Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Mitsuko_Ayzawa    22/03/2016    3 recensioni
"The Bad Sides Of Being In Love" ovvero gli aspetti negativi di essere innamorati, ovvero tutte quelle cose che apparentemente sembrano di discutibile piacevolezza, ma che in realtà grondano di meraviglioso romanticismo.
Questa è una raccolta di OS sulla Solangelo, che potrebbero essere le une slegate dalle altre come non esserlo, potrebbero esserci delle AU, insomma, un potpourri di prompt che hanno a che fare con qualche brutto aspetto.
(Per il momento mantengo il ratings sul giallo, eventualmente lo modificherò in futuro)
1- Bad Weather
2- Bad Idea
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Sorpresa, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Con la gentile partecipazione di Hazel Levesque e altri.

Grazie a tutte quelle buone anime che hanno recensito la prima OS e mi hanno fatto sentire felice di essere tornata a scrivere FanFic

BAD IDEA

 
 
 
Nico di Angelo non faceva che camminare inquieto per la stanza, su e giù, macinando i suoi stessi passi.
«Nico, per piacere, potresti darti una calmata? Mi stai facendo innervosire».
«Non ci riesco» ribatté seccamente Nico, senza smettere di camminare. In quel momento il ragazzo era convinto che tutti gli dei dovessero odiarlo. Altrimenti non si spiegava come mai proprio in quel momento i peggiori scenari possibili gli attraversassero la mente. Proprio in quel giorno.
Era e Afrodite si erano coalizzate contro di lui, poco ma sicuro.
Dai, Era, sarà divertente far venire a Nico l’angoscia per via dell’amore. Certo, cara Afrodite, ma facciamolo durante il giorno del suo matrimonio, sarà ancora più divertente, tanto sono io la dea dei matrimoni, a chi importa.
Questo era il motivo per cui Nico di Angelo, quasi un uomo adulto, non faceva altro che agitarsi nel suo completo nero e argentato cucito su misura come un bambino che è stato scoperto a rubare i biscotti e attende che sua madre decida come metterlo in punizione.
Per tutte le Arpie, era in momenti come questi che odiava gli dei.
«Santo Giove, Nico, hai vent’anni, smettila di comportarti come un dodicenne in crisi ormonale!» Il ragazzo si voltò di scatto, puntando i suoi occhi sulla figura magra di Hazel, che sedeva a gambe incrociate su una sedia, perfettamente composta nel suo abito da damigella. Il ragazzo afferrò una seconda sedia, trascinandola bruscamente di fronte a quella della sorella, per poi sedervisi sopra. Allungò le mani davanti a sé, afferrando quelle di Hazel e tenendole strette tra le proprie.
«E se qualcosa andasse storto? Se tutto questo fosse solo una brutta, anzi una pessima, idea? Hazel, non penso di essere psicologicamente pronto a tutto questo». Hazel sospirò sonoramente, senza però essere in grado di trattenere un sorriso. Quel nuovo lato di suo fratello, sebbene piuttosto irritante, aveva un che di tenero. Ricambiò con energia la stretta di mano, rivolgendogli il sorriso più incoraggiante che potesse fare.
«Nico, mio caro Nico. Se tu e Will foste veramente stati una brutta idea, ti assicuro che ve ne sareste accorti, dopo cinque anni e mezzo di relazione, e mesi di convivenza. E anche se fosse così, penso che Will se ne sarebbe accorto prima di chiederti di sposarlo, e di certo tu non avresti risposto di sì scoppiando poi a piangere davanti a mezzo Campo, se vuoi due insieme foste stati una cattiva idea. Voi due siete tutto quello che vuoi, tranne che una cattiva idea».
Nico inarcò le sopracciglia, riprendendo per un secondo la sua smorfia scettica. «Non sono scoppiato a piangere» sottolineò.
«Fidati, Nico, ero presente, eravamo tutti presenti. Sei davvero scoppiato a piangere».
«Ero solo un po' commosso, non stavo piangendo. Devi aver visto male». La giovane alzò gli occhi al cielo. Alla fine suo fratello doveva sempre avere l’ultima parola, doveva sempre sembrare il misterioso, sexy ed imperturbabile figlio di Ade. Ma Hazel era sicura che lui avesse pianto, non le importava che Nico continuasse pure a negare l’evidenza che quando Will si era inginocchiato davanti a lui, aveva perso un battito e i suoi neuroni si erano squagliati come gelato sotto il sole della California.
«Senti Nico, non mi interessa se ti sei messo a piangere quando Will si è proposto. Sul serio, è l’ultimo dei miei problemi. Ora però io e te dobbiamo alzare le chiappe da qui, perché tu ti devi sposare, e io sono la tua damigella d’onore».
Il ragazzo impallidì.
«Penso di stare per avere un infarto, Haz». La ragazza dovette trattenere l’impulso di schiaffeggiarsi la fronte con una mano. E poi di schiaffeggiare lui.
«Ottimo, non sarà un problema. Ti ricordo che Will si è brillantemente laureato in medicina, e potrebbe salvare la vita a te, farmi partorire e surfare, il tutto contemporaneamente».
Oh, Nico se lo ricordava, che Will era laureato in medicina con il massimo dei voti. Se lo ricordava perfettamente, dato che era stato durante i festeggiamenti per la sua laurea che gli aveva chiesto con un enorme sorriso di sposarlo. Anche se non era stata esattamente una richiesta. Era stato più un “Nico, sposiamoci!” esclamato di getto, mentre si inginocchiava sull’erba del campo, alla presenza di tutti i semidei.  
Hazel si alzò in piedi, incrociando le braccia sul petto, mentre il fratello la guardava con un’espressione a metà tra l’implorante e il terrorizzato.
