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Autore: Anne Elliot    19/03/2016    1 recensioni
Mr. Holmes, attirò subito l'attenzione della sala per la figura alta e raffinata, i bei lineamenti e il portamento nobile, e la voce, che passò di bocca in bocca nel giro di cinque minuti dal suo ingresso, della sua rendita di diecimila sterline l'anno. I signori lo giudicarono un uomo dall'aspetto raffinato, le signore proclamarono che era molto più attraente di Mr. Watson, e fu oggetto di grande ammirazione per circa metà della serata, fino a quando i suoi modi suscitarono una disapprovazione che rovesciò il corso della sua popolarità; si scoprì infatti che era superbo, che si riteneva al di sopra della compagnia e non faceva nulla per rendersi piacevole, e nemmeno la sua vasta tenuta nel Derbyshire poteva salvarlo dall'avere un volto ostile e antipatico, e di non essere degno di paragone col suo amico.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volume I migliorato
Note Autore: Salve a tutte/i,
probabilmente chi segue (o sarebbe meglio dire seguiva) le mie storie si starà chiedendo come oso ripresentarmi dopo tutti questi mesi e soprattutto con una nuova storia invece che con un capitolo che concluda quella ancora in corso. Tutto quello che posso dire è: avete perfettamente ragione! Ma sappiate che se sto facendo questa scelta (cioè pubblicare questa invece che un capitolo dell'incompiuta) è perché non voglio rifare l'errore fatto qualche mese fa, cioè ricomparire e poi sparire; per cui ho deciso che prima di tornare a pubblicare i capitoli, la finirò. Quindi: “L'errore di Sherrinford Holmes” avrà una fine? Si! Quando sarà? Ergh, non lo so con certezza ma sappiate che quando ricomparirà un capitolo vorrà dire che è completa e si tratterà solo di aspettare che la pubblichi ( e ci sto lavorando, non l'ho abbandonata ^^).
Per tutti coloro i quali non sappiano ancora che persona vile io sia, ed anche per chi già lo sa: salve a tutti, sono Anne e questa è l'interpretazione che Jane Austen ha dato di Sherlock della BBC. Sono impazzita? Che cosa intendo dire? Che quello che state per leggere è il VERO Orgoglio e Pregiudizio, solo con i personaggi di Sherlock. Non ho alterato dialoghi, non ho alterato descrizioni o personaggi ho esclusivamente scremato e talvolta tagliato descrizioni, personaggi secondari o avvenimenti non particolarmente rilevanti, sperando che Jane Austen, e chi come me la ama, non me ne voglia.
Dopo il mio solito sproloquio, vi lascio al primo Volume del romanzo, in totale sono 3 e ne pubblicherò uno a settimana e, se ne avrete voglia, ci vediamo alle note conclusive.
Ed ora, come sempre, a voi l'ardua sentenza e le critiche!
A presto,
Anne ^^



Orgoglio e Pregiudizio



Volume primo



1

È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie.
Per quanto poco si possa sapere circa i sentimenti o i punti di vista di un uomo del genere al suo primo apparire nel vicinato, questa verità è così saldamente fissata nelle menti delle famiglie del circondario, da considerarlo di legittima proprietà di una o l'altra delle loro figlie.
"Mio caro Mr. Hooper", gli disse un giorno la sua signora, "hai saputo che finalmente Netherfield Park è stato affittato?"
Mr. Hooper rispose di no.
"Non vuoi sapere chi l'ha affittato?", esclamò la moglie con impazienza.
"Tu vuoi dirmelo, e io non ho nulla in contrario ad ascoltare."
"Allora, mio caro, devi sapere che è stato affittato da un giovanotto con un'ampia fortuna del nord dell'Inghilterra."
"Come si chiama?"
"Watson ed è uno scapolo con un'ampia fortuna; quattro o cinquemila l'anno. Che bella cosa per le
nostre ragazze!"
"E perché mai? che c'entrano loro?"
"Mio caro Mr. Hooper", replicò la moglie, "come puoi essere così irritante! Lo sai bene che sto pensando di farlo sposare con una di loro."
"Era questo il suo progetto quando ha deciso di stabilirsi qui?"
"Progetto! sciocchezze, come puoi parlare in questo modo! Ma è molto probabile che possa innamorarsi di una di loro, e quindi devi fargli visita non appena arriva."
"Non vedo nessun motivo per farlo. Potete andare tu e le ragazze. Credo proprio che Mr. Watson sarà felicissimo di conoscervi, e io manderò qualche rigo tramite te per assicurargli il mio cordiale consenso al suo matrimonio con qualunque delle ragazze preferisca, anche se dovrò mettere una parola buona per la mia piccola Molly."
"Fammi il piacere di non fare una cosa del genere. Molly non ha nulla di meglio delle altre, e sono certa che non sia bella nemmeno la metà di Mary, né che abbia nemmeno la metà del carattere gioviale di Janine. Ma tu dai sempre la preferenza a lei."
"Nessuna di loro ha niente di cui andare fiera", rispose lui; "sono tutte sciocche e ignoranti come la altre ragazze; ma Molly ha un po' più di acume rispetto alle sorelle."
"Mr. Hooper, come puoi offendere così le tue stesse figlie? Ti diverti a tormentarmi. Non hai nessuna compassione per i miei poveri nervi."
"Ti sbagli, mia cara. Ho un grande rispetto per i tuoi nervi. Sono miei vecchi amici. Li ho sentiti, con grande rispetto, menzionare da te almeno negli ultimi vent'anni."

2

Mr. Hooper era stato uno dei primi tra coloro che avevano fatto visita a Mr. Watson. Aveva sempre avuto intenzione di farlo, anche se fino all'ultimo aveva assicurato alla moglie che non ci sarebbe andato, e fino alla sera successiva alla visita lei non ne seppe nulla. La cosa fu poi rivelata come segue. Osservando la seconda figlia intenta a decorare un cappello, lui le si rivolse improvvisamente, dicendo,
"Spero che a Mr. Watson piaccia, Molly."
"Non abbiamo modo di sapere che cosa piace a Mr. Watson", disse la madre, risentita, "visto che non gli faremo visita."
"Ma dimenticate, mamma", disse Molly, "che lo incontreremo al ballo, e che Mrs. Long ha promesso di presentarcelo."
"Non credo che Mrs. Long farà niente del genere. Ha due nipoti del suo. È una donna egoista e ipocrita, e non ho nessuna stima di lei."
"Neanche io", disse Mr. Hooper, "e sono lieto di constatare che non avrete bisogno dei suoi servigi."
Mrs. Hooper non si degnò di replicare; ma incapace di contenersi, iniziò a sgridare una delle figlie.
"Smettila di tossire così, Philippa, per l'amor del cielo! Abbi un po' di compassione per i miei nervi."
"Philippa non ha alcuna discrezione nel tossire", disse il padre; "sceglie male i tempi."
"Non tossisco mica per divertirmi", replicò Philippa con tono irritato.
"Quando ci sarà il prossimo ballo, Molly?"
"Tra quindici giorni."
"Già, proprio così", esclamò la madre, "e Mrs. Long non tornerà fino al giorno prima; così, le sarà impossibile presentarci, visto che lei stessa non lo conoscerà."
"Allora, mia cara, avrai un vantaggio sulla tua amica, e sarai tu a presentare Mr. Watson a lei."
"Impossibile, Mr. Hooper, impossibile, dato che non lo conosco; come puoi tormentarmi così?"
"Rendo onore alla tua cautela. Una conoscenza di quindici giorni è sicuramente molto esigua. Non si può sapere com'è davvero un uomo. Ma se non ci arrischiamo noi, lo farà qualcun altro, e, dopo tutto, Mrs. Long e le nipoti devono avere una possibilità; e quindi, dato che lei lo considererà un atto di gentilezza, se rifiuti questo compito, me ne farò carico io."
Le ragazze fissarono il padre. Mrs. Hooper disse soltanto, "Sciocchezze, sciocchezze!"
"Che vuol dire questa esclamazione così enfatica?" esclamò lui. "Ritieni che le formalità di una presentazione, e la fatica che costano, siano sciocchezze? In questo non posso essere d'accordo con te. Che ne dici, Sally? Visto che, lo so, sei una signorina dedita a profonde riflessioni, leggi libroni e prendi appunti."
Sally voleva dire qualcosa di saggio, ma non sapeva come farlo.
"Mentre Sally riordina le idee", proseguì lui, "torniamo a Mr. Watson."
"Sono stufa di Mr. Watson", esclamò la moglie.
"Questo mi dispiace. Se almeno l'avessi saputo stamattina, sicuramente non sarei andato a fargli visita. È davvero una sfortuna, ma dato che in effetti la visita l'ho fatta, ora non possiamo più evitare questa conoscenza."
Lo sbalordimento delle signore era esattamente quello che aveva cercato; quello di Mrs. Hooper forse superava tutti gli altri, anche se, quando il primo tumulto di gioia si fu esaurito, iniziò a giurare che era ciò che si era sempre aspettata.
"Come è stato buono da parte tua, mio caro Mr. Hooper! Ma lo sapevo che alla fine ti avrei convinto. Ero sicura che ami troppo le nostre ragazze per trascurare una conoscenza del genere. Be', sono proprio contenta!"
"Ormai, Philippa, puoi tossire quanto vuoi", disse Mr. Hooper; e, mentre parlava, uscì dalla stanza, stanco dei rapimenti della moglie.

3

Assolutamente nulla di quello che Mrs. Hooper, con l'aiuto delle cinque figlie, riuscì a chiedere sull'argomento, fu sufficiente a tirar fuori al marito una soddisfacente descrizione di Mr. Watson e alla fine furono costrette ad accontentarsi delle informazioni di seconda mano della loro vicina Lady Lucas. Il suo resoconto fu altamente favorevole. Watson era giovane, bello, estremamente simpatico e, a coronare il tutto, aveva intenzione di partecipare al prossimo ballo con una numerosa comitiva. Nulla poteva essere più eccitante! Essere amante del ballo era appena a un passo dall'innamorarsi, e si nutrirono le più rosee speranze riguardo al cuore di Mr. Watson.
Nel giro di qualche giorno Mr. Watson ricambiò la visita di Mr. Hooper, e si intrattenne con lui per circa dieci minuti in biblioteca. Aveva nutrito la speranza di essere ammesso alla presenza delle signorine ma vide solo il padre.
Subito dopo fu mandato un invito a pranzo, e Mrs. Hooper aveva già programmato le pietanze che le avrebbero fatto onore come padrona di casa, quando arrivò una riposta che rimandava il tutto. Mr. Watson era costretto a essere in città il giorno seguente. Mrs. Hooper ne fu oltremodo sconcertata e iniziò a temere che potesse passare in fretta da un posto all'altro senza mai fermarsi a Netherfield per il tempo dovuto. Lady Lucas acquietò un po' i suoi timori facendo balenare l'idea che fosse andato a Londra solo per radunare una numerosa comitiva per il ballo, e subito dopo giunse notizia che Mr. Watson avrebbe portato con sé alla festa dodici signore e sette signori. Le ragazze si crucciarono per il numero delle signore, ma il giorno prima del ballo si consolarono venendo a sapere che, invece di dodici, ne avrebbe porto con sé da Londra solo la sorella e una cugina. E quando la comitiva fece il suo ingresso nella sala da ballo consisteva in tutto di tre persone; Mr. Watson, sua sorella Irene e un giovanotto.
Mr. Watson era di bella presenza e con un aspetto signorile, un'espressione simpatica e modi disinvolti e spontanei. La sorella era una bella donna, con un'aria di innegabile eleganza ma l'amico, Mr. Holmes, attirò subito l'attenzione della sala per la figura alta e raffinata, i bei lineamenti e il portamento nobile, e la voce, che passò di bocca in bocca nel giro di cinque minuti dal suo ingresso, della sua rendita di diecimila sterline l'anno. I signori lo giudicarono un uomo dall'aspetto raffinato, le signore proclamarono che era molto più attraente di Mr. Watson, e fu oggetto di grande ammirazione per circa metà della serata, fino a quando i suoi modi suscitarono una disapprovazione che rovesciò il corso della sua popolarità; si scoprì infatti che era superbo, che si riteneva al di sopra della compagnia e non faceva nulla per rendersi piacevole, e nemmeno la sua vasta tenuta nel Derbyshire poteva salvarlo dall'avere un volto ostile e antipatico, e di non essere degno di paragone col suo amico.
Mr. Watson aveva subito fatto conoscenza con le persone più in vista nella sala; fu vivace ed espansivo, ballò ogni giro di danza, si rammaricò che il ballo finisse così presto e parlò di darne lui stesso uno a Netherfield. Queste amabili qualità parlavano da sole. Che contrasto tra lui e il suo amico! Mr. Holmes ballò una sola volta con Miss Watson, rifiutò di essere presentato a qualsiasi altra signora, e passò il resto della serata gironzolando per la sala. Era l'uomo più superbo e antipatico del mondo, e tutti sperarono che non si facesse più vedere. Tra le più accanite contro di lui c'era Mrs. Hooper, la cui disapprovazione per il suo comportamento era acuita da un risentimento particolare, dato che aveva snobbato una delle figlie.
Molly Hooper era stata costretta, dalla penuria di cavalieri, a restarsene seduta per due giri di danza, e durante uno di questi momenti, Mr. Holmes si trovò a essere in piedi abbastanza vicino a lei da permetterle di ascoltare non vista una conversazione tra lui e Mr. Watson, che aveva smesso di ballare per qualche minuto e si era avvicinato all'amico per convincerlo a unirsi al ballo.
"Andiamo, Holmes", disse, "devo farti ballare."
"Non lo farò di sicuro. Sai quanto lo detesto, a meno che non conosca bene la mia dama. In un posto come questo sarebbe insopportabile. Tua sorella è impegnata, e nella sala non c'è nessun'altra donna con la quale per me ballare non sarebbe una punizione."
"Non vorrei essere schizzinoso come te", esclamò Mr. Watson, "per tutto l'oro del mondo! Parola d'onore, in vita mia non ho mai visto tante ragazze piacevoli come stasera."
"Tu stai ballando con la sola ragazza attraente in sala", disse Mr. Holmes, guardando la maggiore delle Hooper.
"Oh! È la creatura più bella che io abbia mai visto! Ma c'è una delle sue sorelle seduta proprio dietro a te, che è molto carina, e direi anche molto simpatica. Fammi chiedere alla mia dama di presentarti."
"Di chi stai parlando?" e girandosi, guardò per un istante Molly, finché, avendone incrociato lo sguardo, distolse il suo e disse freddamente: "È passabile, ma non bella abbastanza da tentarmi; e al momento non sono dell'umore giusto per occuparmi di signorine trascurate dagli altri uomini. Faresti meglio a tornare dalla tua dama e a goderti i suoi sorrisi, perché con me stai perdendo tempo."
Mr. Watson seguì il suo consiglio. Mr. Holmes si allontanò, e Molly rimase lì con sentimenti non certo cordiali verso di lui. Tuttavia, raccontò la storia alle amiche con grande spirito, poiché era di temperamento vivace e giocoso, e si divertiva a vedere il lato comico in tutto.
Nel complesso la serata trascorse piacevolmente per tutta la famiglia. Tornarono quindi di ottimo umore a Longbourn, il villaggio dove vivevano, e del quale erano gli abitanti più in vista. Trovarono Mr. Hooper ancora alzato.
"Oh! mio caro Mr. Hooper, è stata una serata assolutamente deliziosa, un ballo magnifico. Mary è stata talmente ammirata che di più non avrebbe potuto esserlo. Tutti hanno parlato di quanto sembrasse attraente, e Mr. Watson l'ha ritenuta bellissima, e ha ballato due volte con lei. E' stata l'unica in sala alla quale abbia chiesto un secondo ballo. Per prima, ha invitato Miss Lucas. Ero così seccata a vederlo con lei; ma, comunque, non l'ammira affatto; in realtà, come ben sai, non l'ammira nessuno, e lui è sembrato molto colpito da Mary quando lei ha iniziato a ballare. Così, si è informato di chi fosse, si è fatto presentare, e l'ha invitata per i due giri di ballo successivi. Poi, i due del terzo giro li ha ballati con Miss King, i due del quarto con Maria Lucas, i due del quinto ancora con Mary, i due del sesto con Molly e la boulangère..."
"Se avesse provato un po' di compassione per me", esclamò il marito spazientito, "non ne avrebbe ballati nemmeno la metà! Oh! se si fosse storto una caviglia al primo ballo!"
Lei fu perciò costretta a cercare qualche altro aspetto dell'argomento, e lo informò, con amarezza e con qualche esagerazione, dello scandaloso sgarbo di Mr. Holmes.
"Ma ti posso assicurare", aggiunse, "che Molly non si è persa molto per non aver solleticato la sua fantasia, visto che è l'uomo più antipatico e sgradevole che esista, assolutamente indegno di attenzione. Non bella abbastanza per ballarci! Avrei voluto che ci fossi stato, mio caro, per dirgliene quattro delle tue. Non lo posso proprio soffrire."

4

Quando Mary ed Molly furono sole, la prima, che fino allora era stata cauta nelle sue lodi a Mr. Watson, espresse alla sorella tutta l'ammirazione che provava per lui.
"È esattamente ciò che un giovanotto dovrebbe essere", disse, "assennato, gioviale, vivace, e non ho mai visto modi così squisiti!"
"È anche bello, inoltre", rispose Molly, "cosa che un giovanotto dovrebbe essere, se gli è possibile. Quindi è un uomo perfetto."
"Mi sono sentita molto lusingata quando mi ha invitata a ballare per la seconda volta. Non mi aspettavo un complimento del genere."
"Non te lo aspettavi? io per te sì. Non poteva fare a meno di accorgersi che eri almeno cinque volte più carina di qualsiasi altra donna in sala. Per questo non c'è da ringraziare la sua galanteria. Be', di certo è molto simpatico, e ti do il permesso di fartelo piacere. Ti sono piaciute molte persone più insulse."
"Ma Molly!"
"Oh! lo sai benissimo quanto sei propensa a farti piacere tutti."
"Non mi piace andare di fretta nel biasimare qualcuno, ma dico sempre quello che penso."
"Lo so; ed è questo che meraviglia. Con il tuo buonsenso, essere così sinceramente cieca verso le follie e le sciocchezze degli altri! E così, ti piace anche la sorella di quest'uomo, non è vero? I suoi modi non sono pari a quelli del fratello."
"Sicuramente no, all'inizio. Ma è una donna molto piacevole, quando ci si parla. Miss Watson verrà a stare col fratello e si occuperà della casa."
Molly ascoltò in silenzio, ma non era convinta. Il suo comportamento al ballo non era fatto per rendersi gradevole, e con uno spirito di osservazione più acuto e un temperamento meno malleabile della sorella, era molto poco disposta a farsela piacere. In effetti era una signora molto elegante, non difettava di buonumore quando era bendisposta, né di qualità che la rendessero simpatica, quando voleva, ma era superba e presuntuosa. Era piuttosto bella, era stata educata in uno dei migliori istituti femminili di Londra, aveva una dote di ventimila sterline, era abituata a spendere più di quanto dovuto e a frequentare gente di rango, ed era quindi sotto tutti gli aspetti autorizzata a pensar bene di se stessa, e a sminuire gli altri.
Tra Mr. Watson e Holmes c'era una profonda amicizia, nonostante avessero caratteri opposti. Watson si era fatto benvolere da Holmes per la disinvoltura, la schiettezza e la malleabilità del suo temperamento, anche se non c'era carattere che potesse essere maggiormente in contrasto con il proprio, e sebbene del proprio non si fosse mai mostrato insoddisfatto. Sulla solidità della stima di Holmes verso di lui, Watson faceva molto affidamento, e aveva la più alta opinione del suo giudizio. Dal punto di vista dell'intelligenza Holmes era superiore. A Watson non mancava affatto, ma Holmes ne aveva di più. Era allo stesso tempo altezzoso, riservato e schizzinoso, e i suoi modi, sebbene beneducati, non erano accattivanti. In questo senso l'amico lo superava di molto. Watson era sicuro di piacere ovunque andasse, Holmes offendeva sempre qualcuno.

