: ma ciao, bellissime personcine del fandom di Haikyu! Questa è la mia primissima storia che pubblico su efp, per cui siate clementi con me e fatemi sapere cosa ve ne pare di questa piccola fanfiction senza pretese. Tengo a specificare, per evitare eventuali fraintendimenti, che Oikawa in questo AU non gioca nell'Aoba Johsai(ma dai?) ma si è iscritto in un altro istituto che sarà citato più avanti. Inoltre, né lui né Kindaichi o Kunimi hanno fatto le medie alla Kitagawa Daiichi, per ragioni che verranno spiegate mano a mano che si procederà con la storia. Grazie per la vostra attenzione, ci vediamo al prossimo capitolo!

Ordinario e straordinario

I can’t fight you anymore
It’s you I’m fighting for
The sea throws rock together
But time leaves us polished stones
We can’t fall any further
If we can’t feel ordinary love
We cannot reach any higher
If we can’t deal with ordinary love

 

Hajime non aveva mai amato la chiusura dei negozi nella sua cittadina, era qualcosa che detestava dal profondo del suo cuore. Figurarsi se poi a chiudere era il suo bar preferito, che frequentava da quando era bambino. Quel piccolo locale era il suo paradiso in terra, il suo riposo dopo i faticosi allenamenti del club di pallavolo, il rimedio alle mille verifiche che si presentavano giorno dopo giorno nella sua infelice vita di studente.
L’annuncio della chiusura gli era stato comunicato da Issei Matsukawa, suo compagno di squadra da tempo immemore, ed era stato seguito da una crisi di panico senza precedenti. Quando il povero Issei aveva provato a calmare Iwaizumi, quest’ultimo non ne aveva proprio voluto sapere.
“La mia vita è finita. Non ho più una ragione per andare avanti! Cosa farò d’ora in poi la mattina, quando mi sveglierò di cattivo umore?! Chi mi servirà con un sorriso gentile il “Frappuccino Sebastian!”?! DIMMI, MATSUKAWA, chi si prenderà cura di me, CHI!?”
Iwaizumi aveva farneticato per quelli che a Issei erano sembrati secoli, senza poter dire nulla di sensato per rassicurare l’amico. Aveva atteso fino alla fine della sfuriata per affermare:”Hey, amico, guarda che aprirà un altro bar al posto di Black Butler!, pare si chiamerà Karasuno & Co. Quindi calmati, il locale rimarrà lo stesso e tu non dovrai dire addio ai tuoi bellissimi ricordi di adolescente felice.”
“Eh?”
 


Il povero Hajime non sapeva che la chiusura del suo bar preferito era solo l’inizio della serie di cambiamenti che si sarebbero verificati nella sua tranquilla vita di adolescente felice.

