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Autore: Elpis Aldebaran    29/03/2009    2 recensioni
[Sequel di "De Umana Insania". Per tutti coloro che l'hanno letta e un po' amata.]
Avevamo lasciato i nostri protagonisti con un articolo di giornale che annunciava il suicidio di Itachi in prigione. Tutti pensavano che quella brutta storia fosse finita, ma quella stessa notte quando l’ultimo Uchiha scelse la morte, qualcosa è cambiato, qualcuno è tornato in libertà, gira per la Londra di fine anni ’50 ed è alla ricerca di qualcosa che soddisfi le pretese del suo Dio.
Qualcuno che cerca vendetta.
Genere: Thriller, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'De Umana Insania' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Blue Eyes

 

(De Umana Insania – Il Capitolo della Vendetta -)

 

 

 

Epilogo – Blue Eyes

 

 

 

 

 

“[…] la sentenza della Corte Suprema Britannica ha giudicato

 l’evaso Hidan (27 anni, condannato in precedenza all’ergastolo) colpevole di tutte le accuse.

L’imputato è stato condannato a morte mediante sedia elettrica.

L’esecuzione è chiusa al pubblico e si svolgerà questo pomeriggio alle 6.00 P.M. Dopo il processo, Tsunade (57 anni, membro della Corte Suprema Britannica)

ha dichiarato che […]”

 

Londra, The Sun, 7 di Febbraio, 1959.

 

 

 

 

 

 

Sakura ripiegò con cura il giornale e lo lasciò sul bianco lettino d’ospedale, mentre Ino si rivestiva veloce e preparava la sua borsa dei vestiti davanti a lei, pronta a lasciare quel posto che puzzava di disinfettante.

“Ino…”

La chiamò l’amica, riavviandosi una ciocca di capelli rosa dietro l’orecchio. “…dovresti parlare con Shikamaru. Non puoi trattarlo in questo modo…”

La bionda sembrò non ascoltarla, continuando a prepararsi come se niente fosse.

Tre giorni prima si era risvegliata in quella stanza, il viso sorridente di Sakura che la osservava. Le aveva raccontato che Hidan era stato colpito, prima che potesse farla fuori, da uno sparo al braccio da Neji Hyuuga che, insieme a Naruto e ad altri della centrale, erano partiti di corsa quando avevano scoperto la vera identità dell’agente Zukuka.

Quando erano arrivati al magazzino, avevano trovato gli altri poliziotti a terra feriti o legati, incapaci comunque di muoversi o di continuare la missione. Erano entrati dalla porta secondaria che aveva aperto Shikamaru e subito si erano trovati Kakuzu. Neji. senza tanto riflettere, gli aveva impiantato cinque colpi di pistola al petto, uccidendolo.

Hyuuga, insieme ad Hatake, era corso in direzione di alcune voci e lì aveva visto Nara a terra. D’istinto aveva sparato ad Hidan, arrestato subito dopo dai colleghi che avevano fatto irruzione. Shikamaru si era rialzato senza tante cerimonie pochi secondi dopo, un po’ frastornato, togliendosi il pesante giubbotto anti proiettile che gli aveva salvato la vita.

Una cosa da niente, proprio.

“Ino non è giusto quello che stai facendo e lo sai.”

Insistette Sakura, aiutando l’amica a mettersi la giacca pesante. Silenziose, uscirono dall’ospedale, raggiungendo subito un taxi che le avrebbe condotte al carcere di massima sorveglianza, dove Hidan sarebbe stato finalmente giustiziato.

Sakura più volte le aveva consigliato di non presentarsi, che non sarebbe stato affatto salutare per la sua mente rivedere quell’uomo che l’aveva torturata, ma Ino era impuntata sulla decisione.

Voleva vederlo morire.

Voleva avere la certezza che lui non avrebbe più potuto farle del male.

Solo in quel modo avrebbe potuto mettere una pietra sopra a tutto quello che era accaduto.

Arrivarono al carcere velocemente; Naruto  le attendeva all’entrata col solito sorriso bonario sulle labbra; Sakura gli si avvicinò, sistemandogli il colletto della camicia. Quella scena fece sorridere in modo amaro Ino, al pensiero che lei probabilmente non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere.

