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Autore: Little_Rinoa    29/03/2009    1 recensioni
Spesso le cose più semplici ci sfuggono di mente. Quistis lotta per trovare quella felicità che tanto dice di meritare, ma siamo sicuri che solo un uomo sia capace di renderla felice?
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A new love

A new love

I personaggi presenti in questa storia sono di proprietà della Square-Enix.

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Non aveva mai amato Squall.

Quella convinzione le giunse dal cuore, dolorosa, ma non difficile da accettare: aveva sempre creduto il contrario, per questo continuava ad ingannare se stessa,  fingendo di amarlo.

Tutto quello che provava, e che aveva volontariamente provato, era solo frutto di affetto misto a curiosità: curiosità di capire un po’ di più quel lupo solitario, affetto perché, bene o male, erano cresciuti insieme. Le loro strade si erano divise, questo sì, ma da piccoli avevano condiviso lo stesso tetto.

Adesso che Squall aveva trovato il suo posto, al fianco di Rinoa, lei, Quistis Trepe, non poteva fare nient’altro che stare a guardare.

Ma cosa pensava di guadagnare in questo modo? Niente.

Tutti i suoi amici sembravano aver trovato qualcosa a cui appoggiarsi nella loro vita: Squall con Rinoa, Rinoa con Squall, Zell con Sephora, Irvine con Selphie e Selphie con Irvine.

Ma  lei, oltre la loro amicizia, cosa aveva? Niente.

Sapeva di dover essere paziente, di avere ancora molti anni dinnanzi a sé, ma che i suoi amici avessero già una persona su cui contare le provocava un senso di solitudine che non sapeva come appagare. Aveva bisogno di dare tutto il suo amore a qualcuno. E che quel qualcuno le desse l’amore che le mancava.

Seduta nel suo studio, con ancora in mano la penna che ormai non le serviva più, Quistis fu riportata alla realtà dal sonoro bussare alla porta. Aveva deciso di abbandonare l’insegnamento per dedicarsi alle pratiche amministrative del Garden, cosa che le dava meno soddisfazioni, ma più fama.

“Entri pure, è aperto. ” Rimase con gli occhi fissi sulla porta, immaginava già chi fosse, e ne ebbe la conferma quando Squall entrò, con l’aria sfinita di chi non aspettava nient’altro che la fine di quella giornata.

“Tra cinque minuti, nel mio studio. Tu e Shu, vado ad avvisarla.” Guardò il giovane comandante uscire con la stessa rapidità con cui era entrato e sospirò, poggiando la penna sulla scrivania. Il lavoro era molto in quel periodo, ed erano tutti stanchi, ma Squall sembrava il più frustrato di tutti, perché il preside aveva dato una mole maggiore di compiti a lui. Sia lei che Shu ne erano consapevoli, ma Squall non voleva farsi aiutare da nessuno.

Spostò la sedia per alzarsi e passando dinanzi ad una delle vetrine degli archivi guardò il suo riflesso per un controllo veloce al suo aspetto: non sapeva se Squall le avesse convocate per qualche incontro, infatti non era famoso per le sue spiegazioni. Si sistemò la camicia e la giacca, dopo di che uscì dal suo studio affrettando il passo per non essere in ritardo, i cinque minuti di Squall dovevano essere cinque minuti. Odiava i ritardi.

Entrata nel suo studio, guardò Shu con aria incuriosita, la collega le rispose con un’alzata di spalle,  nello studio non c’era nessun cliente. Entrambe si sedettero sulle poltrone davanti alla scrivania di Squall, sapevano di poterlo fare, qualsiasi altro SeeD per rispetto sarebbe rimasto in piedi.

“Ho una missione per voi.”

“Intendi dire, le contrattazioni sono per noi?” Lo interruppe Shu, mentre nella mente delle due giovani SeeD iniziava a farsi strada un brutto presentimento.

“NO… Una vera missione. Partirete insieme ad altri due SeeD a vostra scelta.”

“Un momento Squall .” Quistis lo guardò profondamente negli occhi, prima di proseguire “COSA HAI DETTO?”

“Mi hai sentito bene Quistis e, diamine, smettetela di interrompermi!”

Quistis sbuffò, affondando la schiena nella poltrona.

“A Deling, un’associazione nata dopo la guerra si è impegnata per dare un tetto a tutti i bambini rimasti orfani, e ora hanno scoperto una banda, detti i DarkDragons, che rubano bambini orfani per poi rivenderli senza autorizzazioni a persone ricche che cercano una copertura per dimostrare di avere una famiglia, o che spesso cercano un erede.”

