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Autore: Crilu_98    23/03/2016    2 recensioni
Quali sono le radici dell'odio smisurato che Heriman prova nei confronti di Fabio? Chi è Myrddin Emrys? Come ha fatto Massimo a sfuggire alla morte a Fiesole? Le risposte a queste e ad altre domande della long "Hereditas".
1- Io avrei ucciso quel romano, lo avrei cacciato e braccato come una preda. Li avrei vendicati, tutti quanti.
2- Mi avevano detto che sarebbe stato semplice: ma la guerra, che sia una battaglia campale o un logorante compito di vedetta, non è mai semplice.
3- Nella mia mente non posso fare a meno di pensare come sarebbe stato se avessi tenuto Artorius con me: forse è per questo che la sua voce da neonato mi fa visita in sogno.
4- . Quella era la mia mappa, la mia garanzia di poter tornare a casa. Perché sì, un giorno io sarei tornata a casa.
5- Molti hanno paura di me e allo stesso tempo mi rispettano, come rispettano gli antichi dei di questa terra: qualcosa di troppo arcano e misterioso per riuscire a comprenderlo, ma che non si può ignorare.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana, Medioevo
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Ci fu un tempo in cui odiavo profondamente ciò che ero: un mostro, un demonio sbucato dagli Inferi. Ora no, ora ammiro il mio aspetto, perché la mia anima si è conformata ad esso.
E dire che mio padre era stato avvisato: quando mia madre era incinta per la quarta volta, mio nonno ebbe un sogno premonitore. Sognò che dal ventre di sua figlia sarebbe nato un serpente dagli occhi rossi; vide anche lo stesso serpente strisciare serpeggiando sopra i cadaveri dei suoi tre fratelli maggiori.
Quando nacqui, perciò, nessuno fu sorpreso dalla volontà di mio padre di volermi abbandonare fuori dal carro, nel rigore dell'inverno: sarei dovuto morire, e tutti si sarebbero dimenticati presto della mia breve esistenza.
Ma così non andò. Una bambina della tribù mi trovò nella neve dopo ore, ancora vivo: non piangevo né gridavo, osservavo semplicemente il cielo stellato con i miei occhi sanguigni.
Quella bambina si chiamava Eth ed è stata la più grande gioia ed il più grande tormento di tutta la mia vita.
 
Mio padre fu costretto a riprendermi nella famiglia, ma con il passare degli anni si accorse di non aver perso nulla da quella maledizione: ero un ragazzino sveglio, forte e molto più determinato dei miei fratelli, ad eccezione forse di Rikard.
Avevo undici anni quando mi accorsi di lei per la prima volta: io ero ancora solo un bambino, lei la fanciulla promessa in sposa proprio a mio fratello. E con sorpresa mi sorpresi a trovarla bella.
Dopo aver visto una matrona romana a Lutetia, avevo sempre considerato i tratti di noi Vandali con una punta di vergogna, come il marchio che ci escludeva dalla civiltà: non avevo ancora imparato che quando una cosa viene negata, l'unica possibilità è prenderla con la forza.
Se l'avessi saputo allora avrei fatto in modo di prendermi anche Eth, la bella Eth dai lunghi capelli del colore del bronzo, che affascinava chiunque grazie ai suoi profondi occhi neri.
Era una bambina anche lei, molto più piccola di Rikard, eppure già donna: mi considerava un infante ancora attaccato alle gonne della madre, mentre lei presto si sarebbe sposata e sarebbe diventata madre a sua volta.
-Sei piccolo e stupido, figlio della neve!- mi gridava per prendermi in giro.
Poi gli anni passarono veloci e il nostro rapporto quasi si esaurì: fu solo al mio ritorno da una campagna militare, una delle prime vere imprese che ho compiuto, che tutto cambiò.
Eth aveva già dato a mio fratello due figli, ma le gravidanze non avevano appesantito il suo fisico; io, invece, ero diventato un uomo robusto ed esperto e il mio aspetto adesso non era più solo motivo di terrore e diffidenza, ma anche di rispetto. Ero un bravo guerriero perché ero spietato: questa caratteristica mi aveva salvato la vita diverse volte sul campo di battaglia. E nonostante il colore della mia pelle incutesse timore a qualsiasi donna, nessuna mi si era mai rifiutata.
Non so come sia nato quello che ci fu tra me ed Eth: forse lo stretto contatto, forse l'attrazione fisica, o forse un disegno imperscrutabile del Fato... Non so cosa ci portò a ricercare l'uno la presenza dell'altro, a desiderare anche solo di sfiorarsi le mani, a vagare con sguardo famelico sui nostri corpi.
-Nessuno poteva immaginarlo, figlio della neve.- mormorava Eth stringendomi da dietro, dopo che l'avevo posseduta fuori dal carro, mentre mio fratello dormiva.
Già, nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Come nessuno avrebbe potuto immaginare cosa successe poi.
 
