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Autore: BeJames    20/03/2016    9 recensioni
«Sei sempre stato tu...» gli sussurrò, illudendosi che potesse sentirla. «Io ti amo così tanto e non me ne sono mai accorta... Che sei sempre stato al mio fianco. Sempre». Lo abbracciò ancora più forte, cercando di tenerlo stretto come per non farlo andar via. «Perdonami, Adrien!».
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le Chat Blanc.

 

Marinette si sentiva strana, come ovattata. Le orecchie le ronzavano, le faceva male la testa, sentiva il respiro accelerato e un forte calore al petto... Cosa era successo? Ricordava solo di essere stata ad un soffio dal farsi scoprire da Alya, di avere avuto una lite furiosa con lei, di essersi sentita triste e sola... Era stata akumatizzata? Erano ricordi confusi e sfuocati, come un sogno che non si riesce bene a ricordare, eppure ne era convinta: lo sapeva bene lei, che di solito le akuma le batteva.
Ma cosa era successo se proprio lei, Ladybug, l'unica in grado di catturare le farfalle nere, era stata akumatizzata? Chi si era occupato di purificare l'esserino malefico? Col cuore che batteva a mille, Marinette aprì lentamente gli occhi, rimanendo di stucco di fronte all'immagine che le si parò di fronte al viso.
Chat Noir era davanti a lei e le sorrideva dolcemente; era pieno di ferite, ma non fu quella la cosa che lasciò Marinette senza parole: il suo abito, di solito nero come la notte, era completamente bianco.
«Va tutto bene. E' finita», le sussurrò, come se non avesse abbastanza voce per parlare più forte. «Tikki».
Dall'anello di Chat Noir uscì la sua piccola kwami, che volteggiò verso di lei fino a scontrarsi sulla sua guancia. «Marinette! Stai bene!».
«S-sì, Tikki... Ma cosa...?».Marinette si sentiva sempre più confusa mentre vedeva Chat Noir tornare del suo colore originario, e mentre la sua espressione si faceva sempre più esausta.
«Sono contento... Che tu stia bene...», le disse il suo compagno, accasciandosi piano a terra. «...My lady».
«CHAT NOIR!». Marinette si lanciò verso di lui, riuscendo ad attutire la sua caduta afferrandolo per le spalle; ma in quel momento lei non aveva nessun super potere, così cadde in ginocchio a terra, sotto il peso di lui. «Chat Noir? Chat Noir?! Parlami, stupido! Che cosa è successo? Chat Noir!».
Marinette continuava a scuotergli le spalle, ma lui rimaneva immobile: teneva gli occhi chiusi, era pallido e freddo come il ghiaccio; non pensava di aver mai provato tanta paura in vita sua.
«Chat Noir!». Dannazione, stava piangendo. «Tikki! Che cosa gli è successo? Perché era bianco? E perché tu eri nel suo anello?!». Perché mi ha chiamata come di solito chiama Ladybug?, avrebbe voluto aggiungere, ma a quel punto era chiaro che Chat Noir avesse scoperto chi era realmente.
«Oh, Marinette», iniziò la sua piccola kwami, mortificata. «Mi dispiace. Sei stata akumatizzata, all'improvviso! Papillon ha scelto come oggetto i tuoi orecchini, e io non ho potuto fare nulla!», le raccontò, in lacrime. «Tu sei l'unica che può purificare le akuma e io non sapevo cosa fare, così ho preso l'unica decisione possibile: ho chiesto aiuto al possessore del miraculous di Chat Noir».
Marinette abbassò lo sguardo verso Chat Noir, sempre privo di sensi. E' stata... Tutta colpa mia?
«Unendo me e Plagg nel suo miraculous, Chat Noir è in grado di diventare Chat Blanc, una sua versione più potente e in grado di purifare le akuma», continuò il racconto Tikki. «Ma un umano può sopportare la presenza di due kwami solo per pochi minuti, tenerli entrambi per troppo tempo porta a conseguenze molto serie. Anche alla morte». La piccola kwami tirò su col naso, rivolgendo lo sguardo al ragazzo che se ne stava privo di sensi con la testa appoggiata alle ginocchia di Marinette. «Noi l'avevamo avvertito dei rischi, ma non ha voluto sentire ragioni... L'ha fatto per te, perché ti ama, Marinette».