“RUBANO? Questi ricchi non hanno il buon gusto di andare in un orfanotrofio per non far sentire questi bambini oggetti?”

“E’ per questo che hanno chiamato noi, Quistis. Per fermarli.” Squadrò la SeeD con occhi di fuoco per essere stato nuovamente interrotto, ma Quistis sostenne il suo sguardo senza paura, quasi con sfida.

“Quindi, ho scelto voi due per comandare la missione, Quistis, tu sarai il comandante, Shu, tu la sua vice.”

“COSA? Squall, non puoi scegliere noi senza prima consultarci, senza prima chiederci se ci va bene la cosa. Abbiamo deciso di ritirarci dal campo di battaglia, così come l’hai deciso anche tu!”

“Mi hanno chiesto i migliori SeeD, e al momento, voi due siete le uniche disponibili.” Adirato dal controbattere, Squall prese a giocherellare con il suo cercapersone sulla scrivania, sfogando la rabbia causata dalle storie che gli stava raccontando Quistis. Cercava di trattenersi, di non aggredirla,per non dirle che non ne poteva più di missioni, riunioni e carte da leggere.

“Ci sono anche Selphie e Irvine, Zell e chissà quanti altri uomini!”

Selphie e Irvine stanno indagando qui a Balamb, Zell sarà presto impegnato in un’altra missione.”

“Perfetto.” Mormorò Shu, rimasta in silenzio per ascoltare il battibecco dei due ragazzi.

“E dimmi, Squall, chi ci sostituirà?”

“Non sono affari vostri questi. Ed ora, se volete scusarmi, ho del lavoro da sbrigare. In questi rapporti c’è scritto tutto ciò che dovete sapere…” Porse alle due ragazze i due blocchi di fogli che presenziavano sulla scrivania. “Mi aspetto che firmiate senza indugiare.”

Shu annuì, lo stesso fece Quistis, rassegnata.

“Non so cos’altro dirvi, partirete dopo domani.”

Shu fu la prima ad alzarsi, avviandosi alla porta per tornare nel suo studio. Per loro la giornata finiva lì, per incominciare i preparativi e leggere i rapporti. Quistis la seguì, ma poco prima di chiudere la porta, Squall la chiamò.

Quistis, questa è la vita: senza la possibilità di poter scegliere. Ci facciamo condizionare dalla gente, ma non scegliamo mai veramente per noi stessi.”

La giovane SeeD rimase ad ascoltare a testa bassa, e richiuse la porta dietro di sé, senza rispondere.

-

“Mi ero ripromessa di non cascarci ancora Shu. Non posso, non voglio ritornare lì fuori.” Shu osservò la compagna sbattere forte i cassetti della scrivania, alla ricerca di qualcosa che non c’era.

Quistis… Lo sai che non ha avuto scelta, lo sai bene come lo so io. La guerra ha sfinito tutti, Squall più di noi.”

“Lo so, maledizione… LO SO!” Quistis si sistemò alla sua scrivania, poggiando la testa tra le mani, come a volersi riparare da tutto ciò che le era intorno. “Bambini, Shu ... E lui ne parla come se fossero chissà cosa!”

Shu guardò con dolcezza la neo-compagna di missione. Le due ragazze erano molto differenti. Quistis apparentemente sembrava fredda e composta, ma dentro di sé nascondeva un gran cuore, non era adatta a quel lavoro. Non era adatta a quel Garden. “Quistis, lo sai che sul lavoro non dobbiamo farci travolgere dai sentimenti, altrimenti è la fine.”

“Lo so.” Sospirò stancamente.

“Adesso cerca di calmarti. Non serve a nulla prenderla in questo modo, sai che anche Squall non cambierà idea.”  Quistis annuì.  Shu si sedette sulla poltrona dinnanzi alla scrivania dell’amica.

“Solo che non me l’aspettavo, non così improvvisamente.”

“Hai ragione, Quis. Però ricordati che noi siamo SeeD e non possiamo tirarci indietro, conosci le conseguenze.” 

Quistis sospirò nuovamente per calmarsi e guardò la sua amica. “Che ne diresti di dare un’occhiata a questo rapporto?” Prese dalla scrivania il blocco di fogli rilegato che le aveva dato Squall. Shu annuì e si avvicinò con la poltrona per poter guardare dal suo che aveva poggiato lì prima. Aveva intenzione di leggerlo da sola, ma Quistis era venuta a chiamarla nel suo studio per chiederle di farlo insieme e non aveva saputo dirle di no. Non che la cose le dispiacesse, ovviamente.

