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Autore: LostHope92    16/03/2016    2 recensioni
Ecco un altro tributo ad una delle mie coppie preferite (per quanto tristemente poco approfondita :( )!
Spero vi piaccia!! :D
A presto!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alastor Moody, Arthur Weasley, Molly Weasley, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Un attimo lungo una vita-






-Non stavolta Tonks, ho degli affari urgenti al Ministero, andrai con Remus-

Quella frase era arrivata violenta alle sue orecchie, sbrigativa ed aspra.

Alastor Moody odiava impiegare le sue forze per faccende al Ministero(*), soprattutto se queste faccende avevano a che fare con un immenso spreco di tempo in affari burocratici.

Scartoffie infinite e inchiostro buttato.

Ma, per quanto la cosa lo infastidisse, non aveva voglia di avere magagne, non in quei giorni, che l'atmosfera si faceva sempre più spinosa.

Quello però che non poteva immaginare erano i pensieri balzati sulla mente della giovane Ninfadora al suono di quelle parole.

La ragazza infatti, non appena arrivata alle sue orecchie quella frase, inciampò goffamente su un masso al ciglio della strada e quasi rovinò a terra.

Lei, Remus, da soli, per la prima volta.

Si conoscevano da tempo ormai, ma mai le era stata data la possibilità di fare una missione con lui, sola con lui.

Perchè in primo luogo l'uomo era impegnato in una fase delicata nel suo piano riguardante i lupi mannari, in secondo luogo, lei era stata da sempre affiancata da Alastor, suo mentore.

-Quando imparerai a mettere un piede dietro l'altro?- fece scocciato l'uomo fermandosi a guardarla – non credo di aver visto mai un'auror più goffa di te, parola mia Ninfadora-

Lei, guardandolo torva rispose :

-Ora l'hai vista, vuoi farmi una foto per immortalare il fatto?-

-Che ti succede? Sei più acida del solito- riprese l'altro ridacchiando e camminando a fianco alla ragazza.

-Niente- mormorò cupa Tonks.

Niente non era la parola giusta, non lo era affatto.

Anzi, niente era la parola più lontana che potesse esserci da quello che stava scuotendo l'animo della giovane.

Paura di mostrarsi incapace ai suoi occhi, trepidazione per poter essergli accanto, di nuovo paura perchè forse lui non la voleva affatto tra i piedi, trepidazione per scoprire se le sue paure fossero fondate.

Alastor entrò nella vecchia casa dei Black, e Tonks tentò in tutti i modi, con tutte le sue forze, di riprendere il controllo di se stessa.

E' una missione, non certo un'uscita romantica, che diavolo ti prende?

-Finalmente, stavamo per incominciare a preoccuparci!- la voce della signora Weasley era calda e piena di sollievo, così come il suo volto dolce e rilassato.

Alastor rispose con voce bassa e un sorrisetto ironico :

-Beh, i mangiamorte hanno poco lavoro da fare con Tonks, è più probabile che si faccia del male da sola-

La ragazza stava per rispondere a tono, quando si ricordò del quadro della madre di Sirius e tacque ma non senza lanciare occhiatacce all'uomo, che invece sorrideva quieto.

Il signor Weasley li aspettava seduto a tavola, in compagnia di Sirius e Lupin.

Una mappa davanti a loro catturava gli sguardi di tutti e tre, che indicavano ora un luogo ora un altro, commentando poi la strategia da prendere.

-Siete arrivati finalmente, così Molly potrà finalmente rilassarsi, stava andando fuori di te.....- ma si rimangiò le parole dopo aver notato lo sguardo bieco di sua moglie.

-Eravamo tutti preoccupati- concluse alla fine con la faccia rossa.

-Parla per te- Sirius rispose dondolandosi placidamente sulla sedia- non avevo alcun dubbio sulla bravura della mia cuginetta-

-E riguardo alla mia di bravura?- rispose Alastor cercando tra un passo zoppicato e l'altro una bottiglia di vino.

-Su quella non ci conterei troppo- rise poi Sirius coinvolgendo tutti.

-Ho saputo che stasera devi essere al Ministero- interruppe lo scambio il signor Weasley incuriosito.

