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Autore: jo17    23/03/2016    0 recensioni
L’artista rimase turbata dalle sue parole, non era la prima volta che le sentiva, ma dette da lei, con quella naturalezza e sincerità assumevano tutt’altro valore rispetto a vederle scritte su una rivista da qualche critico che nemmeno conosceva. Si accorse che Ruth la stava osservando e cercò di celare quel piccolo disagio che sentì avvenire in lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’unica cosa che riempiva la sua mente era la musica mandata a tutto volume persino nei bagni in cui si trovava  

So messed up I want you here
In my room I want you here


 Le bruciava il cervello come le mani di quella sconosciuta su tutto il suo corpo, quelle labbra incollate alle sue, il suo sapore reso dolce dal liquore che le aveva visto bere pochi minuti prima, prima che le si avvicinasse e la prendesse per mano, prima di decidere a lasciarsi andare completamente dopo che si erano osservate e studiate per tutta la sera.

Now we're gonna be Face-to-face
And I'll lay right down in my favorite place


Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata attratta in quel modo da una persona che nemmeno conosceva, non avrebbe mai creduto che si sarebbe lasciata condurre così docilmente nei bagni di quel  locale e aver provato l’ardente desiderio di essere toccata e di esplorare un corpo sconosciuto.

And now I wanna be your dog
Now I wanna be your dog
Now I wanna be your dog
Well c'monc


La sconosciuta la teneva incollata alla parete di quello spazio ristretto, in quel momento la stava baciando e mordendo il labbro inferiore e nel frattempo faceva scorrere le sue mani lungo la schiena fino a raggiungere le natiche e stringerle per farla aderire ancor più al suo corpo, continuò a far scorrere una mano lungo la gamba per invitarla a sollevarla e facendole appoggiare il piede sul water in modo da insinuarsi ancor meglio fra le sue gambe. Il tutto era agevolato dal semplice vestito che la compagna indossava, il cardigan leggero che aveva sopra era scivolato indietro lasciando le spalle libere. 
La ragazza non riuscì a trattenere un gemito.

Now I'm ready to close my eyes
And now I'm ready to close my mind


Chi era questa donna che le stava facendo provare sensazioni così forti e soprattutto come aveva fatto a ritrovarsi lì  a lasciar cadere ogni inibizione.

And now I'm ready to feel your hand
And lose my heart on the burning sands


Dal canto suo la sua compagna aveva deciso cosa sarebbe accaduto nel momento esatto in cui l’aveva vista entrare nel locale, le era bastata un’occhiata per sentirsi  attratta da lei. Era alta e snella,  lunghi capelli castani leggermente ondulati  incorniciavano un collo alto ed  un viso di un ovale quasi perfetto, fronte spaziosa e zigomi pronunciati, sopracciglia non troppo sottili sovrastavano occhi grandi e profondi resi ancora più magnetici dal contorno della matita che ne delineava i contorni, il naso regolare ma con una appena percettibile gobbetta, le labbra, perfette per quel viso, con l’arco di cupido pronunciato che terminava quasi a formare una “M”. Aveva un piccolo neo sullo zigomo destro che la rendeva ancor più incantevole. Ma fu quando la vide aprirsi in un sorriso che venne travolta da una forte emozione, si rese conto che avrebbe tanto voluto toccarla, sentire il suo profumo, conoscere il suono della sua voce . Rimase ad osservarla, nel suo portamento, nel modo di parlare, da quel suo modo di sorridere aperto e trasparente o da come osservava l’interlocutore che aveva di fronte,  tutto questo le conferiva un mix di innocenza ed erotismo che calamitava la sua attenzione. Quello che tra le altre cose aveva notato era l’effetto che produceva sulle persone, lei per prima.

Forse grazie al fatto che restasse lì a fissarla riuscì ad attrarre la sua attenzione, la sconosciuta rimase per un attimo a ricambiare il suo sguardo, poi ritornò a parlare con le persone che l’accompagnavano. Accadde diverse volte durante la sera, infine anche la ragazza dai capelli castani iniziò a studiare quella donna che se ne restava lì ad osservarla insistentemente, e la trovò a sua volta attraente, c’era qualcosa nel modo in cui la guardava che la faceva sentire in imbarazzo ma  allo stesso tempo quella sconosciuta le suscitava una forte curiosità. Se ne restava lì appoggiata al bancone del bar a sorseggiare il suo drink, aveva lunghi capelli neri, quello che la colpì furono l’armonia e la bellezza dei suoi  lineamenti latini, occhi neri penetranti, un naso regolare e delle bellissime labbra delineate e carnose,  e per quel poco che riusciva a vedere anche le sue forme rispecchiavano quella iconografia, un bel seno spuntava dalla scollatura della camicia scura che indossava.

