Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Celeste_08    24/03/2016    4 recensioni
Lui è Jorge Blanco. Karateka di fama nazionale, alle prese con la sua prima sfida internazionale.
Lei è Martina Stoessel, cintura nera dal talento indubbio, ma con un passato tormentato alle spalle, passato che non smette di inseguirla.
Jorge usa il Karate come scusa per isolarsi dal mondo degli affetti; Martina ne ha fatto un'arma per seppellire il proprio passato. O per prenderlo a calci.
Ridder Van Kooten, campionissimo olandese, e Pasquale Di Nuzzo, orgoglio tricolore, sono la squadra di Jorge. E la sua linea di confine fra conflitto interiore e mondo esterno.
Mercedes Lambre e Adrian Salzedo sono rispettivamente la fisioterapista e il maestro di Martina. E di quest'ultima non hanno a cuore solo il benessere fisico...
Como fa da sfondo a un avvincente incontro sul tatami. Una danza quasi mortale fra Martina e Jorge, che porterà uno dei due atleti ad un lungo viaggio alla scoperta di sé.
Nessuno si salva da solo, qui. Accetta di affrontare il tuo tormento. Fallo con me.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Jorge Blanco, Sorpresa
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"OSU"
Mi inchino al maestro e lui fa altrettanto.
"OSU, Blanco"
L'arbitro lascia andare il braccio destro lungo i fianchi e così inizia il primo kumite della giornata. Poi dovrò provare i nuovi kata. 
Io e il maestro combattiamo per minuti interminabili: lui è bravissimo e ha una tecnica degna di una cintura rossa, ma io ho dalla mia agilità e strategia e nessuno mai mi porterà via dal mio sogno. 
Il Grand Prix di Lombardia è la gara internazionale più temuta dagli atleti di Karate ed io, a 25anni, ci sono arrivato. Non mi sto risparmiando: né in termini di esercizio né in termini di studio. La mia ragazza, Georgina Amoros, fortunatamente è un'atleta come me: sarebbe difficile gestire una relazione se non fossimo entrambi impegnati con la stessa disciplina. Meno male che siamo una coppia affiatata: troverei complesso spiegare a una qualunque perché al momento preferisco il campionato all'amore. 
Ovviamente contro il maestro non ho speranza di vincere, ma posso fare un dignitoso tentativo ed infatti, quando finisco a terra, mi aiuta a rialzarmi e si inchina.
"OSU, senpai. Eccellente, Jorge. Hai combattuto benissimo e mi hai tenuto impegnato. Mettici questa grinta e non dovrai temere ostacoli. Forza, inizia i kata ora."
Mi inchino, mi detergo la fronte con la manica del karategi e mi porto davanti agli specchi a tutta parete. Ho una scaletta fissa, anzi... Abbiamo. Ridder Van Kooten e Pasquale Di Nuzzo. Loro sono i campioni rispettivamente olandese e italiano di Karate Shotokan e nel kata a squadre siamo un trio che non teme rivali. 
Ci inchiniamo al maestro, prendiamo posizione ed io inizio ad annunciare le mosse. Lo specchio ci restituisce un'immagine perfetta di sincronia, precisione ed energia. 
Ci muoviamo come un unico corpo. 
Siamo un unico corpo. 
Siamo il team KKK, KeiKenKai. 
Terminiamo la sequenza con una proiezione che vede me al centro, gambe divaricate e ginocchia piegate a novanta gradi, e loro due ai miei lati, una gamba a terra, flessa, ed una alzata in posizione di attacco.
Siamo perfetti.
"KYO!!!" 
Il maestro alza le braccia e chiude il pugno destro nella mano sinistra: per oggi abbiamo terminato. 
"¡Hola guapos!"
Georgina, la mia fidanzata, arriva in quel momento nel dojo e ci saluta festosa..
Mi abbraccia e la stringo a me, godendomi la sensazione di freschezza che emana il suo corpo snello e riposato contro il mio, stanco e sudato. 
"OSU G. Come te la passi?"
Pasquale la fissa e poi dà di gomito a Rid. 
"Ci vediamo in spogliatoio Blanco. Ciao G!"
Li osservo allontanarsi col maestro e sorrido, poi bacio a lungo Georgina. 
"Sei pronto a partire amore?"
La stringo a me ed annuisco.
"Vi ho visti da fuori. Siete meravigliosi insieme: li farete fuori tutti."
Chino il capo e scuoto la testa. Sono abbastanza scettico a riguardo. Al Grand Prix partecipano i migliori atleti di Karate: io punto al primo posto solo perché voglio salire sul podio. Ma onestamente il podio è un traguardo raggiungibile... Il primo posto non lo so. 
"Vorrei essere con te, a Como."
Mi porto la sua mano al cuore e sussurro:
"Purtroppo conosci le regole."
Mai partire per le gare, meno che mai internazionali, con il proprio partner. Nessuna distrazione.
Mi sfiora la nuca con tocco delicato e fisso i suoi occhioni scuri da guerriera di altri tempi.
"Ti vengo a salutare dopo la doccia."
La stringo a me e la sento mormorare "Ti amo, Jorge."
Esco e mi dirigo verso gli spogliatoi. Dio, vorrei essere capace di risponderle nello stesso modo, ma chissà perché non ne sono in grado. Sospiro mentre mi sfilo il karategi e Rid mi guarda comprensivo. Sa leggermi in viso meglio di chiunque altro.
