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Autore: Zomi    18/03/2016    3 recensioni
Eppure lo spadaccino non era del tutto felice.
Non era tanto la notizia che alcuni membri della famiglia Donquijote fossero misteriosamente scomparsi, o che la Marina continuava a puntarli con i loro fucili mezzi spuntati, o del fatto che Rufy continuava a infilarsi le dita nel naso sotto lo sguardo inorridito di un Law bendato e per una volta paziente, e non medico, mentre Sabo, ancora inesperto con il frutto Mera Mera, appiccava incendi qua e là che prontamente Koala spegneva, prima di mollare uno scappellotto al biondo.
No, era dell’altro.
**Fanfiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan**
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Campo di Girasoli

 
Il vento soffiava con forza nella valle.
La moltitudine di girasoli, chiusi e ricurvi su se stessi, dondolavano seguendo il capriccioso volere del vento, che li piegava sugli alti steli creando onde di un giallo notturno che si infrangevano su ogni lato del Campo di Girasoli.
I piedi del palazzo reale sprofondavano e riemergevano dalla coltre ocra notturno di girasoli, navigando sui soffi del vento sul mare giallo addormentato.
Zoro ignorava l’aria fredda che muoveva tutto ciò che vi era nella piccola vallata, concentrandosi nel raggruppare i suoi pensieri che sembravano scappare sulle corde del vento prendendosi beffe di lui.
Stringeva le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, mantenendo fisso davanti a sé lo sguardo in cerca, tra la moltitudine di girasoli dormienti e per nulla solari, le parole giuste con cui spiegarsi, con cui spiegarle che erano lì per lei, per loro.
Abbasso lievemente lo sguardo alla figura seduta a terra, le gambe piegate al petto e il capo ramato che scintillava quasi fosse giorno, rischiarando la valle e mettendo invidia alle stelle.
Poteva Nami illuminare una valle nel buio della notte?
Per Zoro si, e riusciva anche, nel suo silenzio sorridere ai fiori dondolanti, a rubargli ogni parola, rendendo difficile spiegare perché l’aveva condotta fin lì.
Sbuffò, passandosi una mano nella zazzera verde, scuotendo il capo e storcendo la bocca in una smorfia scontrosa.
Che diamine gli prendeva?
Si era piegato a qualche demone oscuro, muovendo le sue azioni sotto la guida di una qualche forma di emozione –guai a chiamarla gelosia- portandola di forza lì, muovendo mari, monti e Tontatta, pur di dirle cosa provava e che vederla tra le braccia del cuoco lo tormentava nel profondo.
E ora, ora che c’era così vicino, non spiccicava parola?
Permetteva alla sua indole burbera e taciturna di smorzare ogni verve del demone che lo aveva guidato fin lì, rovinando ogni cosa?
Grugnì, massaggiandosi la nuca.
Che diamine gli prendeva?
Quello non era lui.
Lui era un guerriero, era lo spadaccino che con ghigno strafottente e lame affilate aveva abbattuto Pika in pochi attimi, e non quel coso che si era fatto guidare da Wicca e poi da Nami per tutta Dressrosa, ribollendo di una strana rabbia e che ora fissava girasoli dormienti senza un perché e senza prendere in mano la situazione che lui stesso aveva creato, apposta tra l’altro, per dar voce a quel demone geloso che lo aveva costretto a fare tutto ciò.
No, non si sarebbe permesso di restarsene fermo e zitto davanti ai girasoli, zittendo nuovamente ciò che provava per la compagna.
Lui era Roronoa Zoro, non un pappe molle.
Lui era…
-… bellissimo, vero?-
-Chi?!-
Si morse la lingua, le labbra ancora piegate nella sua risposta affrettata all’affermazione innocente di Nami, che ora lo fissava con occhi truci.
La vide schioccare le labbra, arricciate in un mezzo ringhio, voltando poi il viso al campo di girasoli e ignorandolo.
Ottimo!
Non era più se stesso e aveva appena rovinato tutta la fatica fatta per… ah, e che cavolo!
-Si, è bello!- sberciò incrociando le braccia al petto e buttando un’occhiata al campo di girasoli notturno.
Che cavolo diceva ora?!?
Oh diamine.
-Sarebbe stato meglio di giorno…- dondolò il capo ramato la cartografa -… ma anche così sono belli-
Un grugnito dello spadaccino accompagnò la risatina ironica di Nami, che piegò il capo verso di lui, fissandolo con sguardo dolce.
L’osservò teso e sbuffante nel suo completo nero, elegante come mai lo aveva visto, con le labbra strette in una linea netta e dura, gli occhi ridotti a fessure ad accendere i girasoli spenti e le mani che si aprivano e chiudevano all’interno delle tasche, a liberare e frenare redini che esistevano solo nei pensieri dello spadaccino.
Prese un profondo respiro, stanca del silenzio notturno, stirando le braccia al cielo e alzandosi di scatto dal prato verdeggiante.
