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Autore: FeBookworm    20/03/2016    2 recensioni
Teddy gli accarezza la mano e, con l’ingenuità che gli è tipica, gli dice:”Il Sole Splendente di York tornerà a sorgere, zio Francis. Gli York del passato non abbandoneranno i loro fedeli ancora in vita.”
Francis annuisce, mettendogli una mano sopra la testa:”Hai ragione, Teddy. Il Sole Splendente di York tornerà a brillare nel cielo.”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Francis Lovell
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C’è un uomo che cavalca furiosamente nel buio della notte, incurante delle fatiche della battaglia avvenuta soltanto trentasei ore prima, della pioggia battente e del vento forte.
Questo è il clima inglese, pensa mentre si lascia la città di York alle spalle.
Solo fino al giorno prima il caldo afoso rendeva impossibile perfino pensare, combattere era addirittura impossibile. Ma loro lo avevano fatto, forse memori del Sole Splendente di York che li aveva guidati nelle vecchie battaglie con re Edoardo IV. E lui...Lui aveva combattuto per il suo signore, come un fedele vassallo. Aveva combattuto a fianco di re Riccardo perché era la cosa giusta da fare.
Lo era sempre stata.
Incitò ancora il cavallo, stremato dalle fatiche come lui.
Avanti, manca poco a Sheriff Hutton...
Abbandona il cavallo poco lontano dall’entrata del castello. Si muove nell’ombra, cercando di non farsi notare. Riesce ad entrare di nascosto e a muoversi in quei corridoi che conosce bene senza essere visto. Ha il pugnale in mano, diffidente nei confronti di tutti e di tutto da quando il suo signore è stato sconfitto.
Dio, se solo ripensa a come hanno usurpato il suo corpo…
Sobbalza quando qualcuno gli punta addosso una torcia accesa. Istintivamente porta il pugnale davanti a sé, come a voler colpire chi gli sta di fronte, ma lo abbassa quasi subito quando riconosce il ragazzo.
“Jack…” sussurra l’uomo rimettendo il pugnale al suo posto.
“Francis! Come mai siete qui? Dov’è zio Richard? Com’è andata la battaglia?”
L’ansia e il fermento del giovane ruppero tutte le barriere nervose di Francis, che si appoggiò al muro dietro di lui, stremato e sconvolto.
“Mi dispiace, ragazzo” disse semplicemente scuotendo la testa.
“Co-come? Cos’è successo?”
John de la Pole alza la voce, non volendo credere che quello che più temeva sia realmente successo. Vorrebbe incitare Francis Lovell ad andare avanti, costringerlo a dirgli tutta la verità, ma la mano di sua cugina Cecily sulla sua spalla lo trattiene.
“Non statevene lì nell’ombra, Sir Lovell. Entrate con noi e riscaldatevi di fronte al fuoco, dovete essere stremato dal lungo viaggio.”
Come un automa Francis li segue, si lascia cadere sulla sedia che Cecily ha messo di fronte al camino acceso e rimane in silenzio. Non ha la forza di ricordare quello che è successo, figuriamoci parlarne.
Cecily gli mette in mano un calice di vino e aspetta paziente. Tutto il contrario di sua sorella Elisabeth.
La maggiore delle figlie di Edoardo IV gli si inginocchia davanti, mette le mani sulle sue ginocchia e, con un filo di voce, gli chiede:”Dov’è Dickon?”
Francis non riesce a nascondere una smorfia di disgusto. Aveva sempre odiato l’intimità con cui Elisabeth si permetteva di rivolgersi a Richard, un’intimità che la stessa Anne a volte non si permetteva di mostrare di fronte ai loro amici più chiari.
Ah, Anne…L’unica consolazione che posso trovare è sapere che lui adesso è al tuo fianco.
Francis scuote la testa, rassegnato:”Stanley ci ha traditi. Eravamo così vicini alla vittoria, così vicini. Ma lui ci ha traditi e Richard… Lui purtroppo non ce l’ha fatta.”
Elisabeth cerca invano di soffocare un grido e subito scoppia a piangere, ma nessuno sembra curarsi di lei. Ci sono altre questioni più importanti da risolvere che la sua crisi isterica.
Francis posa il suo sguardo su Johnny e sospira:”Mi dispiace, ragazzo.”
Ripete le stesse parole che pochi attimi prima aveva detto a Jack. Non fa differenza nel trattare quei due ragazzi di York perché per lui sono sempre stati come dei figli.