Seguì Quistis cambiando pagina nello stesso momento in cui lo faceva lei, commentando quando lo riteneva opportuno e ascoltando ciò che la sua amica aveva da dire. Alla fine fu chiaro ad entrambe il quadro della situazione, la missione era estremamente semplice perché non vi erano un gran numero di persone coinvolte e soprattutto, avrebbero avuto l’appoggio di Galbadia.

Quando Quistis e Shu si salutarono, erano ormai passate due ore. Shu aveva un appuntamento con il fidanzato e Quistis sarebbe dovuta andare in mensa per cenare con gli altri, ma non ne aveva nessuna voglia; mandò un messaggio a Selphie avvisandola che non avrebbe cenato e si avviò verso i dormitori.

Mancavano due giorni alla partenza e doveva preparare la valigia, salutare gli altri e pulire la sua stanza. Le venivano i brividi solo al pensiero.

-
In viaggio per Deling City, lontana da tutto ciò che le era familiare, Quistis si sentiva ancora più sola. Si rese conto che mentre Shu e uno dei due SeeD che le accompagnavano avevano una persona da cui ritornare, lei invece non aveva nessuno, era strano pensare che quel Garden, dove per tanti anni era stata la sua casa, non le dava nessun motivo per tornare.

La missione non era neanche incominciata, e lei si preoccupava del ritorno.

Tornò a concentrarsi sul libro che stava leggendo per passare il tempo, mancavano ancora due ore per raggiungere Deling. Lì, avevano una suite ciascuno in uno degli alberghi più costosi: già, era evidente che i responsabili volessero entrare nelle loro grazie, come se fossero esseri senza cuore, capaci di prendere sotto gamba una missione. Si sbagliavano, ed era questo che odiava delle missioni, della gente.

Aveva scelto per quella missione due ragazzi, che a prima vista le erano sembrati seri e simpatici, e non si era sbagliata. Uno di loro rileggeva per la decima volta il rapporto sulla missione e ricordava si chiamasse Thomas, l’altro, ovvero Michael, era intento a sfogliare una rivista d’armi. Gli uomini! Al suo fianco, Shu lavorava con un portatile sulle ginocchia, il viso concentrato. Non la disturbò, non ne aveva neanche la voglia. Cercò di ritornare sul suo libro, o almeno, a far finta di leggere.

Andando avanti in quel modo – alternando la vera lettura a quella finta – non si accorse della voce meccanica del microfono interno alla loro cabina SeeD che annunciava l’imminente arrivo alla stazione di Deling City. Alzò, gli occhi dal suo libro, guardando i suoi compagni di viaggio che si preparavano a scendere, chiuse il libro e li imitò. Spostando un momento le tende dal finestrino, notò che era buio: una consolazione, significava che fino al mattino successivo non avrebbe dovuto incontrare nessuno.

Come sperava, nessuno li disturbò, probabilmente aspettavano la mattina, per trovarli freschi e riposati. Infatti, quando Quistis mise piede nella sua suite, la prima cosa che notò fu il biglietto posto su un tavolo all’ingresso. La suite era spaziosa, arredata con un gusto un po’ eccentrico, ma le piaceva. La camera da letto e il bagno erano un sogno, la cosa la mise di buon umore, non vedeva l’ora di farsi un bel bagno caldo.

Ma prima, dovette leggere il biglietto. Era freddo e di poche parole, per un attimo pensò fosse stato Squall a scriverlo. Le dicevano brevemente di raggiungerli la mattina dopo in un’altra camera, dopo la colazione, per discutere dei particolari. Quistis lo rimise al suo posto. Non vedeva davvero l’ora.

Il bagno caldo servì a farla rilassare, ma non di molto, il pensiero costante del dover ritornare lì fuori, in un campo di battaglia, non faceva che tormentarla. Vedere gli effetti che la guerra aveva provocato era ciò che non avrebbe voluto vedere se non attraverso le pratiche delle missioni che arrivavano al Garden.

Invece, ora, c’era lei al posto di tanti SeeD che ogni giorno mandavano in battaglia. Lì a Deling la pressione della guerra non si sentiva, almeno esteriormente, ma i problemi politici erano numerosi e insostenibili. Proprio per questo la missione era affidata a Seed di Balamb: molti SeeD galbadiani erano del tutto fuori controllo, altri sotto accusa e infine vi erano i latitanti, come Seifer.

Povero Seifer, vittima dei suoi stessi sogni.

