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Autore: ailinon    26/03/2016    1 recensioni
Una gita in Grecia, è per un ragazzo italiano, la scoperta dell'età adulta e dell'incontro con la vera metà della sua anima.
Platone l'avrebbe definito Amore.
Il racconto è ispirato dalle canzoni e dalla figura del cantante greco Pantelis Pantelidis, morto prematuramente in un incidente d'auto; e dal coraggio del popolo greco, che ha continuato a invocare democrazia anche mentre l'unione europea li schiacciava sotto una dittatura fatta di tagli e tasse.
E' un mio segno di ammirazione per il popolo greco, orgoglioso e fiero, e per la sua splendida, millenaria, storia.
L'altra figura che mi ha ispirato è il coraggio rivoluzionario e l'onestà del giovane politico greco Alexis Tsipras, che ha tentato di combattere da solo (e con Syriza) per tutta la sua Grecia, contro un'Europa ottusamente gretta e inumana.
Un sentito abbraccio e un ringraziamento al gruppo di twitter che segue Tsipras e mi ha aiutato e consigliato: #greeceagapi Le Tsipreriane. GRAZIE!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 7 - EPILOGO

Atene lo riaccolse con l'abbraccio democratico di una folla arrabbiata che occupava le vie centrali della capitale. La polizia, schierata in modalità antisommossa, tentava di tenerla a bada e ben lontana dalle sedi del potere.

Il tassista greco aveva cercato di spiegargli qualcosa mentre lo abbandonava vicino a piazza Syntagma invece che all'indirizzo richiesto, solo che Alex certo non si era aspettato nulla di simile.

Tutte le arterie che portavano al cuore di Atene, di fronte al Voulì1, erano occupate da una lunga scia di manifestanti che sfilavano per le vie con cartelloni, bandiere e grida di protesta.

In poco tempo Alex si trovò costretto a seguire la folla nel tentativo di raggiungere una metropolitana aperta.

Accanto a lui trotterellava un grosso cane meticcio dal pelo dorato, uno dei tanti randagi di Atene, che sembrava sapere bene dove andare per raggiungere Syntagma, e che in qualche modo si trovò a fargli da guida.

Fu il cane a dare l'allarme quando la polizia sparò i primi lacrimogeni tra la folla. Abbaiando come un forsennato, si lanciò contro i MAS2 come fosse un vero Black-block, mentre l'italiano, colto alla sprovvista, tentava di coprirsi la bocca con un lembo della maglietta che indossava, correndo via spintonato dalla folla.

In mezzo al fumo acre, la polizia caricò i manifestanti di qualche sindacato greco, roteando i manganelli senza preoccuparsi delle ferite che poteva infliggere.

Tra la calca della gente che fuggiva, si udivano urla e grida. Suoni di colpi e imprecazioni. Scoppi di bombe molotov e migliaia di piedi che scappavano per ogni dove. Sembrava un inferno coperto di fumo pungente che bruciava gli occhi e irritava i polmoni.

Avanzando a tentoni tra il fumo e le lacrime, Alex si trovò davanti un poliziotto che stava per colpire un uomo caduto a terra. Agì più d'impulso che consciamente. «Stop! Stop! It 'a tourist! » mentì spudoratamente, intromettendosi tra l'agente di polizia e il manifestante.

Dietro l'elmo, il militare non fermò il manganello, colpendo lui al suo posto.

Lo ferì alla testa e alle braccia, e continuò a colpire anche mentre Alex crollava sulle ginocchia, praticamente addosso all'uomo che avrebbe dovuto salvare. «Sono italiano!» urlò il ragazzo, coprendosi la testa con le mani, mentre il poliziotto continuava a colpirlo più e più volte, con furia.

Fu il bizzarro cane greco che gli aveva fatto da guida a salvare entrambi: come un angelo vendicatore, balzò davanti al poliziotto e tentò di morderlo alla gamba scoperta dallo scudo.