5

A breve distanza da Longbourn viveva una famiglia con la quale gli Hooper erano particolarmente intimi, i Lucas. La figlia maggiore, una giovane donna assennata e intelligente, di circa ventisette anni, era intima amica di Molly.
Che le signorine Lucas e le signorine Hooper dovessero incontrarsi per parlare del ballo era assolutamente necessario; e il mattino dopo la festa portò le prime a Longbourn per ascoltare e riferire.
"Voi avete cominciato bene la serata, Meena", disse Mrs. Hooper a Miss Lucas con cortese riserbo. "Voi siete stata la prima a essere scelta da Mr. Watson."
"Sì, ma sembra che la seconda gli sia piaciuta di più."
"Oh! intendete Mary, immagino, perché ha ballato con lei due volte. Di sicuro sembrava che l'ammirasse... in effetti sono propensa a credere che fosse così..."
"Mr. Holmes non è degno di essere ascoltato quanto il suo amico, no?'' disse Meena ''Povera Molly! essere solo appena passabile."
"Vi prego di non mettere in testa a Molly di rammaricarsi per come è stata trattata male da lui, perché è un uomo talmente antipatico che piacergli sarebbe davvero una disgrazia. L'altra sera Mrs. Long mi diceva che è rimasto seduto accanto a lei per mezzora senza mai aprire bocca."
"Ne siete proprio sicura, signora?" disse Mary. "Io di certo ho visto che Mr. Holmes le parlava."
"Non m'importa che non abbia parlato con Mrs. Long", disse Miss Lucas, "ma avrei voluto che avesse ballato con Molly."
"Un'altra volta, Molly", disse la madre, "con lui non ci ballerei, se fossi in te."
"Credo, signora, di potervi tranquillamente promettere di non ballare mai con lui."
"Il suo orgoglio", disse Miss Lucas, "non mi colpisce quanto di solito succede con l'orgoglio, perché una giustificazione c'è. Non ci si può meravigliare che un giovanotto così elegante, di buona famiglia, ricco, con tutto a suo favore, non abbia un'alta opinione di sé. Se posso esprimermi così, ha diritto a essere orgoglioso."
"È verissimo", replicò Molly, "e potrei facilmente perdonare il suo orgoglio, se non avesse mortificato il mio."
"L'orgoglio", osservò Sally, che ci teneva alla solidità delle sue riflessioni, "credo sia un difetto molto comune. Da tutto ciò che ho sempre letto, mi sono convinta che sia davvero molto comune, che la natura umana vi sia particolarmente propensa, e che siano molto pochi quelli che non provano sentimenti di auto-compiacimento. La vanità e l'orgoglio sono cose diverse, anche se le parole sono spesso usate come sinonimi. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa. L'orgoglio appartiene più all'opinione che abbiamo di noi stessi, la vanità a quello che vorremmo che gli altri pensassero di noi."

6

Le signore di Longbourn si recarono presto da quelle di Netherfield. La visita fu ricambiata nelle forme dovute. I modi garbati di Miss Hooper accrebbero la benevolenza di Miss Watson, e sebbene la madre fosse ritenuta insopportabile e le sorelle minori nemmeno degne di menzione, alle due maggiori fu espresso il desiderio di approfondire la conoscenza con loro. Mary accolse questa attenzione con grande piacere, ma Molly non riusciva a farsela piacere, benché la sua gentilezza con Mary, per come si presentava, fosse importante, in quanto molto probabilmente influenzata dall'ammirazione del fratello. Ovunque si incontrassero era assolutamente evidente che lui la ammirasse; e quanto a lei, era altrettanto evidente come Mary stesse cedendo alla predilezione che aveva cominciato a provare per lui fin dal primo momento, e fosse in procinto di innamorarsi seriamente; ma notò con piacere che non era probabile che la cosa diventasse di pubblico dominio, dato che Mary univa a una grande intensità dei sentimenti un temperamento composto e una uniforme cordialità nei modi, che la metteva al riparo da sospetti impertinenti. Molly ne parlò con l'amica, Miss Lucas.
"Forse in questo caso può essere positivo", rispose Meena, "essere capaci di celarsi agli occhi degli altri, ma talvolta essere così guardinghi ha i suoi svantaggi. Se una donna cela il proprio affetto con la stessa abilità a colui che ne è oggetto, può perdere l'opportunità di conquistarlo. È indiscutibile che a Watson piaccia tua sorella, ma potrebbe non esprimere mai più di questo, se lei non gli dà una mano a farlo."
"Ma gliela sta dando una mano, nei limiti permessi dalla sua natura. Se me ne accorgo io del riguardo che ha per lui, dovrebbe essere davvero uno sciocco per non notarlo lui."
"Ricordati, Molly, che lui non conosce Mary come la conosci tu."
"Ma se una donna ha simpatia per un uomo e non si sforza di nasconderlo, lui dovrà pure accorgersene."
"Be'", disse Meena, "auguro con tutto il cuore a Mary di avere successo; e se si sposasse con lui domani, credo che avrebbe le stesse probabilità di essere felice di quante ne avrebbe studiandone il carattere per un anno. La felicità nel matrimonio è solo una questione di fortuna. Per quanto due persone possano conoscersi a fondo in precedenza, o avere caratteri simili, ciò non influirà minimamente sulla loro felicità. In seguito troveranno sempre qualcosa che li dividerà a sufficienza per far avere a ciascuno dei due la propria parte di malumore; ed è meglio conoscere il meno possibile i difetti della persona con la quale passerai il resto della tua vita."
"Mi fai ridere, Meena, ma non è così. Lo sai che non è così, e che tu stessa non agiresti mai in questo modo."
Occupata com'era a osservare le attenzioni di Mr. Watson verso la sorella, Molly era ben lungi dal sospettare che lei stessa stava diventando oggetto di un qualche interesse agli occhi dell'amico di lui. Mr. Holmes all'inizio aveva a malapena ammesso che fosse graziosa e, negli incontri successivi, l'aveva guardata solo per criticarla. Ma non appena ebbe convinto se stesso e i suoi amici che il suo volto aveva a malapena qualche bel lineamento, cominciò a scoprire che quel volto era reso insolitamente intelligente dalla bella espressione dei suoi occhi scuri. A questa scoperta ne seguirono altre ugualmente imbarazzanti. Benché il suo occhio critico avesse individuato più di un difetto di simmetria nelle proporzioni del suo fisico, fu costretto a riconoscere che aveva un personale snello e piacevole; e nonostante si fosse convinto che i suoi modi non fossero quelli della società alla moda, fu colpito dalla sua disinvolta giovialità. Di tutto questo lei era completamente inconsapevole; per lei era soltanto un uomo che si rendeva antipatico dovunque, e che non l'aveva ritenuta abbastanza bella per invitarla a ballare.
Lui cominciò a desiderare di conoscerla meglio, e come primo passo verso una conversazione diretta, fece attenzione alle sue conversazioni con gli altri. Questo modo di fare attirò l'attenzione di Molly. Erano da i Lucas, dove si era riunita una numerosa comitiva.
"Che intenzioni aveva Mr. Holmes", disse a Meena, "ascoltando la mia conversazione con il colonnello Forster?"
"È una domanda alla quale può rispondere solo Mr. Holmes."
"Ma se lo fa ancora gli farò capire che lo sto notando. Ha uno sguardo molto sarcastico, e se non comincio io stessa a essere impertinente avrò presto paura di lui."
Quando lui si avvicinò, pur senza mostrare di avere intenzione di parlare, Miss Lucas la sfidò ad accennare con lui a quell'argomento, il che indusse immediatamente Molly a farlo, e, girandosi verso di lui, disse,
"Non credete, Mr. Holmes, che mi sia espressa straordinariamente bene poco fa, quando stavo stuzzicando il colonnello Forster affinché desse un ballo a Meryton?"
"Con grande energia, ma è un argomento che rende sempre energica una signora."
"Siete severo con noi."
"Presto toccherà a lei essere stuzzicata", disse Miss Lucas. "Sto andando ad aprire lo strumento, Molly, e sai bene quello che seguirà."
"Sei davvero una strana creatura per essere un'amica! vuoi sempre farmi cantare e suonare davanti a tutti, chiunque sia! Preferirei davvero non sedermi di fronte a chi dev'essere abituato ad ascoltare i migliori tra gli esecutori." Viste comunque le insistenze di Miss Lucas, aggiunse, "Benissimo, se dev'essere così, sia pure."
La sua esibizione fu piacevole, anche se non certo superlativa. Dopo una canzone o due fu prontamente sostituita allo strumento dalla sorella Sally, che, essendo l'unica della famiglia a essere bruttina, si era dedicata assiduamente alla cultura e all'istruzione ed era sempre impaziente di dimostrarlo.
Sally non aveva né genio né gusto, e sebbene la vanità l'avesse fornita di determinazione, l'aveva anche fornita di un'aria pedante e di un modo di fare presuntuoso, che avrebbe oscurato anche un'eccellenza molto maggiore di quella di cui era dotata lei.
Mr. Holmes era rimasto lì vicino in indignato silenzio per quel modo di passare la serata, che escludeva del tutto la conversazione, ed era troppo preso dai propri pensieri per accorgersi di avere accanto Sir William Lucas, finché Sir William non cominciò a parlare.
"Che passatempo incantevole per i giovani, Mr. Holmes! D'altra parte non c'è nulla come il ballo. Io lo considero come una delle principali raffinatezze della società civile."
"Certo, signore; e ha anche il vantaggio di essere in voga tra le società meno civili del mondo. Qualunque selvaggio può ballare."
Sir William si limitò a sorridere. "Il vostro amico si esibisce in modo delizioso", proseguì dopo una pausa, vedendo Watson che si univa al gruppo, "e non ho dubbi sul fatto che voi siate un esperto in questa scienza, Mr. Holmes."
"Mi avete visto ballare a Meryton, credo, signore."
"Sì, è vero, e vedervi è stato un piacere non indifferente."
Sir Lucas si fermò e dato che in quel momento Molly si stava muovendo verso di loro, fu colpito dall'idea di poter fare una cosa molto galante e la chiamò,
"Mia cara Miss Molly, perché non state ballando? Mr. Holmes, lasciate che vi indichi questa signorina come una dama molto desiderabile. Non potete rifiutarvi di ballare, ne sono certo, con una tale bellezza di fronte di voi." E prendendole la mano, l'avrebbe offerta a Mr. Holmes, che, sebbene estremamente sorpreso, non era restio ad accettarla, quando lei indietreggiò improvvisamente e, con una certa agitazione, disse a Sir William,
"A dire il vero, signore, non ho la minima intenzione di ballare. Vi prego di non pensare che sia venuta in questa direzione allo scopo di mendicare un cavaliere."
Mr. Holmes, con solenne correttezza, chiese di poter avere l'onore della sua mano, ma invano. Molly era decisa, e neppure Sir William riuscì a smuoverla con i suoi tentativi di persuasione.
"Voi ballate talmente bene, Miss Molly, che è crudele negarmi la gioia di vedervi; e sebbene questo gentiluomo non ami in genere questo svago, sono certo che non abbia obiezioni a farci omaggio di una mezzora."
"Mr. Holmes è gentilissimo", disse Molly sorridendo.
"Certo, ma considerando chi gliela ispira, mia cara Miss Molly, non ci si può meravigliare della sua compiacenza, poiché chi obietterebbe di fronte a una dama del genere?"
Molly lo guardò con aria maliziosa, e se ne andò. La sua riluttanza non l'aveva danneggiata agli occhi del gentiluomo, che stava pensando a lei con un certo compiacimento, quando fu avvicinato da Miss Watson.
"Posso indovinare il soggetto della vostra fantasticheria."
"Direi proprio di no."
"State considerando quanto sarebbe insopportabile passare molte serate in questo modo, in una compagnia del genere, e sono assolutamente d'accordo con voi. Cosa darei per sentire i vostri commenti su di loro!"
"La vostra ipotesi è totalmente sbagliata, ve l'assicuro. La mia mente era impegnata in cose più gradevoli. Stavo meditando sul grande piacere che procurano due begli occhi nel volto di una donna graziosa."
Miss Watson lo fissò immediatamente in volto, e gli chiese di dirle quale fosse la signora che aveva avuto il merito di ispirare una tale riflessione. Mr. Holmes replicò intrepido,
"Miss Molly Hooper."
"Miss Molly Hooper!" ripeté Miss Watson. "Sono davvero sbalordita. Da quanto tempo gode dei vostri favori? e, vi prego, quando potrò farvi le mie congratulazioni?"
"È esattamente la domanda che mi aspettavo mi faceste. L'immaginazione di una signora è molto rapida; salta dall'ammirazione all'amore, dall'amore al matrimonio in un istante. Sapevo che mi avreste fatto le vostre congratulazioni."
"Be', se parlate seriamente, dovrò ritenere la faccenda assolutamente sistemata. Avrete davvero una suocera incantevole e, naturalmente, starà sempre a Pemberley con voi."
Lui la ascoltò con perfetta indifferenza mentre si divertiva in quel modo, e dato che questa compostezza l'aveva del tutto rassicurata, lei proseguì a lungo con le sue battute di spirito.

7

Le proprietà di Mr. Hooper consistevano quasi interamente in una tenuta da duemila sterline l'anno, che, sfortunatamente per le sue figlie, era vincolata, in assenza di un erede maschio, a un lontano parente; e i mezzi della madre, sebbene consistenti rispetto alla sua posizione sociale, non potevano che in minima parte sopperire alle pecche di quelli del marito.
Mrs. Hooper aveva una sorella sposata a un certo Mr. Phillips, che era stato impiegato del padre e gli era succeduto negli affari, e un fratello che si era stabilito a Londra in una rispettabile attività commerciale.
Il villaggio di Longbourn era a solo un miglio da Meryton, una distanza molto conveniente per le signorine, che di solito erano allettate ad andarci tre o quattro volte a settimana, per porgere i loro omaggi alla zia e al negozio di abbigliamento che si trovava proprio sulla strada. Le due più giovani della famiglia, Philippa e Janine, erano particolarmente assidue in queste premure; avevano la testa più vuota delle sorelle, e quando non avevano niente di meglio da fare, una passeggiata a Meryton era necessaria per lo svago nelle ore che precedevano il pranzo e forniva spunti per la conversazione serale; e nonostante la campagna sia in genere avara di novità, riuscivano sempre a saperne qualcuna dalla zia. Al momento, in effetti, erano ben fornite sia di novità che di felicità, dato il recente arrivo nei paraggi di un reggimento della milizia, che sarebbe rimasto per tutto l'inverno, con il quartier generale a Meryton.
Una mattina arrivò un valletto che portava un biglietto per Miss Hooper; veniva da Netherfield, e il domestico aspettò per una risposta. Gli occhi di Mrs. Hooper brillarono di gioia, e non fece che chiedere, mentre la figlia leggeva.
"È di Miss Watson", disse Mary, e poi lo lesse a voce alta. '' mi invita per il pranzo...Mr. Watson sarà a pranzo fuori.''
"A pranzo fuori", disse Mrs. Hooper, "è davvero un peccato."
"Posso usare la carrozza?" disse Mary.
"No, mia cara, farai meglio ad andare a cavallo, perché sembra probabile che piova, e quindi dovrai restare per la notte."
"Sarebbe un buon piano", disse Molly, "se ci fosse la certezza che non si offriranno di riportarla a casa."
"Oh! ma i signori per andare a Meryton useranno la carrozza di Mr. Watson."
Mary fu quindi costretta ad andare a cavallo, e la madre l'accompagnò alla porta con molti allegri pronostici di una pessima giornata. Le sue speranze ebbero piena conferma; Mary non era uscita da molto quando cominciò a piovere a dirotto. Le sorelle erano in pensiero per lei, ma la madre era beata: Mary non sarebbe sicuramente riuscita a tornare a casa.
"È stata davvero un'ottima idea da parte mia!" disse Mrs. Hooper più di una volta, come se la pioggia fosse tutto merito suo. Fino al mattino dopo, tuttavia, non poté rendersi conto di tutto il successo del suo stratagemma. Avevano appena finito di fare colazione quando un domestico di Netherfield portò questo biglietto per Molly:

Mia carissima Molly,
stamattina non mi sento affatto bene, il che, immagino, possa essere attribuito all'acqua che ho preso ieri. I miei gentili amici non vogliono sentir parlare del mio ritorno fino a quando non starò meglio. Insistono anche affinché mi veda il medico; perciò non vi allarmate se venite a sapere che è stato da me, e salvo per la gola infiammata e il mal di testa non c'è molto altro.
Tua, ecc.

"Be', mia cara", disse Mr. Hooper, una volta che Molly ebbe letto il biglietto a voce alta, "se tua figlia dovesse prendersi una malattia grave, se dovesse morire, sarebbe una consolazione sapere che tutto è stato fatto per dare la caccia a Mr. Watson, e a seguito dei tuoi ordini."
"La gente non muore per dei piccoli e insignificanti raffreddori."
Molly, sentendosi davvero preoccupata, aveva deciso di andare da lei, anche senza la carrozza; e dato che non era una cavallerizza, la sola alternativa era andare a piedi. Li informò della sua decisione.
"Come puoi essere così sciocca", esclamò la madre, "da farti venire in mente una cosa del genere, con tutto questo fango! Non sarai presentabile una volta arrivata lì."
"Sarò sicuramente presentabile per vedere Mary, il che è tutto ciò che voglio."
"Ammiro la prontezza della tua generosità," osservò Sally, "ma ogni impulso del sentimento dovrebbe essere guidato dalla ragione, e, secondo me, lo sforzo dovrebbe sempre essere proporzionato allo scopo."
Nonostante la disapprovazione della madre Molly si incamminò; attraversò a passo svelto un campo dopo l'altro, scavalcò steccati e saltò pozzanghere con agile impazienza, e alla fine si trovò in vista della casa con le caviglie doloranti, le calze infangate e il volto che brillava, scaldato da quell'esercizio.
Fu introdotta nel salottino della colazione, dove erano riuniti tutti tranne Mary, e dove la sua apparizione suscitò un'enorme sorpresa. Che avesse camminato per tre miglia così di buon mattino, con tutto quel fango, e da sola, era quasi incredibile per Miss Watson; e Molly si rese conto che la disprezzava per questo. Tuttavia la accolsero con molta cortesia; e nei modi del fratello c'era qualcosa di più della cortesia, c'era giovialità e garbo. Mr. Holmes parlò pochissimo: era diviso tra l'ammirazione per quella carnagione resa così splendente dall'esercizio e i dubbi su quanto l'occasione giustificasse il recarsi così lontano da sola.
Molly fu contenta di essere immediatamente condotta dalla sorella, e Mary, che si era trattenuta dall'esprimere nel suo biglietto quanto desiderasse una vista del genere solo per paura di creare allarme e di dare disturbo, fu felicissima di vederla entrare.
Quando l'orologio suonò le tre, Molly si rese conto di dover andare, e lo disse molto malvolentieri. Quando Mary mostrò una tale ansia nel separarsi da lei, Miss Watson fu costretta a un invito a restare per il momento a Netherfield. Molly accettò con molta gratitudine, e un domestico fu mandato a Longbourn per avvertire la famiglia che sarebbe restata, e per riportare una scorta di vestiti.

