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Autore: bice_94    25/03/2016    0 recensioni
Riflessioni e considerazioni sul sentirsi così vicini e allo stesso tempo così lontani da ciò che ci circonda
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita è una realtà così strana e così piena di variabili da risultare incomprensibile, almeno per Violet.
Seduta in macchina, guardò distrattamente dal finestrino il mondo che correva velocemente, inesorabile di fianco a lei, senza che il suo essere immobile lo scalfisca minimamente.
Potrebbe essere una metafora interessante della sua esistenza pensò.
Una musica anonima, ma orecchiabile faceva da sottofondo alla sua mente, mentre i suoi compagni di viaggio sembravano immersi in un’interessante conversazione da cui Violet non era particolarmente attratta.
Ma d’altronde non era sempre così?
Violet era una ragazza.. normale. Già, non riusciva a trovare per se stessa nessun altro aggettivo che riuscisse a descriverla in maniera migliore. Era sempre stata una persona responsabile, forse più di quanto la sua età avesse mai richiesto, ligia negli studi, educata con gli altri, responsabile sul suo lavoro saltuario come cameriera. Si era fidanzata da quasi due anni e anche lì sapeva di potersi definire come una buona fidanzata, eppure c’era un continuo senso di insoddisfazione ad attanagliarle la mente.
Non aveva mai fatto pazzie in vita sua, mai bevuto più di quanto non dovesse, mai fuggita di casa, mai fatto niente che non fosse la cosa giusta. Ma la vera domanda era: giusta per chi?
Violet sospirò profondamente e si chiese come una persona potesse diventare così passiva nei confronti della vita, così semplicemente adattata al susseguirsi del tempo.
Si chiese come fosse possibile diventare solo degli spettatori per la propria vita.
Era come se ogni attimo delle sue giornate scivolasse su quella corazza che non si era nemmeno accorta di aver costruito. Niente permeava davvero nel suo animo o almeno lei non riusciva a sentirlo.
Ogni volta che si trovava in mezzo a delle persone non faceva altro che sforzarsi di sentirsi a suo agio, di eliminare quell’odioso silenzio che sembrava imbarazzare e notare solo ad esclusivamente lei. Cercava di essere anche in quel caso la persona giusta per la situazione, quella in grado di fare una conversazione come se le riuscisse naturale, ma così non era.
La solitudine aveva sempre avuto qualcosa di confortante. Non c’era la necessità di dover piacere a nessuno, non c’era la necessità di fingersi qualcuno che non si è, c’era solo un po’ di tempo per sentirsi liberi, leggeri, rilassati.
Non poteva dire di essere se stessa in quei momenti di solitudine perché  Violet si rese conto di non conoscere il suo vero essere. Lo aveva nascosto per così tanto tempo che perfino lei aveva dimenticato quale fosse il suo aspetto.
Ogni contatto umano che aveva sviluppato aveva finito con il deluderla in un modo o nell’altro. Si era resa conto che, in fondo, non era stata la sola a nascondersi dietro delle maschere di facciata, ma quello che aveva visto dietro quella degli altri l’aveva sempre e irrimediabilmente lasciata delusa.
Non era in grado di fidarsi, lo sapeva. Ogni volta si ritrovava a tentare, disperatamente forse., ma non era mai riuscita a lasciar andare del tutto quel personaggio che era diventata la sua protezione.
Era come se tra lei e il mondo ci fosse una barriera, sottile, trasparente ai più, ma non per lei.
Era una barriera incolore, ma insormontabile che le impediva di toccare ciò che aveva accanto. Era sempre molto vicino, ma mai abbastanza da raggiungerlo.
E poi aveva trovato John, un ragazzo che forse potrebbe definire il suo completo opposto. Lei timida, quasi asociale per certi versi, lui gioiale per natura, che amava il contatto umano, la conversazione.
Era dolce a modo suo, per quanto a volte non riuscisse a capire le più basilari necessità che un rapporto richiedeva. Violet si rese conto che dopo averlo conosciuto molti angoli del suo carattere si erano smussati ma questo non era stato ancora sufficiente.
La parola “ti amo” aleggiava nel loro rapporto da molto tempo ormai, ma Violet si chiese se avesse appreso a pieno cosa significasse. Sapeva di sentire qualcosa di profondo, ma non era in grado di capire se fosse effettivamente amore. Era come se in fondo a quel sentimento ci fosse un continuo senso di paura, di terrore nel lasciarsi completamente andare.
Violet capì che stava vivendo lasciandosi trascinare dagli eventi, cullata da questa routine che alienava il suo io, ma che le donava un pacifico senso di sicurezza. Era consapevole che forse la sua non sarebbe la più entusiasmante delle esistenze, ma in un certo senso sentiva di non essere in grado di gestirne una diversa.
Si chiese se prima o poi avesse sentito la necessità di qualcosa di più o se fosse stata investita dai rimorsi per non aver usufruito meglio della sua vita.
Si, probabilmente si. Violet era cosciente dei suoi limiti, dei suoi problemi ed era continuamente in bilico tra uno stato di quieta accettazione e dubbiosa riflessione.
Un tocco leggero di labbra toccò la sua guancia e l’attenzione e i pensieri di Violet furono strappati da quel flusso di considerazioni. Si voltò verso quel tocco e si ritrovò di fronte un paio di profondi occhi marroni che le sorridevano, come se il proprietario fosse in pace con il mondo.
Lei sapeva che anche John aveva i suoi demoni, ma lui aveva trovato il modo di conviverci.
“Non hai sentito niente di quello che abbiamo detto, non è vero?” Le labbra carnose del ragazzo si mossero sotto l’attenta attenzione di Violet. “Era così evidente?” La ragazza sorrise imbarazzata.
John la osservò attentamente e scosse la testa fingendo esasperazione.
Alzò il braccio e circondò dolcemente le spalle di Violet, portandola contro il suo petto, baciandole dolcemente la testa.
La ragazza sospirò e sorrise, apprezzando il profumo tipico di John. Sapeva che lo avrebbe riconosciuto tra mille. E lì, in quell’abbraccio, abbandonò per un momento, un brevissimo istante, i suoi pensieri e le sue paure.
E lì, in quell’abbraccio, si disse che forse, in fondo, questa vita così confusa  non era così male.




p.s. questa è la mia prima storia originale e diciamo che forse un pò mi ritrovo in questi personaggi. Cosa ne pensate? Si accettano consigli!!!
E con questo approfitto per augurarvi buona Pasqua.. :D
   
 
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