“Maledizione. Maledizione! Matematica non mi è andata bene neanche questa volta…dovrò andare alle lezione di recupero. Di nuovo!” Yahaba si stava lamentando ancora una volta dei suoi disastrosi risultati scolastici, ma Iwaizumi non stava ascoltando per niente il suo compagno di squadra. Il club di pallavolo del liceo Aoba Johsai aveva appena finito uno degli estenuanti allenamenti estivi e in quel momento erano tutti diretti al Karasuno & CO, il nuovo bar che aveva aperto in centro città.
“Yahaba, taci. Anzi, taci e mettiti a studiare perché sei l’unico alzatore che abbiamo e non puoi permetterti di saltare neanche un allenamento. Chiaro?” Takahiro Hanamaki, il vice capitano della squadra, riprese il suo kohai* al posto del vero capitano che al momento era completamente immerso nei suoi pensieri-o pianeta Black Butler!, come lo chiamavano gli amici di Iwaizumi.
Quest’ultimo era stato nervoso fin dal mattino ed i suoi compagni lo avevano notato anche troppo bene:dopotutto, quel giorno il loro capitano “avrebbe detto addio alla sua infanzia e alla sua ingenuità”-una semicitazione di Issei-
“Siamo arrivati. Ohi,Iwaizumi, riprenditi” il vice capitano diede un violento scossone all’amico di vecchia data mentre arrestava la sua squadra davanti al famigerato locale. Per Hajime fu come una coltellata nella pancia ma molto, molto, molto più dolorosa. Il Black Butler!, nonostante il nome, era un bar molto spazioso e illuminato da colori accesi e tendenti al blu- Hajime sapeva che l’immagine del locale era stata curata dalla moglie del proprietario, una giovane molto graziosa e sempre all’ultima moda-
Questo Karasuno & CO, invece,era proprio come ci si sarebbe aspettato:nero, brutto, piccolo ed angusto. Okay, forse si stava facendo prendere troppo dai sentimentalismi, visto che non era neanche entrato, ma cosa c’era di male? Quel bar aveva preso la sua adorata quotidianità e l’aveva ridotta in tanti piccoli pezzi senza che Hajime potesse fare nulla.
No, sarebbe partito prevenuto in ogni caso.
“Hajime senpai*, non si giudica un libro dalla copertina!”disse timidamente Kindaichi, una ragazzetto del primo anno. Aveva un’adorazione smisurata per Iwaizumi e, se era arrivato a riprendere il suo senpai preferito, probabilmente era ora di darsi un contegno-pensò Hajime.
“Si,si. Io entro” affermò il capitano della squadra. Cosa ci poteva essere di peggio della chiusura del suo locale preferito? Niente!, o almeno così pensava.
Poi varcò la soglia del Karasuno & CO.