8

Alle cinque le due signore si ritirarono per cambiarsi, e alle sei e mezza Molly fu chiamata per il pranzo.
Mr Watson era l'unico della compagnia a cui lei guardasse con una certa soddisfazione. La sua ansia per Mary era evidente, e il suo interesse per lei stessa molto cortese, e le impedì di sentirsi troppo come un'intrusa, come immaginava la ritenessero gli altri. Ebbe pochissime attenzione da tutti escluso lui. Miss Watson era tutta presa da Mr. Holmes.
Una volta terminato il pranzo, Molly tornò subito da Mary, e Miss Watson cominciò a parlar male di lei non appena uscita dalla stanza. I suoi modi furono dichiarati davvero pessimi, un misto di superbia e impertinenza; non sapeva conversare, non aveva né stile, né gusto, né bellezza.
"Per farla breve, non ha nulla che le faccia onore se non essere un'eccellente camminatrice. Non dimenticherò mai la sua apparizione stamattina. Sembrava davvero quasi una selvaggia. Con quei capelli così scarmigliati, così sciatti. La sottogonna, con un orlo di sei pollici di fango!"
"La tua descrizione può anche essere esatta, Irene", disse Watson; "ma a me è sfuggito tutto. Ho pensato che Miss Molly Hooper avesse un bellissimo aspetto, quando stamattina ha fatto il suo ingresso nella stanza. La sottogonna infangata mi è completamente sfuggita."
"Voi l'avete notata, Mr. Holmes, ne sono sicura", disse Miss Watson; "e sono propensa a credere che non avreste voluto vedere vostra sorella esibirsi in quel modo."
"Sicuramente no."
"Camminare per tre miglia o quello che sia, con le caviglie nel fango, e da sola, completamente sola! che voleva dimostrare con questo? A me sembra un disgustoso sfoggio di presuntuosa indipendenza, un'indifferenza al decoro tipica di un posto di campagna."
"Rivela un affetto per la sorella che è molto apprezzabile", disse Watson.
"Temo, Mr. Holmes", osservò Miss Watson quasi bisbigliando, "che questa avventura abbia alquanto scosso la vostra ammirazione per i suoi begli occhi."
"Niente affatto", replicò lui, "erano illuminati dall'esercizio."
Seguì una breve pausa, e fu Miss Irene Watson a ricominciare.
"Ho molta stima per Miss Mary Hooper, è davvero una ragazza dolcissima, e vorrei con tutto il cuore che si sistemasse bene. Ma con un padre e una madre del genere, e parentele così modeste, temo che non ci siano possibilità che ciò accada."
Con un rigurgito di tenerezza, tuttavia, dopo aver lasciato la sala da pranzo si recò nella sua stanza, e stette con lei finché non furono chiamate per il caffè. Mary era ancora molto indisposta, e Molly non volle assolutamente lasciarla fino a tarda sera, quando ebbe il conforto di vederla addormentata, e quando giudicò corretto, più che piacevole, scendere al piano di sotto.
Entrando in salotto li trovò tutti a giocare a carte, e fu immediatamente invitata a unirsi a loro, ma sospettando che giocassero forte rifiutò e, accampando la sorella come scusa, disse che per il breve tempo in cui poteva restare si sarebbe svagata con un libro.
"Miss Molly Hooper", disse Miss Watson, "disprezza le carte. È una grande lettrice e non le piace nient'altro."
"Non merito né un tale elogio né un tale biasimo", esclamò Molly; "non sono una grande lettrice, e mi piacciono molte cose."
"Sono certo che assistere vostra sorella vi piace", disse Watson; "e spero che il piacere sia presto accresciuto vedendola perfettamente ristabilita."
Molly lo ringraziò di cuore, e poi si avvicinò a un tavolo dove erano poggiati alcuni libri. Lui si offrì immediatamente di farne portare altri, tutti quelli che la sua biblioteca aveva a disposizione.
"E avrei voluto che la mia collezione fosse più ampia, a vostro beneficio e per la mia reputazione; ma sono pigro, e sebbene non ne abbia molti ne ho più di quanti ne abbia mai sfogliati."
Molly gli assicurò che per lei quelli nella stanza erano perfettamente sufficienti.
"Mi stupisce", disse Miss Watson, "che mio padre abbia lasciato una collezione di libri così scarsa. Che bellissima biblioteca avete a Pemberley, Mr. Holmes!"
"È ovvio che sia buona", replicò lui, "è stata opera di molte generazioni."
"E poi voi stesso avete fatto così tante aggiunte; state sempre a comprare libri."
"Non riesco a capire come si faccia, al giorno d'oggi, a trascurare una biblioteca di famiglia."
"Trascurare! Sono sicura che non trascuriate nulla che può aggiungersi alle bellezze di quel luogo così nobile. John, quando ti costruirai una casa tua, vorrei che fosse bella anche solo la metà di Pemberley."
"Me lo auguro."
"Ma in realtà ti suggerirei di comprarla da quelle parti, e di prendere Pemberley come modello. In Inghilterra non c'è contea più bella del Derbyshire.
"Con tutto il cuore; comprerei la stessa Pemberley se Holmes la vendesse."
"Sto parlando di cose possibili, John."
"Parola mia, Irene, secondo me sarebbe più probabile avere Pemberley comprandola che imitandola."
Molly era talmente presa da quello che dicevano da concedere ben poca attenzione al suo libro; e presto, mettendolo completamente da parte, si avvicinò al tavolo da gioco e si mise tra Mr. Watson e la sorella maggiore, per osservare la partita.
"Miss Holmes è cresciuta molto da questa primavera?" disse Miss Watson; "sarà alta quanto me?"
"Credo che ci arriverà. Ora è circa dell'altezza di Miss Molly Hooper, o un po' più alta."
"Quanto vorrei rivederla? Non ho mai incontrato nessuno che mi sia piaciuto così tanto. Che contegno, che modi! ed è estremamente istruita per la sua età! Le sue esibizioni al pianoforte sono squisite."
"Per me è sorprendente", disse Watson, "quante signorine abbiano la pazienza di arrivare a essere così tanto istruite, come sono tutte."
"Tutte le signorine istruite! Mio caro John, ma che vorresti dire?"
"Sì, tutte, credo. Dipingono, ricoprono paraventi e intrecciano borsellini ma sono sicuro di non aver mai sentito parlare per la prima volta di una signorina senza essere messo a conoscenza di come fosse ben istruita."
"La tua lista delle cose comunemente intese come istruzione", disse Holmes, "è fin troppo vera. La parola è applicata a molte donne che non la meritano se non per intrecciare borsellini o ricoprire paraventi. Ma sono ben lungi dall'essere d'accordo con te nella tua stima per le donne in generale. Non posso vantarmi di conoscerne più di una mezza dozzina, nell'intero arco delle mie conoscenze, che siano realmente istruite."
"Nemmeno io, ne sono sicura", disse Miss Watson.
"Allora", osservò Molly, "dovete avere un concetto di donna istruita che comprende moltissime doti."
"Sì, ne comprende moltissime."
"Oh! certamente", esclamò la sua fedele assistente, "nessuna può essere veramente considerata istruita se non va ben oltre quello che si vede di solito. Una donna deve avere una profonda conoscenza della musica, del canto, del disegno, della danza e delle lingue moderne, per meritare questa parola; e oltre a tutto questo, deve possedere un certo non so che nell'atteggiamento e nel modo di camminare, nel tono della voce, nel modo di rivolgersi agli altri e di esprimersi, altrimenti la parola non sarà meritata che a metà."
"Dev'essere padrona di tutto questo", aggiunse Holmes, "e a tutto questo deve aggiungere qualcosa di più sostanziale, allargando la mente con vaste letture."
"Non mi sorprendo più per il fatto che conosciate solo sei donne istruite. Anzi, adesso mi meraviglio che ne conosciate qualcuna."
"Siete così severa con il vostro sesso da dubitare della possibilità di tutto questo?"
"Io non ho mai incontrato una donna del genere."
Miss Watson protestò vivacemente contro l'ingiustizia implicita in quel dubbio, e asserì di conoscere molte donne che rispondevano alla descrizione. Dato che la conversazione si era così conclusa, Molly lasciò la stanza poco dopo.
"Molly Bennet", disse Miss Watson, una volta chiusa la porta, "è una di quelle signorine che cercano di far bella figura con l'altro sesso sottovalutando il proprio, e sono convinta che con molti uomini la cosa abbia successo. Ma, secondo me, è un sistema meschino, uno squallido artificio."
"Senza dubbio", rispose Holmes, che era il principale destinatario di questa osservazione, "c'è della meschinità in tutti gli artifici che le signore talvolta si degnano di usare per sedurre. Qualsiasi cosa che ha delle affinità con la scaltrezza è spregevole."
Miss Watson non era così completamente soddisfatta di questa risposta da proseguire nell'argomento.

9

Molly trascorse la maggior parte della notte nella stanza della sorella, e il mattino ebbe il piacere di poter dare una risposta discretamente positiva alle richieste di informazioni che aveva ricevuto molto di buonora da Mr. Watson tuttavia, chiese che venisse mandato un biglietto a Longbourn, per pregare la madre di far visita a Mary e rendersi conto di persona della situazione. Il biglietto fu inviato immediatamente, e la richiesta venne esaudita con la stessa rapidità. Mrs. Hooper, accompagnata dalle due figlie minori, arrivò a Netherfield subito dopo colazione.
Se avesse trovato Mary visibilmente in pericolo, Mrs. Hooper si sarebbe certamente disperata; ma ritenendosi soddisfatta nel vedere che la malattia non destava nessun allarme, non si augurò affatto che si ristabilisse nell'immediato, dato che una guarigione l'avrebbe probabilmente portata via da Netherfield. Dopo essere state un po' con Mary, all'arrivo di Miss Watson, e su suo invito, la madre e le tre figlie l'accompagnarono nella sala della colazione. Watson le accolse con la speranza che Mrs. Hooper non avesse trovato Miss Hooper peggiorata rispetto a quanto si fosse aspettata.
"A dire il vero è così, signore", fu la risposta. "È di gran lunga troppo malata per essere spostata. Dobbiamo abusare ancora per un po' della vostra gentilezza."
"Spostata!" esclamò Watson. "Nemmeno a pensarlo. Mia sorella, ne sono certo, non ne vorrà sapere di spostarla."
"Potete contarci, signora", disse Miss Watson, con fredda cortesia, "Miss Hooper riceverà tutte le possibili attenzioni finché resterà con noi."
Mrs. Hooper si profuse in ringraziamenti.
"Ne sono certa", aggiunse, "se non fosse stato per amici così buoni chissà che ne sarebbe stato di lei, perché è veramente molto malata, e soffre moltissimo, anche se con la più grande pazienza al mondo, il che è sempre il suo modo di fare, poiché ha, senza eccezioni, il carattere più dolce che io abbia mai visto. Spesso dico alle altre mie figlie che non sono nulla in confronto a lei. Avete una stanza deliziosa qui, Mr. Watson, e che vista incantevole sul viale d'ingresso. Non conosco luogo nei dintorni che sia all'altezza di Netherfield. Spero che non abbiate intenzione di lasciarla troppo in fretta, anche se il contratto d'affitto è breve."
"Qualunque cosa faccio la faccio in fretta", ripose lui, "e perciò se dovessi decidermi a lasciare Netherfield probabilmente partirei in cinque minuti. Per il momento, tuttavia, la considero una sistemazione stabile.''
"È esattamente quello che mi sarei immaginata da voi", disse Molly.
"Cominciate a capirmi, non è vero?" esclamò lui, girandosi verso di lei.
"Oh! Sì, vi capisco perfettamente."
"Vorrei poterlo prendere come un complimento, ma temo che essere così facilmente prevedibile sia da compatire."
"Dipende. Non è detto che un carattere misterioso e intricato sia più o meno apprezzabile di uno come il vostro."
"Molly", esclamò la madre, "ricordati dove sei, e non lasciarti andare ai modi incivili che tolleriamo a casa."
"Non sapevo", proseguì Watson, "che foste una studiosa dei caratteri. Dev'essere uno studio divertente."
"Sì, ma i caratteri intricati sono i più divertenti. Hanno almeno questo di vantaggio."
"La campagna", disse Holmes, "in genere può fornire pochi soggetti per uno studio come questo. In una zona di campagna ci si muove all'interno di un ambiente sociale ristretto e uniforme."
"Ma la gente cambia così tanto che c'è sempre qualcosa di nuovo da osservare."
"Ma sì, certo", esclamò Mrs. Hooper, offesa dal suo modo di parlare della società di campagna. "Vi assicuro che in campagna la vita è esattamente come in città, credo che ci siano pochi posti più ricchi di vicini. Io so solo che noi frequentiamo ventiquattro famiglie."
Nulla se non il riguardo verso Molly permise a Watson di mantenersi serio. Molly, allo scopo di dire qualcosa che potesse sviare i pensieri della madre, le chiese se Meena Lucas fosse stata a Longbourn da quando lei era andata via.
"Sì, è venuta ieri con il padre. Che uomo simpatico è Sir William, Mr. Watson, non è vero? Davvero un uomo di mondo! Così garbato e alla mano! Ha sempre una parola per tutti. Questa è la mia idea di buona educazione, e le persone che si credono chissà chi, e non aprono mai bocca, non sanno proprio cosa sia, l'educazione."
"Meena ha pranzato con voi?"
"No, è voluta tornare a casa. Immagino che l'aspettassero per fare la torta di mele. Per quanto mi riguarda, Mr. Watson, ho sempre della servitù che sa fare il proprio mestiere; le mie figlie sono state cresciute in modo diverso. Ma ognuno fa come crede, e le Lucas sono una buona pasta di ragazze, ve l'assicuro. È un peccato che non siano belle! Non che io ritenga Meena così tanto insignificante, e poi per noi è una cara amica."
"Sembra una signorina molto simpatica", disse Watson.
"Oh! certo che sì, ma dovete ammettere che è davvero insignificante. Lady Lucas lo dice spesso, e mi invidia la bellezza di Mary. Quando aveva solo quindici anni, c'era un gentiluomo a Londra, talmente innamorato di lei che mia cognata era certa che si sarebbe dichiarato prima che ce ne andassimo. Invece non se ne fece nulla.  Comunque, scrisse dei versi su di lei, ed erano molto graziosi."
"E così fini il suo amore", disse Molly con impazienza. "Mi chiedo chi sia stato il primo a scoprire l'efficacia della poesia nello scacciare un amore!"
"Ho sempre pensato che la poesia fosse il nutrimento dell'amore", disse Holmes.
"Di un amore vero, solido, robusto, può essere. Qualsiasi cosa nutre ciò che è già forte. Ma se c'è solo una sorta di inclinazione lieve, sottile, sono convinta che un buon sonetto la faccia morire di fame."
Holmes fu il solo a sorridere; e il mutismo generale che seguì fece tremare Molly per il timore che la madre si mettesse un'altra volta in mostra ma Mrs. Hooper era soddisfatta, e subito dopo ordinò la carrozza. A quel segnale, la più giovane delle figlie si fece avanti prendendo di petto Mr. Watson, che, non appena arrivato in campagna, aveva promesso di dare un ballo a Netherfield.
Janine era una ragazza di quindici anni, robusta e ben sviluppata, con una bella carnagione e un'espressione allegra; era la prediletta della madre, il cui affetto l'aveva condotta a fare il suo ingresso in società a un'età molto precoce. Aveva una vitalità prorompente, una sorta di innata sicurezza di sé, che le attenzioni degli ufficiali avevano fatto diventare sfacciataggine. Era quindi molto adatta a rivolgersi a Mr. Watson a proposito del ballo, e a rammentargli a bruciapelo la sua promessa.
"Sono perfettamente pronto, ve l'assicuro, a mantenere il mio impegno, e quando vostra sorella si sarà ristabilita, fisserete voi, se vi fa piacere, la data del ballo.
Dopodiché Mrs. Hooper e le figlie se ne andarono, e Molly tornò subito da Mary, lasciando il comportamento suo e delle sue parenti alla mercé di Miss Watson e di Mr. Holmes; quest'ultimo, tuttavia, non si fece convincere a unirsi alle critiche nei confronti di lei, nonostante tutte le frecciate di Miss Watson sui begli occhi.

10

La giornata trascorse praticamente come era trascorsa quella precedente e in serata Molly si unì agli altri in salotto. Mr. Holmes stava scrivendo, e Miss Watson, seduta accanto a lui, controllava il progresso della lettera e distoglieva continuamente la sua attenzione con messaggi per la destinataria, la sorella di lui.
Molly prese un ricamo e si divertì abbastanza assistendo a quello che succedeva tra Holmes e la sua compagna. I continui complimenti della signora insieme al completo disinteresse con il quale venivano accolti, formavano un curioso dialogo, che era perfettamente coincidente con l'opinione che aveva di entrambi.
"Come sarà felice Miss Holmes di ricevere una lettera del genere!"
Lui non rispose.
"Scrivete con straordinaria velocità."
"Vi sbagliate. Scrivo piuttosto lentamente."
"Quante lettere avrete occasione di scrivere nel corso dell'anno! Anche lettere d'affari! Io le riterrei odiose!"
"Allora è una fortuna che tocchino in sorte a me invece che a voi."
"Per favore, dite a vostra sorella che desidero tanto rivederla."
"Già gliel'ho detto una volta, su vostra richiesta."
"Temo che la penna non sia di vostro gradimento. Fatemela sistemare. Sono bravissima a sistemare le penne."
"Vi ringrazio, ma me le sistemo sempre da solo."
"Come fate a scrivere così dritto?"
Lui rimase in silenzio.
"Dite a vostra sorella che sono felice di sentire dei suoi progressi con l'arpa, e vi prego di informarla che sono davvero andata in estasi per la bellezza del suo piccolo ricamo per un copri tavola."
"Potete darmi licenza di differire la vostra estasi alla prossima lettera? Al momento non ho spazio per renderle giustizia."
"Oh! non importa. La vedrò a gennaio. Ma le scrivete sempre queste belle lettere così lunghe, Mr. Holmes?"
"In genere sono lunghe; ma quanto all'essere sempre belle non sta a me giudicarlo."
"Per me è una certezza, che una persona capace di scrivere con facilità una lettera lunga non possa scrivere male."
"Questo non è un complimento da fare a Holmes, Irene", esclamò il fratello, "perché lui non scrive con facilità. Va troppo alla ricerca di parole difficili. Non è vero, Holmes?"
"Il mio stile di scrittura è molto diverso dal tuo."
"Oh!" esclamò Miss Watson, "John scrive nel modo più sciatto che si possa immaginare. Tralascia metà delle parole e scarabocchia il resto."
Mr. Holmes concluse la sua lettera. Una volta terminata quell'incombenza, si rivolse a Miss Watson e a Molly pregandole di fare un po' di musica. Miss Watson si mosse con fervore verso il pianoforte, e dopo una cortese richiesta affinché fosse Molly la prima, declinata da quest'ultima con pari cortesia e più sincerità, prese posto.
Mentre Miss Watson era occupata nel canto Molly non poté fare a meno di notare, mentre sfogliava alcuni spartiti poggiati sullo strumento, come lo sguardo di Mr. Holmes si fermasse molto spesso su di lei. Non poteva certo supporre di essere oggetto dell'ammirazione di un grand'uomo del genere; e che la guardasse perché gli era antipatica sarebbe stato ancora più strano. Alla fine, riuscì solo a immaginare che le rivolgesse la sua attenzione perché in lei c'era qualcosa di fuori luogo e riprovevole. L'ipotesi non la turbò. Le piaceva troppo poco per tenere alla sua approvazione
Dopo aver suonato alcune canzoni italiane, Miss Watson cambiò genere con una vivace aria scozzese, e subito dopo Mr. Holmes , avvicinandosi a Molly, le disse,
"Non provate un forte desiderio, Miss Hooper, di cogliere l'occasione per ballare un reel?"
Lei sorrise, ma non rispose. Lui ripeté la domanda, un po' sorpreso dal suo silenzio.
"Oh!" disse lei, "vi avevo sentito; ma non sono riuscita a decidere subito che cosa rispondere. Lo so che avreste voluto sentirmi dire «sì» per avere il piacere di denigrare il mio buongusto; ma per me è sempre un piacere stravolgere questo genere di piani, e privare le persone del loro disprezzo premeditato. Ho perciò risolto di dirvi che non voglio affatto ballare un reel; e ora disprezzatemi pure se ne avete il coraggio."
"Non oserei mai farlo, davvero."
Molly, che aveva intenzione di offenderlo, si meravigliò della sua galanteria; ma in lei c'era un misto di dolcezza e malizia che le rendeva difficile offendere chiunque; e Holmes non era mai stato così stregato da nessuna donna come da lei. Era convinto che, se non fosse stato per l'inferiorità della sua famiglia, si sarebbe trovato davvero in serio pericolo.
Miss Watson vedeva, o sospettava, abbastanza da essere gelosa, e la forte impazienza per la guarigione fu alquanto rafforzata dal desiderio di sbarazzarsi di Molly.

