I’m
not Monica
La
prima volta che la vede in quello stato Ian ha sei anni.
Debbie
strilla feroce, nessuno si preoccupa di quella piccola massa urlante
dai
capelli rossi dentro la culla.
Fiona
è accanto a Monica, ha mandato via Frank e la sua droga.
Cerca disperatamente
di farle mangiare qualcosa, più per il ragazzino che
nascerà tra qualche mese
che per lei.
Lip
lo scuote un po’, nei suoi occhi vede il panico e Ian gli
prende una mano, per
tranquillizzarlo, non sa cosa sia, ma dentro lui si radica la
consapevolezza
che quella è e sarà la normalità dei
Gallagher.
La
seconda volta che assiste a quella scena Ian ha sedici anni e per un
attimo,
uno soltanto, si è crogiolato nella convinzione che tutto
sarebbe andato bene.
Pure Fiona l’aveva fatto, tanto da condividere con lei la
tavola del
ringraziamento.
Vederla
poi così, a terra e sanguinante, ha spezzato ogni sogno di
serenità che potesse
mai aver covato durante tutta la sua intera esistenza. Fiona lo stringe
a sé e
c'è un attimo in cui Ian non sente niente, se non
l’assordante rumore della
paura nelle orecchie, che si traduce nelle urla di Steve e nei
singhiozzi di
Debbie.
***
La
terza volta che rivede i deliri della malattia negli occhi di sua madre
lei è
con lui su un furgone, mentre gli parla della libertà di
vivere se stesso,
senza costrizioni o impedimenti da parte di chi non capisce quel loro
essere
speciali. E per un attimo le crede, perso in quel terribile e
terrificante
mondo che è diventato la sua mente, Ian le crede, e la segue
verso una libertà
che ancora non ha capito che sapore ha, sa solo che non era come se
l’aspettava, senza Mickey e il resto dei Gallagher.
E
prende la sua decisione.
Io non sono come Monica.
E niente, mi sono sparato tutto Shameless in quindici giorni, comprese fanfiction, che rileggerò per recensire, e fanvideo... quinsi eccomi qui.
È il mio primo esperimento nel fandom, perciò siate clementi e soffrite assieme a me per quel cucciolo indifeso che è Ian.
A presto, Cinzia!