La sua prima impressione fu qualcosa come “eh? Come? Perché?”, reazione molto prevedibile da un tipo abituato all’ordinario come Hajime. Il locale era molto più spazioso di quanto apparisse dall’esterno, anche se erano evidenti alcune modifiche nella piantina del bar.
La cassa ed il bancone delle ordinazioni erano state poste proprio davanti l’ingresso,mentre degli schizzi colorati di alcuni menù erano stati attaccati alle pareti, dipinte di una bella tonalità d’arancio. Volgendo lo sguardo a destra del bancone si poteva trovare la sala principale, ampia e illuminata, che sembrava quasi divisa in sezioni:c’era l’angolo rosso con statuette di gatti e gattini, l’angolo bianco e blu con arredo elegante -quasi regale- ed infine l’angolo blu notte con decorazioni di gufi maestosi.
“Il bar Karasuno & CO è troppo, troppo stravagante” fu la seconda impressione di Hajime, sull’orlo del pianto. Dov’era lo stile ottocentesco del ‘Black Butler!’?! Dov’era il clima calmo e tranquillo, la serenità che trasmettevano le pareti dipinte unicamente di un bel blu cielo?
Issei, sospettando un probabile infarto da parte del suo amico, spostò letteralmente Iwaizumi verso il bancone e fece cenno alla squadra di seguirlo.
Evitando per un pelo l’attacco di panico grazie a Matsukawa, e guardandosi ancora meglio intorno, il capitano dell’Aoba Johsai poté definire la sua terza impressione:”Il personale di questo bar è ancora più stravagante del bar stesso”
Anche il resto del team la pensava come Iwaizumi, ed era ben comprensibile:al bancone, infatti, stava un ragazzetto piuttosto basso con uno sguardo vispo ed un ciuffo biondo all’insù che spiccava tra i suoi capelli castani. Accanto a lui c’era un gigante biondo –sul serio, quel ragazzo era troppo alto- con dei grandi occhi annoiati circondati da un paio di grossi occhiali neri.
L’accoppiata era così buffa da far ridere.
Il bar era parzialmente vuoto,tranne che per due anziani signori che si stavano rilassando nell’area Neko –Iwaizumi aveva deciso di chiamarla così ,era praticamente un inno ai gatti- e la fila alla cassa non esisteva, così Takahiro invitò tutta la squadra ad ordinare e a prendere posto.
Iwaizumi avanzò con un timore quasi reverenziale, mosso praticamente solo e soltanto dalle spinte dei suoi compagni. Stava per girarsi e cantarne quattro agli altri giocatori -insomma, aveva quasi diciotto anni e poteva benissimo affrontare le sue paure da solo!- quando la voce squillante del nanetto lo raggiunse.
“Ooh,siete nuovi? Venite ad ordinare, non vi mangiamo mica!” il ragazzo dagli occhi allegri rise sonoramente, distribuendo i menù –variopinti, naturalmente- al club di pallavolo, mentre sussurrava:”Cioè, io non vi mangio, ma Tsukishima sembra così annoiato che potrebbe!” dopodiché, rise di nuovo, dando sonore pacche sulla spalla del povero Tsukishima, che aveva un espressione da “Uccidetemi. Anzi, uccidete lui, per favore”
“Ah, comunque io sono Nishinoya Yuu, e questo gigante annoiato è Tsukishima Kei. Visto che sembrate stanchi, e siete praticamente tantissimi -fate parte di qualche club?- faremo arrivare subito più personale. È una faccenda complicata da spiegare, ma ognuno di voi potrà richiedere il cameriere che preferisce da questo curriculum” Nishinoya lanciò ai ragazzi spaesati un libretto, che Iwaizumi afferrò al volo, ”e quel cameriere lo servirà per quanto il cliente vorrà! Figo, non è vero?Benventuti al Karasuno & CO, gente!” il nanetto concluse il suo monologo con un’ulteriore risata energica, che fece spuntare un ghigno divertito perfino a Tsukishima. 
Iwaizumi, personalmente, voleva urlare a Nishinoya che no, lui non era nuovo, che no, tutta quella storia del cameriere personale non era affatto figa e si, faceva tanto da Maid-caffè!, ma si trattenne. Era un ragazzo amante della calma e, anche se definito da praticamente chiunque come burbero, odiava le parole di troppo ed alzare la voce. Per questo, si mise il ridicolo curriculum sotto braccio e invitò i compagni a prendere posto nella sezione dai colori blu e bianchi, un po’ perché gli ricordavano i colori della sua squadra, un po’ perché era la tonalità che più gli si addiceva:magari Hajime non era elegante, questo si, ma amava i colori chiari e la tranquillità e…
In realtà, quella sezione era di quanto più simile c’era al vecchio stile del Black Butler!, e si doveva accontentare.
Non appena tutta la squadra si fu posizionata in più tavoli –erano davvero tanti, entravano a malapena nella sezione- Hajime aprì il libretto come Elle avrebbe tenuto in mano un telefono(cioè come se fosse ricoperto di sostanze chimico-tossiche) e iniziò a leggere.