-Si, scartoffie su scartoffie, non posso credere di dover perdere tempo con queste sciocchezze, non sono certo un dannato scribacchino o un ….un....- ma non venendogli in mente altri mestieri che avessero a che fare con la scrittura, si limitò a gracchiare un esasperato- al diavolo- per poi gettarsi sul suo bicchiere di vino.

-Dovrai accompagnarla tu Remus- fece poi dopo un lungo sorso.

-Uhm?- l'uomo dopo averli salutati era caduto nel marasma dei suoi pensieri e ne era risalito solo al sentire il proprio nome chiamato in causa.

Tonks invece si era seduta, con la testa fra le mani e i gomiti piantati sul tavolo, e sentendo di nuovo quella frase ebbe la sensazione di sprofondare sempre più giù, fino al pavimento polveroso.

-Io non posso andare in missione oggi- scandì piano Alastor, come se temesse che il povero lupo fosse diventato rimbambito o sordo- quindi verrà con te, non è ancor pronta ad andare da sola....non insistere- disse poi rivolto alla ragazza, che aveva già tutta l'aria di volerlo interrompere.

Remus sembrava sempre più confuso, aveva la fronte aggrottata e lo sguardo perso, poi, tutto ad un tratto, spostò lo sguardo da Alastor a Tonks e proruppe in un:

-Ah...certo, certo...certo-

-Ok, basta ripeterlo, non sono mica sordo- interruppe Moody.

Remus ridacchiò nervosamente, riportando lo sguardo sulla mappa sbiadita e spiegazzata.

-Sarà un vero piacere- riprese poi lanciando uno sguardo gentile alla ragazza -anche se temo che ti annoierai da morire, le mie missioni sono un po'...piatte- fece lui a mo' di scusa.

-Con la sua mancanza di equilibrio vedrai che sarà facile trasformarla in una missione mortale- ridacchiò tossendo Alastor, con il vino che tingeva le sue guance deturpate.

Tonks arrossì sempre di più e fu tentata di alzarsi per stringere il collo del suo mentore tra le dita.

Ma prima che potesse attuare la sua vendetta, Remus disse con un sorriso caldo:

-Oh sono sicuro che invece sarà bravissima-

Tonks era certa che fosse solo per gentilezza, una frase garbata per toglierla dall'imbarazzo.

Ma il suo cuore danzava, faceva piroette sfrenate.

Il signor Weasley e la signora Weasley, che avevano intavolato una discussione riguardo Harry e le condizioni del ragazzo con Sirius, tornarono tra loro, incominciando a pianificare il da farsi.


-E' ora che io levi le tende signori e signorina- Si alzò con un sospiro stanco Alastor dirigendosi verso l'uscita.

Prima però di andarsene si rivolse a Remus con tono serio:

-Prenditi cura di lei- per poi aggiungere un ironico-non farla inciampare nella bocca di un mannaro-

Tutti ridacchiarono, e stavolta neanche Tonks riuscì ad trattenersi.

-La proteggerò con la mia stessa vita- disse Remus dolcemente.

Perchè quelle frasi?

E soprattutto perchè le facevano quell'effetto?

Non era una verginella alla sua prima cotta, per l'amor di Merlino e dei Folletti Taccagni!

Eppure le bastava sentire la sua voce, che ogni nervo del suo corpo sembrava vibrare.

-E' sera, dovremmo andare anche noi- fece lui interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

-State attenti, vi prego- la voce di Molly era colma di urgenza, una preghiera accorata.

-Non devi preoccuparti per noi Molly- la rassicurò con un sorriso e una carezza sulla spalla Remus.

Tonk invece l'abbracciò forte, e l'altra rispose con un sospiro pieno di tensione.

Il signor Weasley li salutò con una pacca sulle spalle e un sorriso tirato, anche lui era teso, ma non voleva darlo a vedere.


L'aria fredda della sera li accolse all'improvviso, facendoli tremare entrambi.

I passi dell'uomo erano lenti, cauti, attendevano che quelli di lei li raggiungessero.

Una volta vicini, l'imbarazzo era palpabile.

In lui si notava per la sequenza interminabile di sorrisetti nervosi, in lei nelle mani che si torturavano tra loro.

-Non credo tu conosca la foresta che dovremo raggiungere quindi....beh....- la voce dell'uomo era nervosa e flebile.

Lei lo guardava confusa, tentando di dare un significato a quella frase.

Poi Remus le mostrò il braccio e lei intuì dandosi della stupida.