11

Quando le signore si alzarono dopo il pranzo, Molly corse di sopra dalla sorella e, assicurandosi che fosse ben protetta dal freddo, l'accompagnò in salotto, dove fu accolta da Miss Watson con molte manifestazioni di gioia; Molly non l'aveva mai trovata così gradevole.
Ma quando entrarono i signori, Mary smise di essere al centro dell'attenzione. Lo sguardo di Miss Watson si rivolse all'istante a Holmes, e trovò da dirgli qualcosa prima che avesse fatto qualche passo. Lui si rivolse subito a Miss Hooper, con educate felicitazioni ma l'espansività e il calore furono appannaggio solo del saluto di Watson. Era pieno di gioia e di attenzioni. La prima mezz'ora la passò ad attizzare il fuoco, per paura che lei risentisse del cambio di stanza, e la fece spostare dall'altra parte del caminetto, affinché stesse lontana dalla porta. Poi si sedette accanto a lei e rivolse a malapena la parola agli altri. Molly, intenta a lavorare nell'angolo opposto, osservò tutto con molto piacere.
Una volta preso il tè, Mr Holmes prese un libro; Miss Watson fece lo stesso.
L'attenzione di Miss Watson era molto più impegnata a controllare i progressi di Mr. Holmes con il suo libro che a leggere il proprio; non smetteva di fargli continue domande o di sbirciare le pagine che stava leggendo. Ma non riuscì ad attirarlo nella conversazione. Alla fine, completamente esausta dai tentativi di svagarsi con il proprio libro, che aveva scelto solo perché era il secondo volume di quello di lui, fece un sonoro sbadiglio e disse, "Com'è piacevole passare una serata in questo modo! Mi sento di dire che in fondo non c'è nessuno svago come la lettura! Come ci si stanca presto di qualsiasi altra cosa che non sia un libro!"
Nessuno replicò. Allora lei mise da parte il libro e lanciò uno sguardo intorno alla sala alla ricerca di qualche svago, quando, sentendo che il fratello stava parlando a Miss Hooper di un ballo, si rivolse subito a lui e disse,
"A proposito, John, stai davvero pensando di dare un ballo a Netherfield? Ti consiglierei, prima di decidere, di tenere conto dei desideri dei presenti; mi sbaglio di grosso o tra di noi c'è qualcuno per il quale un ballo sarebbe più una punizione che un piacere?"
"Se intendi dire Holmes", esclamò il fratello, "può andarsene a letto, se preferisce, prima che cominci, ma quanto al ballo, è una cosa ormai decisa."
"I balli mi piacerebbero infinitamente di più", replicò lei, "se si svolgessero in maniera diversa. Sarebbe molto più sensato se all'ordine del giorno ci fosse la conversazione invece della danza."
"Molto più sensato, mia cara Irene, lo ammetto, ma non sarebbe molto vicino a un ballo."
Miss Watson non rispose, e subito dopo si alzò e si mise a passeggiare per la stanza. Aveva una figura elegante, e camminava bene, ma Holmes, al quale era destinato il tutto, restava ancora inflessibilmente assorto. Ormai preda della disperazione, decise di fare un ulteriore tentativo e, rivolgendosi a Molly, disse,
"Miss Molly Hooper, lasciatevi convincere a seguire il mio esempio, e a fare un giro per la stanza. Vi assicuro che è molto riposante dopo essere rimaste sedute così a lungo nella stessa posizione."
Molly ne fu sorpresa, ma accettò. Miss Watson ebbe non meno successo nell'obiettivo reale di quel gesto cortese; Mr. Holmes alzò lo sguardo. Era rimasto colpito quanto Molly dalla novità di una gentilezza da quella fonte, e chiuse senza accorgersene il libro. Fu subito invitato a unirsi a loro, ma rifiutò, osservando che poteva immaginare solo due motivi per quella scelta di passeggiare avanti e indietro per la stanza, con entrambi i quali la sua partecipazione avrebbe interferito. Miss Watson stava morendo dalla voglia di sapere che cosa intendeva dire, e chiese a Molly se fosse in grado di interpretarlo.
"Assolutamente no", fu la risposta; "ma contateci, intende essere severo con noi, e il mezzo più sicuro per deluderlo sarà di non chiedergli nulla in proposito."
Miss Watson, però, era incapace di dare una qualsiasi delusione a Mr. Holmes, e quindi perseverò nel chiedere una spiegazione circa quei due motivi.
"Non ho nulla in contrario a spiegarli", disse lui, non appena lei gli consentì di parlare. "O avete scelto questo modo di passare la serata perché siete in confidenza e avete affari riservati da discutere, oppure perché siete consapevoli che le vostre figure appaiano nel modo migliore camminando; nel primo caso sarei sicuramente d'intralcio, e nel secondo posso ammirarvi molto meglio se resto seduto accanto al fuoco."
"Ma è inaudito!" esclamò Miss Watson. "Non ho mai sentito nulla di così disgustoso. Come lo puniremo per un discorso del genere?"
"Nulla di più facile." disse Molly. "Stuzzicatelo, ridete di lui. Intimi come siete, dovete sapere come fare."
"Sul mio onore, non lo so. Vi assicuro che l'intimità non mi ha ancora insegnato questo. Stuzzicare un temperamento così tranquillo e una tale presenza di spirito! No, no, so che qui può sconfiggerci. E quanto a riderne, non ci esponiamo, ve ne prego, al tentativo di ridere senza motivo. Mr. Holmes può felicitarsi con se stesso."
"Non si può ridere di Mr. Holmes!" esclamò Molly. "È un vantaggio non comune, e spero che continuerà a essere non comune, perché per me sarebbe una grossa perdita avere molte conoscenze del genere. Mi piace così tanto una bella risata."
"Miss Watson", disse lui, "mi ha concesso più credito di quanto ne sia dovuto. Il più saggio e il migliore degli uomini, o meglio, la più saggia e la migliore delle sue azioni, può essere resa ridicola da una persona il cui scopo principale nella vita è scherzare."
"Certo", replicò Molly, "ci sono persone del genere, ma spero di non essere una di loro. Stravaganze e sciocchezze, capricci e assurdità mi divertono, lo ammetto, e ne rido ogni volta che posso. Ma queste cose, suppongo, sono proprio quelle da cui voi siete immune."
"Forse questo non è possibile per nessuno. Ma nella vita ho sempre cercato di evitare quelle debolezze che spesso espongono al ridicolo anche una notevole intelligenza."
"Come la vanità e l'orgoglio."
"Sì, la vanità è indubbiamente una debolezza. Ma l'orgoglio... dove c'è una reale superiorità d'intelletto, l'orgoglio sarà sempre sotto attento controllo."
Molly si girò per nascondere un sorriso.
"Il vostro esame di Mr. Holmes è terminato, presumo", disse Miss Watson; "e vi prego, qual è il risultato?"
"Mi sono perfettamente convinta che Mr. Holmes non abbia difetti. Lo ammette lui stesso senza alcun dubbio."
"No", disse Holmes, "non ho mai preteso una cosa del genere. Ho diversi difetti, ma non riguardano, spero, l'intelletto. Non posso certo garantire per il mio carattere. Credo che sia ben poco accomodante. Non riesco a dimenticare le follie e i vizi degli altri quanto dovrei, né le offese fattemi. I miei sentimenti non si spostano a ogni tentativo di smuoverli. La mia stima una volta perduta è perduta per sempre."
"Questo sì che è un vero e proprio difetto!" esclamò Molly. "Un rancore implacabile è una macchia in un carattere. Ma come difetto è scelto bene. Non posso davvero riderne. Nei miei confronti siete in salvo."
"In ogni temperamento c'è, credo, una tendenza a un qualche particolare peccato, un'imperfezione naturale che nemmeno la migliore educazione può sconfiggere."
"E la vostra imperfezione è detestare tutti."
"E la vostra", replicò lui con un sorriso, "è l'ostinazione nel fraintenderli."
"Facciamo un po' di musica", esclamò Miss Watson, stanca di una conversazione nella quale non aveva parte. Fu aperto il pianoforte e Holmes, dopo qualche istante di riflessione, non ne fu dispiaciuto. Cominciava ad avvertire il pericolo di concedere troppa attenzione a Molly.

12

Il mattino dopo Molly scrisse alla madre per pregarla di mandare la carrozza nel corso della giornata. Ma Mrs. Hooper non poteva rassegnarsi ad accoglierle così presto. Mrs. Hooper mandò a dire che non sarebbero stati in grado di disporre della carrozza prima di martedì. Tuttavia, Molly era fermamente decisa a non restare più a lungo e, nel timore di essere considerate delle intruse per essersi trattenute troppo senza necessità, insistette con Mary affinché chiedesse immediatamente a Mr. Watson di poter usare la sua carrozza, e alla fine fu stabilito che avrebbero parlato della loro intenzione di lasciare Netherfield quello stesso giorno.
La notizia suscitò molte dichiarazioni di rincrescimento; quello che fu detto sul desiderio di farle restare almeno fino al giorno seguente ebbe effetto su Mary, e la partenza fu differita all'indomani.
Il padrone di casa apprese con genuino dispiacere che se ne sarebbero andate così presto, e cercò ripetutamente di convincere Miss Hooper che per lei non sarebbe stato consigliabile, che non si era ristabilita abbastanza; ma Mary sapeva essere inflessibile quando si sentiva nel giusto.
Per Mr. Holmes la notizia fu la benvenuta. Molly era rimasta anche troppo a Netherfield. Era attratto da lei più di quanto desiderasse, e Miss Watson era scortese con lei e più fastidiosa del solito con lui. Decise saggiamente di stare particolarmente attento a non farsi scappare, in quel momento, nessun segno di ammirazione, nulla che potesse far sorgere in lei la speranza di poterne influenzare la felicità; era consapevole che se mai fosse sorta un'idea del genere, il suo comportamento durante l'ultimo giorno avrebbe pesato concretamente nel confermarla o mandarla in frantumi. Fermo nel suo proposito, le rivolse a malapena dieci parole nel corso di tutto il sabato, e sebbene una volta si fossero ritrovati da soli per mezz'ora, si dedicò scrupolosamente al suo libro e non la degnò di un'occhiata.
La domenica ebbe luogo la separazione. La cortesia di Miss Watson verso Molly crebbe rapidamente verso la fine, così come il suo affetto per Mary; Molly prese congedo da tutti di ottimo umore.

13

"Spero, mia cara", disse Mr. Hooper alla moglie il mattino dopo, "che tu abbia ordinato un buon pranzo per oggi, perché ho ragione di aspettarmi un'aggiunta al nostro gruppo familiare."
"Che intendi dire?"
"Circa un mese fa ho ricevuto questa lettera, e all'incirca una quindicina di giorni fa ho risposto, poiché l'ho ritenuta una questione piuttosto delicata, per la quale non c'era tempo da perdere. È di mio cugino, Mr. Collins, che, quando sarò morto, potrà cacciarvi di casa non appena lo vorrà."
"Oh! mio caro", esclamò Mrs. Hooper, "Non sopporto di sentirlo nominare. Ti prego di non parlare di quell'uomo odioso. Credo che sia la cosa più penosa al mondo, che una proprietà sia vincolata ad altri anziché alle proprie figlie, e di sicuro se fossi stata al tuo posto avrei provato da tempo a fare qualcosa al riguardo."
"È sicuramente una faccenda estremamente ingiusta", disse Mr. Hooper, "e nulla può assolvere Mr. Collins dalla colpa di essere l'erede di Longbourn. Ma, se starai a sentire quello che dice nella lettera, forse la sua maniera di esprimersi ti ammorbidirà un pochino."
"No, sicuramente no. E credo che sia una vera e propria sfacciataggine da parte sua anche il solo scriverti. Detesto simili falsi amici. Perché mai non continua a litigare con te come faceva il padre prima di lui?"
"Be', in verità sembra che abbia avuto in testa un qualche scrupolo filiale, come sentirai."

Egregio Signore,
Le divergenze esistenti tra voi e il mio defunto e onorato padre mi hanno sempre molto turbato e, da quando ho avuto la sventura di perderlo, ho spesso desiderato di ricomporre il dissidio; per diverso tempo, tuttavia, sono stato trattenuto dai miei dubbi, dal timore che da parte mia potesse sembrare irrispettoso per la sua memoria essere in rapporti amichevoli con una persona con la quale lui aveva preferito essere in disaccordo. - "Ecco, Mrs. Hooper." - Il mio animo, tuttavia, ha ormai deciso al riguardo, poiché, avendo preso gli ordini a Pasqua, sono stato così fortunato da essere onorato dal favore dell'Illustrissimo Lord De Bourgh la cui munificenza e generosità hanno preferito me per la preziosa carica di rettore di questa parrocchia. Come ecclesiastico, inoltre, considero mio dovere promuovere e instaurare la benedizione della pace in tutte le famiglie all'interno della mia sfera d'influenza, e, in questo ambito, mi lusingo di credere che la mia attuale professione di buona volontà sia altamente encomiabile, e che la circostanza di essere il prossimo erede della proprietà di Longbourn possa essere da parte vostra superata, senza indurvi a rifiutare il ramoscello d'olivo che vi offro. Non posso essere altro che turbato per ritrovarmi a essere fonte di un danno per le vostre amabili figlie, e vi prego di permettermi di farvi le mie scuse per questo. Qualora non aveste nulla in contrario a ricevermi a casa vostra, mi propongo di concedermi la gioia di far visita a voi e alla vostra famiglia per lunedì 18 novembre alle quattro, e ho intenzione di abusare della vostra ospitalità fino al sabato della settimana successiva. Resto, egregio signore, con i rispettosi ossequi alla vostra signora e alle vostre figlie, il vostro devoto amico,
Tom Collins.

"Alle quattro dobbiamo quindi aspettarci questo gentiluomo apportatore di pace", disse Mr. Hooper, ripiegando la lettera. "Parola mia, sembra un giovanotto molto coscienzioso e beneducato, e non ho dubbi che si rivelerà una conoscenza preziosa, specialmente se Lord De Bourgh sarà così indulgente da permettergli di tornare di nuovo a trovarci."
"C'è comunque una certa dose di buonsenso in quello che dice riguardo alle nostre ragazze, e se è disposto a fare ammenda nei loro confronti non sarò certo io a scoraggiarlo."
"Sebbene sia difficile", disse Mary, "immaginare in che modo intenda quel risarcimento che pensa ci sia dovuto, il desiderio va certamente a suo onore."
Molly era rimasta colpita soprattutto dalla straordinaria deferenza per Lord De Bourgh.
"Dev'essere un tipo strano, credo", disse. "Non riesco a capirlo. C'è qualcosa di molto pomposo nel suo stile. E che cosa vorrà dire scusandosi per essere il titolare del vincolo? Non si può certo supporre che voglia rinunciarvi, anche se potesse. Lo credete un uomo intelligente, signore?"
"No, mia cara, non credo. Nutro grandi speranza di trovarlo esattamente l'opposto. Nella sua lettera c'è un miscuglio di servilismo e presunzione che promette bene. Non vedo l'ora di conoscerlo."
"Dal punto di vista dello stile", disse Sally, "la lettera non sembra scritta male. Forse l'idea del ramoscello d'olivo non è molto originale, ma credo sia ben espressa."
Quanto alla madre, la lettera di Mr. Collins aveva fatto svanire molto del suo rancore, ed era propensa a conoscerlo con una grado di padronanza di sé che stupì il marito e le figlie.
Mr. Collins arrivò puntuale all'ora fissata e fu ricevuto con grande cortesia dall'intera famiglia. Era un giovanotto di venticinque anni, di corporatura esile ed aveva maniere molto formali. Non appena seduto si complimentò con Mrs. Hooper per avere delle figlie così graziose e aggiunse di non avere dubbi sul fatto di vedere tutte loro, nei tempi dovuti, felicemente sposate. Mrs. Hooper, che non trovava mai da ridire sui complimenti, rispose con molta prontezza.
"Siete davvero molto gentile, signore, e mi auguro con tutto il cuore che possa essere così, perché altrimenti si troverebbero quasi nell'indigenza. Le cose sono messe in modo così strano."
"Forse alludete al vincolo di questa proprietà."
"Ah! signore, è proprio così. È una faccenda dolorosa per le mie povere ragazze, dovete ammetterlo. Non che intenda dare la colpa a voi, perché in queste cose so che al mondo è tutto affidato al caso."
"Sono perfettamente consapevole, signora, delle difficoltà delle mie belle cugine, e potrei dire molto sull'argomento, se non temessi di apparire sfacciato e precipitoso. Ma posso assicurare le signorine di essere venuto preparato ad ammirarle. Al momento non voglio dire di più, ma forse quando ci saremo conosciuti meglio..."
Fu interrotto dall'annuncio del pranzo.

14

Durante il pranzo Mr. Hooper non disse quasi una parola, ma quando i domestici si furono ritirati pensò che fosse giunto il momento di fare conversazione con il suo ospite, e quindi iniziò con un argomento nel quale si aspettava che lui brillasse, osservando come avesse avuto molta fortuna con il suo patrono. Mr. Hooper non avrebbe potuto scegliere meglio. Mr. Collins fu eloquente nei suoi elogi. L'argomento lo portava a essere più solenne del solito, e con un'aria di estrema importanza dichiarò che in vita sua non era mai stato testimone di un comportamento simile in una persona di rango, tanta affabilità, tanta condiscendenza, da lui stesso sperimentata. Si era graziosamente compiaciuto di approvare entrambi i sermoni che aveva già avuto l'onore di pronunciare in sua presenza. Lo aveva anche invitato due volte a Rosings. Lord De Bourgh era considerato pieno d'orgoglio da molte persone di sua conoscenza, ma lui non aveva mai visto altro che affabilità. Si era sempre rivolto a lui come a qualsiasi altro gentiluomo; non aveva sollevato la minima obiezione a che lui frequentasse la società del dintorni, né che lasciasse occasionalmente la parrocchia per una settimana o due, per far visita ai suoi parenti. Aveva persino avuto la condiscendenza di consigliargli di sposarsi il prima possibile, a patto che scegliesse con giudizio, e una volta gli aveva fatto visita nella sua umile canonica.
"Tutto davvero molto appropriato e cortese, certamente", disse Mrs. Hooper, "e credo proprio che sia un uomo molto amabile. Abita vicino a voi, signore?"
"Il giardino in cui si trova la mia umile dimora è separato solo da un sentiero da Rosings Park, la residenza di sua signoria."
"Mi sembra che abbiate detto che è vedovo, signore; ha figli?"
"Ha solo una figlia, l'erede di Rosings e di una proprietà molto estesa."
"Ah!", disse Mrs. Hooper scuotendo la testa, "allora è messa meglio di tante ragazze. E che genere di signorina è? È bella?"
"È una signorina veramente incantevole. Lo stesso Lord De Bourgh dice che, quanto a vera bellezza, Miss Sarah de Bourgh è di gran lunga superiore alle più belle del suo sesso, poiché c'è quel certo non so che nei suoi lineamenti che denota una signorina di nobili natali. Sfortunatamente è di debole costituzione, il che le ha impedito di fare quei progressi in molti campi che altrimenti non avrebbe mancato di fare."
"È stata presentata a corte? Non ricordo il suo nome tra quelli delle altre signore."
"Sfortunatamente il suo cagionevole stato di salute le impedisce di stare in città, e questo, come un giorno ho detto a Lord De Bourgh, ha privato la corte britannica del suo più fulgido ornamento. Sua signoria mi è parso compiaciuto all'idea, e potete immaginare come io sia felice di offrire in ogni occasione questi piccoli e delicati omaggi."
"Una considerazione molto appropriata", disse Mr. Hooper, "ed è una fortuna per voi possedere il talento di adulare con delicatezza. Posso chiedervi se queste piacevoli attenzioni sorgono da un impulso del momento, o se sono il risultato di una preparazione precedente?"
"Derivano principalmente da ciò che succede al momento, e sebbene talvolta mi diverta a ideare e predisporre dei piccoli omaggi eleganti che possano essere adattati alle occasioni più frequenti, mi sforzo sempre di dar loro, per quanto possibile, un'aria naturale."
Le aspettative di Mr. Hooper trovarono piena conferma. Il cugino era tanto ridicolo quanto aveva sperato, e lo ascoltò con il massimo godimento, mantenendo allo stesso tempo un'assoluta impassibilità.