Non si accorse di Shikamaru che si era avvicinato, prendendola delicatamente per un braccio, buttando così all’aria il suo piano di stargli lontana. Non era arrabbiata con lui, questo mai!, ma vederlo le faceva male, perché certe cose non si possono cancellare.

“Come stai?”

Chiese lui, accompagnandola all’interno del carcere, superando i controlli per entrare.

“Bene, nonostante tutto.”

Rispose, guardandolo intensamente.

“Ti devo parlare, puoi ascoltarmi?” chiese, facendo vedere il suo documento di polizia a un’agente che controllava l’entrata alla stanza dell’esecuzione.

Si fermarono in un angolo appartato, mentre davanti a loro alti funzionari pubblici e giuridici facevano il loro ingresso discutendo di politica, come se non stessero andando a vedere esecuzione.

“Senti, sai che a me non piace parlare…” iniziò subito con aria scocciata, guardandola. Ino stava ferma e rigida come un palo, con la paura di quello che sarebbe potuto uscire dalle labbra del ragazzo. Qualche mese fa avrebbe pagato qualsiasi cosa per sentirsi dire ti amo, e c’era una parte di se stessa che ancora lo sperava e lo desiderava; ma dentro di lei esisteva anche un’altra parte che avrebbe solo voluto dimenticare, tornare alla vecchia vita di prima, una vita senza Shikamaru Nara ad affollarle i pensieri ogni singolo istante.

Quando il ragazzo aprì di nuovo la bocca, lo sguardo di Ino si piantò sul pavimenti senza che lei se ne rendesse conto.

“Ma è giusto che ti dica una cosa: io mi sono innamorato di te.”

Glielo disse tranquillo, come se stesse chiedendo a sua madre di fargli il bucato.

“Oh.” Rispose Ino.

“Già… che palle…” bofonchiò Shikamaru, voltando il viso altrove, imbarazzato anche se non lo dava a vedere. Non aveva mai detto una cosa del genere, non lo aveva detto neanche a Temari in modo esplicito.

Ma con Ino era sempre stato tutto diverso, con lei aveva dovuto togliersi ogni maschera, smettere di nascondersi dietro a bugie e scuse.

“Shikamaru, sai cosa significa questo per me… ma per ora io non voglio più vederti.”

Era come se il giovane avesse ricevuto una doccia fredda addosso, tanto rimase sconcertato da quella risposta. Lei lo amava, lui l’amava, finalmente!, ed era logico che dovessero stare assieme, o almeno provarci. Era un’operazione matematica sensata, dove era il problema?

“Io ti amo, e sempre lo farò, ma devo capire fino a che punto. Io ho rischiato di morire per te e devo comprendere se è un prezzo che posso ancora pagare per amarti o no.” Ino chiuse gli occhi, sospirando, vedendo che il ragazzo non le rispondeva ma si limitava a fissarla, come se non avesse capito cosa aveva detto.

“Ti prego, non cercarmi più.” Detto questo se ne andò, lasciando Shikamaru con i suoi pensieri.

Certe esperienze nella vita non si possono dimenticare, rimangono impresse dentro di te per sempre, segnano la tua esistenza in modo decisivo. Per la prima volta, aveva visto la morte in faccia, aveva rischiato seriamente di non poter vedere più i suoi cari, le facce amiche, un semplice cielo azzurro; tutto questo perché amava un uomo dal lavoro duro e la vita complicata. Su questo non poteva farci niente, non poteva comandare il suo cuore.

Adesso, doveva solo capire cosa desiderava e cosa voleva farne della sua vita; per chi viverla.

Arrivò alla stanza circolare dell’esecuzione; una sedia elettrica era posta su un piccolo palco, protetto da una spessa parete di vetro che la divideva dal resto della stanza. Dall’altra metà, era piena di sedie per gli sfortunati poliziotti e personaggi politici che assistevano alle condanne. Ino individuò Sakura, seduta accanto a Naruto, e si accomodò anche lei, sperando che il tutto fosse veloce.

