Apro la porta,
e smisto gli oggetti
in una stanza che mi appartiene
non interamente.
È speranza,
e la coltivo in me,
come erba benefica,
naturale medicina.
Ripulisco,
per come posso,
per come riesco,
e la paura
l'ansia
lo sconforto
il disagio
l'imbarazzo
l'incertezza
fanno capolino,
certo,
ci sono
e le vedo,
ma le scavalco,
per come posso,
per come riesco.
E più è sgombro,
più intravedo il futuro
sempre più nitido
sempre più chiaro.
Faccio spazio per ciò che sarò.
Per ciò che voglio essere e diventare.
Per me.
La mia mente si fa lucida
divisa in scomparti
precisa.
Faccio spazio per qualcosa di migliore
Per qualcosa che ho intenzione di costruire
Faccio spazio alla vita,
che può rinascere ancora,
seme sotto la sabbia,
perché la sto aspettando,
e lei sta aspettando me.