A Erin
Immagina l’oceano
in un imbuto
O di porre
questo dinanzi agli occhi come occhiale
Che ne sarà
dello scroscìo delle onde col maestrale
Che ne sarà
del brillìo della luce, lo spettro muto.
Ora
immagina di spremere un frutto
Vedi quanto
poco ti riserva la spremitura?
Quando impugnando
il frutto hai certezza sicura
Di convertir
la forma nell’armonica alchimia del tutto
Pensa a me
come alla sinfonia di un’orchestra
Attraverso i
fori di un solo flauto
Capisco ora
Quel Tale che, cauto,
al vento
dei sentimenti vi accostò una finestra.
Guarda il
polverone che alza, senza spasimo,
e la brezza
che al tuo viso il vetro blocca
costretto
giù nell’imbuto della bocca
a spremervi
qui il mio animo.
Un tempo,
volevo cacciar le ali come un angelo
Perché almeno
maestoso , gli altri mi vedessero
Ora, vorrei
portarti dove neanche i sogni si addentrerebbero
Su di un
panfilo, traversar con te questo mare.
Dedicata a te,
a te, a te, a te, a te, a te, alla quale vorrei dare tanto, tanto, tanto,
tanto, tanto, tanto, tanto, tanto…