Si avvicinò a Zoro, osservandolo fermo e fiero nella sua posa di profilo e allargando le braccia verso di lui prima di parlare.
-Abbracciami-
L’occhio sano del verde ruotò di scatto, fermandosi sulla figura appannata dalla notte della cartografa.
Un abbraccio?
Lui a lei?
Il ghigno tornò a solcargli il volto con ritrovata strafottenza e sana voglia di far innervosire la compagna.
-Ohhh…- incrociò le braccia al petto, inclinandosi di lato verso Nami -… qui qualcuno vuole un po’ di attenzione-
La fronte della rossa si corrugò per un breve istante, prima di rilassarti nuovamente.
-Ohhh…- gli fece il verso imitandolo anche con le braccia conserte sotto i seni -… qui qualcuno mi ha fatto attraversare un’intera città di notte per portarmi a vedere dei girasoli!-
Un ringhio strozzato inclinò il ghigno dello spadaccino, che si ritrasse dalla compagna raddrizzando la schiena.
Sbuffò una mezza imprecazione, piegando il capo sul lato opposto a quello di Nami prima di tornare a voltarsi verso di lei e provare ad aprire bocca.
Non ci riuscì purtroppo.
Una massa scomposta di ricci di rame lo sommersero e due morbide e tenaci braccia lo avvolsero in una morsa decisa ma dolce, aggrappandosi a lui per il collo taurino dove anche un dolce visino da gatta furba si posò, nascondendo un sorrisino sornione.
Gli ci volle qualche secondo per metabolizzare la stretta che lo avvolgeva, e quando riuscì a zittire il suo orgoglio e ad allargare le braccia per richiuderle attorno alle spalle di Nami, gli sembrò che un blocco di pietra si sgretolasse all’altezza dello stomaco.
Sospirò, celando un sorriso intenerito, respirando a pieni polmoni il profumo fruttato che lo circondava.
Perfino i suoi pensieri sembravano più leggeri e meno confusionari ora che Nami lo stava abbracciando, alleggeriti dal vento che correva tra i fiori del prato e intorno a loro.
Ora gli sembrava tutto così facile.
-Mi mancherà Dressrosa- sospirò d’un tratto Nami, arricciando il nasino contro la pelle nuda del collo taurino del verde.
-Perché?- sfregò la zazzera smeraldina sulla sua tempia fresca.
-Bhè i Tonttata, il clima di festa… i negozi di vestiti!-
Ridacchiò grossolanamente, mormorando un leggero “mocciosa malata di shopping” che Nami lasciò volutamente cadere nella notte.
-Penso…- chiuse gli occhi, beandosi della presa forte e rassicurante di Zoro su di lei -… che Dressrosa mancherà molto anche ad altri…-
-Tipo?- inarcò un sopracciglio.
Che diamine di discorsi faceva?
E perché lui le permetteva di parlare, quando invece era la sua di occasione per dar voce ai suoi pensieri?
-Di sicuro Sanji non smetterà tanto presto di frignare: “Oh la mia Viola, la mia bellissima Viola!”- sghignazzò la rossa, ritrovandosi di colpo allontanata dal calore del corpo di Zoro che, braccia tese sulle sue spalle, la stava osservando schioccato.
-Viola…?- sbottò con la fronte corrugata.
-Si Viola- sbattè le palpebre –Hai presente? Bella, alta, mora, ex killer della famiglia Doflamingo, ha colpito in faccia Sanji con un calcio… hai presente si?-
-Ho presente, ho presente- sbuffò, ritirando le mani e infossandole nei pantaloni –Ma che centra lei con voi?-
-Voi?- lo guardò scettica.
-Te e il cuoco- più un ringhio che una spiegazione.
-Ahhh… io e il cuoco… - sbatté le palpebre confusa, prima di spalancare gli occhi e tremare sul posto, quasi urlando -… noi?!?-
Si scostò di un passo del ragazzo, guardandola sconvolta.
-Ma di che cavolo stai parlando Zoro?!?- si sgolò nella notte, facendo inarcare un sopracciglio perplesso al verde.
-Non penserai che io… e Sanji… oh andiamo! È palese che tra Sanji-kun e la principessa c’è stato ben più che un semplice calcio!- gli batté una mano aperta sulla fronte –Si può sapere che cosa hai bevuto per immaginarti che io e Sanji avessimo… fossimo… oh insomma Zoro!?!-
-Non ho bevuto nulla di strano!- sbottò Zoro, afferrandole il polso dell’arto con cui l’aveva percosso –Vi ho visto alla festa, appiccicati tra di voi, in un angoletto buio a sussurrarvi chissà quale stomachevole dichiarazione, mentre tu ti strusciavi su di lui e…-
-Ora ho capito!-
Lo spadaccino spalancò gli occhi, fissando la compagna battersi un pugno sul palmo libero, cambiando l’espressione degli occhi che, da sorpresi e spalancati, si assottigliarono a due fessure colme di furbizia, assumendo una leggera sfumatura color rame caldo.
La gola gli si seccò senza un perché mentre Nami tornava contro il suo petto, abbracciandolo per il costato e premendosi su di lui con fare da gatta.
-Sei geloso- si gongolò delle sue stesse parole, posando il mento sullo sterno del ragazzo, fissandolo con estrema sicurezza in pieno volto.