Preparò su una sedia la sua divisa, di fianco al letto, la sua arma era pronta a scattare, se mai ce ne fosse stato bisogno. L’idea di rimanere a rimuginare su ciò che l’aspettava non superava la morbidezza del letto, che le favoriva il ritorno tra le braccia di Morfeo. Si addormentò con la speranza che la missione finisse presto.

Il giorno dopo, cinque minuti prima dell’appuntamento con i capi dell’organizzazione, Quistis, Shu e i due SeeD erano già pronti a bussare alla porta della loro suite. Quando furono invitati ad entrare, la prima cosa che saltò al loro occhio, era l’immenso numero di carte che vi erano depositate in ogni dove. Più che una suite d’albergo, sembrava una base operativa.

“Benvenuti nel nostro studio!” Disse l’uomo che aveva aperto la porta, come a far eco ai loro pensieri. Era un uomo sulla cinquantina, ben ordinato e con un completo da lavoro di marca: almeno avevano soldi, pensò Quistis. Soprattutto se potevano permettersi di stare stanziati in un albergo del genere… E a quanto vedeva dal casino, dovevano essere lì da un po’.

“Signore… Una scelta insolita come base.” Rispose Quistis, dopo che si furono presentati e accomodati sul comodo divano presente in tutte le suite.

“Certo, signorina Trepe. Dobbiamo assolutamente rimanere nascosti. Come avrete letto dai nostri rapporti, siamo solo stati capaci di scovare i BlackDragons tramite investigatori, ma il meglio sta a voi farlo.”

Quistis annuì, con finta convinzione. Ecco che il problema persisteva, erano chiamati macchine da guerra, uomini che non aspettavano altro che mettersi in moto e partecipare al “meglio” delle missioni.

“Mi scusi per la maleducazione, io sono Adrian Bobo”. Seguì tutto il discorso dell’uomo sull’origine della loro organizzazione, di cosa si occupavano, delle persone aderenti, della banda da scovare. Tutte cose noiose che le toccava seguire.

“Capisco. Bene allora, ci spieghi come dovremmo procedere. Io e la mia squadra siamo pronti.”

“Bene. Siamo riusciti a scoprire che la loro base si trova in una semplice casa nelle vicinanze dell’arco. Vi daremo indirizzo, numero civico e un mezzo per raggiungerlo, con il vostro superiore ho discusso della possibilità di utilizzare la sala di controllo dell’arco come appostamento investigativo, in caso vi servisse... Le chiavi ci sono state consegnate dal Generale Caraway in persona…” Il signore fece una piccola pausa prima di ripendere.

E bravo Squall, pensò Quistis. Non gli sfugge mai niente a quel ragazzo.

“Bisogna catturare, uccidere, arrestare o quello che volete qualsiasi persona si trovi in quella base. Quando sarete riusciti nell’impresa, vi basterà fare un fischio,  perché fuori da questa casa ci sarà un’armata della polizia locale pronta ad aiutarvi.”

“Mi scusi, signore.” Shu intervenne. “Ma se avete le armate locali dalla vostra, perché chiamare noi?”

“Perché, signorina, voi siete abili, loro stupidi. Tutto qui.”

Giusto, pensò Quistis, perché noi siamo abili. Hyne, che sciocchezza, questi uomini si fanno contraddire dalla fama. Che orrore.

“Bene. Se non vi dispiace, vorrei poter parlare con la mia squadra per organizzare un piano. “

L’uomo annuì, decisamente soddisfatto, il sorriso compiaciuto sul suo volto non piacque a Quistis, sapeva cosa significava, che l’uomo non vedeva l’ora di farla finita. Almeno su questo, lui e Quistis erano d’accordo. E soprattutto, questi uomini stavano salvando dei bambini innocenti; quindi, da una parte Quistis era con loro.

Strinse la mano all’uomo e seguita dal suo gruppo si avviò verso l’uscita. Diede appuntamento agli altri nella sua stanza per l’ora successiva e si ritirò.

Quando risuonarono dei colpi alla porta, precisamente un’ora dopo, Quistis aveva riflettuto a fondo su come far muovere la sua squadra.  Il piano sembrava poter funzionare, e neanche gli altri ebbero nulla da ridire.

Probabilmente avrebbero perso qualche giorno, ma anche i clienti sembravano soddisfatti. A turno, i quattro ragazzi, avrebbero spiato la zona in cui si trovava l’organizzazione, dalla stanza di controllo del sistema meccanico del cancello dell’arco, in modo da capire un po’ meglio il nemico e soprattutto per non trovare sorprese indesiderate ad aspettarli. Quistis si appuntò mentalmente di ringraziare Squall per aver chiesto anticipatamente il permesso di utilizzare quella stanza per loro, infatti proprio dalle chiavi che il signor Bobo le aveva dato che le era nata l’idea.