Doveva essere una vecchia conoscenza del poliziotto che tentò di percuoterlo col manganello: «Fyge, skylaki! 3» poi, spaventato dai ringhi rabbiosi dell'animale, indietreggiò, desistendo.

Tossendo, Alex si rivolse all'uomo steso sotto di lui: «State bene?»

Il greco alzò la testa, scioccato: «Alexandros!»

LUI!

L'italiano incredulo, lo strinse forte e pensò che il destino fosse stato benevolo con loro. Lo pensò prima di perdere i sensi. La fronte coperta di sangue copioso.

***

Il buio fu un tempo interminabile, ma quando dischiuse gli occhi, capì che qualcuno lo stava tenendo tra le braccia.

Quando gli detersero gli occhi infiammati per i lacrimogeni, vide che un uomo sconosciuto gli stava bendando la fronte.

Il volontario medico discusse animatamente in greco con Lui: «Tha stathei kala? 4»

«Tha einai, melaniasmeno gia ligo alla h pligh einai mia xana. Tha prepei na paei kala, Pantelis.5»

Lui tirò un sospirò di sollievo e ringraziò l'altro manifestante con un cenno del capo. Lo sconosciuto si alzò e si diresse prontamente verso un altro ferito.

«Agape mou6...» lo invocò Alex, mentre stavano seduti in un angolino della piazza di Atene, travolta dai tumulti.

Il suo uomo greco sbuffò esasperato: «Tha mou kaneis pethaino xilies fores, psychi mou, ean synexisete na, Emfanizontai kai na exafanizontai etsi!7»

Doveva essere il suo modo per punirlo per la sua lontananza, perchè Alex rise malgrado la testa malconcia.

Era stretto tra le sue braccia, ora sarebbe andato tutto bene, pensò, lasciandosi cullare dal calore e dall'odore della sua pelle.

Lui, Pantelis, lo tenne stretto al suo petto: «4 xronia, tha mou kaneis pethaino8....» ripeté fissando la piazza che sembrava svuotarsi. I poliziotti si ricompattavano prima di un nuovo assalto. La calma prima di una nuova tempesta.

Solo dopo un lungo momento di silenzio, il greco osò domandare: «Eiste piso gia na meinei?9»

Alex sorrise fissando il cielo azzurro di Atene, oltre i gas lacrimogeni che si diradavano: «Pou alloi tha mporousa ma pao? Eimai sto spiti.10»

***

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI

Un grazie sentito alle ragazze di twitter che seguono Tsipras e i fatti greci, e che per prime hanno osato leggere le mie porcherie!

Inoltre un immenso grazie per la pazienza di Alexia che ha tradotto in greco i miei dialoghi deliranti.

Grazie ancora ragazze! N.d.a

1Voulì è il termine greco per definire il palazzo del parlamento che si affaccia su piazza Syntagma, cuore di Atene.

2MAS è la sigla per indicare la temibile polizia antisommossa greca.

3Vattene cagnaccio pulcioso! In greco. N.d.a. Il cane randagio citato qui, è esistito veramente e volevo ricordarlo in questa piccola storia. Si chiamava Loukanikos, in italiano Salsiccia, ed era l'angelo protettore dei manifestanti ateniesi. Come un vero black block, aggrediva solo i poliziotti che caricavano la gente che manifestava contro la Troika.

4 Starà bene? In greco. N.d.a.

5 Sarà pieno di lividi per un po', ma la ferita ha spurgato il sangue. Dovrebbe andare tutto bene, Pantelis. In greco. N.d.a.

6 Amore mio. In greco. N.d.a.

7 Mi farai morire mille volte, anima mia, se continui ad apparire e sparire così! In greco. N.d.a.

8Quattro anni. Mi farai morire. In greco. N.d.a.

9 Sei tornato, per restare? In greco. N.d.a.

10 Dove altro potrei andare? Sono a casa. In greco. N.d.a.

 
   
 
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