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Autore: reidina    31/03/2009    3 recensioni
Durante il mio intervallo con A profile crime, rivedendo più volte (moooolte volte) l'episodio 2x15 ho scritto di getto una flashfic su quello che provano Morgan e Reid durante il finale dell'episodio.La storia forse avrà un seguito, ma spetta a voi decidere! Allora, Enjoy!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Morgan

In quel momento, se avesse avuto la forza, avrebbe voluto scendere dalla macchina e lanciarla a due kilometri da lì.
In quel momento 180 miglia all'ora erano troppo poche e la macchina andava troppo lenta.
Avrebbe proprio voluto avere Reid accanto a lui che gli sparasse una statistica a caso, in quel momento.
Ma era proprio dove stava andando, da Reid, sperando di arrivare in tempo prima che quel pazzo potesse fargli più male di quanto non glie ne avesse già fatto.
non poteva sopportare il pensiero del cadavere del giovane sfigurato da qualche tortura subita prima della morte, il cuore gli si stringeva al solo accenno.
Non poteva perdere Reid, dopo Elle, era troppo. Aveva già perso una parte di lui, la parte che sorrideva e che rimaneva in silenzio quando lui lo prendeva in giro, la parte ancora pura, senza quella cicatrice che purtroppo gli rimarrà per tutta la vita.
Fuori dal finestrino vide delle tombe e sobbalzò con il freno del SUV, erano arrivati.
Si precipitò fuori dalla macchina e gli altri fecero appena in tempo a fare lo stesso che già era a qualche metro dalla casa, cercando di intravedere Reid dalle piccole e buie finestre, ma tutto quello che vedeva era un camino col fuoco acceso.
Dopo l'ordine di Hotch, più sprezzante che mai, con un calcio sfondò la porta mezza rotta, rabbrividendo al pensiero che, dalla leggerezza della porta, il serial killer doveva averla già sfondata parecchie volte.
"FBI!!!" Urlò con tutto il fiato che aveva. Per qualche secondo, al centro della stanza lo vide, Reid, che lo guardava con occhi spenti sorridendo lievemente. Ma sbattendo più volte gli occhi la sua immagine angelica sparì.
Lo invase subito un odore forte disgustoso, lo stesso che Reid aveva dovuto subite per quasi una settimana. Da solo, in quella stanza piccola circondata dal niente, lasciato nelle mani di un pazzo con una pistola.
Sulla sedia notò le manette (una sporca di sangue) e una cintura. Il sangue gli si ghiacciò nelle vene ma non approfondì l'argomento, l'unica cosa che voleva era salvare Reid, punto. Ma se non erano in casa dov'erano? E non c'erano le manette, sarebbero arrivati troppo tardi? Dove lo portava? La rabbia gli salì nel cervello all'improvviso. Reid non gli aveva fatto niente, era innocente. Avrebbe fatto meglio a prendere lui, Morgan, non Reid.
Cosa voleva fargli? non poteva sopportare l'idea che qualcuno toccasse Reid. Era solo suo.
Camminò lentamente con la pistola avanti con la vista coperta dai rami degli alberi. Dannati alberi! Voleva vedere reid, se stava bene, o almeno se era vivo!
All'improvviso sentì una voce in lontanaza. Allucinazione o no, avvertì gli altri che tirarono su le torce.

 Reid

Colse l'occasione al volo e con quei pochi riflessi che gli erano rimasti afferrò dalla tasca della giacca buttata ai suoi piedi la pistola del suo aggressore.
La pistola che aveva avuto per sei giorni puntata sulla testa e che si fidava di lui e che non l'aveva mai tradito.
"Ha un sono proiettile quella pistola, ragazzo" Gli disse il serial killer alzando il coltello che aveva in mano.
Oh, lo so bene, pensò Reid scatenando una ira incontrollabile in lui. non meritava che morte. prima che il serial killer lo raggiunse, sparò con una sola mano un colpo preciso al petto.
Si alzò in piedi a fatica avvertendo una fitta al piede ferito, che copriva il dolore ai polsi.
Si avvicinò al corpo dell' S.I. e gli tolse il coltello ancora nelle mani.
"L'hai ucciso" Mormorò l'uomo.
reid assunse un'espressione scoinvolta e si avvicinò di più al killer.
"Tobias?" Sussurrò in preda ai sensi di colpa. Aveva ucciso si il killer, ma anche quello che lo aveva "protetto" e che si era preso cura di lui in quei giorni.
"Potrò ancora vedere mia madre?" Disse l'altro.
Reid provò compassione. Si sentiva malissimo, aveva dolore dappertutto, la vista confusa, un mal di testa e sicuramente la febbre, eppure provava pena per quel ragazzo morto troppo giovane.
"Mi dispiace..."

 Morgan

Aveva gridato il nome di Reid cominciando a correre a perdifiato. Aveva visto con i suoi stessi occhi il killer puntare la pistola contro la fronte del giovane, e uno sparo sembrava la fine. no, Reid non poteva morire così, non adesso che grazie a lui erano riusciti a trovarlo, adesso che avrebbe ancora potuto vedere la sua faccia angelica...
poi lo vide: in lontananza, sfocato, accucciato accanto ad un evidente cadavere. Ce l'aveva fatta, lo aveva ucciso salvandosi.
Poi smise di sorridere osservandolo meglio, e più si avvicinana, più notava gli orribili dettagli sul suo corpo.
un passo avanti, e notava la sua debolezza esteriore ed interiore.
un passo avanti e notò il suo piede con lunghe cicatrici per tutta la pianta.
Si trovava a pochi metri fissandolo con gli occhi lucidi. L'aveva trovato, ma non avrebbe mai dovuto farlo così. no, assolutamente.
Vedeva i profondi segni rossi sui suoi polsi provocati dalle manette e dal continuo contrarre le mani per cercare di liberarsi.
Il viso pieno di lividi, e il suo zoppicare...richiamava l'attenzione di tutti. Diceva "venite a salvarmi, perchè io non posso..."
Hotch e Emily lo tirarono su, in due, diamine, in due! non riusciva a reggersi in piedi...avrebbe voluto far resuscitare quel killer per poi ucciderlo di nuovo!
A mala pena sentì la conversazione tra Hotch e Reid, mentre Reid andava ad abbracciare JJ ma non lui. Avrebbe voluto fare di più che abbracciarlo, voleva portarlo a casa sua e ripulirlo dalle cicatrici, voleva proteggerlo.
Gideon lo prese tra le sue braccia e tutti fecero per avanzare lontani dal corpo, quando Reid chiese a Gideon: posso rimanere da solo?
E lo guardava ancora. non riusciva a staccare i suoi occhi da lui, che piano, molto piano si allontanava verso il corpo, chissà per che cosa.
Gli lanciò uno sguardo. Senza preavviso. Con occhi spenti e consumati gli sorrise.



  
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