“Akaashi Keiji, 16 anni, tende ad essere molto, moolto inespressivo in tutto quello che fa, ma in realtà è un kuundere puccioso. Foto affianco” Hajime spostò lo sguardo a destra della didascalia, dove era attaccata una foto di un ragazzo dall’aria indifferente con dei bei tratti eleganti, circondati da una massa di capelli neri molto disordinati. –Allora è davvero un Maid-caffè al maschile…- pensò Iwaizumi sconsolato, nonostante questo, però, continuò a leggere la descrizione degli altri membri dello staff ai suoi compagni di squadra:se quel bar doveva per forza sostituire il suo adorato Black Butler!, che almeno avesse un buon cameriere, no?
“Kageyama Tobio, 15 anni, uno tsundere affascinante con grossi problemi di egocentrismo e mania del controllo, però se lo trovi di buon umore può essere una compagnia piacevole. Forse”
Hajime continuò così per un buon quarto d’ora, sfogliando una per una tutte le descrizioni dei camerieri. Aveva perfino trovato due o tre ragazze, di cui una lo aveva colpito particolarmente per la bellezza, ma in realtà i curriculum erano così superficiali che non lo avevano smosso neanche un po’. Decise che avrebbe lasciato la bellissima ragazza a Yahaba -se lo meritava, infondo- e optò per Kageyama Tobio, lo tsundere egocentrico:il suo viso gli ispirava simpatia, e sarebbe stato piacevole conoscere qualcuno che veniva descritto come “affetto da mania del controllo”. O così sperava.
“Ohi, Iwaizumi. Hai saltato un ragazzo” Issei, che aveva scelto come cameriere personale un tizio di nome Tetsuro Kuro, indicò un’ultima descrizione in fondo al libretto, sezione completamente dimenticata da Hajime.
“Oh, hai ragione…vediamo, Oikawa Tooru, 17 anni, giovane bellissimo ed ex giocatore di pallavolo che non può più stare in campo, quindi si ritrova costretto a lavorare in questo nuovo locale. Se pensate di riuscire a reggere la sua bellezza accecante, scegliete pure lui come cameriere personale<3” vicino la descrizione c’era l’immagine di un ragazzo indubbiamente bellissimo, con grandi occhi castani e un sorriso che avrebbe fatto invidia ai modelli più famosi del Giappone. A completare il quadretto da dipinto di Giotto c’era un batuffolo di capelli color castano chiaro, e ad Iwaizumi venne la voglia insensata di sfiorare quella massa disordinata per capire se fosse davvero così morbida come sembrava.
“Penso che sceglierò questo pallone gonfiato” decretò Hajime. Non poteva sopportare qualcuno che veniva definito -o si definiva- “bellezza accecante”, inoltre, il fatto che fosse un ex giocatore di pallavolo lo rendeva immediatamente interessante agli occhi del capitano. “Oh oh, il nostro Iwaizumi-sama* finalmente rivela il suo orientamento sessuale! Era ora, Iwaizumi-sama” Takahiro diede il cinque ad Issei, mentre il diretto interessato arrossiva intensamente, borbottando qualcosa come “Idioti! Io non…non è per…oh, senti chi parla!” e assestando un bel pugno sulla povera spalla del vice capitano. Il suo amico d’infanzia, infatti, era fidanzato dal secondo anno con Issei, e nella squadra era ben risaputo:nonostante le difficoltà iniziali, tutti avevano accettato la relazione come qualcosa di normale, compreso Hajime. Anzi, per quest’ultimo, superato lo schock iniziale, erano incominciati i dubbi: ed io? Cosa sono io? Come posso essere definito io? Certo, c’erano state delle ragazze che gli erano piaciute, ma nulla più di cotte passeggere, se n’erano sempre andate via nel giro di un mese o due. Non aveva mai avuto il bisogno carnale di fare cose che per il suoi amici erano praticamente essenziali:baciarsi con una ragazza, fidanzarsi,desiderarsi, fare l’amore. Iwaizumi non era pronto e non pensava lo sarebbe mai stato.
I suoi pensieri furono interrotti ancora una volta dalla voce squillante di Nishinoya Yuu, che chiedeva se tutti avessero scelto il cameriere -o la cameriera-. “Eccovi i menù veri e propri, ed eccovi anche un foglio per ciascuno dove scrivere il vostro nome e il nome della persona che avete scelto! Davvero, è un’idea troppo figa! Quanto vorrei essere un cliente per scegliere Kiyoko-senpai…AH, SE QUALCUNO DI VOI HA SCELTO KIYOKO SENPAI, DEVE TENERSI AD ALMENO UN METRO DI DISTANZA DA LEI, INTESI? Grazie dell’attenzione. Tsukishima tornerà tra poco e ritirerà le vostre richieste, poi vi lasceremo in pace. Eheheh, che figata…” Nishinoya se ne andò fischiettando e saltellando tutto allegro, lasciando spiazzati i poveri ragazzi del Seijou ancora una volta. Iwaizumi si riprese per primo, deciso a scoprire se il suo Frappuccino Sebastian fosse stato replicato decentemente da quel bar/maid-caffè.
“Ordinate, forza! Ho fame e Yahaba deve andare a studiare matematica, quindi sbrigatevi e non fate casino come sempre.”
“Sissignor capitano!”

