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Autore: Iamsparks    23/03/2016    0 recensioni
Una ragazza scappa per ritrovare se stessa; scappa da sola, con la testa piena di pensieri. E poi un incontro con un ragazzo, Matthew Healy.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HER POV
 

Un attimo di attesa, un fremito nell'aria. E se non volessi voltarmi? E se anch'io rimanessi immobile?
Ma io non seguo un filo logico, contro ogni prudenza mi giro, e vengo accecata dalla luce del sole che circonda una sagoma, una chioma riccioluta.
D'istinto mi butto in avanti caricando un pugno con il mio braccio destro, atto di violenza che viene immediatamente bloccato dalla figura che mi sta di fronte.

"Non farmi del male" -sentenzio decisa- "o la pagherai cara". Mi faccio ridere da sola, e mi lascio scappare un risolino. Nessuna reazione da parte sua. Sono patetica. Ecco, ho rovinato l'atmosfera.

Tuttavia il tipo, dato che nel frattempo ho potuto constatare che si tratta di un ragazzo, non mi lascia andare il polso; anzi ora inizia a stringere più forte, sempre di più, tanto che mi sento costretta a richiamarlo.
"Ehi, mi stai facendo male".
Gli bastano queste parole per lasciar andare il mio braccio. Non ha ancora proferito parola. Lo guardo: poco più alto di me, ha un volto carino con un accenno di barba, occhi marroni contornati da occhiaie, folte sopracciglia. È proprio mentre sto passando lo sguardo sulle sue labbra che allunga il braccio verso di me.

"Il resto". Apre la mano, e vedo una monetina sul palmo.
Mi rifiuto di prendere 0,50 dollari dopo averlo derubato. Perchè presumo che sia il proprietario del market. Ma dentro il negozietto non c'era nessuno. Mi guardo attorno e c'è solo una moto, probabilmente la sua. Ma poi penso, come ha fatto lui a vedere cosa ho preso e ad essere sicuro di dovermi restituire 0,50 dollari?
"No" -gli rispondo- "Tienili te".
E così si mette la moneta in tasca. Ma non la smette di fissarmi, e allora anch'io decido di continuare ad osservarlo. Che tipo inquitante, forse è meglio andarsene.
"Beh, arrivederci". Mi dirigo al camper, prendo le bottigliette che avevo lasciato sul cofano e le butto attraverso il finestrino sui sedili posteriori. Apro la portiera del guidatore, mi siedo, allaccio la cintura e metto in moto. Nel frattempo il ragazzo non si è mosso di un millimetro, pur continuando a tenermi gli occhi addosso. Ne ho abbastanza, tanti saluti. Metto la retro, esco dal parcheggio e mi rimetto sulla strada. Cerco di tranquilizzarmi, l'incontro mi ha sconvolta. È stato l'incontro in sè, l'episodio, a mettermi così a disagio oppure è stato il giovane? La mia mente inizia a pensare e a ripensare, i pensieri si ammucchiano e a momenti non riesco a respirare. Inchiodo, affondando il piede sul freno. Respira, respira, con calma. Una goccia di sudore parte dall'attaccatura dei capelli e scivola sulla mia guancia sinistra. Ho la testa appoggiata al volante, le mani strette così forte che le nocche sono bianche.

Decido di tornare indietro. Inverto il camper, premo sull'accelleratore. Ci metto un bel pò ad arrivare alla stazione di servizio, una mezzora, non pensavo di essermene allontanata così velocemnte.
Parcheggio il camper e mi precipito nel mini market, che risulta essere tale e quale a come l'avevo lasciato: vuoto.
"Ehi, c'é nessuno? Ehi?!" -urlo.
"Sì?" sento alitare sul collo. Un infarto, ecco cosa mi è preso. Mi volto di scatto e lui è lì davanti a me, cioè quel ragazzo inquitante è proprio qui, fisicamente presente davanti a me. Lo abbraccio.
"Grazie" sussurro alla maglietta azzura nella quale ho affondato la faccia. Nessuna reazione da parte sua. Ma sento il suo cuore battere e questo mi basta.
"Sento che sei vivo, lo sento. Grazie per avermi fatta sentire viva, grazie" continuo a dirgli. Finchè percepisco le sue mani attorno alle mie braccia, percepisco che mi allontana. So che sta cercando di guardarmi negli occhi, ma tengo la sguardo abbassato, d'improvviso mi imbarazzo, ho appena abbracciato uno sconsciuto. Sconosciuto, non conosciuto. La mia mente viaggia e viaggia, formulando altri pensieri simili. Ho una mente malata.
"Tutto bene?" mi chiede.
"No, io non sto bene" rispondo sinceramente.

Allora mi prende per la mano destra e mi trascina fuori dal market, io sono impotente e lo seguo, mi faccio guidare fuori sul marciapiede. Mi fa sedere e mi dice di allungare le gambe, mi fa appoggiare la schiena contro il muro, che è tiepido dato che siamo nel deserto. Per ultimo mi appoggia la sua mano libera sulla fronte, adesso anche la mia testa è contro la parete e posso chiudere gli occhi, mi posso rilassare e posso riprendere fiato.
Adesso sono tranquilla, e i nostri respiri sono l'unica cosa che sento.
"So cos'era, un attacco di panico, vero?" mi chiede con dolcezza, dopo un lungo momento di silnezio.
"Presumo di sì" rispondo stancamente.

"Perchè non apri gli occhi?".

"Preferiso non farlo".

"Beh, non sai cosa ti perdi".
Incuriosita dal fare misterioso del ragazzo mi sforzo e ciò che vedo mi lascia senza parole: il tramonto. Questa è una delle poche volte che veramente assistito ad un tramonto, lo ammiro, ne osservo i vari colori e le numerose sfumature.
"È così emozionante"

"Sì, lo è davvero. Dimmi, ti senti meglio?"

"Decisamente".

Però la mia attenzione non è rivolta solamente al cielo, bensì anche al ragazzo.
"Posso chiederti come ti chiami?"

"Matthew Healy"
"Bel nome".  





Ciao lettore/lettrice,
grazie per la lettura. A me piace analizzare i comportamenti e i pensieri della gente, per questo solitamente non scrivo lunghi dialoghi.
Se hai voglia, lascia una recensione o scrivimi un messaggio. Ne sarei contenta.
Al prossimo capitolo,

A xx

  
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