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Autore: jacksmannequin    20/03/2016    0 recensioni
Un tuo sorriso sincero era difficile da ottenere, ma non avrei mai voluto dover aspettare una situazione del genere per vederlo.
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Attenzione: questa one shot non è mia, ma una traduzione dell'utente @PenceyPr3p di Wattpad.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Questa one shot è una traduzione dell'originale di @PenceyPr3p, postata su Wattpad. Qui potete trovare il permesso dell'autore.
È una delle mie prime traduzioni, perciò perdonate eventuali errori. -Dan x
***


All'inizio, i tuoi sorrisi erano sempre onesti e veri.
I tuoi innocenti occhi nocciola brillavano mentre creavano un contatto visivo con i miei, e delle piccole rughe si formavano ai loro angoli. 
Le tue sopracciglia scure si sollevavano mentre le tue labbra si incurvavano in quel tuo sorriso così bello. 
Vedere le tue labbra rosee sollevarsi agli angoli e sentire la tua risata raggiungere le mie orecchie mi miglioravano la giornata.

Ma, quasi senza che me ne accorgessi, sparì tutto.
I tuoi sorrisetti si trasformarono in altri più ampi, che diventarono successivamente più piccoli, fino al giorno in cui smettesti del tutto.

Ogni volta che ti toccavo, ti ritraevi e ti mordevi le labbra.

Ogni volta che ti guardavo negli occhi alla ricerca di verità, evitavi il mio sguardo e ti nascondevi il viso.

Ogni volta che ti chiedevo di parlarmi, scuotevi la testa e sorridevi, mentendo attraverso i denti; poi mi ripetevi quelle due parole spaventate, "sto bene".

Non stavi bene.

Sapevo che non era così.

Ti aggrappavi alle tue maniche e mettevi le mani in tasca.
Ti ascoltavo mentre mormoravi oscenità sotto voce, oscenità dirette a te stesso.

Mi gettavo sul letto e pensavo a te mentre tornavi a casa da scuola. Pensavo a tutte le cose che facevi.
Pensavo al modo in cui quella mattina avevi a malapena pronunciato una parola, con la voce che ti tremava.

Pensavo a come andassi così tante volte in bagno: avevo capito che qualcosa non andava dal modo in cui ti tiravi di continuo giù le maniche e ti portavi le mani allo stomaco.

Rivedevo il modo in cui ti passavi una mano sugli occhi quando i ragazzi a scuola facevano battute sull'anoressia, o guardavano video su YouTube che si prendevano gioco di argomenti come il suicidio e l'autolesionismo.

E in quel momento, sapevo che c'era qualcosa di sbagliato.

Mi ricordo come mi vestii velocemente quella notte, quella maledetta notte, e corsi fino a casa tua, con il battito accellerato del cuore nelle orecchie e le mani che mi tremavano dalla paura.

Mi avevi telefonato.

La tua voce, bellissima e spezzata, pronunciò parole che credevo non avrei mai udito. Parole che non avrebbero mai dovuto lasciare le tue labbra. Parole che non dovrebbero mai essere pronunciate o ascoltate.

Raggiunsi casa tua, panico misto a terrore che mi scorrevano nelle vene mentre bussavo alla porta e scoprivo che non eri in casa. Tua madre mi aveva detto che eri uscito a fare una passeggiata, ma sapevo che non era così.

Stavi andando a farlo.

E l'hai fatto.

Ti ho trovato nel bosco, un'ora dopo, il tuo corpo senza vita appeso ad una corda lunga e spessa, che dondolava al ritmo dei battiti del mio cuore.

Le mie gambe si mossero come fossero state dotate di vita propria per raggiungerti. Cercai di tirarti giù; tentai e fallii, ritentai e fallii di nuovo, tentai e ce la feci. A quel punto il tuo corpo senza vita giaceva nella terra sporca, che sporcava i vestiti che avevi tenuto addosso tutto il giorno: dei jeans e una giacca verde, che ti avevo regalato lo scorso Natale. Il tuo ultimo Natale.

E ciò che vidi dopo infranse il mio cuore in un milione di piccoli pezzi. Iniziai a piangere, le lacrime che mi scorrevano lungo il viso e cadevano sulla tua pelle.

Puntai lo sguardo nei tuoi occhi nocciola, ormai vitrei, le palpebre insensibili. Mi sentii stupido e prosciugato di tutta la mia forza mentre te li chiudevo. Fu a quel punto che lo trovai.

Avevo trovato il tuo sorriso.

E questa volta...

Questa volta era sincero. 

   
 
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