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Autore: MishaLaMezzElfa    23/03/2016    1 recensioni
Breve scorcio di pensieri, estremamente autobiografico, cambiano giusto i nomi ma la situazione la sto vivendo sulla mia pelle.
Nessuna nota o avvertimento particolare, è solo una breve storia triste.
"Giuliana si guarda allo specchio ogni mattina e si dice che è felice."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giuliana si guarda allo specchio ogni mattina e si dice che è felice.
Sotto sotto, però, lo sa che sta mentendo a se stessa: ripete di essere felice tentando di convincersi che sia davvero così.
Sorride: un sorriso vuoto giusto sotto a due occhi lucidi.
Non vuole piangere Giuliana, perché è da deboli e lei non lo è, non lo è mai stata. Forse anche questa è una grossa bugia ma non ci vuole pensare: non ha bisogno di altri pensieri che tarlino la sua mente già impegnata ad arrovellarsi su di lui.
Giuliana è innamorata di Nicola.
È innamorata persa di lui e non sa che fare perché lei, fino a quel momento, ha sempre fatto a meno dell’amore.
A volte vorrebbe tornare al periodo in cui non provava nulla fuorché un egoistico interesse verso se stessa e basta.
Era felice a quel tempo.
O forse si trattava solo di una felicità fittizia, lo sa, ma almeno non soffriva come ora.
Almeno non era costretta a mettere su un sorriso di cartone per evitare che gli altri le leggessero in faccia tutto il dolore che si porta dentro.
In realtà, Giuliana questo lo sa bene, quell’“enorme dolore” è una sciocchezza se messo a paragone con quello di altri ma, dannazione, lei ha solo ventidue anni e una vita un po’ del cazzo sulle spalle.
Ventidue anni lei, venticinque lui.
Sembrano perfetti insieme.
Giuliana si sente completa quando è con Nicola.
È certa, anche, che lui non provi nulla altrimenti l’avrebbe già baciata durante una delle serate in cui chiacchierano in auto.
Lo ha realizzato giusto questa mattina.
Si è alzata con un enorme vuoto dentro e guardandosi allo specchio, come al solito, ha capito che tutto è inutile.
Che se ami non sei automaticamente ricambiata.
Che l’amore a senso unico la logora lentamente.
Che per quanti sforzi faccia ella è, e sempre sarà, l’eterna amica.
Allora Giuliana decide di odiare Nicola, perché è più semplice odiare lui che se stessa e quindi dice a tutti di detestarlo, lo prende in giro, lo deride ma in realtà lo ama, lo ama con tutta la sua anima.
Eppure non può fare nulla a riguardo: si guarda allo specchio, fissa i propri occhi arrossati e lucidi e fa un sorriso tremolante per tentare di darsi un po’ di coraggio.
E si odia di più per questo.
E si odia ancor più quando non riesce a resistere ai sorrisi di Nicola: si detesta perché non riesce a disprezzarlo come vorrebbe.
Si detesta perché vuole disprezzarlo.
Giuliana vorrebbe amare però, visto che non può, fa mille altre cose, sperando che la distraggano; tuttavia, in tutto quell’universo di impegni, Giuliana continua a pensare a lui e sta male.
Allora Giuliana piange, mai davanti allo specchio perché è una vista che non può sopportare: piange davanti al computer di solito, a volte mentre studia e giustifica gli occhi rossi con la stanchezza.
Per lei la miglior scusa di sempre è la stanchezza: la utilizza così spesso che probabilmente tutti coloro che la conoscono hanno capito che sotto c’è qualcos’altro ma sembra che non vogliano indagare.
Piange Giuliana.
Un’altra cosa che Giuliana ha pensato è che non si sarebbe mai voluta innamorare di lui, che non avrebbe mai voluto vedere il suo sorriso, le sue mani, i suoi gesti gentili.
Non avrebbe mai voluto provare le famose “farfalle nello stomaco”, perché, tanto, non potrà mai averlo, non potrà mai essere felice con lui.
Ed è triste, a pensarci bene, dire “vorrei non essermi mai innamorata di te”. È triste perché il dolore le attanaglia la bocca dello stomaco e le toglie il fiato.
Giuliana vorrebbe non essersi mai innamorata di Nicola.
Sfortunatamente lo è e allora lo ama, disperatamente, silenziosamente, urlando alla notte i propri sentimenti, affinché  lei li custodisca, affinché qualcuno li conosca… Qualcuno che non sia lui.
Allora si lascia andare, Giuliana, all’ansia, al dolore e alla paranoia, tutte cose a lei tanto care e note: così facendo spera di dimenticarlo ma, in realtà, non fa altro che aumentare la propria sofferenza.
Giuliana ha fatto un regalo a Nicola per il suo compleanno: un bel libro, di quelli difficili da trovare e che trattano argomenti da intellettuali superintelligenti: a lui è piaciuto, tanto da arrivare a dirle “Solo tu potevi riuscire a regalarmi una cosa così bella.” In quell’istante Giuliana era felice perché sentiva un legame con Nicola, un legame profondo, che nulla avrebbe spezzato. In realtà lo avrebbe voluto baciare ma erano in pubblico e rischiare un rifiuto tra altre persone  non sarebbe stato il massimo.
Il giorno dopo Giuliana ha realizzato che non era servito a nulla, che il regalo non li aveva realmente avvicinati e che niente, niente, sarebbe cambiato. Avrebbe voluto piangere ma non l’ha fatto: è andata a lavoro, ha cercato di fare il meglio che ha potuto ed è tornata a casa, triste e silenziosa più del solito.
Sono ormai cinque giorni che sua madre le chiede che cos’ha, se è arrabbiata, ma come può Giuliana spiegare ad altre persone che cos’ha se neppure lei è in grado di capirlo?
Allora Giuliana scrive in terza persona, perché se mettesse giù i propri sentimenti in prima persona tutto finirebbe, non ci sarebbero più speranze, non esisterebbero più i minuscoli sogni che nel suo piccolo cuore triste coltiva in silenzio.
Ci sarebbe solo la dura e triste realtà che non è in grado d’accettare nonostante la conosca perfettamente.
Piange Giuliana.


Angolino dell’autrice
è solo uno sfogo, nulla più.
Avevo bisogno di urlare i miei sentimenti e questo era, in un certo qual modo, il modo migliore di farlo.   
Non pretendo commenti, recensioni o consigli, certo apprezzerò chi ne lascerà, ma ringrazio chi ha perso qualche minuto per leggere questa breve storia.
Misha



 
  
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