Durante la sera diverse volte si ritrovarono a studiarsi a vicenda fino a quando la preda designata non si sentì sfiorare una spalla e girandosi  se la ritrovò di fronte, era un po’ più bassa di lei ma i loro occhi si incastrarono perfettamente  e quello che vi lesse  era inequivocabile,  rimasero a fissarsi un attimo, la donna alzò soltanto un sopracciglio come a chiederle “allora?” lei ricambiò con un impercettibile sorriso e uno sguardo che la colpì in pieno stomaco, questo bastò alla mora per prenderla per mano e condurla nell’unico posto che gli avrebbe concesso un minimo di intimità.

And Now I wanna be your dog
And Now I wanna be your dog


Si domandava come riuscisse  quella donna a toccare le corde giuste per mandarla fuori di testa.  In quel momento continuava a baciare e a morderle il collo. 
In un momento di lucidità riuscì a prenderle il viso fra le mani per guardarla, voleva imprimere nella sua mente quei lineamenti così perfetti, quegli occhi di brace e quelle labbra che le stavano provocando scosse elettriche in tutto il corpo, e si rese conto che aveva qualcosa di familiare.  Quel gesto stupì la sua compagna che rimase così ad osservarla a pochi centimetri , la donna latina non riuscì a non perdersi in quegli occhi pieni di desiderio  che dovevano essere verdi, e non riuscì nemmeno a resistere a non baciare nuovamente quelle labbra che trovava irresistibili.
Furono di nuovo travolte dall’impellente esigenza di darsi piacere, perché anche la ragazza che fino a quel momento era stata travolta dalla sua compagna era fortemente decisa a farle provare quello che lei stava provando, così riuscì a slacciarle la camicia e ad insinuarsi nei suoi pantaloni.

Well c'mon

Raggiunsero insieme un intenso orgasmo, che travolse entrambe lasciandole inermi una nell’abbraccio dell’altra. La mora  non appena riebbe coscienza di se si scostò leggermente, i loro visi erano ancora vicini,i loro nasi si sfioravano appena  e respiravano l’aria l’una dell’altra, delle ciocche di capelli scuri ricoprivano il viso della donna latina, in un gesto inaspettato e delicato la sua compagna le scostò dietro l’orecchio, un gesto che alla donna apparve  più intimo di quello che avevano fatto fino a quel momento.
Ne fu turbata,  si allontanò quel tanto per riuscire a rimettere a posto i suoi vestiti. 
L’altra ragazza se ne restava ancora appoggiata alla parete ad osservarla, sentiva ancora le gambe che le tremavano, avrebbe voluto  trovare qualcosa da dirle, aveva ancora la mente sconvolta per quello che era appena successo e iniziava ad avvertire tutto l’imbarazzo del momento che seguiva quella situazione.
La mora le voltò le spalle per uscire

-  Aspetta, non merito almeno di sapere il tuo nome?

La donna esitò un attimo tornando a voltare la testa verso di lei senza guardarla, ma non disse nulla e così uscì, lasciandola lì con l’unico pensiero che le urlava nella testa.
Che cosa ho fatto?!?
********************************************
 
-   Allora Routh ti decidi a raccontarmi cosa ti è successo ieri sera?

Beht se ne restava seduta sul ripiano vicino ai fornelli, mentre Routh Davis, questo era il nome della ragazza dal volto d’angelo, era intenta a preparare la colazione. Si limitò a sbuffare e a lanciarle uno sguardo veloce per poi ritornare alla sua occupazione.

-    Eddai! Voglio solo la conferma di quello che immagino. Anzi no, ok voglio tutti i particolari!

La voce dell’amica era divertita e pungente.

-   Piantala ok?

Nel dirlo le mise in mano il piatto che le aveva preparato e una tazza di caffè, prese il suo e si diresse verso il tavolo, l’amica la seguì.

-  Non c’è niente da raccontare.
- Mi prendi in giro?