«Non costringermi ad abortire, Nico, sto iniziando ad innervosirmi sul serio. E non va bene che io mi innervosisca».
Il figlio di Ade fece un sospiro profondo, passandosi una mano tra i capelli spettinati – era riuscito a fare in modo che nessun pettine o forbice si avvicinasse anche solo lontanamente alla sua testa – scompigliandoli ancora un po'. Puntò lo sguardo sulla sorella, il suo fisico minuto fasciato da un vestito color oro, prima di annuire velocemente un paio di volte.
«Ok» disse «Andiamo».
Si alzò in piedi, mettendosi al fianco di Hazel, mentre lei gli sistemava per l’ultima volta la cravatta grigia e la piega del colletto della camicia. «Come sto?» chiese il ragazzo.
«Sei fantastico» rispose lei «Non vedo l’ora di vedere la faccia che farà Will quando ti vedrà».
Oh, anche io non vedo l’ora di vedere Will, e non solo la sua faccia, anche io non vedo l’ora di passare il resto della mia pericolosa vita da semidio accanto a mio marito, anche se siamo miracolosamente arrivati ai venti e i ventitré anni di età. Ci sono tante cose che non vedo l’ora di fare, con lui.
Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri quando Hazel lo tirò per una manica verso la porta, anche se una parte del suo cervello continuò a pensare a quanto meraviglioso suonasse l’accostamento della parola “Will” con “marito”. Nico sorrise in automatico, come se si rendesse conto solo ora di quanto l’idea di sposare Will fosse definitiva e bellissima.
I due semidei uscirono dal piccolo edificio in cui si erano rifugiati quando lui aveva avuto un quasi attacco di panico. Il sole splendeva, nonostante fosse fine gennaio. Come da tradizione, il matrimonio greco si celebrava in inverno, ma quanto pareva almeno Apollo aveva deciso di dare la sua benedizione a quella giornata. Mentre i due si dirigevano verso il tempio di Era, Nuova Roma era in fermento intorno a loro. Semidei di ogni generazione erano affaccendati nei loro lavori, senza fare caso a Nico ed Hazel, dato che era da quella mattina ormai che semidei greci in abito elegante andavano a zonzo per Campo Giove.
Dopo poche decine di metri, i due giunsero in vista del tempio, in origine dedicato a Giunone, ma che Jason aveva prontamente adibito anche al culto greco della dea.
In quegli anni il ragazzo aveva adempiuto alla sua promessa, e ora templi di ogni dio erano sorti nel territorio del Campo, e lui era diventato il massimo esperto, quando si trattava di celebrazioni religiose. E in quando uno degli amici più cari di Nico, era stata ovvia la scelta di chiedere a Jason di officiare il matrimonio dei due semidei.
Quando i due varcarono le porte del tempio, erano già tutti lì, greci, romani, ogni persona che per loro era importante.
Ma, più importante di tutti, Will.
Il ragazzo si era accorto per primo dell’arrivo di Nico, e lo stava guardando con tanto d’occhi dal capo opposto della navata. Vestito con un abito bianco e argentato, con i ricci biondi che rilucevano della luce che entrava dall’alto, era indubbiamente bellissimo. Quando poi gli sorrise, Nico dovette fermare i suoi passi per un secondo, per paura di stramazzare al suolo.
Percorse la navata con Hazel sottobraccio, i piedi che in quel momento si muovevano sicuri verso la sua destinazione. Quasi non si accorse che Hazel lo aveva lasciato solo, per andare a riunirsi con Frank e gli altri semidei, tanto Nico era concentrato sulla figura luminosa di Will.
Si mise al suo fianco, senza mai staccargli gli occhi di dosso.
Jason non era ancora al suo posto, stava discutendo in un angolo con un giovane semidio vestito con la tonaca da sacerdote.
«Scusa il ritardo» sussurrò Nico, sporgendosi lievemente verso di lui. Will rispose con un sorriso, ma nei suoi occhi chiari si intravedeva quanto fosse sollevato. A quanto pareva, il figlio di Ade non era l’unico ad essere nervoso.
«Per un attimo ho temuto che avessi cambiato idea» ammise Will, arrossendo appena. «Ero davvero nervoso». Ridacchiò un poco, per sdrammatizzare.
«Non avrei mai cambiato idea» rispose Nico, con una decisione che sorprese entrambi. «Ero solo un po' in ansia da prestazione».
«Prestazione?» chiese Will, sbarrando gli occhi con un sorrisetto. «Quale prestazione?» A Nico occorsero solo pochi secondi prima di cogliere il doppio senso, e cercò con tutte le sue forze di trattenersi dal ridere, in parte fallendo.
«Maniaco!» gli sussurrò coprendosi la bocca con una mano per non fare troppo rumore. Will rispose con un sorriso ancora più ampio ed un’alzata di spalle, prima di allungare una mano e prendere quella di Nico e stingerla piano. Come sempre, la pelle di Will era molto più calda di quella di Nico, ma era un calore piacevole, che si diffondeva piano fino alle ossa.
«Ti amo, Nico di Angelo» sussurrò il figlio di Apollo, mentre la sua espressione si faceva seria e dolce al tempo stesso.
«Ti amo anche io, Will Solace» rispose Nico, riuscendo a stento a non far tremare la propria voce. Subito dopo un secco colpo di tosse li distolse dal loro scambio di sguardi, per scoprire che Jason aveva preso posto a pochi passi da loro e li guardava con un sopracciglio inarcato e un sorrisetto beffardo, prima di iniziare a parlare, a voce abbastanza alta affinché tutti lo sentissero.
«Se voi due avete finito di mangiarvi con gli occhi, penso che non sarebbe una cattiva idea iniziare la cerimonia».
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuko_Ayzawa