-Oh, una materializzazione congiunta, scusa, non avevo capito- ormai il rossore pizzicava tutto il viso.

Possibile che fosse così lenta vicino a lui?

Si sentiva una bambina che non era in grado di mettere un piede dietro l'altro, una parola dietro l'altra.

Lui la scusò ridacchiando, ma tremò impercettibilmente quando la delicata mano della ragazza gli strinse il braccio.

Sentiva perfettamente le sue dita che stringevano in una morsa dolce il suo avambraccio, le sentiva come se non indossasse nulla, come se fosse scomparsa ogni barriera.

Poteva quasi avvertirne il calore.

-Remus?-

Che non si ricordasse il luogo da raggiungere?

Ma, ben lungi da essere preso da un attacco di amnesia, il lupo era preso da ben altri pensieri, che lo fecero arrossire lievemente.

-Sì, scusami, ero un attimo distratto...andiamo-

Sparirono in un vortice confuso e in quel momento, entrambi si sentirono uniti.

Come se i loro corpi si mescolassero, fossero stretti in una danza caotica e vertiginosa.

Ma tutto cessò in un attimo, facendo cadere la ragazza a terra con un tonfo secco.

-Stai bene?- non potè però trattenersi dal ridacchiare.

Possibile che trovasse quella ragazza sempre a terra?

Lei gli lanciò un'occhiata tra il minaccioso e il divertito, ma non commentò, troppo presa dal paesaggio circostante.

La foresta era davvero inquietante.

Gli alberi si ergevano maestosi e scheletrici, come macabri guardiani della notte.

Le stelle però e la luna, che li osservavano dall'alto, regalavano una luce confortante, anche se riuscivano a contribuire nel rendere quel paesaggio acnora più spaventoso.

La luna infatti intagliava i suoi raggi con i rami secchi e spogli, allungando le ombre di ogni dettaglio in quella maestosa foresta.

-Non preoccuparti- sussurrò Remus al suo fianco, avendo intuito il timore di lei-conosco bene questo luogo, non hai nulla da temere-

Avrebbe tanto voluto sostituire quella gelida frase con “ perchè qui ci sono io con te”

Ma non lo fece, sarebbe sicuramente scappata a gambe levate, terrorizzata da un lupo mannaro in calore.

Sudava freddo al solo pensiero.

Ma la frase, formale o no, aveva sortito l'effetto desiderato, perchè la giovane gli sorrise di rimando rasserenata.

-Non ho paura- mormorò poi imbarazzata, facendolo sorridere teneramente.

-Oh lo so, sei una tipa tosta-

Lei aprì bocca per rispondere, ma lui mise un dito davanti alla bocca, facendole cenno di tacere, poi spostò lo stesso dito verso l'orecchio, per portarla ad ascoltare.

All'inizio Tonks non avvertì nulla, se non il silenzio opprimente che aleggiava tra i tronchi spogli.

Ma dopo qualche secondo, arrivarono a lei delle risate sguaiate.

-Seguimi- fece Remus arretrando verso un recinto di alti arbusti.

Si inginocchiarono entrambi a terra, coprendosi alla vista.

In quel momento erano così vicini.

Davvero vicini.

E Ninfadora si diede della sciocca.

Pensare a queste cose in una situazione del genere.

Che pazzia.

Ma i suoi occhi, calamitati dal viso dell'altro, corsero disperati alla ricerca dei dettagli nei tratti di lui.

Non aveva notato la sfumatura nocciola nei suoi occhi scuri, era forse per quello che sembravano così caldi?

Le mani, così grandi, stringevano i rami davanti a lui, distrattamente.

Non le aveva viste così grandi, lunghe ed aggraziate.

Anche le sue braccia, sembravano davvero più muscolose di quello che immaginava.

Chissà come sarebbe stato senza quel pesante maglione.

Il viso di lei si fece paonazzo, e un tremore la scosse.

-Non preoccuparti, sono solo di passaggio- le sussurrò lui avvicinandosi, scambiando quel fremito per un segno di paura.

Lei pensò che fosse meglio che continuasse a crederlo, quindi annuì con forza.

Ma il movimento della sua testa, quasi frenetico, scosse il suo corpo inginocchiato, facendola inclinare troppo verso i rami acuminati degli arbusti.