15

Mr. Collins non era un uomo intelligente, e le deficienze naturali erano state ben poco alleviate dall'educazione o dai rapporti sociali, visto che aveva trascorso gran parte della sua vita sotto la guida di un padre illetterato e spilorcio. Per un caso fortunato era stato raccomandato a Lord de Bourgh, e il rispetto che egli provava per l'altezza del suo rango, e la venerazione che aveva per lui come suo benefattore, unita all'ottima opinione che aveva di se stesso, della sua autorità di ecclesiastico e dei suoi diritti di rettore, lo avevano trasformato in un misto di orgoglio e ossequiosità, di boria e umiltà.
Avendo ora una bella casa e una rendita più che sufficiente, aveva intenzione di sposarsi, e cercando una riconciliazione con la famiglia di Longbourn aveva in mente una moglie, visto che intendeva sceglierne una tra le figlie, se le avesse trovate belle e simpatiche come generalmente si diceva.
Il progetto non subì modifiche una volta che le ebbe conosciute. L'adorabile viso di Miss Hooper confermava i suoi propositi, ed era confacente alle sue più rigide convinzioni su ciò che fosse dovuto alla primogenitura; così, per la prima sera, fu lei la prescelta. Il mattino dopo, tuttavia, causò una variazione, poiché un tête-à-tête di un quarto d'ora con Mrs. Hooper prima di colazione, una conversazione partita dalla canonica, che aveva condotto in modo naturale alla confessione della propria speranza di poter trovare a Longbourn una padrona di casa per essa, produsse in lei, tra sorrisi compiaciuti e un generale incoraggiamento, un invito alla prudenza proprio verso quella Mary che lui aveva scelto. Riguardo alle figlie minori non era a conoscenza di nessuna predilezione; quanto alla figlia maggiore, aveva il dovere di dirlo... si sentiva obbligata ad accennarlo, era probabile che molto presto si sarebbe fidanzata.
Mr. Collins doveva solo scambiare Mary con Molly, e fu presto fatto... fatto mentre Mrs. Hooper stava attizzando il fuoco. Molly, che veniva subito dopo Mary per nascita e bellezza, le subentrò senza scosse.
L'intenzione di Janine di fare una passeggiata a Meryton non era stata dimenticata; tutte le sorelle eccetto Sally acconsentirono ad andare con lei, e Mr. Collins le avrebbe accompagnate su richiesta di Mr. Hooper, che era molto ansioso di sbarazzarsi di lui.
In pompose nullità da parte sua, e in cortesi cenni di assenso delle cugine, passarono il tempo fino all'ingresso a Meryton. Da quel momento per lui non fu più possibile ottenere l'attenzione delle più giovani. I loro sguardi cominciarono immediatamente ad aggirarsi per le vie in cerca di ufficiali, e nulla di meno di un cappellino davvero molto elegante, o di una mussolina appena messa in vetrina, riusciva ad attirarle.
Ma l'attenzione di tutte le signore fu presto catturata da un giovanotto, che non avevano mai visto prima, di aspetto molto distinto, a passeggio con un ufficiale dall'altro lato della strada. L'ufficiale era proprio Mr. Denny del cui ritorno da Londra Janine era venuta a informarsi, e che fece un inchino mentre passavano. Tutte furono colpite dall'aspetto del forestiero, tutte si chiedevano chi fosse, e Philippa e Janine, decise a fare il possibile per scoprirlo, attraversarono la strada col pretesto di avere bisogno di qualcosa nel negozio di fronte, ed ebbero la fortuna di essere appena giunte sul marciapiede quando i due gentiluomini, tornando indietro, si ritrovarono nel medesimo punto. Mr. Denny rivolse subito loro la parola, e chiese il permesso di presentare il suo amico, Mr. Moriarty, tornato con lui il giorno prima dalla città, che, era felice di dirlo, si era dichiarato disposto ad acquistare un brevetto da ufficiale nel loro reggimento. Era proprio quello che ci voleva, poiché al giovanotto mancava solo la divisa per completarne il fascino. L'aspetto era senz'altro a suo favore; aveva tutto quello che si può chiedere alla bellezza, un bel volto, una bella figura e modi molto piacevoli. Dopo essere stato presentato rivelò subito la sua disinvoltura di conversatore, una disinvoltura allo stesso tempo perfettamente corretta e senza pretese; e tutta la compagnia era ancora intenta a chiacchierare molto gradevolmente quando sentirono un rumore di cavalli, e videro avvicinarsi lungo la strada Holmes e Watson in sella. Riconoscendo nel gruppo le signore, i due gentiluomini si diressero subito verso di loro e iniziarono i consueti convenevoli. Watson era quello che parlava di più, e Miss Hooper la principale destinataria della sue parole. Disse che stava andando proprio a Longbourn per chiedere notizie di lei. Mr. Holmes lo confermò con un inchino, e stava imponendosi di non fissare lo sguardo su Molly quando fu raggelato dalla vista del forestiero, e Molly, avendo visto per caso l'espressione di entrambi mentre si fissavano l'un l'altro, rimase davvero stupefatta dagli effetti di quell'incontro. Tutti e due cambiarono colore, uno diventò bianco, l'altro rosso. Mr. Moriarty, dopo qualche istante, si toccò il cappello, un saluto che Mr. Holmes si degnò a malapena di ricambiare. Che cosa poteva significare?
Un minuto dopo Mr. Watson, senza dare l'impressione di aver visto ciò che era accaduto, prese congedo e continuò a cavalcare insieme all'amico.
Mr. Moriarty passeggiò con le signorine fino alla porta di Mrs. Phillips e poi si congedò con un inchino.
Mrs. Phillips era sempre contenta di vedere le nipoti; le due più grandi poi, data la loro recente assenza, furono particolarmente benvenute, e stava esprimendo con vivacità la sua sorpresa per il loro improvviso ritorno a casa, quando la sua cortesia fu chiamata a rivolgersi a Mr. Collins dalla presentazione di quest'ultimo da parte di Mary. Lei lo accolse con la massima gentilezza, che lui ricambiò molto ampiamente. Mrs. Phillips fu completamente sopraffatta da un tale eccesso di buona educazione, ma dovette presto mettere da parte le sue riflessioni su quel forestiero per le rumorose domande sull'altro, del quale, tuttavia, poteva solo dire alle nipoti quello che già sapevano. Disse che era stata per un'ora a osservarlo mentre passeggiava avanti e indietro, e se Mr. Moriarty fosse apparso Philippa e Janine avrebbero certamente continuato a fare lo stesso, ma sfortunatamente nessuno passò sotto le finestre salvo qualcuno degli ufficiali, che, a paragone con il forestiero, erano diventati "persone stupide e antipatiche". Alcuni di loro avrebbero pranzato con i Phillips il giorno successivo, e la zia promise di mandare lo zio a far visita a Moriarty per invitare anche lui, se la famiglia di Longbourn fosse venuta nel pomeriggio. L'invito fu accettato e si salutarono tutti di ottimo umore.
Tornando a casa, Molly informò Mary su quello che aveva visto succedere tra i due gentiluomini, ma benché Mary fosse disposta a difendere ciascuno dei due, o anche entrambi se fosse emerso che erano in torto, non fu in grado di spiegare un simile comportamento più della sorella.

16

Visto che non fu mossa nessuna obiezione circa l'impegno delle ragazze con la zia, e che gli scrupoli di Mr. Collins nel lasciare da soli Mr. e Mrs. Hooper furono respinti con molta fermezza, la carrozza portò lui e le sue cugine a Meryton, e le ragazze ebbero il piacere di sentire, non appena entrate in salotto, che Mr. Moriarty aveva accettato l'invito dello zio ed era già in casa.
Apparvero i signori, e quando Mr. Moriarty entrò nella stanza, Molly si rese conto che l'ammirazione provata al primo incontro, e poi ripensando a lui, non era minimamente irragionevole.
Mr. Moriarty fu il fortunato a cui si rivolsero quasi tutti gli sguardi femminili, e Molly fu la fortunata accanto alla quale lui si sedette alla fine, e il modo gradevole con cui lui iniziò immediatamente a conversare, anche se riguardava solo l'umidità della serata e le probabilità di una stagione piovosa, le fecero capire come gli argomenti più triti, noiosi e banali potessero essere resi interessanti dall'abilità di chi ne parla.
Furono sistemati i tavoli da gioco. Mr. Moriarty non giocava a whist, e fu accolto con molto piacere all'altro tavolo, tra Molly e Janine. Dapprima sembrava esserci il pericolo che fosse accaparrato interamente da Janine, dato che era una parlatrice molto risoluta; ma visto che era anche estremamente attratta dalla lotteria, si mostrò subito più interessata al gioco. Pur lasciandosi coinvolgere dal gioco quel tanto che bastava, Mr. Moriarty fu perciò libero di chiacchierare con Molly, e lei era dispostissima ad ascoltarlo, anche se avrebbe desiderato soprattutto ascoltare ciò che non sperava potesse essere detto, la storia della sua conoscenza con Mr. Holmes. La sua curiosità tuttavia venne appagata in modo inaspettato. Fu lo stesso Mr. Moriarty a introdurre l'argomento. Si informò sulla distanza tra Netherfield e Meryton e, dopo aver ottenuto la risposta, chiese con fare esitante da quanto tempo Mr. Holmes fosse lì.
"Da circa un mese", disse Molly; e poi, restia a lasciar cadere l'argomento, aggiunse, "è una persona con proprietà molto estese nel Derbyshire, da quanto ho capito."
"Sì", rispose Mr. Moriarty; "la sua tenuta lì è enorme. Diecimila sterline nette all'anno. Non avreste potuto incontrare una persona più adatta di me a darvi informazioni certe in proposito, poiché ho avuto rapporti molto stretti con la sua famiglia fin dall'infanzia."
Molly non poté fare a meno di mostrarsi sorpresa.
"Potete ben essere sorpresa, Miss Hooper, da un'affermazione del genere, dopo aver visto la freddezza del nostro incontro di ieri. Conoscete bene Mr. Holmes?"
"Quel tanto che mi basta", esclamò Molly con molto calore, "ho passato quattro giorni nella stessa casa insieme a lui, e lo ritengo molto antipatico."
"Non ho nessun diritto di esprimere la mia opinione", disse Moriarty, "sul suo essere simpatico o meno. Lo conosco da troppo tempo e troppo bene per essere un buon giudice. Sarebbe impossibile per me essere imparziale. Ma credo che la vostra opinione su di lui stupirebbe quasi tutti, e forse non la esprimereste in modo così deciso da nessun'altra parte. Qui siete in famiglia."
"Parola mia, non sto dicendo qui quello che non direi in qualunque altra casa nei dintorni, salvo Netherfield. Non è affatto popolare nell'Hertfordshire. Sono tutti disgustati dal suo orgoglio. "
"Non posso certo fingere di essere dispiaciuto", disse Moriarty, dopo una breve pausa, "del fatto che lui o chiunque altro sia giudicato come merita; ma con lui credo che non accada spesso. Il mondo è accecato dalla sua ricchezza e dalla sua importanza, o intimorito dai suoi modi alteri e perentori, e lo vede solo come lui vuole essere visto."
"Io lo giudicherei, per quel poco che lo conosco, un uomo con un pessimo carattere." Moriarty si limitò a scuotere la testa.
"Mi domando", disse lui, non appena ebbe di nuovo l'opportunità di parlare, "se è probabile che si fermi ancora a lungo in questa zona."
"Non ne ho la minima idea. Spero che i vostri progetti non saranno influenzati dalla sua presenza da queste parti."
"Oh! no, non spetta a me andare via a causa di Mr. Holmes. Non siamo in rapporti amichevoli, e mi è sempre penoso incontrarlo, ma non ho nessun motivo per evitarlo se non ciò che potrei affermare di fronte al mondo intero; la consapevolezza di aver subito un trattamento crudele. Il padre, Miss Holmes, il defunto Mr. Holmes, era uno degli uomini migliori mai esistiti, e l'amico più sincero che io abbia mai avuto; e non potrò mai ritrovarmi in compagnia di Mr. Holmes senza sentire nel profondo dell'anima il tormento di mille teneri ricordi. Il suo comportamento verso di me è stato scandaloso, ma credo sinceramente che potrei perdonargli tutto salvo aver tradito le speranze e infangato la memoria del padre."
L'interesse di Molly cresceva ma la delicatezza dell'argomento le impedì ulteriori domande.
Mr. Moriarty cominciò a parlare di cose più generiche.
"È stata principalmente la prospettiva di conoscenze stabili, di buone conoscenze", aggiunse, "che mi ha indotto a entrare in questo reggimento. Sapevo che era molto rispettabile e piacevole. Ho subito una delusione e il mio spirito non sopporta la solitudine. La vita militare non è ciò a cui ero destinato. La chiesa doveva diventare la mia professione. Ero stato cresciuto per la chiesa, e a quest'ora avrei dovuto essere in possesso di un ottimo beneficio ecclesiastico, se così avesse voluto il gentiluomo di cui stiamo parlando."
"Davvero!"
"Sì; il defunto Mr. Holmes mi aveva lasciato in eredità il miglior beneficio in suo possesso. Era il mio padrino, e mi era estremamente affezionato. Aveva intenzione di provvedere ampiamente a me, e pensava di averlo fatto; ma quando il beneficio si rese disponibile, fu dato a un altro."
"Giusto cielo!" esclamò Molly; "ma come è potuto succedere? Come è stato possibile ignorare la sua volontà? Perché non avete seguito le vie legali?"
"C'era un specie di piccola irregolarità formale nei termini del lascito che non mi lasciava speranze di fronte alla legge. Un uomo d'onore non avrebbe avuto dubbi su quali fossero le intenzioni, ma Mr. Holmes preferì averli, o considerarle come una semplice raccomandazione condizionata, asserendo anche che avevo perso ogni diritto a causa della mia stravaganza, della mia leggerezza, per farla breve di tutto e di niente. Ho un carattere focoso, avventato, e forse posso talvolta aver espresso con troppa libertà la mia opinione su di lui, e a lui. Ma il fatto è che siamo persone molto diverse, e che lui mi odia."
"Ma è terribile! Merita di essere svergognato pubblicamente."
"Una volta o l'altra lo sarà, ma non da me. Finché non sarò capace di dimenticare il padre, non potrò mai sfidare o smascherare lui."
Molly gli rese onore per sentimenti del genere, e gli sembrò più bello che mai mentre li esprimeva.
"Ma", disse, dopo una breve pausa, "che cosa può averlo indotto a comportarsi in modo così crudele?"
"Una profonda, risoluta antipatia verso di me, un'antipatia che non posso che attribuire in qualche misura alla gelosia. Se il defunto Mr. Holmes mi avesse amato di meno, il figlio mi avrebbe sopportato di più."
"Non ritenevo Mr. Holmes così malvagio. Avevo immaginato che disprezzasse i suoi simili in generale, ma non sospettavo che si abbassasse a una vendetta così meschina, a un'ingiustizia, a una mancanza di umanità come questa!"
Dopo qualche minuto di riflessione, comunque, proseguì, "Ricordo, però, come un giorno, a Netherfield, si sia vantato dell'implacabilità del suo risentimento, di un carattere che non perdona. Deve avere un'indole terribile."
"Non sono affidabile su questo argomento", replicò Moriarty, "non posso essere imparziale nei suoi confronti."
Molly si immerse di nuovo nei propri pensieri, e dopo un po' esclamò, "Trattare in questa maniera il figlioccio del padre!" Avrebbe potuto aggiungere, "Un giovanotto come voi, poi, che solo a guardarlo si capisce quanto sia amabile", ma si accontentò con "E qualcuno, poi, che è stato probabilmente suo compagno fin dall'infanzia, legato, come credo abbiate detto, in modo così intimo!"
"Siamo nati nella stessa parrocchia, abbiamo passato insieme gran parte della nostra gioventù; insieme nella stessa casa, condividendo gli stessi giochi, entrambi oggetto delle stesse cure paterne. Mio padre rinunciò a tutto per dedicare tutto il suo tempo a occuparsi della proprietà di Pemberley. Era stimato moltissimo da Mr. Holmes e spesso Mr. Holmes riconosceva di dovere moltissimo alla solerte supervisione di mio padre, e quando, immediatamente prima della morte di mio padre, Mr. Holmes gli fece spontaneamente la promessa di provvedere a me, mi ero convinto che si sentisse tanto in debito di gratitudine con lui, quanto affezionato a me."
"Com'è strano!" esclamò Molly, "Com'è disgustoso! Mi meraviglio di come lo stesso orgoglio di Mr. Holmes non l'abbia condotto a essere giusto con voi! Se non per un motivo migliore, almeno perché era troppo orgoglioso per essere disonesto, perché posso chiamarla solo disonestà."
"C'è di che meravigliarsi", ripose Moriarty, "poiché quasi tutte le sue azioni sono riconducibili all'orgoglio; e l'orgoglio è stato spesso il suo miglior amico. Ma nessuno di noi è coerente, e nel suo comportamento verso di me hanno agito impulsi più forti persino dell'orgoglio."
"Può mai un orgoglio così abominevole avergli fatto fare del bene?"
"Sì. Lo ha spesso condotto a essere munifico e generoso, a elargire il suo denaro con liberalità, a mostrarsi ospitale, ad aiutare i suoi affittuari e a soccorrere i poveri. L'orgoglio familiare, e l'orgoglio filiale, hanno reso possibili queste cose. Non apparire come colui che disonora la famiglia o far scadere l'influenza della famiglia di Pemberley, sono motivazioni potenti. Ha anche l'orgoglio fraterno, che unito a una sorta di affetto fraterno, lo rende un tutore molto gentile e attento della sorella."
"Che genere di ragazza è Miss Holmes?"
Lui scosse la testa. "Vorrei poterla definire amabile. Ma lei è troppo simile al fratello, molto, molto orgogliosa. Da bambina, era affettuosa e simpatica, ed estremamente attaccata a me; e io dedicavo ore e ore a farla divertire. Ma ormai non è più niente per me. È una ragazza attraente, di quindici o sedici anni, e so che è molto istruita. Dalla morte del padre la sua casa è stata Londra, dove una signora vive con lei e sovrintende alla sua educazione."
Dopo molti silenzi e molti tentativi di altri argomenti, Molly non poté fare a meno di riprendere una volta ancora il primo, dicendo,
"Sono stupita dalla sua intimità con Mr. Watson! Come può Mr. Watson, che sembra la personificazione della bontà, ed è, lo credo davvero, sinceramente amabile, essere amico di un uomo simile? Conoscete Mr. Watson?"
"Per niente."
"È un uomo con un carattere dolce, amabile, incantevole. Non può sapere chi è Mr. Holmes."
"Probabilmente no; ma Mr. Holmes se vuole può essere un compagno socievole, se pensa che ne valga la pena. Tra coloro che gli sono pari in importanza è un uomo molto diverso da quello che è con i meno fortunati. "
Poco dopo il tavolo di whist si sciolse, i giocatori si riunirono intorno a un altro tavolo e Mr. Collins prese posto tra sua cugina Molly e Mrs. Phillips. Quest'ultima gli fece le usuali domande sulla sua fortuna al gioco. Non era stata molta; aveva perduto sempre; Mrs. Phillips cominciò a esprimere il suo rincrescimento.
"So benissimo, signora", disse Mr. Collins, "che quando una persona si siede a un tavolo da gioco, dev'essere consapevole di affidarsi al caso, e per fortuna non sono in condizioni tali da ritenere importanti cinque scellini. Senza dubbio ce ne sono molti che non potrebbero dire lo stesso ma, grazie a Lord de Bourgh, sono ben lungi dal dovermi preoccupare di queste piccolezze."
Queste parole attirarono l'attenzione di Mr. Moriarty; e dopo aver osservato Mr. Collins per qualche istante, chiese a bassa voce a Molly se il suo parente conoscesse bene la famiglia de Bourgh.
"Lord de Bourgh", rispose lei, "gli ha concesso molto di recente un beneficio. "
"Saprete certamente che Lord de Bourgh e Lady Holmes erano fratelli; di conseguenza lui è lo zio dell'attuale Mr. Holmes."
"No davvero, non lo sapevo."
"La figlia, Miss de Bourgh, avrà una vasta fortuna, e si dice che lei e il cugino uniranno le due proprietà."
Questa informazione fece sorridere Molly, pensando alla povera Miss Watson.
"Mr. Collins", disse lei, "parla con grandissima stima di Lord de Bourgh e della figlia; ma da alcuni particolari che ha raccontato di sua signoria, sospetto che la sua gratitudine lo porti fuori strada, e che nonostante sia il suo benefattore, sia un uomo arrogante e presuntuoso."
"Credo che sia abbondantemente fornito di entrambe le qualità", rispose Moriarty; "non lo vedo da molti anni, ma ricordo benissimo che non mi è mai piaciuto, e che i suoi modi erano dittatoriali e insolenti. Ha la reputazione di essere notevolmente saggio e intelligente, ma io credo invece che parte delle sue qualità derivino dal rango e dalla ricchezza."
Molly ammise che aveva fornito un resoconto molto credibile, e continuarono a chiacchierare con reciproca soddisfazione finché la cena non mise fine alle carte e diede modo al resto delle signore di condividere le attenzioni di Moriarty. Molly se ne andò con la testa piena di lui.

