Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Barbara Baumgarten    26/03/2016    1 recensioni
I capitoli che seguono si sono aggiudicati il primo posto nella prova del Labirinto, portandomi a vincere il Torneo Tremaghi!
Storia scritta a otto mani (oddio fa senso) e partecipante al contest Torneo Tre Maghi sul forum. E' decisamente difficle offrire una trama perché nessuno la conosce. Ognuna delle quattro autrici farà due capitoli e solo alla fine vedremo cosa ne sarà venuto fuori. Posso solo dire che la protagonista è Valerie, Corvonero e che la storia è ambientata durante il Torneo Tre Maghi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
="http://mybannermaker.com" target="_blank">Create your own banner at mybannermaker.com!
HTML Editor - Full Version

Per leggere il primo capitolo della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3410263&i=1 scritta da Elanae

 

Il decotto clandestino

 

I loro sguardi s’incrociarono come due lame in duello mentre i lampi illuminavano le ampie vetrate del castello. C’era stato un tempo in cui quelle iridi l’avevano guardata con affetto o, almeno, così aveva stupidamente creduto fino a quel dannato giorno nel quale tutto aveva preso una piega diversa.

“Puoi guardare dove metti i piedi?” l’imbeccò con tono altezzoso. Valerie ricacciò la rabbia negli abissi del suo dolore per non dargli alcuna soddisfazione e si voltò per andarsene. Ignorato, il ragazzo rincarò con più acidità.

“Ti faccio così paura da non potermi nemmeno parlare? O una delle tue pozioni ti ha tolto la parola?”

Era troppo, almeno per lei. Si girò nuovamente verso di lui con lo sguardo furente di chi viene deriso da qualcuno che, tempo prima, si credeva un amico.

“Paura? Ah, mio caro, non avrei paura di te nemmeno se rimanessimo gli unici superstiti al mondo”, tentò di rispondere pan per focaccia, provocando uno sguardo soddisfatto sul volto di lui. “Anzi, sai cosa ti dico? Perché non getti il tuo nome nel Calice così da dimostrare a tutti quanto credi di valere?”

Gli occhi del ragazzo tornarono seri tutto d’un tratto. Lei sapeva che lui era troppo codardo per mettersi in gioco nel Torneo Tre Maghi e quell’imbeccata aveva davvero colpito nel segno. Ma la sofferenza di Valerie era tale che non riuscì a fermarsi.

“Ah, quasi dimenticavo: se c’è da giocare secondo delle regole tu non sei in grado”. Affondato, pensò Valerie. Lei non era una ragazza particolarmente rancorosa o che amava mettersi in contrasto con gli altri. Anzi, per la verità era molto dolce, forse fin troppo, e aveva imparato sulla propria pelle cosa significasse fidarsi della persona sbagliata. Il suo personalissimo Re Frigerio era in piedi davanti a lei, ferito nell’orgoglio e furente. Non era certo una soddisfazione degna del nome ma tanto bastò per fargli capire che lei non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa facilmente. Girò su se stessa per dirigersi alla sala comune dei Corvonero dove sperava di trovare un po’ di pace, quando lui la fermò afferrandola per un braccio. Non era un presa forte ma al solo tocco Valerie si bloccò senza tuttavia voltarsi per incrociare il suo sguardo.

“Non sono mai stato tuo amico, Val. Fattene una ragione”

Ora, c’erano due cose molto chiare in quelle parole: la prima, era che stava mentendo. Se davvero non fossero mai stati amici perché l’aveva chiamata Val? La seconda cosa limpida di quella frase era quanto lui ci fosse rimasto male dalla sua reazione, così tanto da volerla ferire. Purtroppo però, come spesso accade fra ragazzi, Valerie non comprese né l’una né l’altra. I suoi occhi bruciarono e senza rispondere prese a correre su per le scale diretta al dormitorio.

Sbattendo contro alcuni studenti ignari del male che lei stava provando, Valerie riuscì a raggiungere la sua stanza e a gettarsi sul letto. Il pianto veniva soffocato dal cuscino ma i singhiozzi violenti facevano tremare il baldacchino. Avrebbe voluto che sua nonna fosse lì per consolarla, per spiegarle il motivo di tanta cattiveria. Strinse i pugni lasciando che la sofferenza sfogasse senza ostacoli e aspettando di calmarsi. Sapeva che sarebbero serviti diversi minuti ma non aveva fretta: così lasciò che i suoi occhi si svuotassero di tutte le lacrime represse nei mesi passati.

Erano trascorsi dieci mesi da quel dannatissimo giorno. Quarantadue settimane durante le quali Valerie aveva pensato e ripensato più volte a cosa fosse accaduto per trovare anche solo una piccola spiegazione su dove avesse sbagliato.

Ricordava di aver incontrato Etienne il primo giorno di scuola a Hogwarts, durante la cena di benvenuto. Non appena il Cappello Parlante aveva gridato “Corvonero!” lei era scesa dallo sgabello e si era diretta al tavolo della sua nuova casa e lì, fra i saluti e le presentazioni, aveva incrociato quegli occhi grigi. Etienne era un Serpeverde, un ragazzo più grande di lei di un anno e dal viso gentile. Valerie all’epoca non sapeva cosa volesse dire Serpeverde e non si curò delle voci nemmeno quando alcune sue amiche avevano cerato di spiegarle che in quella casa andavano solo maghi di un certo tipo. Quando chiese spiegazioni le venne solo detto che di un Serpeverde non ci si fida mai, nemmeno per scherzo.