E' stata tutta colpa mia.
Marinette pianse, stringendo di più Chat Noir e cercando di avvicinarlo al suo petto. «...Stupido», sussurrò in modo impercettibile.
Ma la ragazza non poteva immaginare che il dolore, quello vero, doveva ancora testarla. Lo iniziò a capire quando dal costume di Chat Noir provenne una luce verde, segno che era iniziata la detrasformazione.
Dapprima riconobbe le sue scarpe, e si disse che era impossibile.
Poi i jeans, e ancora negò a sé stessa quell'incredibile assurdità.
Poi fu il turno delle mani, lunghe e affusolate. No, no, no.
E le spalle, che lei conosceva come le sue tasche da tanto le aveva osservate. No.
Il viso, però, non le lasciò scampo: quei capelli biondi, quei tratti delicati, quelle labbra che aveva visto sorridere sempre – e che sapeva bene quale risata meravigliosa celassero – e gli occhi... Quegli occhi che ora erano chiusi, ma che lei aveva visto sempre di un verde intenso e brillante.
«A...Adrien», boccheggiò Marinette, portandosi una mano alla bocca. Non era possibile... Non solo Chat Noir, il compagno a cui tanto era affezionata, aveva dato la vita per lei. Chat Noir era Adrien.
Il suo Adrien era morto. Ed era tutta colpa sua.
«Adrien...» piagnucolò il piccolo kwami gatto che era uscito dall'anello, avvicinandosi alla spalla del suo amico e appoggiandosi a lui sconsolato.
Ma Marinette quasi non lo sentì. Era ripiegata su Adrien, con il viso immerso nell'incavo del suo collo sperando, pregando, che improvvisamente si riprendesse. Che aprisse gli occhi e le dicesse che quello era uno dei suoi stupidi scherzi da gatto. Ma non sarebbe successo, e lei doveva abituarsi all'idea. Doveva accettare che Adrien era morto, era morto per salvare lei. Lei, che era stata così cieca.
«Sei sempre stato tu...» gli sussurrò, illudendosi che potesse sentirla. «Io ti amo così tanto e non me ne sono mai accorta... Che sei sempre stato al mio fianco. Sempre». Lo abbracciò ancora più forte, cercando di tenerlo stretto come per non farlo andar via. «Perdonami, Adrien!».
Marinette avrebbe voluto scomparire per sempre, perché non aveva senso stare in un mondo senza di lui. Eppure...
«Non mi piace vederti piangere così, My Lady». Un debole sussurro arrivò alle orecchie di Marinette e, per un attimo, ebbe l'impressione che anche Adrien stesse cercando di stringerla. Alzò appena gli occhi e incontrò i suoi, verdi come due smeraldi. Aperti. Vivi.
...Eppure qualcuno aveva deciso che si meritavano una seconda occasione. Perché, alla fin fine, anche quella volta il fato aveva dimostrato a Marinette di poter essere miracoloso.

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*Note dell'autrice*: ehilàààà! Buonsalve, fandom di Miraculous Ladybug! :3 Vi dico subito di essere pazienti con me e sopportare il mio “angst che però finisce bene perché sono una paracula” xD Io AMO Adrien, amo lui e Marinette insieme e il season finale di oggi mi ha dato talmente tanti feels che ho dovuto scrivere. Tanto per darvi un'idea, sono stata fuori tutta sera con l'idea che dovevo scrivere questa robetta qua e l'ho fatto appena tornata a casa... Ma cosa mi stanno facendo questi due?! XD che dire, spero vi piaccia questa oneshot e che vorrete lasciarmi un pensierino, positivo o negativo che sia! ;3 Smack!

NB. Questa particolare interpretazione di Chat Blanc viene da una teoria che lessi tempo fa su Tumblr secondo cui, appunto, fosse la forma 'potenziata' di Chat Noir in grado di catturare le akuma.

NB2. La fan art ovviamente non è mia xD tutti i credit vanno alla bravissima artista che l'ha creata *^*

   
 
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