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Autore: BELIEBER_G    22/03/2016    0 recensioni
In una terra di miti e in un’era di magia, il destino di un popolo poggia sulle spalle di un ragazzo, il suo nome: Merlino.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Il giorno seguente, tutti i servi si erano messi al lavoro per preparare la sala grande dove si sarebbe svolta una cena assieme a tutti i nobili del reame. Vennero uniti i tavoli di legno, sopra cui vi erano delle tovaglie ornate di oro. Posate, calici e piatti d’argento per gli ospiti e d’oro per chi sedeva a capotavola: Artù, Uther e Morgana. Tutti in torno a loro c’erano le famiglie che erano sempre state vicine ad Uther e a sua moglie in passato e forse anche un re di cui figlia sarebbe stata data in sposa ad Artù, un giorno. Ginevra si era presentata con un abito semplice e verde. Freya invece, aveva un vestito del tutto diverso per le belle occasioni, lo aveva cucito lei stessa: le arrivava alle spalle fino alle caviglie, era di colore marrone paglia e senza maniche. E poi Ginevra l’aveva aiutata a farsi una treccia che aveva lasciato cadere lungo la spalla. Merlino ne rimase abbagliato e non solo lui, perché non appena entrò nella sala, Artù e Parsifal la guardarono estasiati, con gli occhi illuminati. I cavalieri erano soliti indossare degli abiti scuri e avere alle spalle un mantello rosso, colore di Camelot. Infine, Morgana aveva messo un abito rosso scuro che veniva legato sul collo per lasciare le spalle scoperte. Merlino era l’unico che non aveva cambiato nulla, anche perché si era portato solo quegli abiti e ciò lo fece sentire alquanto fuori luogo.
Alla cerimonia era stata invitata una donna: si vociferava che la sua voce fosse splendida quanto la sua bellezza e Uther non aveva esitato a farla entrare mentre banchettavano con tacchino, miele e una macedonia di frutta esotica. La cantante era truccata abbastanza bene per apparire davanti al re, aveva legato i capelli in una coda e possedeva un abito semplice di colore viola, con una dorata cintura attorno alla vita. Il re le fece cenno di iniziare a cantare e Merlino e Freya che servivano il cibo l’uno accanto all’altra, stettero ad ascoltare. Non erano nemmeno a conoscenza del suo nome, ma sapevano che la sua voce era lirica e rilassante.
Ma improvvisamente, tutti iniziarono ad avere gli occhi pesanti e pian piano li si vedeva addormentarsi sui piatti. Merlino si guardò attorno, notando che la voce della donna faceva uno strano effetto a chi l’ascoltava. Si tappò immediatamente le orecchie quando vide che tutti erano caduti in un lungo sonno, tanto che vennero riempiti di ragnatele e polvere. Merlino si nascose sotto il tavolo, con le mani strette sulle orecchie, quando notò che la cantante era la vecchia signora che aveva visto suo figlio bruciato vivo sulla piazza ed era venuta a vendicarsi. Merlino vide che la magia aveva funzionato anche su Freya e doveva fare qualcosa. Alzò gli occhi sulla vecchia e vide un lampadario spento, così come tutte le altre candele sui tavoli. Recitò un incantesimo sotto voce e il lampadario le cadde sulla testa, stendendola. Fu in quel momento, non appena il canto cessò, che tutti i presenti si risvegliarono confusi.
“Ma che diamine è successo?” esclamò Artù, rosso di rabbia, mentre si toglieva le ragnatele dal corpo.
Merlino scivolò da sotto il tavolo per spiegare. “Era una strega, mio signore. Ha usato una magia per farvi addormentare con il suo canto.”
Mentre parlava, la donna era riuscita a liberare le mani e il volto, così da mostrarlo, vecchio e pieno di rughe a chi le aveva rovinato la vita e la famiglia. Improvvisamente estrasse un pugnale e lo lanciò dritto ad Artù. Se Merlino non lo avesse scansato dalla mira, Artù sarebbe stato ucciso. Infine, dato il grande peso del lampadario in ferro e la sua vecchiaia, la donna morì.
Artù fu sorpreso che quel servo lo avesse salvato, soprattutto dopo che lo aveva deriso quello stesso pomeriggio.
“Hai salvato la vita di mio figlio, qual è il tuo nome?” domandò Uther, con un sorriso stampato in volto.
“Merlino, mio signore.”
“Allora, per ripagarti di questo debito, ti assegno come servo di mio figlio.” continuò il re.
Né Merlino né Artù furono felici di questa decisione, dal primo momento si erano odiati a vicenda. E quindi fu chiaro, che i primi segni del racconto del drago che aveva conosciuto sotto le segrete, si erano avverati.
 
Merlino e Freya tornarono nelle loro stanze, affaticati dalla giornata.
“Sei stato fantastico! Hai salvato la vita a decine di nobili stasera! Come minimo ti avrei dato oro in quantità!” esclamò Freya, entusiasta.
“E invece sono confinato a esser servo di Artù per sempre. Fantastico.” commentò Merlino, lasciando andare il corpo sulla panca vicino al tavolo.
Freya ridacchiò e poi gli afferrò la mano. “Vieni, ti faccio vedere una cosa.”
Lo condusse nella sua stanza, dove era presente solo un letto e un piccolo armadio. Si abbassò a prendere un grande libro impolverato da sotto il materasso.
“Cos’è?”
“E’ un libro degli incantesimi.” rispose lei, sfogliando le pagine. “Sono anni che lo studio nel tempo libero. E’ così grande che non so quando lo finirò.”
“Credi che con questo potrò diventare un buon mago?” domandò.
“Io credo che tu sia un mago molto potente.” gli rispose, stringendogli le mani. “Devi solo imparare, come ho fatto io.”
Quella stretta da parte sua lo riempì di fiducia nei suoi confronti, finalmente la sua magia poteva servire a qualcosa, ma doveva stare attento a non farsi scoprire.
Andò a dormire presto quella sera, perché la giornata successiva, sarebbe stata piena d’impegni e di richieste da parte di Artù.
  
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