-C-cosa?!?-
Si sentì quasi perdere la terra sotto i piedi, e le braccia che fino a poco prima erano state forti e sicure nell’afferrare e stringere la cartografa, ora se ne stavano molli lungo i suoi stessi fianchi, permettendo alla presa della rossa di stringerlo con capriccioso possesso.
-Sei geloso- ripeté ancora Nami, allungandosi sui tacchi e arrivando a posare le labbra al suo orecchio ornato di pendagli –Per questo mi hai portato qui: per portarmi via da Sanji e dalle nostre stomachevoli dichiarazioni…-
Il ringhio che si alzò dalla cassa toracica di Zoro si mischiò alle risate della cartografa, che si strinse maggiormente a lui, strusciando la punta del naso contro la sua mascella indurita dall’espressione incarognita.
-… mi hai portato qui…- riprese a parlare -… al Campo di Girasoli, in un posto romantico…- grattò la lingua sul palato sull’ultima parola, facendo intirizzire la pelle lungo la colonna vertebrale a Zoro -… perché mi vuoi solo per te…- scivolò con le mani dalle spalle su tutta la schiena, infilando i pollici tra la cinta e la pelle calda dei suoi finachi -…perché non vuoi che consoli Sanji che deve separarsi da Viola…- schioccò la lingua sul palato -… perché sei geloso…- cantilenò infantile -… perché io ti piaccio!-
-Ehi piano con le parole, mocciosa!- sbottò Zoro, bloccandola contro di sé nonostante le parole burbere, abbracciandola con forza e ignorando bellamente la sua risatina divertita.
Si era goduto le piccole carezze ruffiane della rossa, tra la vera ricerca di dolcezza nel loro burrascoso rapporto e l’immancabile ironia che condiva i loro quotidiani bisticci.
Se la strinse forte al petto, portando una mano al capo ramato e spingendoselo contro al suo, cercando in tutti i modi di non farla scappare.
-Tu non mi piaci…- le soffiò tra i capelli, ricevendo un calcio su uno stinco a cui rispose ghignando basso e roco -…è di più-
Era stato quasi un sussurro nel vento notturno, ma Nami lo sentì lo stesso e accentuò la presa sulla vita dello spadaccino, premendo le labbra sulla guancia del verde in un casto bacio.
Il vento continuava a soffiare forte nel campo di girasoli, facendo dondolare i fiori gialli in una danza lenta e continua, in un avanti e indietro perpetuo, aspettando che la luna lasciasse passo al sole, loro Re, unico in grado di farli raddrizzare sui loro alti steli e di guidarli nella danza del vento.
Zoro abbandonò lo sguardo all’oro nero che aspettava una goccia di sole davanti a lui, deciso a non voler lasciarsi scappare la sua candela di rame dalle braccia, che si era totalmente accoccolata sul suo petto.
-… di più…- sussurrava tra sé e sé, ripetendo le parole contro la gola di Zoro come un mantra magico -… ma perché i girasoli?-
Zoro ghignò, stringendo appena la pupilla nel scorgere lontani, oltre i confini distrutti di Dressrosa, le prime luci dell’alba.
-Perché hanno bisogno del sole per vivere- la luce del sole iniziò a far capolino con maggior intensità, colorando il cielo di un tenue rosa che presto diventò rosso.
Scivolò con il capo sulla fronte di Nami, accarezzandole l’ovale del viso con entrambe le mani fino ad incorniciarlo e a poterla guardare direttamente negli occhi.
-Come io di te- vide i suoi ricci rossi venir illuminati dal sole, rendendoli di puro fuoco e ammaliandolo.
-Tu il sole, io il girasole- l’osservò illuminarsi interamente, sopra lo sfondo di girasoli non più intorpiditi ma svegli e desti al richiamo del loro Re.
Nami sorrise appena, il rossore delle guance che si mimetizzava a quello delle luci dell’alba, portando le mani sopra quelle di Zoro in una leggera carezza.
-Sicuro di essere tu il girasole?- domandò in un soffiò.
Sollevò gli occhi su quelli del compagno, sforzandosi di mantenere stabile e sereno il sorriso, stringendo con forza le mani callose che l’accarezzavano.
-Mi manca il mio sole…- mormorò chiudendo gli occhi e percependo la presa di Zoro accentuarsi su di lei alle sue parole.
-Sto arrivando-
-Più di dieci giorni…-
-Sono quasi arrivato-
-… senza sole-
-Manca poco-
-Sono un girasole perso, Zoro- riaprì gli occhi, rivelandoli umidi e malinconici –Torna a illuminarmi, presto…-
Le mani premute sul dolce viso da ladra si strinsero ancor di più, cercando davvero di non lasciarla fuggire.
-Sto arrivando!- urlò contro il vento, improvvisamente più forte, più duro –Sto arrivando, io…-
-Lo so- la voce di Nami era un sussurro lontano ormai, contro cui non poteva lottare.
Se solo fosse stata vera.
–Portami dei girasoli- la sentì canzonarlo mentre altre voci prendevano posto nella sua mente, assordandolo –Sii romantico almeno una volta…- una risata, forse non quella di Nami però -… buzzur…!-
 