17

Il giorno dopo Molly raccontò a Mary quello che si erano detti lei e Mr. Moriarty. Mary ascoltò stupita e turbata; non riusciva a credere che Mr. Holmes potesse essere così indegno della stima di Mr. Watson; eppure, non era nella sua natura mettere in questione la sincerità di un giovanotto dall'aspetto tanto amabile come Mr. Moriarty. La possibilità che fosse stato davvero vittima di una tale crudeltà bastava a colpire tutti i suoi sentimenti più teneri e, quindi, non c'era nulla da fare se non pensar bene di tutti e due, difendere la condotta di entrambi, e attribuire a un caso o a un malinteso tutto ciò che non poteva essere spiegato altrimenti.
"Credo proprio che tutti e due", disse, "siano stati ingannati, in qualche modo che non ci è possibile immaginare. Forse delle persone interessate li hanno messi in cattiva luce l'uno con l'altro.''
"Verissimo, certo; e ora, mia cara Mary, che cosa hai da dire nei riguardi delle persone interessate che sono state probabilmente coinvolte nella faccenda? Devi assolvere anche loro, altrimenti saremmo costrette a pensar male di qualcuno."
"Ridi di me quanto vuoi, ma non riuscirai a farmi cambiare opinione. Mia carissima Molly, devi considerare in che pessima luce viene messo Mr. Holmes, nel trattare in questo modo il prediletto del padre. È impossibile. Possono i suoi amici più cari ingannarsi così nei suoi confronti? oh! no."
"Mi riesce molto più facile credere che Mr. Watson sia stato ingannato, piuttosto che Mr. Moriarty si sia inventato una storia come quella che mi ha raccontato ieri sera."
"È davvero difficile, è penoso. Non si sa che cosa pensare."
"Perdonami, ma si sa benissimo che cosa pensare."
Le due signorine furono richiamate dal boschetto, dove si era svolta questa conversazione, dall'arrivo di alcune delle persone delle quali stavano parlando. Mr. Watson e la sorella erano venuti a consegnare di persona l'invito per il tanto atteso ballo a Netherfield, fissato per il martedì successivo.
La prospettiva del ballo di Netherfield era estremamente gradita a tutte le donne della famiglia. Mrs. Hooper decise di considerarlo un omaggio alla figlia maggiore, e fu particolarmente lusingata di aver ricevuto l'invito da Mr. Watson in persona, anziché con un cerimonioso biglietto. Mary si immaginava una bellissima serata in compagnia della sua amica e al centro delle attenzioni di Mr. Watson, e Molly si riprometteva con piacere di ballare a lungo con Mr. Moriarty e di vedere tutto confermato dallo sguardo e dal modo di fare di Mr. Holmes. La felicità pregustata da Philippa e Janine era meno legata a eventi particolari, o a singole persone, poiché sebbene entrambe, come Molly, avessero intenzione di ballare per metà della serata con Mr. Moriarty, egli non era certo l'unico cavaliere che potesse appagarle, e poi un ballo era sempre un ballo. E persino Sally assicurò alla sua famiglia che non era affatto restia a partecipare.
"Se posso avere le mattinate per me", disse, "mi basta. Credo che non sia un sacrificio unirsi di tanto in tanto a intrattenimenti serali. È la vita sociale a esigerlo da tutti noi, e io mi ritengo tra coloro che considerano desiderabili per tutti le pause di svago e divertimento."
In questa occasione l'umore di Molly era così eccitato che, sebbene non rivolgesse spesso la parola a Mr. Collins senza necessità, non poté fare a meno di chiedergli se avesse intenzione di accettare l'invito di Mr. Watson, e se fosse così, se non considerasse inappropriato unirsi a una serata dedicata al divertimento; ma rimase piuttosto sorpresa nello scoprire come non gli fosse venuto in mente il benché minimo scrupolo, e che era ben lungi dal temere un rimprovero dell'arcivescovo, o di Lord de Bourgh, azzardandosi ad andare a un ballo.
"Vi assicuro di non essere affatto dell'opinione", disse, "che un ballo di questo genere, dato da un giovanotto di ottima reputazione per delle persone rispettabili, possa avere una qualche tendenza maligna; e sono talmente lontano dall'avere qualcosa in contrario a ballare io stesso che spero, nel corso della serata, di essere onorato dalla mano di tutte le mie belle cugine, e colgo l'occasione per sollecitare la vostra, Miss Molly, in particolare per i primi due giri di danza."
Molly si sentì presa in trappola senza scampo. Per la prima volta fu colpita dal fatto che potesse essere lei la prescelta, tra le sorelle, come degna di fare da padrona di casa nella canonica di Hunsford e da riempitivo per il tavolo di quadriglia a Rosings, in mancanza di ospiti più idonei. L'idea si trasformò presto in certezza, osservando le sempre crescenti cortesie che lui le tributava, e sentendo i suoi frequenti tentativi di complimentarsi con lei per la sua intelligenza e la sua vivacità; e sebbene fosse più sbalordita che gratificata da quell'effetto del proprio fascino, non ci volle molto prima che la madre le facesse capire come la possibilità di quel matrimonio le fosse estremamente gradita.

18

Fino a quando Molly non fu entrata nel salotto di Netherfield, e non ebbe cercato invano Mr. Moriarty tra i gruppi di divise rosse lì radunate, non aveva mai avuto dubbi sulla sua presenza. La certezza di incontrarlo non era stata scossa da nessuna di quelle riflessioni che avrebbero potuto a ragione metterla in allarme. Ma un istante dopo si affacciò il terribile sospetto che fosse stato volutamente omesso, per far piacere a Mr. Holmes, dalla lista degli ufficiali invitati da Mr. Watson; e sebbene le cose non stessero esattamente così, la conferma definitiva della sua assenza venne dal suo amico Denny, al quale Janine si rivolse con fervore, e che disse loro che Moriarty era stato costretto il giorno prima a recarsi a Londra per affari, e non era ancora tornato, aggiungendo, con un sorriso significativo,
"Non credo che i suoi affari l'avrebbero richiamato proprio ora, se non avesse desiderato evitare un certo gentiluomo qui presente."
Questa parte dell'informazione, anche se sfuggita a Janine, fu colta da Molly, e poiché confermava che Holmes non fosse meno responsabile dell'assenza di Mr. Watson rispetto a quello che aveva ipotizzato prima, tutta l'antipatia verso il primo si acutizzò talmente a causa della subitanea delusione, che riuscì a malapena a rispondere con accettabile educazione alle cortesi domande che lui subito dopo si avvicinò per farle. Decise di evitare qualsiasi conversazione con lui, e si allontanò talmente di cattivo umore che non riuscì a superarlo completamente nemmeno parlando con Mr. Watson, la cui cieca parzialità la indispettiva.
Ma Molly non era fatta per essere di cattivo umore, e sebbene tutte le prospettive circa la serata fossero sfumate, la cosa non poteva a lungo albergare nel suo animo e, dopo aver raccontato le sue pene a Meena Lucas, fu presto in grado di passare, di sua spontanea volontà, alle stranezze del cugino, facendole notare in modo particolare all'amica. I primi due giri di danza, tuttavia, la riportarono a quella pena; furono due giri mortificanti.
Ballò i due successivi con un ufficiale, ed ebbe il sollievo di parlare di Moriarty, e di sentire come fosse simpatico a tutti. Una volta terminate le due danze tornò da Meena Lucas, e stava conversando con lei, quando si sentì all'improvviso rivolgere la parola da Mr. Holmes, che la prese così di sorpresa chiedendole di ballare che, senza sapere ciò che stava facendo, accettò. Lui si allontanò immediatamente, lasciandola ad affliggersi per la propria mancanza di presenza di spirito; Meena cercò di consolarla.
"Credo proprio che lo troverai molto gradevole."
"Il cielo non voglia! Trovare gradevole un uomo che si è decisi a detestare! Non augurarmi una disgrazia del genere."
Quando ricominciarono le danze, tuttavia, e Holmes si avvicinò per reclamare la sua mano, Meena non poté fare a meno di metterla in guardia, sussurrandole di non fare la sciocca e di non permettere che il suo capriccio per Moriarty la facesse apparire antipatica a un uomo dieci volte più importante di lui. Molly non rispose, e prese posto nel gruppo. Per un po' non dissero una parola; lei cominciò a credere che il silenzio sarebbe continuato per l'intera durata dei due giri di danza, e in un primo momento aveva deciso di non interromperlo, finché all'improvviso, immaginando che la punizione più grande per il suo cavaliere sarebbe stata costringerlo a parlare, fece qualche osservazione insignificante sul ballo. Lui replicò, e rimase di nuovo in silenzio. Dopo una pausa di qualche minuto si rivolse a lui per la seconda volta con "Ora è il vostro turno di dire qualcosa, Mr. Holmes. Io ho parlato del ballo, e voi dovete fare una qualche osservazione sulle dimensioni della sala, o sul numero di coppie."
Lui sorrise, e le assicurò che qualsiasi cosa avesse desiderato fargli dire sarebbe stata detta.
"Benissimo. Questa risposta può andare, per il momento. Forse tra un po' io potrei osservare che i balli privati sono molto più piacevoli di quelli pubblici. Ma ora possiamo restare in silenzio."
"Parlate seguendo delle regole, mentre ballate?"
"A volte. Un po' si deve parlare, sapete. Mi sembrerebbe strano restare insieme per mezzora completamente in silenzio, eppure, nell'interesse di qualcuno, la conversazione dovrebbe essere organizzata in modo da far sì che si dica il minimo indispensabile."
"Nel caso presente state tenendo conto dei vostri desideri, o immaginate di fare piacere ai miei?"
"Tutte e due le cose", rispose Molly maliziosamente; "poiché ho sempre notato una notevole affinità nelle nostre menti. Abbiamo entrambi un temperamento poco socievole e taciturno, poco propenso a parlare, a meno che non ci si proponga di dire qualcosa che farà colpo su tutta la sala."
"Sono certo che in questo non ci sia molta affinità con il vostro carattere", disse lui. "Quanto possa essere vicino al mio, non posso essere io a dirlo. Voi lo considerate senza dubbio un ritratto fedele."
"Non devo essere io a giudicare le mie esibizioni."
Lui non rispose, e rimasero di nuovo in silenzio fino al termine del primo giro, quando lui le chiese se lei e le sorelle andassero molto spesso a Meryton. Lei rispose affermativamente e, incapace di resistere alla tentazione, aggiunse, "Quando l'altro giorno ci siamo incontrati, stavamo giusto facendo una nuova conoscenza."
L'effetto fu immediato. Un'ombra di alterigia ancora più profonda si impossessò dei suoi lineamenti, ma non disse una parola, e Molly, sebbene rimproverandosi la propria debolezza, non riuscì a proseguire. Alla fine Holmes parlò, e, con un tono forzato, disse,
"Mr. Moriarty ha in dote dei modi così piacevoli da garantirgli di fare amicizie, se sia ugualmente capace di mantenerle, è meno certo."
"È stato così sfortunato da perdere la vostra amicizia", replicò Molly con enfasi, "e in un modo che probabilmente lo farà soffrire per tutta la vita."
Holmes non rispose, e sembrava desideroso di cambiare argomento.
"Ricordo di avervi sentito dire una volta, Mr. Holmes, che non perdonate quasi mai, che il vostro risentimento una volta nato è implacabile. Siete molto accorto, immagino, nel farlo nascere."
"Lo sono", disse lui, con voce ferma.
"E non vi lasciate mai accecare dal pregiudizio?"
"Spero di no."
"È di particolare importanza, per quelli che non cambiano mai opinione, essere certi di giudicare in modo appropriato fin dall'inizio."
"Posso chiedere a che cosa mirano queste domande?"
"Solo a chiarire il vostro carattere", disse lei, con uno sforzo per liberarsi della sua aria grave. "Sto cercando di farlo emergere."
"E ci state riuscendo?"
Lei scosse la testa. "Non ho fatto nemmeno un passo avanti. Sento parlare di voi in modi così diversi da farmi sentire estremamente perplessa."
"Sono pronto a credere", rispose lui gravemente, "che si possano dire cose molte diverse su di me; e vorrei sperare, Miss Hooper, che non vi mettiate a delineare il mio carattere in questo momento, perché ho ragione di credere che il risultato non farebbe onore né a voi né a me."
"Ma se il vostro ritratto non lo faccio adesso, potrei non avere più un'altra opportunità."
"Non vorrei in nessun caso interrompere un vostro passatempo", replicò lui freddamente. Lei non disse altro, e una volta terminato il secondo giro si separarono in silenzio ed entrambi insoddisfatti, anche se non allo stesso modo, poiché nel cuore di Holmes c'era un sentimento piuttosto forte nei confronti di lei, che lo indusse presto a perdonarla e a dirigere tutta la sua collera verso un altro.
Non si erano separati da molto quando Miss Watson si diresse verso di lei, e con un'espressione di cortese disprezzo la apostrofò in questo modo,
"E così, Miss Molly, ho sentito che siete entusiasta di Jim Moriarty! Me ne ha parlato vostra sorella e mi sembra che il giovanotto si sia completamente dimenticato di dirvi, tra le altre cose, che era il figlio del vecchio Moriarty, l'amministratore del defunto Mr. Holmes. Permettete che vi raccomandi, tuttavia, da amica, di non credere a priori a tutte le sue affermazioni, poiché il fatto che Mr. Holmes l'abbia trattato male è completamente falso; al contrario, è sempre stato straordinariamente gentile con lui, sebbene Jim Moriarty si sia comportato in maniera infame con Mr. Holmes. Non conosco i particolari, ma so benissimo che Mr. Holmes non è minimamente da biasimare, che non sopporta di sentir nominare Jim Moriarty, e che sebbene mio fratello abbia ritenuto di non poter evitare di includerlo nel suo invito agli ufficiali, è stato estremamente lieto di scoprire che ci aveva pensato lui stesso a tenersi lontano. Il solo fatto che sia venuto da queste parti dimostra la massima insolenza, e mi chiedo come abbia osato farlo. Mi rincresce, Miss Molly, che abbiate scoperto le colpe del vostro favorito, ma in realtà, considerando le sue origini, non ci si poteva aspettare molto di meglio."
"Le sue colpe e le sue origini, a quanto dite, sembrano essere la stessa cosa", disse Molly con rabbia, "poiché non vi ho sentito accusarlo di nulla di peggio che essere il figlio dell'amministratore di Mr. Holmes, e di questo, ve l'assicuro, mi aveva informato lui stesso."
"Vi chiedo scusa," replicò Miss Watson, allontanandosi con un sorriso beffardo. "Perdonate la mia intromissione. Voleva essere una gentilezza."
"Insolente!" disse Molly tra sé. "Ti stai sbagliando se credi di influenzarmi con un attacco meschino come questo. Non ci vedo nulla se non la tua caparbia ignoranza e la cattiveria di Mr. Holmes." Poi si mise a cercare la sorella maggiore, che si era incaricata di raccogliere informazioni da Watson sullo stesso argomento. Mary la raggiunse con un sorriso così dolcemente soddisfatto, illuminata da un'espressione così felice, che faceva capire a sufficienza come fosse contentissima degli avvenimenti della serata.
"Vorrei sapere", disse, con un volto non meno sorridente della sorella, "che cosa hai appreso circa Mr. Moriarty. Ma forse sei stata troppo piacevolmente occupata per pensare a qualche altra persona; in questo caso puoi essere certa del mio perdono."
"No", rispose Mary, "non l'ho dimenticato, ma non ho nulla di soddisfacente da raccontarti. Mr. Watson non conosce tutta la storia; ma si rende garante della condotta irreprensibile, della rettitudine e del senso dell'onore del suo amico, ed è assolutamente convinto che Mr. Moriarty meritasse molte meno attenzioni di quelle ricevute da Mr. Holmes, e mi dispiace dover dire che, da quanto dicono lui e la sorella, Mr. Moriarty non è affatto un giovanotto rispettabile."
"Mr. Watson conosce di persona Mr. Moriarty?"
"No; non l'aveva mai visto fino all'altro giorno a Meryton."
"Allora ha ripetuto quello che gli è stato detto da Mr. Holmes. Ma che cosa dice del beneficio?"
"Non ricorda esattamente le circostanze, anche se ne ha sentito parlare più di una volta da Mr. Holmes, ma crede che il lascito fosse solo a certe condizioni."
"Non ho alcun dubbio sulla sincerità di Mr. Watson", disse Molly con calore; "ma devi scusarmi se non mi lascio convincere da semplici assicurazioni. Di certo la difesa del suo amico da parte di Mr. Watson è molto abile, ma visto che lui non è a conoscenza di diverse parti della storia, e che il resto l'ha appreso dal suo amico, mi permetto di restare ancora della stessa opinione di prima sui due gentiluomini."
Quando Mr. Watson le raggiunse, Molly si allontanò verso Miss Lucas, e stava appena iniziando a rispondere alle sue domande circa la piacevolezza del suo ultimo cavaliere, quando arrivò Mr. Collins e le disse con grande esultanza che aveva appena avuto la fortuna di fare un'importante scoperta.
"Ho scoperto", disse, "per uno strano caso, che in sala c'è uno stretto parente del mio benefattore. Mi è capitato di sentire di sfuggita il signore in questione menzionare alla signorina che fa gli onori di casa i nomi di sua cugina, Miss de Bourgh, e del padre Lord de Bourgh. È incredibile come succedano queste cose! Chi avrebbe mai immaginato il mio incontro con, forse, un nipote di Lord de Bourgh in questa sede! Sono molto grato alla sorte di aver fatto questa scoperta in tempo per porgergli i miei omaggi, cosa che sto per fare, e confido che mi scuserà per non averlo fatto prima. La mia totale ignoranza di questa parentela avrà certo un peso nel giustificarmi."
"Non starete andando a presentarvi da solo a Mr. Holmes?"
"Ma certo. Lo pregherò di scusarmi per non averlo fatto prima. Sarò in grado di assicurargli che sua signoria una settimana fa era in ottima salute."
Molly cercò energicamente di dissuaderlo da un progetto del genere, assicurandogli che Mr. Holmes avrebbe considerato quel rivolgersi a lui senza presentazione una impertinente libertà, più che un omaggio allo zio; che non era affatto necessario che si conoscessero e che, se fosse accaduto, sarebbe spettato a Mr. Holmes, in quanto di rango superiore, fare il primo passo per quella conoscenza. Mr. Collins la ascoltò con l'aria ostinata di chi vuol fare di testa propria, e quando lei smise di parlare, replicò in questo modo,
"Mia cara Miss Molly, ho la più alta opinione al mondo del vostro eccellente giudizio su tutte le materie all'interno della sfera che vi compete, ma permettetemi di dire come vi sia una grande differenza tra le formalità cerimoniali tra i laici e quelle che regolano il clero; perciò concedetemi di osservare come io ritenga la professione ecclesiastica pari in dignità al più alto rango del regno, a patto che sia mantenuta nel contempo un'appropriata umiltà di comportamento. Perdonatemi se trascuro di approfittare del vostro consiglio, che su ogni altro argomento sarà la mia guida costante, anche se nel caso che ci troviamo di fronte mi considero, per istruzione e consuetudine allo studio, più adatto a decidere ciò che è giusto rispetto a una signorina come voi." E con un profondo inchino la lasciò per andare all'attacco di Mr. Holmes, la cui accoglienza ai suoi approcci lei osservò avidamente, e il cui stupore nell'essere così apostrofato apparve molto evidente. La infastidiva vederlo esporsi così davanti a un uomo del genere. Mr. Holmes lo fissava con non celata meraviglia, e quando alla fine Mr. Collins gli diede tempo di parlare, replicò con aria di distante cortesia. Mr. Collins, tuttavia, non si fece scoraggiare e ricominciò a parlare, e il disprezzo di Mr. Holmes sembrò aumentare abbondantemente con il prolungarsi del secondo discorso; alla fine, fece solo un lieve inchino, e si spostò da un'altra parte. Mr. Collins tornò allora da Molly.
"Non ho alcun motivo, ve l'assicuro", disse, "per essere insoddisfatto di come sono stato accolto. Mr. Holmes è sembrato molto compiaciuto della mia premura."
Dato che Molly non aveva più nessun interesse personale da perseguire, rivolse la sua attenzione quasi interamente alla sorella e a Mr. Watson, e la serie di piacevoli riflessioni suscitate da quelle osservazioni la rese forse quasi felice quanto Mary. Vide con chiarezza che i pensieri della madre erano rivolti nella stessa direzione, e decise di non azzardarsi ad andarle vicino, per paura di sentire troppo. Quando si sedettero per la cena, considerò quindi una sorte maligna ritrovarsi separata da lei solo da una persona, e si irritò profondamente vedendola parlare liberamente e apertamente con Lady Lucas di nient'altro se non della sua aspettativa che Mary si sposasse presto con Mr. Watson. Era un argomento eccitante, e Mrs. Hooper sembrava incapace di stancarsi nell'enumerare i vantaggi di quell'unione. Il fatto che lui fosse un giovanotto affascinante, e così ricco, che abitasse ad appena tre miglia da loro, erano i suoi principali motivi di soddisfazione. Per di più, era una cosa molto promettente per le sue figlie minori, dato che l'ottimo matrimonio di Mary avrebbe potuto dar loro modo di frequentare altri uomini facoltosi. Concluse con molti fervidi auguri affinché Lady Lucas potesse presto avere una fortuna analoga, sebbene con l'evidente e trionfante certezza che non ci fosse nessuna possibilità in tal senso.
Molly tentò invano di frenare il rapido flusso di parole della madre, o di convincerla a descrivere la sua felicità con un tono di voce meno udibile, poiché, con inesprimibile irritazione, aveva notato che gran parte del discorso era stato sentito da Mr. Holmes, che sedeva dalla parte opposta rispetto a loro. La madre si limitò a rimproverarla per aver detto delle sciocchezze.
"Ma scusa, chi è mai Mr. Holmes per me, perché debba aver paura di lui? Sono certa che non gli dobbiamo nessuna particolare cortesia come quella di essere costretti a non dire nulla che possa non piacergli."
"Per l'amor del cielo, signora, parlate più piano. Che vantaggio può derivarne a offendere Mr. Holmes? Non vi raccomanderete certo al suo amico comportandovi in questo modo."
Nulla di ciò che poteva dire, tuttavia, ebbe la minima influenza. La madre continuò a parlare dei suoi punti di vista con lo stesso tono udibilissimo. Molly arrossì più volte per la vergogna e l'irritazione. Non poteva fare a meno di lanciare frequenti occhiate a Mr. Holmes, anche se ogni sguardo le confermava ciò che temeva, poiché, sebbene non guardasse di continuo la madre, era convinta che la sua attenzione fosse invariabilmente concentrata su di lei. L'espressione del suo volto si trasformò gradualmente da un indignato disprezzo a una composta e ferma serietà.
Alla fine, comunque, Mrs. Hooper non ebbe altro da dire. Molly cominciò a riprendersi. Ma l'intervallo di tranquillità non durò a lungo, poiché, una volta finita la cena, si cominciò a parlare di canto, e lei ebbe la mortificazione di vedere Sally prepararsi a intrattenere la compagnia. Con molti sguardi significativi e mute preghiere cercò di impedire una tale prova di cortesia, ma invano; Sally non volle capire; una tale opportunità di esibirsi per lei era una delizia, e iniziò a cantare. Lo sguardo di Molly restò fisso su di lei con le più penose sensazioni, e seguì il suo procedere attraverso le varie strofe con un'impazienza che fu molto mal ripagata dalla conclusione, visto che Sally, avendo ricevuto, tra i ringraziamenti della tavolata, un accenno alla speranza che potesse essere persuasa a concedere di nuovo il suo favore, dopo una pausa di nemmeno mezzo minuto ricominciò. Le capacità di Sally erano assolutamente inadatte a un'esibizione del genere. Per Molly era un supplizio. Guardò Mary, per vedere come stesse reagendo; ma stava tranquillamente chiacchierando con Watson. Guardò la sorella di lui, e vide che scambiava segni di derisione verso Darcy, che tuttavia continuava a restare impenetrabilmente serio. Guardò il padre per implorare il suo intervento. Lui colse l'accenno, e quando Sally ebbe terminato il secondo brano, disse ad alta voce,
"È stato molto bello, bambina mia. Ci hai deliziati abbastanza. Lascia che si esibiscano le altre signorine."
Sally rimase alquanto sconcertata, e Molly, dispiaciuta per lei, e dispiaciuta per le parole del padre, temette che la sua ansia non avesse portato a nulla di buono.
A Molly sembrò che se la sua famiglia si fosse messa d'accordo per dare spettacolo durante la serata, sarebbe stato impossibile per loro recitare la parte con più spirito o con maggiore successo
Il resto della serata produsse ben poco divertimento. Fu importunata da Mr. Collins, che continuava a insistere per restarle accanto, e sebbene non fosse riuscito a costringerla a ballare di nuovo con lui, le rese impossibile ballare con altri. Il sollievo maggiore lo ebbe dalla sua amica Miss Lucas, che spesso si unì a loro, e si impegnò benevolmente ad attirare su di sé la conversazione di Mr. Collins.
Perlomeno si trovò libera dall'insultante presenza di Mr. Holmes; sebbene si fosse trovato spesso a breve distanza da lei, e completamente libero, non le si avvicinò mai abbastanza per parlarle. La ritenne la probabile conseguenza delle sue allusioni a Mr. Moriarty, e ne fu contenta.
Il gruppo di Longbourn fu l'ultimo a partire, e quando finalmente si alzarono per prendere congedo, Mrs. Hooper fu di una cortesia molto pressante nello sperare di vedere l'intera famiglia presto a Longbourn; Watson si impegnò prontamente a cogliere la prima opportunità di farle visita, dopo il suo ritorno da Londra, dove era costretto a recarsi il giorno seguente per un breve periodo.
Mrs. Hooper era estremamente soddisfatta; e lasciò la casa con la deliziosa convinzione che, tenuto conto dei necessari preparativi per il contratto matrimoniale, per le carrozze nuove e il corredo di nozze, avrebbe senza dubbio visto la figlia sistemarsi a Netherfield nel giro di tre o quattro mesi. Che avrebbe avuto un'altra figlia sposata a Mr. Collins lo pensava con pari certezza, e con considerevole, anche se non pari, piacere.