"Amico, dovrai dirle che non la ami. Lo sai vero?" 
Rid mi fissa e io non riesco a sottrarmi al suo sguardo.
"Le sono comunque molto affezionato. Non voglio che stia male per me."
Pasquale ci raggiunge.
"Ma tu sei felice?"
Mi volto stupito verso di lui.
"È una bella e brava ragazza..."
Rid mi prende per le spalle e mi fissa con uno dei suoi sguardi azzurro ghiaccio.
"Non si risponde a 'quanti anni hai' con 'sono Jorge Blanco'. Se non sei più felice diglielo e basta. Torturarsi non fa bene."
Annuisco e chino il capo. 
"Glielo dirò... Dopo Como."
I due annuiscono gravi e poi Rid sorride.
"Ottimo, quindi torniamo al punto. Come ci organizziamo per partire?"
Entro in doccia e dico:
"Venite tutti da me a dormire stasera mio padre ci porta in aeroporto domani. Sono il più vicino."
E con questo chiudo la conversazione e mi lascio inondare dal getto di acqua tiepida, che lava via come un balsamo il sudore e la stanchezza.

Qualche minuto dopo, mentre mi asciugo, il maestro entra in spogliatoio con le borse per la gara. 
"Ragazzi, vi ho fatto preparare le protezioni e i karategi. Mi raccomando, usate solo le tute ufficiali quando sarete a Como."
Chiudiamo il pugno destro nella mano sinistra e chiniamo il capo.
"Sono fiero di voi e so che mi darete soddisfazione. Ricordatevi solo di una cosa... Divertitevi in gara. Arrivare alle internazionali è stato un viaggio, ora godetevi il finale!"
Annuiamo e il maestro ci abbraccia ad uno ad uno.
"Ultima cosa. Non so a quale maestro verrete affidati... Fatemi fare bella figura, e non fate troppe alzate di testa nel dojo prima delle gare. Puntiamo tutto sulla strategia, ricordatevelo."
Annuisco e mi batto il pugno destro sul cuore. In effetti andremo a combattere contro qualcosa come sei sette volte le nostre capacità. E contiamo sull'effetto sorpresa... Abbiamo un asso nella manica e io non vedo l'ora di calarlo. 
I ragazzi escono dallo spogliatoio con il maestro ed io, dopo essermi infilato nei jeans, raggiungo G nel dojo. Sta facendo il riscaldamento, ma si blocca appena mi vede.
"Pronto a partire, capitano?"
Annuisco e la abbraccio brevemente. 
"Ti porto nel cuore Jorge. Rendici fieri." Mi fa il gesto del saluto ed io la bacio velocemente sulle labbra. 
"Ci vediamo fra dieci giorni G."
Faccio per voltarmi ma mi richiama.
"Jorge... Perché ho la sensazione che tu mi stia dicendo addio?"
Fisso i suoi occhi scuri e valuto le opzioni. Dopotutto sarà meglio per tutti togliersi in fretta il cerotto. 
"Georgina.. Io non sento più le stesse emozioni di prima. E prepararmi alle gare mi ha solo fatto capire una volta di più quanto in realtà io tenga a me stesso e non a una relazione."
Mi fissa e i suoi occhi si inumidiscono.
"Io ti ho sempre appoggiato... E continuerei a farlo. Adesso senti solo la tensione per la gara e..."
Ho capito cosa sta per dirmi e la blocco.
"No. Sono mesi che non mi sento più così bene con te. Non è stato il Grand Prix la colpa di questo, è solo.... Georgina. Io non ti ho mai amata. Ti voglio bene e sei una ragazza splendida, ma.. Io non ti amo. E vedere quanto trasporto ci metti tu mi mette a disagio. Mi spiace, ma non sono più felice con te."
Georgina mi fissa e scuote la lunga coda alta, scura e folta. 
"Speravo di farti cambiare idea Jorge. Ma vedo che non sarà così."
Sembra così arresa all'evidenza che non so trattenermi dal dire la frase che tutti i manuali vietano di pronunciare:
"Restiamo amici."
Scoppia a ridere e mi volta le spalle.
"Hai una gara capitano. Esci di qui."
Non voglio che mi odi.
"G... Io..."
Dal riflesso nello specchio vedo che piange e faccio per abbracciarla, ma lei scatta e con il viso rosso strepita ad un soffio dalle mie labbra:
"Esci. Hai una gara ed io un allenamento, e tu non sei invitato."
"Non odiarmi." Perfetto, che razza di imbecille sono. 
"Non ti odio capitano." Calca fastidiosamente su quest'ultima parola. 
"Sarò il tuo più grande rimpianto." La sento dire mentre mi avvio all'uscita del dojo. 
Devo avere una faccia terrea, perché Rid mi corre incontro e grida a Pasquale:
"Hey! Metti in moto, andiamo a fare un giro distensivo!"
Alzo lo sguardo verso di lui e poi dico:
"Sai, ho come la sensazione di essermi tolto un peso, ma..."
Rid mi dà una pacca:
"La abbiamo sentita. Non entrare in paranoia, hai una gara."
"Rid ha ragione. Forza capitano, andiamo a cena e poi tutti a casa Blanco. Domani ci aspetta un viaggio mega..."


 
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Celeste_08