 












-… la nonna dice di prendere la grandine, tritarla e versarci sopra dello sciroppo alla menta!-
-Avete sentito uomini? Forza: prendete tutto ciò che riuscite e raccogliete la grandine!
-Si capitan Bartolomeo!!!!-
Storse il naso, girandosi su un fianco nella piccola branda che occupava, mantenendo le braccia piegate dietro il capo.
Davvero avevano raggiunto il Nuovo mondo affidandosi ai consigli di una vecchia dispersa chissà su quale isola?
Sospirò, sentendo Rufy ridere e chiedere altro sciroppo –alla carne?- mentre un certo dio Usopp pregava un collega di salvarlo.
Sospirò, mettendosi seduto e massaggiandosi il ponte del naso.
Zou era vicina, mancavano poche ore allo sbarco, e dei confini alti e non molto definiti già si stagliavano all’orizzonte dinanzi a loro.
-Manca poco- si schiarì la gola dal suo riposino, alzandosi dal letto e avvicinandosi alla parete colorate ornata di colorati avvisi di taglia.
Ne cercò uno con occhio attento, accarezzandone il viso ritratto quando lo trovò.
L’ovale perfetto, i ricci rossi, gli occhi di cacao, le labbra arricciate in un sorriso felino e ammaliatore.
Il suo Girasole.
-Sto arrivando- accarezzò nuovamente la foto di Nami Zoro, abbassando il braccio e portando una mano ad infossarsi nelle tasche dei pantaloni mentre si avviava sul ponte della nave dei Pirati di Bartolomeo, impaziente di arrivare a destinazione.
Un piccolo, solare, giallo fiore giaceva in attesa sotto i poster di essere consegnato alla legittima proprietaria, assieme a dei sentimenti che avrebbero preso forma in parole per la prima volta, finalmente.
Presto un Girasole avrebbe ritrovato il suo Sole.
 
 
 
















ANGOLO DELL’AUTORE:
Ohhhhhh e finalmente è finita!
Lo ammetto, è stato un parto quest’ultimo capitolo. Sarà che avevo perso enfasi nel scriverlo, sarà che è stata tanta fatica persa, sarà che ho altre cose in mente da scrivere e questa FF era l’ultima cosa che avevo e volevo da scrivere, ma davvero mi è stato difficile mettere la parola FINE alla storia.
Il finale è totalmente diverso da ciò che avevo in mente a giugno dell’anno scorso, ma quasi quasi mi soddisfa di più.
Che dire: i personaggi non sono IC, la trama scontata, alcune cose son andate perse, troppi dubbi restano, finale scontato… spero almeno ci sia qualcosa da salvare, e se così non fosse scusate la voglia persa di scrivere di quest’autrice, ma nonostante tutto non volevo lasciare Nami e Zoro a zonzo per Dressrosa per sempre.
Ciao e alla prossima!
Zomi
 
   
 
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