Tuttavia, Valerie non era di certo una abituata a dar credito a dicerie tanto più che aveva vissuto sulla sua pelle cosa volesse dire essere preceduti da malelingue. Così, ignorando il consiglio delle amiche, accettò di buon grado tutto ciò che sarebbe venuto da quella amicizia, se mai sarebbe nata un’amicizia. Etienne non era uno di grandi discorsi ma di lunghe occhiate. I loro sguardi si cercavano e c’era curiosità. Valerie era ancora una bambina quando lo conobbe e lui si guardò bene dall’avvicinarla per due, lunghi, anni. Solo sguardi, nulla di più.

Poi, un giorno, Valerie era nel bagno del primo piano. La toilette era praticamente in disuso da quando si era sparsa la voce della presenza di Mirtilla e per Valerie era un ottimo luogo per portare avanti i suoi esperimenti. Tuttavia, doveva sempre stare attenta perché anche altre persone erano solite usare quel bagno e lei non voleva che qualcuno sapesse delle sue ricerche. Le era capitato di essere interrotta proprio sul più bello e di dover mettere tutto via in fretta e furia… Come quella volta in cui aveva visto la Granger assieme Weasley e Potter che preparavano una pozione Polisucco.

Ad ogni modo, Valerie si era fatta furba e davvero veloce a nascondersi e nessuno si era mai accoro che lei frequentasse quel bagno. Almeno, non fino a quel giorno. Qualcuno si era introdotto furtivamente, talmente tanto da trovarla intenta a rimestare la pozione di sua invenzione. Valerie aveva sobbalzato e per poco non aveva ribaltato il calderone e tutto il suo contenuto sul pavimento.

“Ciao!”, disse semplicemente quel ragazzo dagli occhi grigi.

“Ciao?”, fece eco Valerie. “Per poco non mi hai fatto venire un infarto e dici solo Ciao?”

Lui corrucciò la bocca, pensieroso.

“Ciao sono Etienne è meglio?”, chiese ridendo. Era un tipo decisamente strano ma simpatico e la sua risata fu subito contagiosa.

“Io sono Valerie”, disse lei mentre si ripuliva le mani dall’ultimo ingrediente che aveva usato per la pozione. Etienne si avvicinò guardingo al calderone, storcendo il naso per l’odore.

“Non ho idea di cosa tu stia cucinando, ma ha un odore orribile!”

“Hai ragione”, rispose Valerie. In effetti non era proprio invitante e decise che avrebbe dovuto lavorarci su.

“Cos’è?”, le domandò ancora nauseato dalla puzza.

“E’… non ho bene idea di come chiamarla, ancora. Però è un decotto e se tutto è andato bene dovrebbe ingrandire le cose”. Valerie parlò soppesando ogni parola e sottolineando il condizionale. Era brava con le pozioni, ma a volte le cose non erano andate esattamente come lei aveva pronosticato, perciò il condizionale era decisamente d’obbligo. Etienne era sorpreso.

“Beh, c’è solo un modo per saperlo”, disse eccitato come un bambino. Valerie annuì e prelevò qualche goccia.

“Ma su cosa la proviamo?”, chiese la ragazza che solo in quel momento si rese conto che non aveva pensato di portare un oggetto con sé. Etienne si guardò in giro e poi si frugò nelle tasche, finché non apparve un sorriso di successo sul suo volto. Con fare trionfante tirò fuori la sua piuma per scrivere.

“Proviamo con questa”, le disse porgendole l’oggetto. Era perfetto.

Valerie appoggiò la piuma per terra e fece gocciolare il decotto. In pochi istanti l’estremità iniziò a pulsare allargandosi e rimpicciolendosi a ritmo sempre più frenetico. Valerie cominciò ad indietreggiare e con lei anche Etienne. Si trovarono con le spalle al muro mentre la piuma, con un sonoro crack si fece decisamente molto più grande di quel che era. Davanti agli occhi stupiti dei due ragazzi, la piuma di Etienne era divenuta lunga un paio di metri. Valerie aveva un sorriso stampato sul volto: aveva funzionato! Forse troppo… ma era questione di capirne il corretto dosaggio, nulla di importante. La cosa davvero interessante era che aveva funzionato!

Anche Etienne era stupito e, a differenza della ragazza riuscì a sillabare qualcosa.

HTML Editor - Full Version

“È incredibile!”

Valerie era soddisfatta del suo decotto, così come lo era di aver conosciuto Etienne, e mai avrebbe pensato che quel ragazzo simpatico e dagli occhi grigi la potesse usare. Ma la vita è piena di sorprese e il suo personalissimo Re Frigerio sarebbe stata una di quelle

 

Note: come promt obbligatorio personale avevo il decotto dilatante

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Barbara Baumgarten