Cadde al solstizio
(un’allegoria)
 

 
La conobbe così, che avanzava a testa alta, e capì che non avrebbe retto con un collo tanto sottile. Esibiva il peccato originale con innocenza, tradendosi costantemente, Madre, ascoltatemi, diceva, Saprò ogni cosa. Lui scoprì presto il suo destino, masticando semi di fiori estinti, padri di visioni. Vestita di tragedia e vertigine gli parve più bella.
 
Era il solstizio e provò a salvarla, "Ti insegnerò a dar pace ai fantasmi."
Rifiutò, senza capire. Mentre si allontanava, il destino pareva un rampicante tra le sue caviglie. Sarebbe caduta presto.
 
(la sognò come una profezia, coi polsi vene-di-edera e un coltello nel petto, il collo rotto a seguire lo zenit, allegoria dell'eternità)
 



Note.

Niente, risbuco dopo un anno e passa perché avevo un sacco voglia di scrivere roba mistica e Mary mi ha trascinata fuori dalla mia tana. Questo è un frammento di un'idea molto più grande per cui a) sicuramente è troppo criptica e non si capiscono i passaggi logici b) lascio 'in corso' perché è molto probabile che ci aggiunga altri pezzi. Comunque, il senso è che Salazar è divertito dall’arroganza di Helena, ma vedendo il suo futuro viene preso non proprio da compassione, ma da una qualche malinconia amara perché il fato blabla e quindi cerca di aiutarla (non di interferire col destino: non vuole impedire l’omicidio, vuole solo darle la possibilità di morire davvero), ma lei riconferma la propria presunzione, quindi niente. Non so se ho rispettato il pacchetto ma ci provai, figliuole.