 
 Quando iniziarono ad arrivare i primi cornetti caldi ripieni di crema pasticcera, i compagni di squadra di Iwaizumi decisero che forse il Karasuno & CO non era poi così male. Tutto quello che avevano ordinato era a dir poco buonissimo, e poi…i camerieri.
Il primo ad essere servito fu Yahaba, che si sciolse all’istante dopo l’arrivo della bellissima ragazza da lui scelta. La cameriera -Kiyoko Shimizu, 17 anni e uno sguardo gelido che avrebbe fatto affondare due volte il Titanic- aveva portato all’alzatore un cornetto appena sfornato pieno di crema -per l’appunto- e aveva trattenuto il ragazzo per un po’. Successivamente le pietanze iniziarono ad arrivare, ed insieme a loro i commenti e le risatine -Issei fece qualche commento sul suo  Kuro,mentre Hanamaki ribatté che Akaashi aveva molto più charme- e Iwaizumi si iniziò a spazientire. Daichi Sawamura, Koushi Sugawara, Morisuke Yaku, Hitoka Yachi… ormai tutti i suoi compagni avevano trovato persone con cui chiacchierare piacevolmente e lui se ne stava ancora a bocca asciutta, aspettando che il famigerato Oikawa Tooru si degnasse di portargli la sua ciambella ed il suo frappuccino.
Si rivolse irritato ad Issei, che nel frattempo battibeccava curiosamente con Kuroo sulla posizione più consona per un centrale nel fare muro. “Secondo me ci si deve spostare contemporaneamente con l’avversario, il muro a lettura funziona quasi semp…oh, Iwaizumi. Kuroo mi ha appena detto che dentro questo locale più o meno tutti giocano o giocavano a pallavolo! Non è una figata ,eh?” esclamò Matsukawa, con gli occhi che brillavano. “Oh, non iniziare anche tu con la storia della figata…” borbottò di risposta Hajime, deciso ad andare contro quel bar fino alla fine. “Voglio solo la mia ciambella…”
In quel momento si sentì toccare la spalla in maniera molto confidenziale, e si girò di scatto perché nessuno, davvero nessuno nella squadra si azzardava a toccare così Iwaizumi. La persona che si ritrovò davanti gli tolse il fiato per qualche secondo di troppo ,e si ritrovò ad annaspare per qualche motivo a lui sconosciuto -si dimenticò perfino delle mani sulle sue spalle:grandi, calde, dal tocco estremamente familiare e allo stesso tempo intruse-.
Oikawa Tooru aveva una bellezza che si poteva definire quasi falsa, un’espressione di felicità sul volto così finta da sembrare quasi autentica e -cavolo ,si- i suoi capelli avevano tutta l’aria di essere fatti del materiale più soffice al mondo. Ma la cosa che colpì di più Hajime fu il sorriso del giovane: così bello, gli ricopriva tutta la parte inferiore del viso e glielo illuminava completamente, come a voler dire “vedi? Non c’è nulla che mi possa far stare male!”
Era un sorriso costruito talmente bene che avrebbe ingannato praticamente chiunque, ma non Hajime:il capitano aveva un talento quasi unico per comprendere le emozioni altrui e, anche se non gli piaceva immischiarsi negli affari delle altre persone per via del suo amore della quotidianità, alcune volte provava il bisogno di aiutare i suoi amici, i suoi compagni, i suoi conoscenti.
“Iwaizumi Hajime! Andremo sicuramente d’accordo, perché a te piacciono le cose belle -a chi non piacciono?- e io, modestamente, lo sono! D’ora in poi ti chiamerò Iwa-chan, perché Iwaizumi è troppo serio, troppo banale!” le mani di Oikawa indugiavano ancora sulle spalle di Hajime, che voleva urlare come un matto per il contatto indesiderato, ma la voce non voleva proprio saperne di uscire. Si dimenticò perfino di far notare al giovane cameriere di essersi praticamente definito una cosa.
Quando finalmente riprese il controllo delle sue corde vocali, riuscì solamente a dire:”Non chiamarmi Iwa-chan”. Poi, con meno gentilezza possibile, si liberò del contatto con Oikawa e gli strappò dalle mani la sua adorata ciambella. Solo allora notò che tra i suoi compagni di squadra era calato il silenzio, probabilmente impauriti dalla reazione del loro capitano a qualcosa di completamente nuovo e imprevedibile come Oikawa Tooru.
Quest’ultimo gonfiò le guance come una bambino a cui avevano tolto una caramella e si sedette accanto ad Hajime con le braccia incrociate al petto. “Iwa-chan ,sei sempre così noioso, tu?”
Il club di pallavolo trattenne il fiato per la seconda volta in due minuti, temendo di dover raccogliere un cadavere di lì a poco. Ma la reazione di Hajime stupì tutti, forse perfino lui stesso.
“Invece tu sei sempre così sorridente, Oikawa?”Iwaizumi andò subito a colpire quello che pensava fosse il punto debole del ragazzo. Sospirò, bevendo finalmente il suo frappuccino:forse perché la ciambella era ottima, forse perché la chiusura del suo bar preferito lo aveva fatto davvero maturare, Hajime si convinse ad intavolare una conversazione seria con quell’individuo particolare.
Convinzione che sfumò miseramente qualche secondo dopo.
“Iwa-chan, dovresti prendere un po’ da me, a dir la verità…fai davvero tanta, tanta paura con quell’espressione addosso! Nessuno ti avvicinerà mai, se continui così!”
  Oikawa mancò per un pelo lo scappellotto di Iwaizumi, tutt’altro che benevolo. L’affermazione di Oikawa era così pateticamente vera -nessuno cercava mai Iwaizumi di sua spontanea volontà, a meno che non si trattasse di Issei o Takahiro- che il capitano del club si sentì, per la prima volta nella sua vita, umiliato. Colpito in pieno ed inesorabilmente affondato.
Maledizione, era stato lui a voler iniziare una conversazione con il cameriere! Certo, non era stato molto gentile, e non aveva neanche intenzione di aiutarlo, però…
Perché? Perché non riusciva a controbattere in nessun modo? Non aveva mai avuto problemi ad esprimersi, prima d’ora, quindi perché si ritrovava senza voce,per due volte in poco tempo per di più?
Perché il ragazzo di fronte a lui continuava a sorridere,nonostante l’affermazione di Hajime?
Incrociò lo sguardo di Oikawa per quella che a lui sembrò un’eternità e improvvisamente capì.
Oikawa Tooru era la prima persona in vita sua a stargli tremendamente sul cazzo.

