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Autore: silencio    29/03/2009    1 recensioni
"I ricordi sono, certamente,il dono più bello e al tempo il più crudele che gli Dèi potessero farci. Serbare memoria delle cose che furono può essere un balsamo nelle future sconfite, un insegnamento, ma può dar anche adito ad un odio sconfinato. Dal mio canto, ahimè, possiedo molti ricordi... ed è questo il momento in cui la storia verrà narrata così com'è accaduta, alla fine del viaggio. Tutto principia e si conclude con una parola, foriera d'onori e sventure, un nome eternamente ricordato: Elena che, Moire vollero, è anche il mio nome...". Tutti conosciamo gli eveti della guerra d'Ilio, della gloria e furia di Achille Pelide, della cavalleria di Ettore il troiano o l'arroganza di sire Agamennone e tutti i miti che li raffigurano, ma nessuno di noi (me compreso) immagina fin dove il mito stesso si attualizzi. Questo è un modo per scoprirlo... l'inizio si comprende solo con la fine.
Genere: Generale, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: la storia è tratta dai racconti epici omerici (Iliade ed Odissea) e dalla mitologia classica, dunque poco meno della metà dei personaggi è di mia invenzione, gli altri appartengono ad Omero e al patrimonio della civiltà occidentale. La storia, eccettuati i debiti riferimenti ed agganciamenti, è mia, con libera ispirazione a grandi romanzi e racconti quali “la Torcia” e la “Saga di Avalon” della Bradley, “Memorie di una Geisha” di Golden, le Tragedie greche di Eschilo (Oresteide) ed Euripide (quasi tutte), “Siddharta” di Hesse, “il Cammino di Santiago” di Coelho e tanti altri.
Beta-reader: Rekichan (la mitica!)
Rating: ho messo giallo date le scene un po’ forti ed il carattere shonen-ai della narrazione (soprattutto verso la parte conclusiva).
Genere: prevalentemente Epico, ma anche Storico con accenni Fantasy e Romantico (nell’accezione originaria del termine).
Descrizione: in breve, questo è un tentativo (ambizioso, lo so) analitico della natura umana, la diversità fra uomo e donna, il perché della guerra, la lotta fra la ragione e la fede religiosa e così via. La protagonista sarà Elena, una sacerdotessa nativa di Creta, orfana a causa della guerra, che crescerà presso il tempio di Eleusi da cui il titolo appunto. Sèguito a molte vicissitudini si recherà presso Troia, ove assisterà suo malgrado alla nota guerra. Il tutto viene narrato attraverso i suoi occhi e le sue memorie.
La narrazione si sviluppa in due tempi anacronistici: il presente ambientato durante il suo ritorno ad Eleusi a seguito della distruzione di Ilio e che parte direttamente dal prologo, ed il passato rivissuto mnemonicamente da Elena durante il viaggio.







