Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |       
Autore: Recchan8    23/03/2016    0 recensioni
[SEGUITO DI "Rebirth", RACCOLTA DI ONE-SHOT MISSING MOMENTS APPARTENENTI ALLA SERIE "Ignis' Chronicles"]
Alcuni momenti sfuggono agli occhi. Certi insignificanti, altri importanti, ma tutti sono rapidi e fulminei. Qualcuno riesce a catturarli, li tiene con sé per qualche tempo, li rende ricordi, poi inconsciamente se ne dimentica...
No.
I ricordi non svaniscono mai. I ricordi formano una catena indissolubile di anelli che si completano a vicenda. Non potrai mai dimenticarti di qualcosa, la 'Chain of Memories' conserverà il ricordo e te lo rammenderà quando ti sarà più utile.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Axel, Nuovo personaggio, Vanitas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ignis' Chronicles: The Untold Story'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[Ambientata dopo la fine di "Just be Friends" e prima di "Bound by Fire"]

Senza pensarci passò la lingua sul pugnale sporco di sangue. Un sapore caldo e ferroso le si propagò nella bocca e non le dispiacque per niente. Eppure avrebbe dovuto farle ribrezzo. Nel buio della sera cercò a tentoni il corpo accasciato a terra nel vicolo e quando lo trovò lo rigirò supino. Gli appioppò un calcio nelle costole e con una certa nota di soddisfazione constatò che l'uomo era ancora vivo. Rapida come un felino gli conficcò il pugnale nella pancia e lo estrasse lentamente. Con un sospiro soffocato, l'uomo inclinò la testa di lato e morì.
Era il terzo omicidio dell'assassina dagli occhi ambrati.
Si guardò furtivamente intorno e, notando che non c'era nessuno, ringraziò silenziosamente l'assenza della luna e di una qualunque altra fonte di luce nei dintorni. Abbandonò il corpo senza vita nel vicolo e si allontanò da quell'ombra di morte che le aleggiava intorno.
"Dannazione, non è ancora abbastanza...".
Non era abbastanza, ma era già qualcosa.
Si abbandonò su una panchina e dopo qualche minuto si chinò a pulire il pugnale nell'erba.
Da quando aveva appreso quella tragica notizia non si era più data pace; non poteva perdonare nessuno e doveva trovare un modo per far tornare tutto alla normalità, per salvare quel ragazzo che le stava tanto a cuore. Aveva visitato centinaia di biblioteche sparse in tutti i Mondi e sfogliato innumerevoli libri senza riuscire ad arrivare a una risposta. Con profondo rammarico si rese conto che una vita intera non le sarebbe bastata per salvarlo.
"
L'Oscurità, mia cara, possiede un potere enorme, malvagio e onnipotente. Non possiamo permetterle di prendere il sopravvento sui nostri cuori, le conseguenze potrebbero essere disastrose...".
Un potere in grado di fare qualunque cosa. In un lampo di speranza fece due calcoli mentali: poteva riuscire a ottenere questo potere senza esserne divorata internamente così come semplicemente morire, ma decise comunque di tentare; ormai aveva già perso quella cosa a cui teneva di più.