 
Era stato ad ascoltare Oikawa per almeno un altro quarto d’ora prima di decidere che era tempo di ritornare a casa e tappare la bocca a quell’egocentrico. Oikawa egocentrico lo era sicuramente, si, ma c’era qualcos’altro sotto la sua parlantina spedita e sicura. Hajime si era convinto di odiare quel ragazzo conosciuto da appena mezz’ora e si odiava perché voleva conoscerlo di più, di più, di più: voleva letteralmente scoprire il primo essere vivente ad averlo lasciato senza parole, umiliandolo.
Quando fece per alzarsi dalla sedia -dove aveva praticamente costruito una casetta- Tooru smise improvvisamente di parlare e prese Hajime per il polso, cominciando a lagnarsi come un bambino. Lo seguirono a ruota i ragazzi del club di pallavolo, che a quanto pare avevano gradito fin troppo il nuovo bar.
“Iwa-chan, già te ne vai?” Oikawa lo stava di nuovo toccando in quel modo fastidiosamente confidenziale, ma stavolta Iwaizumi allontanò la mano del cameriere di scatto. Non era semplicemente abituato a tutto quel contatto e sapeva di essere stato brusco, tuttavia rimase ugualmente stupito quando notò che Oikawa aveva messo un broncio non indifferente. Scosse la testa qualche secondo dopo, rimproverandosi mentalmente: niente era sicuro, non con il giovane cameriere e le sue emozioni costruite.
Purtroppo, neanche Hajime era in grado di leggere nel pensiero.
“Bakakawa, non posso certo dormire qui” sbraitò il capitano, cercando di essere più rude possibile. Aveva perfino inventato quello stupido -ma geniale, lo doveva ammettere- soprannome per il fastidioso e insistente ragazzo!
Naturalmente, Oikawa non ci cascò.
“Rude! Sei troppo rude, Iwa-chan! Il bar ti è piaciuto, non fai male a nessuno se lo ammetti! Certo che sei così … così tsundere!” pigolò il giovane, schivando a malapena il poderoso pugno di Hajime. Quest’ultimo si diresse a passo spedito verso la cassa, seguito controvoglia dalla sua squadra. “Ritorniamo domani!” affermò Matsukawa rivolto a Kuroo, mentre gli altri salutavano i propri camerieri. Solo Iwaizumi non si girò in direzione di Oikawa, a causa del suo orgoglio ferito: Tooru aveva avuto ragione un’altra volta. Nonostante tutto, il bar gli era piaciuto, semplicemente non voleva ammetterlo a sé stesso. Pagò in fretta e furia per uscire velocemente dal locale -lasciando peraltro indietro il club del Seijou- quando si ritrovò davanti la figura slanciata di Oikawa. Di nuovo. -Uno stalker…- pensò Hajime.
“Iwa-chan, dammi almeno la tua mail!” lo disse con tale nonchalance da indurre Iwaizumi a pensare di non aver sentito bene. “Perché dovrei darti la mia mail, Shittykawa?” rispose il capitano, confuso. Certo, lui era in qualche modo -molto complicato- interessato ad Oikawa, ma un ragazzo come Tooru -praticamente perfetto sotto ogni punto di vista- poteva trovare in Hajime qualcosa di interessante, quando neanche lo stesso Iwaizumi ci riusciva?
“Perché tu vuoi la mia mail, ma sei troppo orgoglioso e timidone per chiederla, quindi ti anticipo!” Oikawa rise, e per la prima volta Hajime riuscì a percepire qualcosa di vero e di reale nella sua risata.
“Fottiti” rispose semplicemente Iwaizumi, dando le spalle al cameriere e dirigendosi verso casa.
“Rude! Rude e volgare, Iwa-chan!”
Quando si fu allontanato abbastanza dal bar e da Oikawa, il ragazzo si fermò di scatto. -Ho dimenticato di chiedergli della pallavolo… - pensò Hajime, girandosi verso la direzione del bar come se si aspettasse di vedere un bellissimo sorriso finto, come se sentisse ancora una bellissima risata completamente vuota.