“Secondo voi, signor Bobo, loro si aspettano un nostro attacco?” Chiese Quistis, quando fu il momento di incontrare l’organizzazione per illustrare loro il piano.

Mmmhh… Forse sì, forse no. Di certo voi avete la nomina di essere chiamati in tutto il mondo, in questo periodo.”

Perfetto. Pensò Quistis sarcastica. Dopo cena, la ragazza iniziò ad assegnare i ruoli. Avrebbero cominciato il giorno successivo, alle prime luci dell’alba e avrebbero continuato così per due giorni. Dopo di che, bisognava pensare all’attacco finale, sempre che le informazioni raccolte fossero necessarie. Ognuno di loro avrebbe dovuto far rapporto completo delle informazioni, che sarebbero state archiviate da Shu nel suo computer controllato dal Garden. Il  che significava che anche Squall avrebbe saputo come procedevano le cose.

Una volta terminato il lavoro di raccolta informazioni, ci sarebbe stata la riunione strategica con il signor Bobo.

Era ormai notte inoltrata quando Quistis decise che il primo turno, che sarebbe durato sei ore, in modo da dividere il tempo equamente con gli altri, l’avrebbe iniziato Shu. Avrebbe preferito mandare uno dei due ragazzi, ma dato che Deling City era pericolosa per le donne di notte, i due insistettero  nel prendere gli orari notturni per loro e lasciare il giorno alle ragazze. Quistis sorrise tra sé; aveva scelto dei SeeD perfetti.

Congedò i ragazzi e si preparò per andare a dormire. Il mattino successivo avrebbero accompagnato tutti e quattro Shu per vedere da vicino dov’era situata l’associazione, dopo di che lei sarebbe tornata in albergo per fare rapporto a Squall via e-mail e i due ragazzi sarebbero stati nelle vicinanze e avrebbero comunicato con Shu tramite auricolare. Shu aveva insistito per rimandarli in albergo dato che avevano i turni notturni, ma i due ragazzi erano stati ben felici di accompagnarla.

Per loro fortuna, la sala dei controlli aveva una piccola finestra che affacciava proprio sulla casa dei BlackDragons

Tranquillizzata dalla presenza dei due SeeD con Shu, Quistis si preparò alla lunga e-mail che avrebbe dovuto scrivere a Squall: infatti, le portò via due ore buone. Chiamò la reception per richiedere il pranzo anticipato in camera, nell’attesa, chiamò uno dei SeeD. Tante notizie e nessun problema. Fantastico.

Shu la informò brevemente: in casa erano presenti cinque persone dell’organizzazione, nessuna traccia di bambini,ma aveva visto con il binocolo due donne portare vassoi non in bella condizione ai piani superiori. Non sapeva dire con precisione se aveva visto giusto, ma ad occhio e croce dovevano essere quindicina . Le finestre delle camere ai piani alti erano totalmente oscurate, il che significava che i bambini dovevano trovarsi là. Tutti gli uomini presenti possedevano una pistola.

Quistis si rilassò un momento, era tutto tranquillo. Ricordava bene quella stanza di controllo che qualche tempo prima lei e i suoi compagni avevano raggiunto per abbassare il cancello. Il generale Caraway, ovvero il padre di Rinoa, diventato un mezzo presidente a causa della situazione instabile, aveva stranamente accettato di consegnare loro le chiavi. Erano stati fortunati, o meglio, Squall era stato fortunato ad averlo come suocero, altrimenti non era sicura che ci sarebbe mai stata una benché minima unione di Deling City con Balamb, soprattutto quando erano SeeD esterni ad occuparsi di un caso interno a Galbadia.

Contenta che tutto andasse secondo i piani e che per ora non vi erano intoppi, Quistis si alzò per prepararsi al suo turno di guardia. Indossata una tuta, proprio come aveva visto fare a Shu, si avviò nella hall per aspettare la macchina che l’avrebbe accompagnata. Ora stava meglio, il senso di abbandono che aveva avuto il giorno prima era passato: adesso si sentiva bene, stava facendo qualcosa per aiutare il mondo.

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Note dell’autrice: Eccomi con una nuova fan fiction, questa volta incentrata su uno dei personaggi più belli, ma allo stesso tempo meno apprezzato del videogioco. Mi sono divertita molto a scriverla, e spero che sia piaciuta anche a voi.

A breve, in arrivo la seconda e ultima parte.

Volevo ringraziare la bravissima noFrogs per la betatura.

 

 

 

  
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