Ruth se ne restava a fissare la sua tazza di caffè persa nei suoi pensieri

- Allora?! Guarda che il tuo stato quando sei tornata era inequivocabile, e quella donna? Wow… una così dev’essere…
-  Smettila… Devo ancora metabolizzare
-  Sai Ruth, alle persone celebrali come te non dovrebbero accadere cose così elettrizzanti!
-  Già…Elettrizzante, è il termine giusto
-  Vuoi dirmi qual cosina in più?
-  Ok è stato qualcosa di intenso…animalesco! lei era così sexy, coinvolgente.. è stato così bello e pazzesco e…umiliante allo stesso tempo
-  Umiliante? Non ti avrà costretta a fare cose “strane”.
-  Ma che dici! E per come mi ha trattata dopo, a malapena riusciva a guardarmi, anzi non lo ha fatto per niente ed è praticamente scappata…non che mi aspettassi chissà che..in fondo mi sono fatta rimorchiare da una sconosciuta in un bar..
-   Già, ma che sconosciuta, veramente “caliente”,  e non fare la santarellina, tu hai fatto lo stesso con lei.

Si lasciò andare in una sommessa risata.

- E poi ti domandi perché non scendo in particolari.
- Dai scherzavo, se vuoi un consiglio non stare a rovinare la cosa con le tue seghe mentali. E’ dai tempi del college che non  vivevi qualcosa   senza troppe inibizioni.
- Già… è stato il miglior sesso degli ultimi tempi.
- Brava! Così ti voglio!

Furono interrotte dal suono del citofono.
Beth guardò l’amica con aria incuriosita

-              Chi è di sabato mattina?
-              Purtroppo non sei l’unica che mi piomba in casa negli orari più assurdi.
-              Hei, da quando sei tornata single bisogna ristabilire le vecchie tradizioni...tu che mi prepari la colazione il sabato mattina! E possibilmente raccontandoci le pazzie della sera prima! Quanto mi mancavano queste cose!

Mentre diceva questo Ruth era andata a rispondere al citofono dando ordine al portiere dello stabile di lasciar salire il nuovo arrivato.

-              Parlando di essere tornata single, è Lexie
-              Ancora?
-              Già, continua a venire a  prendere la sua roba. “Stranamente” dimentica sempre qualcosa.
-              E prolunga l’agonia, certo che continua a non smentirsi mai.

Suonò il campanello

-              Posso dirle che ieri sera hai fatto il miglior sesso della tua vita, così vedrai che se anche dimentica ancora qualcosa non tornerà di certo a riprenderla.

-              Non pensarci nemmeno, le voglio bene e non mi va di ferirla. Non più di quanto non abbia già fatto.

Andò ad aprire, lei era ancora in pigiama e indossava la sua soffice ed enorme vestaglia, i lunghi capelli sciolti le scendevano lungo le spalle in maniera un po’ disordinata,  lo sguardo che le rivolse la nuova arrivata fu inequivocabile, pieno di dolore e di impulsi repressi a quella vista così familiare e accogliente  che le comunicava la sensazione di calore e dell’essere di nuovo a casa, ma con la consapevolezza che non era più così e che quella donna che tanto aveva amato e che ancora amava non le apparteneva più, o con l’amara realtà che forse non le fosse mai appartenuta.
Ruth la guardò un attimo, fece finta di non leggere la sua espressione e si scostò per farla entrare.

-              Buongiorno

Beth ricambiò prima di Ruth il saluto, palesando la sua presenza. Lexie ne fu infastidita, questo era l’ennesima conferma che per Ruth tutto era ritornato come prima, appena un mese da quando le aveva comunicato che lei non era felice, che voleva chiudere la loro relazione, e adesso era ritornata a vivere la sua vita di sempre senza troppi cambiamenti o turbamenti.
Quando a lei invece era venuto meno tutto il suo mondo.

-              Ciao Beth, mattiniera? O avete fatto le ore piccole e sei rimasta.

L’interlocutrice lanciò un’occhiata alla padrona di casa, e rispose con un tono pungente.

-              Sicura di volerlo sapere?

Le due donne non erano mai andate molto d’accordo, l’unico piano in comune era l’affetto per Ruth, senza sapere che entrambe si domandavano  che cosa mai quest’ultima trovasse nell’intrattenere un’amicizia con l’una e un rapporto di coppia con l’altra.

-              Vuoi una tazza di caffè?
-              No grazie. Prendo le mie cose e tolgo il disturbo.

Prima che Beth riuscisse a dare una’altra stoccata alla nuova arrivata Ruth la interruppe lasciandola con la bocca aperta senza permetterle di  iniziare la frase.

-              Si credo di aver messo tutto in una scatola di là, se vuoi va pure e..controlla..

Lexie fece un cenno e lasciò la stanza. Ruth andò ad appoggiarsi sul largo davanzale in legno dell’ enorme  finestra che capeggiava la grande stanza in cui si trovavano, restando in silenzio in attesa che la sua ormai ex ritornasse con l’obbiettivo della sua visita in mano.