Tornato a casa, si gettò sotto la doccia per riprendersi da quella giornata infinita. Quando finalmente si mese a letto, notò che il suo telefono aveva preso a vibrare prepotentemente. Con un brutto presentimento, aprì la cartella ‘mail ricevute’, dove c’era scritto ‘5 nuove mail!’. Inutile dire che le aprì tutte in meno di un nanosecondo.
 
-20:35
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
Iwa-chan, Makki e Matsun mi hanno dato la tua mail! Yey!
 
-20:36
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
Mi hanno detto che domani tornerete al KaraCo! Naturalmente il tuo cameriere sarò di nuovo io. Vero, Iwa-chan?
 
-20:38
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
Iwa-chan, mi stai ignorando? Rude!
 
-20:40
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
Eddai, Iwa-chan! So che nessuno ti ha mai detto che sei rude, ma davvero non c’è bisogno di prendersela così! Le persone belle e le persone rudi vanno d’accordo tra loro!
 
-20:50
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
Rude, Iwa-chan.
 
-20:50
Da: Hajime 4.0
A: ALIENkawa
E spegniti, Trashykawa. Ero sotto la doccia. Domani faremo più tardi, abbiamo allenamento fino alle 5.
 
-20:51
Da: ALIENkawa
A: Hajime 4.0
AWW, Iwa-chan, che tsundere che sei!
 
Iwaizumi non riuscì a trattenere un sorriso. Qualche messaggio prima, Oikawa si era finalmente definito una bella persona e non una cosa bella.
Non che gli importasse, ovvio.
   
 
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