Altre persone entrarono e occuparono i posti a sedere. Lentamente tutto si riempì. Solo un uomo corpulento se ne andò fumando un sigaro; vestiva firmato e in modo elegante, con giacca e cravatta; aveva un’espressione da ricco, di chi è abituato ad avere tutto ai suoi piedi. Nell’uscire, andò a sbattere contro Neji Hyuuga che educatamente si scusò e passò oltre. L’uomo, però, seguì il ragazzo con lo sguardo finché non fu più visibile, ghignando e mostrando i denti aguzzi.

“Non dovresti farti vedere in giro, Kisame.”

Una giovane donna lo raggiunse; una rosa bianca fra i capelli, marcava ancora di più la sua bellezza fuori dal comune.

“Lo so, ma volevo vedere chi ha fatto fuori i miei clienti.”

Rispose l’uomo, porgendo il braccio alla donna che accettò con un sorriso. Insieme, raggiunsero una macchina nera, di lusso; un’autista in divisa li attendeva.

Tutta l’area intorno al carcere era circondata da poliziotti e da alcuni agenti dei servizi segreti, come potè constatare la donna con un’occhiata furba.

Lei li conosceva bene, giocava spesso con loro

“Kakuzu era un’ottima fonte di guadagno. Una grande perdita.”

“Lo so, ma qualcuno dovrà pagare. Io ci ho perso un sacco di soldi, Konan.” La donna annuì, salendo in macchina dell’uomo e, dato un cenno all’autista, partirono.

Shikamaru entrò nella stanza, poggiandosi di lato contro il muro, in quanto i posti a sedere erano già tutti occupati.

Nel silenzio generale, Hidan fu accompagnato sul palco con la sedia elettrica da due medici che collegarono i vari cavi e fili al suo corpo. Mantenne sempre gli occhi chiusi. Non li aprì nemmeno quando un dottore gli chiese se era pronto, o se c’era qualcosa che voleva dire prima di morire.

Ino deglutì; senza rendersene conto si avvicinò al vetro, poggiandoci sopra una mano, fasciata da una candida benda.

Quando fu annunciata la prima scossa, Hidan aprì di scatto gli occhi e guardò proprio nella sua direzione, osservandola bene; scrutando quella giovane che avrebbe dovuto essere il suo sacrificio per il dio Jashin.

E, prima di sentire il suo corpo sussultare sotto le forti scosse elettriche, si perse in quelli che sarebbero stati l’ultima cosa che avrebbe visto.

I suoi occhi blu.

 

 

 

 

Fine (?)

 

 

 

 

 

 

Note:

La Corte Suprema Britannica non esiste.

Il giornale “The Sun” esiste realmente ed è uno dei più venduti del Regno Unito.

Molte informazioni sono state prese da Wikipedia.it

 

 

 

 

 

Note della Lee:

La storia è finalmente finita. Adesso potete saltare di gioia, strapparvi i capelli, o semplicemente mandarmi a fanculo: libera scelta. ù_ù

Si ringrazia nuovamente Rekichan per il paziente betaggio a orari disumani.

 

Mi scuso, ma questa volta non posso rispondere alle recensioni, perché vado piuttosto di fretta (non dovevo nemmeno aggiornare oggi). Ma volevo comunque ringraziare Saeko no Danna che con pazienza mi è stata accanto in queste settimane, recensendo puntualmente ogni capitolo, rendendomi assai felice. Mimi18, la mia TwinH, che nonostante sapesse già tutta la trama non è mancata a recensire ugualmente, manifestando tutto il suo entusiasmo per questa fan fiction; ti adoro <3. Lucia lair, che ha recensito per la prima volta lo scorso capitolo dopo aver messo la storia nei preferiti.

Ringrazio tutti quelli che hanno sempre letto in silenzio, che hanno messo questa storia tra i preferiti, e se volessero farmi sapere qualcosa, le loro opinione a riguardo, mi renderebbero molto felice e soddisfatta.

 

 

Alla prossima…

 

 

 

 

 

                                                                           Lee

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naruto © Masashi Kishimoto

Blue Eyes © Coco Lee

 

 

 

 

 

 

   
 
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