Ignis aveva cominciato a uccidere a sangue freddo, senza pensarci due volte. Sceglieva una vittima a caso nel Mondo in cui si trovava e la uccideva. L'Oscurità iniziò a ronzarle intorno e lei la rese sua compagna. Quell'azzurro intenso dei suoi occhi si tramutò presto in ambra brillante, e quella repulsione per la morte in dipendenza. Nonostante tutto era ancora consapevole delle sue azioni e delle conseguenze che queste avrebbero riportato.
Sospirò rumorosamente, infilò il pugnale nella fascia legata intorno alla vita e si apprestò a lasciare quel Mondo avvolto nel buio di una sera fredda e senza luna.
Il Mondo successivo la lasciò inaspettatamente senza fiato: una città illuminata dalla luce rosso aranciata del tramonto, brulicante di pigre persone che senza fretta girovagavano per le vie. Si guardò alle spalle e si trovò davanti una stazione dei treni sormontata da una torre dell'orologio. Istintivamente entrò nella stazione e cercò l'ingresso alla torre.
Una decina di minuti più tardi sedeva in cima alla torre. Da lassù poteva avere un'ampia visuale della città, eppure furono due figure nella piazza di fronte alla stazione ad attirare il suo sguardo. Erano un ragazzo e una ragazza.
-"...bellissimo qui?"-.
Il lieve vento riusciva a portarle solo dei frammenti del loro dialogo.
Vide il ragazzo che passava un braccio intorno alle spalle della ragazza e la attirava a sé.
-"...quanto te"-.
Le schioccò un bacio sulla fronte e lei si mise a ridere.
La ragazza sulla torre dell'orologio rabbrividì per un attimo, poi sentì il sangue ribollirle nelle vene. Strinse i pugni e si portò una mano alla fascia: il pugnale era lì, freddo tra le pieghe della fascia. Lanciò un ultimo sguardo alla piazza sottostante e alla via laterale. Non c'era nessuno, a parte i due piccioncini. Scese di corsa le scale interne della torre, attraversò rapidamente la stazione vuota e uscì. Eccoli là, mano nella mano a osservare il tramonto di fronte a loro e a scambiarsi parole e promesse.
-"Sarò sempre al tuo fianco, ricordatelo"- disse lui.
-"Qualunque cosa accada, io ci sarò"- rispose lei.
-"Sei davvero coraggiosa!"- disse lui ridendo.
La ragazza, timida e lusingata, si allontanò di qualche passo sorridendogli e rispondendo alla sua battuta. Poi lui si sporse in avanti, la afferrò per un polso e dopo averla attirata a sé la baciò.
Il pugnale era già nella sua mano, ma stava tremando. I suoi occhi ambrati erano fissi di fronte a sé, respirava a fatica e lentamente. Le sembrava di avere un enorme masso sullo stomaco e sui polmoni. Fece dei respiri più lunghi, ma non le servirono a niente. Il masso divenne una morsa e il dolore fu quasi atroce.
-"Perché? Perché loro sì e io no?"- sussurrò. -"Perché loro possono essere felici e io no?"-. Strinse con forza il manico del pugnale. Fu una questione di pochi secondi: prese la mira e flettè il braccio. Il ragazzo era più alto, aveva un collo più grosso. Più grande è il bersaglio e più sarà facile prenderlo. Il tempo di un battito di ciglia e il pugnale trafisse con precisione la giugulare del ragazzo. Il respiro gli si fermò, si staccò dalla ragazza e le si accasciò addosso. Lei intravide la lama uscirgli di lato dal collo, urlò di orrore e si scostò, facendo cadere il corpo inerme a terra. Si alzò di scatto e iniziò a guardarsi rapidamente intorno, gli occhi pieni di lacrime e il corpo immobilizzato dal terrore. Il suo sguardo si posò alla fine su Ignis che lentamente si stava avvicinando. Giunta abbastanza vicino al corpo del ragazzo, si chinò su di esso e, piantandogli un piede sulle scapole, estrasse il pugnale. La ragazza, che fino a poco tempo prima pensava di essere la più fortunata del mondo, si trovò addosso uno sguardo ambrato e carico d'odio. Tentò di indietreggiare, ma le gambe non le rispondevano adeguatamente; finì per inciampare, gli occhi spauriti sempre fissi in quelli ambrati.
-"Perché voi eravate felici?"- domandò Ignis in un sussurro.
La ragazza a terra indietreggiò ancora di più fino a trovarsi la schiena contro il parapetto della piazza.
-"Io ho lottato per la mia felicità, ho lottato per il mio amore, e che cosa ho ottenuto?"-.
Ci fu un minuto di pausa nel quale strinse saldamente la mano intorno al pugnale e ricacciò indietro le lacrime.
-"E' sparito. Disperso. Probabilmente morto"-.
-"Ti prego..."-.
Scoppiò a ridere sguaiatamente.
-"Mi preghi? Credi che io possa perdonarti? Non è assolutamente giusto. Non è giusto per niente! Io avrei dovuto essere felice, non tu, non lui, non voi due! Prova pure a scappare, ti prenderò lo stesso, ti trafiggerò con lo stesso pugnale col quale ho ucciso questo bastardo!"-.
La ragazza soffocò un urlo e dagli occhi arrossati continuarono a uscire lacrime.
-"Non è romantico? Tra poco lo raggiungerai. Cos'è che gli hai detto? Qualunque cosa accada, io ci sarò sempre"- disse scimmiottandola. -"Ti accontento subito"-.
Quel giorno lui era stato carino. Era da quasi una settimana che non si parlavano a causa di un pesante litigio. Poi lui si era presentato sotto casa sua con un mazzo di rose e lei non era riuscita a resistere alla tentazione di scendere, abbracciarlo e chiedergli scusa; ma lui la batté sul tempo. La portò nella piazza della stazione, dove qualche mese prima si erano messi insieme. Lui aveva intenzione di chiederle scusa come si deve e di regalarle un anello.
Quell'anello ora era sporco di sangue. La mano della sua padrona giaceva inerme a terra, così come lei stessa.
Ignis lasciò cadere il pugnale a terra e si portò le mani al petto. Sentì una forte fitta al cuore, e dal dolore si accasciò a terra. Si guardò le mani e vide che tutt'intorno a lei stava fluttuando una presenza oscura. Con un misto di orrore e di soddisfazione si rese conto che ce l'aveva fatta. Un dolore atroce la pervase, era come se le stessero strappando il cuore dal resto del corpo. Per quella che forse sarebbe stata l'ultima volta, volse gli occhi color ambra al cielo tinto di arancione, e sorrise.
-"Ottimo lavoro, Miss Amber..."-.




NOTE DELL'AUTRICE
"Remembrance" è, per il momento, l'ultima fanfiction della mia serie "Ignis' Chronicles". E' una fic diversa dalle precedenti in quanto è una raccolta di one-shots esplicative che si pongono come obiettivo quello di spiegare e portare alla luce alcuni misteri lasciati nelle altre tre storie. 
Come ho scritto all'inizio della pagina, questa one-shot si colloca temporalmente dopo "Just be Friends" e prima di "Bound by Fire", andando a spiegare il motivo che ha spinto Ignis a diventare un Nessuno e il modo in cui l'ha fatto. Il titolo, "Madness of Miss Amber", è una citazione alla canzone di Megurine Luka "Madness of Miss Venomania" (anche se non c'entra niente con la storia, mi piaceva come suonava >w<).
Alla prossima! ^^

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Recchan8