Remus, prontamente, strinse le sue braccia, per evitare che si ferissero a contatto con le spine che si notavano tra un ramo fragile e l'altro.

-Attenta- sussurrò.

Qualcuno doveva volerle male.

Doveva essere così.

Perchè non era possibile che in quel giorno tutti questi piccoli gesti si susseguissero con tanta frequenza.

O forse era lei?

Magari era lei ad appioppare ad ogni piccolo gesto un significato più importante di quello che in realtà aveva.

Tonks, sovrappensiero, strinse il braccio di lui, portandoselo più vicino.

Si accorse del suo errore solo quando lui lo ritrasse con le orecchie diventate scarlatte.

-Scusami- esalò lei mortificata.

-No...Non fa niente- disse lui riportando lo sguardo sugli uomini, che ancora continuavano a parlottare.

Ninfadora lo imitò, pensando che fosse ora di comportarsi da adulta.

Erano nel mezzo di una guerra, non poteva continuare a fare la ragazzina con la testa fra le nuvole.

Gli uomini, che scorgeva a malapena attraverso la pianta davanti a loro, erano tre e, a quanto sembrava, parecchio ubriachi.

Ma una cosa riuscì a capirla, erano mangiamorte.

Probabilmente erano solo di passaggio, Silente li aveva messi in guardia del fatto che il Signore Oscuro avrebbe ordinato ai suoi seguaci di trovare alleati nelle foreste oscure, creature nascoste nell'ombra.

Giganti, vampiri e lupi mannari.

-Rimettiamoci in viaggio!- gracchiò uno di loro cercando di alzarsi ma ricadendo su un masso.

-Dopo di te!- fece un altro ridendo forte.

Ninfadora fu attraversata da una gran voglia di ridere.

Tutta quell'immagine, altamente ridicola, seppure in un contesto terribile come la guerra, fece scattare in lei un gran bisogno di ridacchiare.

Ovviamente si trattenne, ma si lasciò sfuggire un sorriso.

Poi si voltò verso Remus, per vedere se anche lui fosse preso dallo stesso bisogno.

Ma quello che trovò la fece bloccare, paralizzata.

Remus la stava osservando attento.

I suoi occhi erano fissi sulle labbra della ragazza, ipnotizzati.

Era così preso dalla sua analisi, da non essersi minimamente accorto che la giovane lo stava osservando a sua volta.

Che fosse....?

Ninfadora incominciava a pensare che dopotutto i pensieri che l'avevano accompagnata per tutto il giorno, non tormentavano solo lei.

Questo la fece sorridere quasi soddisfatta e il gesto scosse Remus, che arrossì terribilmente.

-Scusami io...io...- sussurrò.

-E' tutto ok- rispose lei abbassando gli occhi timidamente, per poi rialzarli ed ancorarli a quelli di lui.

Il resto fu un attimo, un attimo lungo una vita.

Tutto sembrò così lento, così dettagliato, che Ninfadora ebbe la sensazione che il tempo si fosse preso una pausa dal suo scorrere.

Vide le proprie mani che andavano a circondare il viso di lui, vide chiaramente ogni sfumatura di stupore negli occhi dell'altro, vide il vento che incominciava ad agitare piano i rami degli alberi sopra di loro, vide la bocca di lui, aperta lievemente.

Il bacio divampò, come fuoco che si innalza potente, corrodendo tutto.

Ninfadora aveva da sempre immaginato il bacio con lui.

Chissà se mai se lo sarebbero scambiato.

Chissà in quale luogo romantico, magari un frutteto, magari una spiaggia bianca, magari un tramonto malinconico.

Mai avrebbe immaginato che sarebbe stato all'ombra di un arbusto secco, con i loro corpi piegati dolorosamente verso il terreno e con sottofondo le grida scoordinate di mangiamorte ubriachi.

Mai avrebbe immaginato tutto questo ma soprattutto, non avrebbe mai immaginato di adorare ogni piccolo dettaglio di quella scena.

Perchè nessun frutteto, spiaggia o tramonto avrebbe potuto reggere il confronto con quel momento, con quel bacio.








(*) So che Alastor Moody è un auror in pensione, spero però che non vi infastidisca troppo questa libertà che mi sono presa di renderlo un auror ancora in attività! In tal caso non mi resta che scusarmi in anticipo con tutti coloro che se ne sentiranno infastiditi.



   
 
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