Io non avevo preso parte alla campagna dei Visigoti, mi ero rintanato in Iberia a pensare: Eth era incinta e sebbene spesso giacesse anche con il marito c'era la grande possibilità che il bambino fosse mio figlio. Che fosse come me, maledetto e marchiato.
Sarebbe stata la fine per entrambi e io dovevo trovare una soluzione: non potevo permettere che l'amore che quella donna provava per me la conducesse alla morte.
Ma non ne ebbi il tempo: pochi mesi dopo fui raggiunto da una notizia che mi sconvolse. Un uomo, un romano, era penetrato nottetempo nelle case dei miei fratelli, trucidandoli tutti... E con loro anche le mogli e i figli.
Non giunsi in tempo neanche per vedere Eth un'ultima volta e forse fu un bene: forse sarei impazzito alla vista di quel corpo che avevo accarezzato tante volte violato da una spada ed intriso di sangue. Forse avrei perso il senno se avessi incrociato il suo sguardo, di solito così vivace, spento e vuoto, fisso nel nulla.
Inginocchiato davanti a quelle tombe anonime, scavate nella terra, capii che il Cielo aveva davvero deciso di maledirmi, condannandomi ad una vita di dolore e di morte: non ci poteva essere felicità per me, la morte di Eth lo aveva ampiamente dimostrato. E compresi anche il sogno di mio nonno: li avrei vendicati, tutti quanti. Io avrei ucciso quel romano, lo avrei cacciato e braccato come una preda e avrei fatto in modo di mandarlo all'inferno tra atroci dolori... Fu così che mi misi alla ricerca di Fabio Gallieno Umbro.
 
Sono passati anni e la mia caccia mi ha portato in molti posti, in diversi paesi lontani tra loro. E' tutto così diverso dai luoghi in cui io e i miei fratelli giocavamo da bambini... Ultimamente i ricordi mi assalgono con più frequenza, mi sfiancano e mi fanno sentire vecchio: poi vedo lo stesso pensiero riflesso negli occhi dei miei uomini e un sottile timore si fa strada serpeggiando dentro di me. Il ricordo di Eth, invece, è un balsamo dolce che lenisce ogni ferita, sia del corpo sia dell'animo. La vedo spesso in sogno e ciò mi rincuora, mi da' forza e speranza.
Io lo so che ci rivedremo, bella Eth, un giorno: quando io avrò completato la mia vendetta e tutta la nostra famiglia potrà riposare vendicata.
Ci rivedremo, Eth, unica donna che il mio cuore abbia mai amato.
 
 
Angolo Autrice:
I momenti di noia mi fanno questo, purtroppo! A furia di ragionare su come continuare Hereditas ho iniziato a riflettere su episodi che con la trama non c'entrano nulla, perciò eccomi qua, perché nonostante queste one-shot siano piccole e chiariscano poco o nulla della storia, mi andava di condividerle qui su Efp :)
Come già detto nell'introduzione si incentrano su vari personaggi, e l'aggiornamento sarà irregolare perché devo stare attenta a non rivelare troppe cose su Hereditas stessa xD
Fatemi sapere cosa ne dite di questo amore nascosto del cattivo, che proprio non ha voce nella long! :D
 
Crilu

 
   
 
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