19

Il giorno dopo a Longbourn il sipario si aprì su una nuova scena. Mr. Collins fece la sua dichiarazione formale. Subito dopo colazione, essendosi trovato con Mrs. Hooper, Molly e una delle figlie minori, si rivolse alla madre con queste parole,
"Posso sperare, signora, nel vostro appoggio nei confronti della vostra bella figliola Molly, nel sollecitare l'onore di un colloquio privato con lei nel corso della mattinata?"
Prima che Molly avesse tempo per nient'altro che arrossire per la sorpresa, Mrs. Hooper aveva già risposto,
"Oh, mio Dio! Sì... certo. Vieni Philippa, ho bisogno di te di sopra."
Mrs. Watson e Philippa uscirono, e non appena andate via Mr. Collins cominciò.
"Credetemi, mia cara Miss Molly, non potete certo avere dubbi sullo scopo del mio discorso, le mie attenzioni sono state troppo evidenti per essere fraintese. Quasi subito, una volta entrato in questa casa, ho scelto voi come la compagna della mia vita futura. Ma prima di lasciarmi trasportare dai miei sentimenti in proposito, forse sarà opportuno che esponga le ragioni che ho per sposarmi, e, inoltre, quelle che mi hanno portato nell'Hertfordshire con l'intento di trovare una moglie, come appunto ho fatto."
L'idea di Mr. Collins, con tutta la sua solenne compostezza, che si lasciava trasportare dai sentimenti, fece talmente ridere dentro di sé Molly che non fu in grado di approfittare della breve pausa che lui si era concesso per provare a impedirgli di andare avanti, e lui proseguì:
"Le ragioni per sposarmi sono, in primo luogo, che ritengo giusto per ogni ecclesiastico dare l'esempio del matrimonio nella propria parrocchia. Secondo, sono convinto che ciò contribuirà moltissimo alla mia felicità; e terzo - ma forse avrei dovuto menzionarlo per primo - che questo è stato il consiglio e la raccomandazione particolare del nobilissimo signore che ho l'onore di chiamare mio patrono. Due volte si è degnato di fornirmi la sua opinione su questo argomento; ed è stato proprio il sabato sera precedente la mia partenza da Hunsford, che ha detto, «Mr. Collins, dovete sposarvi. Un ecclesiastico come voi deve sposarsi. Scegliete in modo appropriato, scegliete una gentildonna per riguardo a me, e per riguardo a voi, fate che sia una persona attiva ed efficiente, senza troppe pretese, ma capace di far fruttare bene una piccola entrata. Questo è il mio consiglio. Trovatevi una donna così il più presto possibile, portatela a Hunsford e io le farò visita.» A proposito, permettetemi di osservare. mia bella cugina, come io non reputi certo le attenzioni e la gentilezza di Lord de Bourgh tra i vantaggi di minore importanza che sono in grado di offrire. Troverete i suoi modi superiori a qualsiasi possibile descrizione; e la vostra intelligenza e vivacità credo gli saranno sicuramente gradite, specialmente se moderate dal silenzio e dal rispetto inevitabilmente stimolati dal suo rango. Questo per quanto riguarda la mia propensione generale al matrimonio; resta da dire il perché il mio sguardo si sia rivolto a Longbourn. Il fatto è che essendo l'erede di questa proprietà dopo la morte del vostro stimato padre, non avrei potuto ritenermi soddisfatto se non avessi deciso di scegliere una moglie tra le sue figlie, affinché la perdita per loro potesse essere ridotta il più possibile, quando avrà luogo il triste evento. Questo è stato il motivo, mia bella cugina, e mi lusingo che non mi faccia scadere nella vostra stima. E ora non mi resta che assicurarvi con le parole più appassionate la violenza del mio affetto."
A questo punto era assolutamente necessario interromperlo.
"Siete troppo frettoloso, signore", esclamò lei. "Dimenticate che non ho dato nessuna risposta. Accettate i miei ringraziamenti per l'omaggio che mi state facendo. Sono consapevole dell'onore della vostra proposta, ma per me è impossibile fare altro che rifiutarla."
"So bene", replicò Mr. Collins, con un cerimonioso gesto della mano, "che tra le signorine si usa respingere la proposta di un uomo che esse intendono segretamente accettare, quando lui richiede per la prima volta i loro favori. Non mi ritengo quindi minimamente scoraggiato da ciò che avete appena detto, e spero di condurvi all'altare quanto prima."
"Parola mia, signore", esclamò Molly, "la vostra speranza è piuttosto singolare dopo la mia dichiarazione. Vi assicuro di non essere una di quelle signorine così audaci da affidare la propria felicità alla possibilità di una seconda proposta. Sono perfettamente seria nel mio rifiuto. Voi non potreste rendere felice me, e sono convinta di essere l'ultima donna al mondo che potrebbe rendere felice voi. Facendomi questa proposta avete certamente soddisfatto la delicatezza dei vostri sentimenti riguardo alla mia famiglia, e, a suo tempo, potrete prendere possesso di Longbourn senza farvi nessun rimprovero. La faccenda, quindi, può essere considerata definitivamente conclusa." Ed essendosi alzata mentre stava parlando, avrebbe lasciato la stanza, se Mr. Collins non si fosse rivolto a lei in questo modo,
"Quando avrò l'onore di parlare di questo argomento la prossima volta spero di ricevere una risposta più favorevole di quella che mi avete dato ora poiché so che è una radicata abitudine del vostro sesso respingere un uomo in occasione della prima proposta, e forse finora avete detto, per incoraggiare la mia causa, quanto basta a essere conforme alla genuina delicatezza dell'animo femminile."
"Insomma, Mr. Collins", esclamò Molly con una certa veemenza, "se ciò che ho detto finora può apparirvi una forma di incoraggiamento, non so proprio come esprimere il mio rifiuto in un modo che possa convincervi che proprio di questo si tratta."
"Dovete consentirmi, mia cara cugina, di ritenere che il vostro rifiuto sia solo una convenzione. Non mi sembra che la mia mano sia indegna di essere accettata. La mia posizione sociale, le mie relazioni con la famiglia de Bourgh e la parentela con voi sono circostanze altamente in mio favore; e dovete considerare, inoltre, che nonostante le vostre molteplici attrattive, non è affatto certo che possiate ricevere un'altra offerta di matrimonio. La vostra quota di eredità è sfortunatamente così esigua che con tutta probabilità annullerà gli effetti delle vostre incantevoli e amabili qualità. Perciò, dovendo concludere che non siate seriamente intenzionata a rifiutarmi, ritengo di poter attribuire il rifiuto al vostro desiderio di accrescere il mio amore con l'incertezza."
"Vi assicuro, signore, che non ho nessuna pretesa verso quel tipo di eleganza che consiste nel tormentare un uomo rispettabile. Vi ringrazio per l'ennesima volta per l'onore che mi avete fatto con la vostra proposta, ma accettarla mi è assolutamente impossibile. Ora non consideratemi come una donna elegante che ha intenzione di tormentarvi, ma una creatura razionale che dice la verità dal profondo del cuore."
"Siete sempre adorabile!" esclamò lui, con aria di goffa galanteria; "e sono convinto che una volta sanzionata dall'esplicita autorità di entrambi i vostri eccellenti genitori, la mia proposta non mancherà di essere accettata."
Di fronte a una tale perseveranza nell'illudersi con caparbia determinazione, Molly non trovò nessuna riposta, e si ritirò subito e in silenzio, decisa, se lui avesse insistito nel considerare i suoi ripetuti rifiuti come un lusinghiero incoraggiamento, a rivolgersi al padre, il cui diniego poteva essere pronunciato in maniera tale da essere inoppugnabile.

20

Mr. Collins non fu lasciato per molto alla muta contemplazione del suo amore vittorioso, poiché Mrs. Hooper, che si era gingillata nel vestibolo per cogliere la conclusione dell'abboccamento, non appena vide Molly aprire la porta e passarle rapidamente davanti verso le scale, entrò nella stanza della colazione e si congratulò. Mr. Collins accettò e ricambiò queste felicitazioni con pari gioia, e poi procedette a riferire i particolari del colloquio, del cui risultato era certo di avere tutte le ragioni di essere soddisfatto, visto che il fermo rifiuto della cugina era da considerare come la naturale conseguenza della sua timida modestia e della genuina delicatezza del suo carattere.
Questa notizia, tuttavia, lasciò sbigottita Mrs. Hooper.
"Ma state certo, Mr. Collins", aggiunse, "che Molly sarà riportata alla ragione. Gliene parlerò io stessa immediatamente. È una ragazza sciocca e molto testarda, e non capisce qual è il suo interesse, ma glielo farò capire io."
"Perdonatemi se vi interrompo, signora", esclamò Mr. Collins; "ma se è davvero sciocca e testarda non so se tutto sommato possa essere una moglie desiderabile per un uomo nella mia posizione. Se quindi dovesse veramente persistere nel respingere la mia offerta, forse sarebbe meglio non forzarla ad accettare, poiché se ha tali difetti di carattere, non potrebbe contribuire molto alla mia felicità."
"Signore, mi avete completamente fraintesa", disse Mrs. Hooper, allarmata. "Molly è testarda solo in materie come questa. In tutto il resto è la ragazza migliore che sia mai esistita. Andrò subito da Mr. Hooper, e sono certa che sistemeremo tutto immediatamente."
Non gli dette tempo per replicare, ma si precipitò all'istante dal marito, gridando mentre entrava in biblioteca,
"Oh! Mr. Hooper, c'è bisogno immediatamente di te; siamo in subbuglio. Devi andare e far sposare Molly a Mr. Collins, perché lei giura che non lo vuole, e se non ti sbrighi lui cambierà idea e non vorrà più lei."
All'ingresso della moglie Mr. Hooper alzò gli occhi dal libro, e la fissò in volto con una tranquilla indifferenza che non fu minimamente alterata da quella notizia.
"Non ho il piacere di comprenderti", disse, quando lei ebbe concluso la sua tirata. "Di che cosa stai parlando?"
"Di Mr. Collins e Molly. Molly dichiara di non volere Mr. Collins, e Mr. Collins comincia a dire di non volere Molly."
"E che cosa posso farci io? Sembra un caso disperato."
"Parlaci tu con Molly."
"Falla scendere. Sentirà quello che ho da dire."
Mrs. Hooper suonò il campanello, e Miss Molly fu convocata in biblioteca.
"Vieni qui, bambina mia", esclamò il padre non appena la vide. "Ho saputo che Mr. Collins ti ha fatto una proposta di matrimonio e questa proposta di matrimonio tu l'hai rifiutata?"
"Si, signore."
"Molto bene. Ora veniamo al punto. Tua madre insiste affinché tu accetti. Non è vero, Mrs. Hooper?"
"Sì, altrimenti non la vorrò più vedere."
"Hai di fronte una triste alternativa, Molly. Da oggi dovrai essere un'estranea per uno dei tuoi genitori. Tua madre non vorrà più vederti se non sposi Mr. Collins, e io non vorrò più vederti se lo sposi."
Molly non poté non sorridere per quella conclusione dopo un simile inizio; ma Mrs. Hooper, che si era convinta che il marito avrebbe condotto la faccenda nel modo da lei desiderato, rimase estremamente delusa.
Tuttavia, nonostante la delusione procuratale dal marito, lei non era disposta a lasciar cadere l'argomento. Parlò ripetutamente con Molly; la blandì e la minacciò a fasi alterne.
Mr. Collins, nel frattempo, stava meditando in solitudine sull'accaduto. Aveva troppa stima di se stesso per riuscire a comprendere per quali motivi la cugina potesse rifiutarlo; e sebbene si sentisse ferito nell'orgoglio, non aveva altri motivi di sofferenza. Il suo interesse per lei era stato del tutto immaginario, e la possibilità che meritasse i rimproveri della madre gli impedì di provare qualsiasi rammarico.
Mentre la famiglia era in questa confusione, Meena Lucas arrivò per passare la giornata con loro. Nel vestibolo incontrò Janine, che, correndole incontro, esclamò con un mezzo bisbiglio, "sono contenta che tu sia venuta, perché qui c'è talmente da divertirsi! Sai che cosa è successo stamattina? Mr. Collins ha fatto una proposta di matrimonio a Molly, e lei non lo vuole."
Prima che Meena avesse il tempo di rispondere le raggiunse Philippa, che veniva a darle la stessa notizia, e non fecero in tempo a entrare nella stanza della colazione, dove c'era Mrs. Hooper da sola, che quest'ultima cominciò con lo stesso argomento, invocando la compassione di Miss Lucas e pregandola di convincere la sua amica Molly a uniformarsi ai desideri di tutta la famiglia.
L'ingresso di Mary e Molly risparmiò a Meena la risposta.
"Eccola che viene", proseguì Mrs. Hooper, "con la massima noncuranza. Ma voglio dirti, cara Miss Molly, che se ti sei messa in testa di continuare a rifiutare in questo modo ogni offerta di matrimonio, non troverai mai marito, e non so proprio come farai a mantenerti quando tuo padre sarà morto. Io non sarò in grado di farlo, sei avvisata. Con te da oggi ho chiuso. Non mi piace parlare con figli disubbidienti. In effetti, non è che mi faccia piacere parlare con chiunque sia. La gente che, come me, soffre di disturbi nervosi non è molto propensa a parlare. Nessuno sa quanto soffro! Ma è sempre così. Quelli che non si lamentano non sono mai compatiti."