FIGLIA DI ELEUSI




PROLOGO
LA FINE DEL VIAGGIO




SPESSE nubi s’addensano sopra le nostre teste sottraendoci alla vista le stelle e la luna. La notte è cupa, il cielo minaccia bufera, e fintantoché il vento si abbatte su noi con tutto il suo furore, non posso non ringraziare i marinai per la destrezza che dimostrano nel governare la nave. Al posto loro, sono certa, sarei annegata tra i flutti. Strano per la figlia di un marinaio, pensereste voi... e forse avreste ragione. 
Mentre me ne sto qui, rigida e infreddolita sul ponte di prua, porgo l’orecchio in ascolto, più per abitudine che per vero desiderio d’udire qualche suono e il respiro mi si fa lento. Tutto mi giunge in disordine. Le invettive del capitano si mescolano agli ansimi dei rematori affaticati, ai gridolini spaventati che ogni tanto le altre donne lanciano e allo scalpiccio dei passi affrettati verso corde e finimenti. Rumore e caos un tempo insopportabili, ma che a desso, dopo le strazianti urla della guerra, mi sembrano una folle musica.
Sorrido e chiudo gli occhi mentre il vento impetuoso mi scompiglia i capelli. Per un secondo mi lascio cullare dal suo abbraccio per niente dolce ma che, sin da piccola, ho amato alla stregua d’un invisibile amante, dolce con la brezza mattutina, violento nella burrasca, colmo di gelosia, ma sempre fedele a suo modo.
Un sorriso mi affiora alle labbra; che sia un briciolo della a lungo dimenticata felicità? Nostalgia celata a riso magari? Forse, o quasi certamente un impeto improvviso, uno sfogo dovuto alle amarezze accumulate.
Colta da questa fulminea, folle contentezza, quasi ho voglia di ballare. Resisto saggiamente alla tentazione, ma da quanto tempo non lo faccio più? Anni, certamente. Da quando quella maledetta guerra è scoppiata; da quando fuggii in esilio presso le terre d’oriente, ad Ilio. E ora, anch’essa è caduta. Tutto sembra finito, come un lungo sogno -o forse incubo- svanito d’improvviso col sopraggiungere del giorno, abbandonando dietro di sé solo vuoto e desideri inappagabili.
Un brivido freddo mi percorre la schiena ed io sono costretta a riaprire gli occhi. Mi avvolgo più stretta al mantello, unico avere che m’è rimasto, e osservo l’oscuro orizzonte. La massa nera del mare si agita e ruggisce, schiumando contro lo scafo della nave, facendola ondeggiare a destra e a sinistra come un vecchio ebbro di vino. Un tempo sarei riuscita a far placare il vento, ad acquietare i flutti con un solo gesto, ma adesso… adesso è finita. La mia Arte è svanita, lasciandomi solo dei ricordi lontani.
Mi sento inutile. Il mio spirito è come morto. 
In passato avrei pianto, mi sarei infuriata per tale debolezza, ma di lacrime ne ho versate troppe e, in questo momento, non ho neppure la forza per gemere in silenzio. Mi sento fredda, sterile.
Con passo strascicato mi accosto al parapetto; alle spalle sento un rude marinaio intimarmi di fare attenzione. Lo riconosco; è lo stesso che mi ha aiutata a salire a bordo. Forse teme che voglia gettarmi in mare. Non sarei né la prima né l’ultima a farlo, del resto è consuetudine oggigiorno, e gli uomini sono abituati a vedere la donna fragile e sciocca, incapace di reggere pari drammi. E forse non hanno tutti i torti. La mia è un’epoca a tratti ingrata, soprattutto con noi. Le sacerdotesse più giovani, infervorate dall’inesperienza, s’irriterebbero nello scorgere simili atteggiamenti,  ma dal canto mio, ci ho fatto l’abitudine. Non sono affatto diversi da noi.
Nella mia vita ho conosciuto molti uomini; principi, sovrani, guerrieri ed eroi, e di ciascuno rammento forze e debolezze, paure, passioni, segreti… Achille “piè-veloce”, re Priamo, il superbo Agamennone, il nobile Ettore e altri prodi che agli occhi del mondo tanto somigliano a Dei, ma che a me paiono solo fanciulli sperduti nell’Egeo.
Il mondo sta cambiando. O è già cambiato, ma io me ne rendo conto solo ora che ho perduto tutto e faccio ritorno verso l’unico luogo che potrò sempre chiamare casa: Eleusi.
Un lampo balena nel cielo, illuminando d’infiniti fulgori le onde spumeggianti. Il cielo tuona poco dopo, quasi a rimostrare che l’ira degli Immortali Signori non s’è ancora placata.
Sospiro mentre il capitano ci urla di tornare sottocoperta, lancio un ultimo, fugace sguardo alla terra ferma ove il futuro incerto mi attende e con noncuranza mi volto…
Non sento paura. Solo stanchezza e una strana tranquillità, la medesima che provavo in gioventù ogni qual volta m’impegnavo a riparare le reti di mio padre: pesante, immota ed un po’ rassegnata, densa di fatalità.
È questo il momento in cui tutto sarà spiegato e la storia narrata così com’è avvenuta. Alla fine del viaggio.
Potrei narrarvi menzogne o verità, a voi il giudizio. Le parole, in fondo, sono sempre e solo parole.
Fatalità, tutto comincia e si conclude proprio con una parola, considerata foriera d’onori e sventure, gioie e tormentosi rimorsi. Un nome eternamente ricordato… Elena che, Moire vollero, è anche il mio nome.










Free tolk:
Ho deciso di mettere uno spazio, a conclusione di ogni capitolo ove, non solo ringrazierò e risponderò ad ogni commento/quesito/elogio/critica mi sarà rivolta, ma cercherò di render chiari i concetti più astrusi, aggiungerò note al testo e, magari, qualche piccola curiosità che nella narrazione non verrà affrontata. 
Con questo è tutto.
Grazie di aver letto sino a qua.
SILENCIO.


p.s. Lascio scritto che la pubblicazione dei singoli capitoli sarà piuttosto lenta (un volta al mese) causa una serie di impegni che occupano gran parte delle mie giornate. Prometto sin da ora che cercherò di terminarla comunque sia, anche perché mi ci sto affezionando.  


   
 
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