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Autore: venusmarion    26/03/2016    3 recensioni
Will si mosse piano, fino ad arrivare ad un palmo dal naso di Nico. Il figlio di Ade deglutì, paralizzato da quella vicinanza. «A cos’altro sei restio?» chiese Will. Nico avrebbe voluto indietreggiare, ma gli anfibi erano come incollati alla sabbia melmosa della spiaggia e le sue gambe erano rigide come stuzzicadenti. «A questo.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico/Will
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This Anemic Love

#solangelo 
words: 798

 

“Nico scowled. ‘It’s none of your business, but I don’t belong. That’s obvious. No one wants me. I’m a child of –’ 
‘Oh, please.’ Will sounded unusually angry. ‘Nobody at Camp Half-Blood ever pushed you away. You have friends – or at least people who would like to be your friend. You pushed yourself away. If you’d get your head out of that brooding cloud of yours for once –” 
― Rick Riordan, The Blood of Olympus

 

«Non ci sono abituato,» disse Nico.
Abbassò lo sguardo sulle punte degli anfibi, studiando le macchie di fango che andavano ad aumentare ad ogni passo. Dopo il temporale, la spiaggia del Campo Mezzosangue era un vero pantano e camminarci sopra era un po’ come fare una passeggiata sulle sabbie mobili.
Will però non sembrava avere problemi. Si era tolto le infradito e ora proseguiva scalzo, tenendole in una mano. «A cosa non sei abituato?» chiese. «Alle persone?»

Nico contrasse il viso in una smorfia. Non sapeva dire nemmeno lui se si trattava di un sorriso. «Beh, di solito passo il mio tempo libero con zombie e segugi infernali. In confronto le persone mi fanno quasi paura. Ma no, non intendevo questo.» Prese un respiro per farsi coraggio, e alzò lo sguardo sul profilo di Will. «Non sono abituato ad essere importante. Non sono abituato nemmeno ad essere considerato, in verità.»
Will si accigliò. «E adesso di colpo sei la celebrità del Campo? Devo essermi perso questa tua ascesa, perché —»
«No, Will. Sto parlando di te.» Nico si fermò, come se lo sforzo di quella conversazione gli impedisse di proseguire a camminare. «Sto parlando di te, e di me, e di… questo
«Questo?» Will ripeté la parola con un tono divertito. Prese Nico per mano, tirandoselo dietro per farlo proseguire. 
Nico sentì lo stomaco accartocciarsi fino a ridursi alle dimensioni di una nocciolina. Puntò i piedi e si liberò dalla stretta. «Questo,» ripeté. Fissò per un attimo la propria mano pallida, lì dove ora non restava altro che l’ombra del contatto di Will. «Io non vado in giro mano nella mano. Non faccio passeggiate romantiche sulla spiaggia dopo i temporali. Non —»
Si bloccò, incerto su come proseguire. Lo sguardo paziente di Will lo confondeva, lo faceva sudare freddo su per il collo e continuava a ridurre il suo stomaco a dimensioni ridicole.
Will sembrò intuire quel disagio, e sembrò trovarlo divertente. Tornò indietro di qualche passo, facendosi più vicino, il volto abbronzato illuminato da un sorriso ammiccante. «E cosa fai?» chiese. «A parte andare in giro con i morti viventi, si intende. Ed essere sull’orlo dell’anemia.»

«Non sono anemico,» protestò Nico. «Sono solo restio all’esposizione al sole.»
«Davvero?» Will si mosse piano, fino ad arrivare ad un palmo dal naso di Nico. Il figlio di Ade deglutì, paralizzato da quella vicinanza. «A cos’altro sei restio?» chiese Will.
Nico avrebbe voluto indietreggiare, ma gli anfibi erano come incollati alla sabbia melmosa della spiaggia e le sue gambe erano rigide come stuzzicadenti. «A questo.»
«Questo!» Will rise, una risata cristallina e musicale. «Non fai altro che ripeterlo, ma io proprio non riesco a capire.» A dispetto della reazione di prima, cercò di nuovo la mano di Nico. «Spiegati.»
Fino a quel momento Nico aveva evitato il contatto visivo, ma la particolare inclinazione della voce di Will su quell’ultima parola lo fece cedere. Alzò lo sguardo.
Gli occhi di Will erano di un blu imbarazzante, così limpido da fare a pugni con l’arancione acceso della maglietta. E non nascondevano impaccio, timore o disagio. Erano autentici e pungenti, al punto da peggiorare di molto quella faccenda delle dimensioni dello stomaco. E sebbene fosse scomoda, quella faccenda, sebbene lo facesse sentire come se avesse finito l’aria a disposizione, Nico non poteva negare che lo facesse anche sentire vivo, febbricitante. Quella era la sensazione che doveva spiegare, esprimere, tirare fuori in qualche modo. 

Prese fiato come intenzionato ad un tuffo in acque profonde. Con una mano ancora stretta in quella di Will, gli posò l’altra sul viso e si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo. Le loro labbra impattarono come macchine di un autoscontro. 
Per Nico fu uno schiaffo sul pelo dell’oceano, un giro dentro una lavatrice, un modo per rigonfiare lo stomaco e uno per alzare di qualche tonalità il colorito della pelle. Mentre avvampava, strizzò gli occhi, chiudendoli. 
Will aveva un retrogusto salato, come di salsedine, e una temperatura bollente, 212 gradi Fahrenheit, punto d’ebollizione dell'acqua, della massa corporea umana, della galassia. Era una legge fisica, una certezza dell’universo, una formula matematica. E Nico voleva memorizzarla e non scordarla più. Riaprì gli occhi, staccandosi per riprendere fiato.
Will aveva lo sguardo estasiato e allucinato di uno che aveva appena visto una performance di Beyoncé vestita di piume su un carro stile carnevale di Rio nel bel mezzo di Times Square. 

«Questo,» disse Nico. «Non ci sono abituato. Non sono capace —»
«Oh, sei capace,» tagliò corto Will. Sorrise, ancora frastornato, ma tirò Nico per un altro rapido bacio all’angolo della bocca. «Sei solo un po’ anemico, te l’ho detto. D’affetto, intendo. Considerami pure la tua dose di globuli rossi.»
Nico abbozzò un sorriso, ancora un pelo imbarazzato, ma con un nuovo coraggio. «Fammi indovinare: posso anche abbondare.»
Will indietreggiò, strizzando l’occhio. «Finché ne reggi.»

  
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