“Che cosa…che cosa dobbiamo fare adesso?” gli chiede Cecily, cercando di mostrare un minimo di sangue freddo.
“Finché starete assieme ad Elisabeth siete al sicuro. Quel sorcio di Tudor l’ha chiesta in moglie e vostra madre pare abbia dato il consenso. Entro un paio di giorni riceverete una sua visita ufficiale. State con lei e non vi accadrà niente” dicendo questo guarda soprattutto Jack.
“Non mi inchinerò mai ai piedi dell’usurpatore!”
Francis guarda il ragazzo con un misto di tristezza e orgoglio negli occhi:”Devi farlo, Jack. Devi rimanere in vita fino a quando non avremo trovato soldi e uomini per iniziare una nuova battaglia contro quel Tudor.”
Jack si calma di punto in bianco a sentire quelle parole:”Noi-noi combatteremo?”
Francis annuisce:”Devi solo lasciarmi il tempo per organizzare la cosa. Riuscirai a rimanere in vita fino a quel momento?”
Jack annuisce e, istintivamente lo fa anche Johnny. Entrambi sanno di essere gli eredi della Casa di York ed entrambi sono consapevoli del loro compito.
“Dove andrai adesso, zio Francis?” chiede una voce piccola e timida.
Francis si volta verso la voce e nota il piccolo Teddy aggrappato alle gonne di sua sorella Margaret come se fossero la sua unica ancora di salvezza.
Li guarda entrambi con tenerezza e quasi le lacrime che sta trattenendo sgorgano dai suoi occhi. Quei poveri bambini hanno perso tutto, non hanno più affetti. Che ne sarà di loro se Elisabeth deciderà di non occuparsene?
Francis si alza e si inginocchia davanti al bambino:”Andrò in Scozia per prima cosa. Lì c’è una nave che mi attende e andrò da vostra zia Margaret. Aveva promesso a Richard di dare asilo a tutti i fedeli di York in caso di una sconfitta. Da lì organizzerò la rivolta. Avrete presto mie notizie.”
“Io vengo con te” dice autoritario Johnny.
Francis scuote la testa:”No, Johnny. E’ troppo pericoloso. Devi rimanere con loro, è più sicuro.”
“E invece no!” risponde il ragazzo alzando la voce:”Io sono suo figlio, Francis. Non importa che sia solo un bastardo. Ho il suo steso sangue. Credi davvero che Tudor mi risparmierà una volta arrivato qui? Troverà il modo di uccidermi. Sono più al sicuro con te.”
Francis di nuovo scuote la testa. Sta per rispondere, ma una voce lo interrompe.
“Il ragazzo ha ragione, Francis. E’ più al sicuro con te”.
Francis alza la testa e, nascosta in un angolo della stanza, vede Anna, sua moglie. L’aveva trascurata in molti modi durante il loro matrimonio e aveva iniziato ad apprezzarla solo quando Anne era morta. Il dolore di Richard di fronte alla morte della sua amata gli aveva fatto capire quanto in realtà ci tenesse a sua moglie.
Anna, se solo potessi tornare indietro ti tratterei in modo diverso.
Alla fine Francis annuisce:”Va’ a prendere le tue cose.”
Johnny corre nella sua stanza a raccattare le cose necessarie per il viaggio e nella stanza cade un profondo silenzio, interrotto solo dai singhiozzi di Elisabeth.
Quando Johnny è pronto, Francis si alza per uscire definitivamente da quel castello e, forse, dalla vita degli eredi di York.
Teddy gli accarezza la mano e, con l’ingenuità che gli è tipica, gli dice:”Il Sole Splendente di York tornerà a sorgere, zio Francis. Gli York del passato non abbandoneranno i loro fedeli ancora in vita.”
Francis annuisce, mettendogli una mano sopra la testa:”Hai ragione, Teddy. Il Sole Splendente di York tornerà a brillare nel cielo.”




Nota dell’Autrice:
La fiera dei feels si conclude con questa nota dolce-amara leggermente positiva, anche se poi noi sappiamo come andò a finire.
Spero che la storia vi sia piaciuta :D
Ah, una piccola precisazione: contrariamente al solito, ho deciso di utilizzare il presente come tempo verbale della storia. Volevo che il dolore che i personaggi provano fosse percepibile al meglio e se avessi usato il passato remoto le vicende in sé sarebbero parse lontane nel tempo. Spero capiate il mio punto di vista.

Vi lascio il link della mia pagina fb in caso voleste seguirmi 
https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/?ref=hl

-Fé-
   
 
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