-              Ti ringrazio, credo che sia tutto, non mi avrai più fra i piedi.

Ruth non rispose, si limitò a guardarla. Beth comprese che forse era il caso di lasciarle sole, più che altro per evitare alla sua lingua di dire spropositi e di suscitare le ire dell’amica. Si diresse verso il bagno. L’unica che apprezzò il gesto fu l’ex inquilina perché per la padrona di casa rappresentava invece l’occasione di un’altra spiacevole conversazione.
Lexie poggiò la scatola sul divano e si diresse verso di lei.

-              Ruth
-              Ti prego…
-              Cosa? Non sai nemmeno cosa voglio dirti.
-              Il modo in cui mi guardi è abbastanza  eloquente.
-              Si, vuoi farmene una colpa? Non riesco a non guardarti e a credere che tutto sia finito… Ruth non riesco ad andare oltre.. se ci fosse un modo..
-              Ma non c’è..Lexie non c’è nient’altro da aggiungere a quello che ci siamo già dette.
-              Stai buttando quattro anni della nostra vita, e non mi hai nemmeno dato modo di..
-              Potevano essere di più, è un bene che ce ne siamo rese conto adesso
-              No, tu te ne sei resa conto, io ti amo esattamente come il primo giorno.

Ruth sospirò pronunciando il nome della sua interlocutrice, le dispiaceva essere così dura, ma se mai avesse avuto dei dubbi, dopo il breve incontro avuto con quella sconosciuta la sera prima, non ne aveva più. Sapeva che in quei quattro anni si era accontentata di una relazione che si, poteva definire stabile, ma non era niente di più. Era come se dopo tutto quel tempo si fosse riscoperta di nuovo viva e non rinchiusa in un conformismo che non le apparteneva, o il problema non era la relazione  in se ma il fatto che fosse semplicemente con la persona sbagliata.
Lexie le si avvicinò appoggiandole le mani sulle braccia, la donna invece non si mosse, restava con le braccia incrociate sul petto continuando a guardare un punto sperduto di fronte a se, non reagendo a quel contatto.

-              Ruth

Solo sentendo il suo nome si decise a guardarla, vide tutta la sofferenza espressa in quegli occhi azzurri così familiari, e provò disagio. Le voleva bene, avevano condiviso molto, c’era stato un momento in cui aveva creduto che lei fosse la persona con la quale avrebbe potuto costruire una vita, le regalava sicurezza, era stata la sua roccia in momenti di incertezza per lei, ma nonostante questo nel loro rapporto mancava qualcosa, e forse proprio quella sua solidità, che sapeva trasformarsi  in ottusa rigidità, rappresentava per lei un ostacolo insormontabile.
Iniziava a trovare quella situazione difficile da gestire, voleva chiudere ad ogni costo ogni possibilità di ritornare su argomenti ormai logori, non c’era niente che potesse farle cambiare idea, soffriva anche lei nel vedere quanto dolore stava procurando a quella donna, ma non potevano continuare così tutte le volte che si trovavano  sole nella stessa stanza.

-              Lexie, davvero, è finita
-              Come puoi dirlo. Sei tutta la mia vita.
-              Smettila ti prego.

Era poco più di un sussurro, Lexie ridusse ancora di più lo spazio che le separava

-              Ruth.. Vuoi disfarti semplicemente di me,  io davvero.. non posso permetterlo
-              Ieri notte sono stata a letto con un’altra.

Lexie la guardò, pensando di non aver capito, ma la fermezza dello sguardo della sua compagna non le lasciava dubbi su quanto aveva udito. Fece scorrere le mani lungo le sue braccia, abbassò la testa.

-              Hai proprio deciso di annientarmi.
-              Lexie, mi dispiace ma tu devi lasciarmi andare. Fallo per te stessa.

Quest’ultima la guardò di nuovo scuotendo la testa  e in fine si girò a prendere le sue cose e a dirigersi con passo deciso verso l’uscita.
Ruth rimase immobile, lottando con il senso di colpa che la stava attanagliando,era stata più dura di quanto si aspettasse, ma restare lì a vederla cercare di recuperare qualcosa che ormai non esisteva più l’aveva fatta reagire in maniera forse spropositata. Fu riportata alla realtà da Beth che fece di nuovo capolino nella stanza. Quando la vide le disse soltanto

-              Tu

Puntandole minacciosamente contro il dito

-              Non capisci mai quando devi sparire e quando no!

L’amica le rispose con un mezzo sorriso e un’alzata di spalle.
  
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