21

L'indomani non ci fu nessun miglioramento nel malumore o nei malesseri di Mrs. Hooper e Mr. Collins si rinchiuse in uno stato di orgogliosa irritazione. Molly aveva sperato che il risentimento potesse abbreviare la visita, ma i piani del cugino non sembravano affatto influenzati dall'accaduto.
Dopo la colazione le ragazze fecero una passeggiata a Meryton per sapere se Mr. Moriarty fosse tornato. Lui si unì a loro non appena entrate in città e le accompagnò dalla zia, dove si parlò ampiamente del suo rammarico e del suo disappunto, e del dispiacere di tutti. Con Molly, tuttavia, riconobbe di essersi autoimposto la necessità di tenersi lontano.
"Mi sono reso conto", disse, "che avrei fatto meglio a non incontrare Mr. Holmes; che essere nella stessa stanza, nello stesso ricevimento insieme a lui per così tante ore sarebbe stato più di quanto potessi sopportare, e che sarebbero potute succedere cose spiacevoli non solo per me."
Lei approvò incondizionatamente la sua prudenza.
Subito dopo il loro ritorno a Longbourn, fu consegnata una lettera a Miss Hooper; veniva da Netherfield, e fu aperta immediatamente. La busta conteneva un foglietto di elegante carta satinata, riempito con una bella e fluente calligrafia femminile; Molly vide la sorella cambiare espressione mentre lo leggeva. Mary si ricompose subito e con un'occhiata verso Molly la invitò a seguirla di sopra. Una volta raggiunta la loro stanza, Mary, tirando fuori la lettera, disse,
"È di Irene Watson. A quest'ora l'intera comitiva ha lasciato Netherfield ed è sulla strada di Londra, e senza nessuna intenzione di tornare. Senti che cosa dice."
Lesse quindi la prima frase a voce alta, con la notizia della loro decisione di seguire subito il fratello in città. La seconda era in questi termini.

«Non fingo di rimpiangere nulla di ciò che ho lasciato nell'Hertfordshire, salvo la vostra compagnia, mia carissima amica; ma speriamo di poter godere di nuovo molte volte di quei deliziosi contatti che abbiamo avuto e, nel frattempo, potremo alleviare la pena della separazione intrattenendo una corrispondenza assidua e aperta.»

Queste espressioni altisonanti Molly le ascoltò con tutta l'indifferenza del sospetto; e sebbene sorpresa dalla rapidità di quella partenza, non ci vide nulla di realmente preoccupante; non c'era nulla che facesse presumere che la loro assenza da Netherfield avrebbe impedito a Mr. Watson di tornare.
"È una sfortuna", disse, dopo una breve pausa, "che tu non sia stata in grado di vedere la tua amica prima che lasciasse la campagna. Ma non possiamo forse sperare che il periodo di futura felicità a cui guarda Miss Watson arrivi prima di quanto ne sappia lei, e che i deliziosi contatti che avete avuto da amiche saranno rinnovati con ancora più soddisfazione come cognate? Mr. Watson non sarà certo trattenuto a Londra da loro."
"Irene dice chiaramente che nessuno di loro tornerà nell'Hertfordshire questo inverno. Te lo leggerò."

«Quando mio fratello ieri ci ha lasciate, presumeva che gli affari che l'avevano condotto a Londra si potessero concludere in tre o quattro giorni, ma siamo certe che non possa essere così, e allo stesso tempo, dato che siamo convinte che una volta in città John non avrà nessuna fretta di ripartire, abbiamo deciso di seguirlo. Molte delle mie conoscenze sono già lì per l'inverno; vorrei tanto poter sentire che voi, mia carissima amica, avete intenzione di far parte della compagnia, ma su questo non ho speranze.»

"Questo rende evidente", aggiunse Mary, "che lui non tornerà più per questo inverno."
"Rende evidente soltanto che Miss Watson non ha intenzione di farlo tornare."
"Perché la pensi così? È solo lui a dover decidere. Ma non sai tutto. Ti leggerò il passaggio che mi ha particolarmente ferita. "

«Mr. Holmes è impaziente di rivedere la sorella e, a dire il vero, noi non lo siamo di meno di lui. Sono davvero convinta che Harriet Holmes non abbia uguali in fatto di bellezza, eleganza e qualità, e l'affetto che mi ispira è intensificato dalla speranza che oso nutrire di poterla in futuro avere come cognata. Mio fratello l'ammira già moltissimo, e ora avrà spesso l'opportunità di vederla nella massima familiarità; tutti i parenti di lei desiderano quanto noi questa unione. Con tutte queste circostanze a favore di un legame e nessuna che possa impedirlo, mi sbaglio forse, mia carissima Mary, a indulgere nella speranza di un evento che assicurerà la felicità di così tante persone?»

"Che cosa ne pensi di questa frase, mia cara Molly?" disse Mary una volta finito di leggere. "Non è chiara abbastanza? Non dimostra esplicitamente che Irene non si aspetta né si augura di essere mia cognata? che è perfettamente convinta dell'indifferenza del fratello, e che se sospetta la natura dei miei sentimenti verso di lui, abbia intenzione (molto gentilmente!) di mettermi in guardia? Può esistere un'opinione diversa in proposito?"
"Sì, può esistere, poiché la mia è totalmente diversa. Miss Watson si rende conto che il fratello è innamorato di te, e vuole che sposi Miss Holmes. Lo segue in città nella speranza di trattenerlo lì, e cerca di convincerti che a lui non importi nulla di te."
Mary scosse la testa.
"Davvero, Mary, devi credermi. Nessuno che vi abbia visti insieme può dubitare del suo affetto. Sono certa che Miss Watson non possa farlo. Se avesse visto metà di questo amore da parte di Mr. Holmes verso di lei avrebbe già ordinato il corredo di nozze. Ma il problema è questo. Noi non siamo né abbastanza ricche, né abbastanza altolocate per loro; e lei è particolarmente impaziente di ottenere Miss Holmes per il fratello, perché ritiene che una volta combinato un matrimonio in famiglia avrà meno difficoltà a combinarne un secondo. Ma, mia carissima Mary, non puoi seriamente immaginare che siccome Miss Watson ti dice che il fratello ammira moltissimo Miss Holmes, lui sia minimamente meno sensibile ai tuoi meriti di quando ha preso congedo da te martedì, o che lei abbia il potere di convincerlo che invece di essere innamorato di te sia follemente innamorato della sua amica."
"Se la pensassimo allo stesso modo su Miss Watson", replicò Mary, "la tua rappresentazione dei fatti potrebbe tranquillizzarmi. Ma so che i presupposti sono sbagliati. Irene è incapace di ingannare deliberatamente qualcuno; e tutto ciò che posso sperare in questo caso è che si stia ingannando lei stessa."
"Giusto. Non avresti potuto escogitare un'idea migliore, visto che non vuoi trarre conforto dalla mia. Credi pure che si stia senz'altro ingannando. Ora hai fatto il tuo dovere verso di lei, e non devi più affliggerti."
Molly riteneva totalmente improponibile l'idea che lui non sarebbe tornato. La considerava solo un indizio dei desideri interessati di Irene, e non poteva immaginare neppure per un istante che quei desideri potessero influenzare un giovanotto che non dipendeva da nessuno.
Espresse alla sorella con la maggiore forza possibile ciò che sentiva in proposito, ed ebbe presto il piacere di vederne i felici effetti.
Si misero d'accordo di far sapere a Mrs. Hooper solo della partenza della famiglia ma persino questa informazione parziale le diede moltissimo di cui preoccuparsi. Tuttavia, dopo essersene lamentata per un po', ebbe la consolazione di pensare che Mr. Watson sarebbe presto tornato e avrebbe presto pranzato a Longbourn.

22

Gli Hooper erano stati invitati a pranzo dai Lucas, e per la maggior parte della giornata Miss Lucas fu ancora così gentile da prestare ascolto a Mr. Collins. Molly colse l'occasione per ringraziarla e Meena rassicurò l'amica sulla gioia che provava nell'esserle utile. C'era di che apprezzarla, ma la gentilezza di Meena andava al di là di quanto potesse immaginare Molly; il suo scopo non era altro che quello di mettere al riparo l'amica da ulteriori proposte di Mr. Collins, attirandole su di sé. Era questo il piano di Miss Lucas, e le apparenze erano così favorevoli che quando la sera si separarono lei sarebbe stata quasi sicura del successo, se lui non avesse dovuto lasciare l'Hertfordshire così presto. Ma in questo non rese giustizia all'ardore e all'intraprendenza del carattere di lui, che il mattino dopo lo condusse a dileguarsi da Longbourn House con ammirevole destrezza, e ad affrettarsi a Lucas Lodge per gettarsi ai suoi piedi.
Nel tempo più breve concesso dai lunghi discorsi di Mr. Collins, tutto fu sistemato con soddisfazione da entrambe le parti e, quando entrarono in casa, lui la pregò con ardore di fissare il giorno che l'avrebbe reso il più felice degli uomini; e sebbene una tale istanza dovesse per il momento essere differita, la signorina non provava nessun impulso a gingillarsi con la propria felicità.
Sir William e Lady Lucas furono rapidamente interpellati per il loro consenso, che fu concesso con gioiosa solerzia. Lady Lucas cominciò subito a calcolare quanti anni sarebbero probabilmente restati da vivere a Mr. Hooper, e Sir William era risoluto nel ritenere che non appena Mr. Collins avesse preso possesso della proprietà di Longbourn, sarebbe stato opportuno che sia lui che la moglie venissero introdotti a corte.
Meena era abbastanza tranquilla. Certo, Mr. Collins non era né intelligente né piacevole; era una compagnia noiosa, e il suo affetto puramente immaginario. Ma comunque sarebbe stato un marito. Senza aspettarsi molto dagli uomini e dal matrimonio, sposarsi era sempre stato il suo obiettivo; era l'unica soluzione onorevole per una signorina istruita e di scarsi mezzi, era sicuramente il modo più piacevole per proteggersi dalla miseria. La parte meno gradevole della faccenda era la sorpresa che avrebbe suscitato in Molly Hooper, alla cui amicizia teneva più che a quella di chiunque altro. Decise di darle lei stessa la notizia, e perciò raccomandò a Mr. Collins di non farsi sfuggire nulla di ciò che era successo di fronte a nessuno della famiglia, una volta tornato a Longbourn per il pranzo.
Siccome il suo viaggio sarebbe iniziato troppo presto al mattino per vedere qualcuno della famiglia, la cerimonia del commiato si svolse quando le signore si ritirarono per la notte, e Mrs. Hooper disse come sarebbe stata felice di rivederlo a Longbourn.
"Mia cara signora", rispose lui, "questo invito mi è particolarmente gradito, poiché è quello che avevo sperato di ricevere, e potete star certa che ne approfitterò non appena mi sarà possibile."
Le signore quindi si ritirarono con gli appropriati convenevoli, tutte ugualmente sorprese nell'apprendere che lui meditasse un ritorno a così breve scadenza. Mrs. Hooper accarezzò il desiderio che volesse rivolgere le sue attenzioni e una delle figlie minori, e Sally poteva essere indotta ad accettarle. Tra tutte, era quella che aveva il più alto grado di stima verso le qualità del cugino; era rimasta spesso colpita dalla solidità delle sue riflessioni, e sebbene non lo considerasse certo intelligente quanto lei, riteneva che se incoraggiato a leggere e a migliorarsi da un esempio come quello che poteva dargli lei, avrebbe potuto diventare un compagno piacevole. Ma il mattino successivo ogni speranza di questo genere svanì. Miss Lucas arrivò subito dopo la colazione, e in un colloquio a tu per tu con Molly la mise al corrente degli avvenimenti del giorno precedente.
"Fidanzata con Mr. Collins! Mia cara Meena... è impossibile!"
Il contegno che Meena si era imposta nel raccontarle la vicenda ebbe un momentaneo cedimento, nel ricevere un rimprovero così diretto; ma, visto che non era nulla di più di quanto si fosse aspettata, si riprese subito e replicò con calma,
"Perché mai ti sorprendi, mia cara Molly? Ritieni incredibile che Mr. Collins possa essere capace di procurarsi la stima di una donna solo perché non è stato così fortunato da meritarsi la tua?"
Ma Molly si era ormai ricomposta e, facendo uno sforzo enorme, fu in grado di assicurarle con discreta fermezza che la prospettiva di quel legame le era gradita, e che le augurava tutta la felicità immaginabile.
"So quello che provi", replicò Meena, "sei sorpresa. Ma quando avrai avuto il tempo di rifletterci un po' su, spero che capirai quello che ho fatto. Non sono romantica, lo sai. Voglio solo una casa confortevole, e considerando il carattere, le relazioni sociali e la posizione di Mr. Collins, sono convinta che le possibilità di essere felice con lui siano favorevoli quanto quelle della maggior parte delle persone che iniziano la loro vita matrimoniale."
Molly rispose pacatamente "Senza dubbio", e dopo una pausa imbarazzata, tornarono dal resto della famiglia. Meena non restò a lungo, e Molly fu quindi lasciata alle sue riflessioni su quanto aveva appreso. Aveva sempre intuito che l'opinione di Meena nei confronti del matrimonio non fosse esattamente come la sua, ma non avrebbe mai immaginato la possibilità che avrebbe sacrificato ogni suo sentimento migliore a favore di vantaggi materiali. E alla sofferenza di vedere un'amica abbassarsi e perdere la sua stima, si aggiungeva la penosa convinzione che sarebbe stato impossibile per quell'amica essere anche solo in parte felice nel destino che si era scelta.

23

Molly era seduta con la madre e le sorelle quando apparve Sir William Lucas in persona, mandato dalla figlia ad annunciare il fidanzamento alla famiglia. Con molti convenevoli, e molto autocompiacimento per la prospettiva di una parentela tra le due famiglie, espose la faccenda a un uditorio non solo meravigliato ma soprattutto incredulo; Mrs. Hooper affermò che doveva essersi completamente sbagliato, e Janine, sempre impulsiva e spesso sgarbata, esclamò con impeto,
"Buon Dio! Sir William, come potete raccontare una storia del genere? Non lo sapete che Mr. Collins vuole sposare Molly?"
Molly, sentendosi in dovere di sollevarlo da una situazione così spiacevole, si fece avanti per confermare il racconto e sforzandosi di mettere un freno alle esclamazioni della madre e delle sorelle con fervide congratulazioni a Sir William, alle quali si unì subito Mary.
Mrs. Hooper era in effetti troppo sopraffatta per dire un granché durante la visita di Sir William; ma non appena lui se ne fu andato diede subito la stura ai suoi sentimenti. Due conclusioni, tuttavia, si potevano chiaramente trarre dall'intera vicenda; una, che Molly era stata la vera causa di quel pasticcio, e l'altra, che lei stessa era stata trattata da tutti loro in modo vergognoso; e per il resto della giornata indugiò soprattutto su questi due punti.
Tra Molly e Meena si instaurò un riserbo che le portò a mantenere il silenzio sull'argomento, e Molly si convinse che tra loro non avrebbe più potuto esserci una vera confidenza. La delusione nei confronti di Meena la fece rivolgere con maggiore affetto alla sorella e ogni giorno più ansiosa per la sua felicità, dato che Watson era ormai partito da una settimana e non si era saputo nulla sul suo ritorno.
Mary aveva mandato a Irene una breve risposta alla sua lettera, e contava i giorni entro i quali poteva ragionevolmente sperare di risentirla.



Note Autore:

Se siete riuscite/i ad arrivare fino a qui, innanzitutto complimenti e grazie per il tempo che avete dedicato a questa mia strana idea.
Ad onor del vero, devo ammettere che questa idea mi girovaga per la mente già da un po' di tempo e che, al di là di tutto, sono contenta di essere riuscita a metterla in pratica e soprattutto di averla resa diversa da quelle che (solo successivamente ad avere iniziato a “scrivere”) ho scoperto esserci in giro, anche se principalmente in inglese.
Ho letto questo romanzo molte volte, percependo sempre qualcosa di nuovo e capendo che si tratta di qualcosa che va molto al di là della banale “storia romantica”; è un romanzo che parla di reali cambiamenti e ammissioni di colpa, cose che, ammettiamolo, capitano molto raramente. Come non pensare a Sherlock quando si parla di cambiamenti? E come non pensare a lui quando viene descritto Mr Darcy? E lui ma in abiti austeniani!
La cosa più divertente è stata associare ad ogni personaggio della Austen uno di Sherlock e, avendone il secondo un numero decisamente più esiguo, non è stato facilissimo ma alla fine credo di avere trovato un valido compromesso e mi sono anche divertita.
Ora sta a voi scoprirli tutti! ^^ MA....se non avete voglia o tempo (cose altamente possibili) di mettervi a ricreare tutte le connessioni, vi lascio una lista qui infondo che vi chiarirà le cose anche se, ad onor del vero, spero non la leggiate adesso perché vi rovinereste un po' di sorprese.
Tutto ciò che posso dire, prima di lasciarvi alla lista, è grazie ancora di aver letto e spero vi sia piaciuto questo primo Volume e scusatemi se qualcosa non è chiaro. Volevo dirvi un'infinità di cose e la metà sono certa di essermele dimenticate, perdonatemi. Ovviamente ogni commento e critica sono ben accetti per non dire sperati (a brevissimo risponderò a tutti i commenti sulle altre storie a cui ancora non ho risposto per timore di offese e pomodori per la mia scomparsa) e spero anche di riuscire ad avere qualche spunto per chiacchierare un po' sia di Sherlock che di Orgoglio e Pregiudizio.
A presto,
Anne ^^
ps. Vi posso assicurare che sto lavorando a "L''errore di Sherrinford Holmes" ma si sta rivelando molto più complicato del previsto. Voi siete sempre gentili ed oneste con me ed è per questo che non voglio deludere né voi né me concludendo questa storia in maniera deludente o raffazzonata. Capisco quanto sia snervante aspettare tutto questo tempo e vi assicuro che mi dispiace realmente (come mi dispiace replicare ai vostri commenti con ritardi assurdi ma non ho il cuore di rispondervi subito sapendo di lasciiarvi poi per chissà quanto tempo...sono vile, l'ho già detto?!) ma  vi prego di pazientare ancora un po'. La mia speranza è di riuscire a concluderla durante queste tre settimane di "Orgolio e Pregiudizio" per poi pubblicarla. Vi chiedo sinceramente scusa.
Personaggio Austen/ Personaggio Sherlock:
Fitzwilliam Darcy/ Sherlock Holmes; Elizabeth Bennet/ Molly Hooper; George Bingley/ John Watson; Jane Bennet/ Mary Mostrand; George Wickhan/ Jim Moriarty; Mr Collins/Tom; Charlotte Lucas/ Meena (tecnicamente Meena esiste solo nel blog di Molly ma comunque credo rientri nel cast...?); Lady Chatrine de Bourgh/ Mycroft Holmes; Miss Bingley/ Irene Adler; Lydia Bennet/ Janine; Mr e Mrs Gardiner/ Mrs Hudson (con marito e il suo cartello della droga XD); Mary Bennet/ Sally Donovan; Kitty Bennet/ Philip Anderson; Georgiana Darcy/ Harriet Watson (sorella di John); Anne de Bourgh/ Sarah (ex di John); colonello Fitzwilliam/ Greg Lestrade.
n.a. Nessun personaggio mi appartiene (ovviamente)  nè per quanto riguarda l'opera di Jane Austen né tantomento per Sherlock (BBC). 
  
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