Fanfic su artisti musicali > Shakira
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Autore: Xenaecallisto    27/03/2016    1 recensioni
Plutarco è un giovane ragazzo che entrando in un stato comatoso si troverà a confrontarsi con creature magiche e mistiche
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Mpreg, Tematiche delicate
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~Apro gli occhi e dinanzi mi ritrovo una vista spettacolare pregna di bellezza, il mio sguardo cade subito su di un albero non so perchè ma mi ha subito affascinato sarà per il verso che prendono i suoi rami, hanno una diramazione particolare non nè avevo mai vista uno cosi prima d'ora.

Mentre ero incantato dalla vista di quell albero sento questa voce che mi scuote l'animo, improvvisamente inizio a provare inquietudine, paura e ansia; mi avvicino al lago mi lavo il viso è cerco di fare mente locale, cerco di capire cosa possa essere successo. Preso dal panico inizio ad urlare nella vana speranza di farmi sentire.
< Dottore mi sente? la prego mi aiuti, non so dove sono e ho tanta paura. Dottore>.
A nulla servirono le mie urla era come se vi fosse qualcosa che mi dividesse dal mondo reale, più passavano i minuti e più entravo in uno stato di confusione e paura perchè non sapevo dov'ero. Provai e riprovai
.
Urlai finchè non mi resi conto che le mie urla e i miei tentativi di farmi sentire erano vani. Mi sedetti sotto un salice mi rannicchiai sotto di essi e iniziai a piangere volevo uscire dal quel posto non mi rassicurava, anzi, mi faceva paura mi trasmetteva ansia come se vi fosse qualcosa che non andasse.
Piansi cosi tanto da addormentarmi. Una dolce sinfonia mi svegliò era un qualcosa di paradisiaco, cosi bello da superare anche il canto di una sirena. Decisi di farmi coraggio è di vedere quella musica da dove provenisse, mi dava un senso di pace e tranquillità mi sentivo al sicuro come un neonato tra le braccia della madre.
Dopo pochi passi mi trovai dinanzi un viottolo delimitato da alberi di quercia e betulla, v'era un vento cosi forte da scuotere gli alberi e alzare le foglie che si trovavano sul suolo, in cuor mio ero timorato dal quel viottolo, ma quella musica mi diede il coraggio necessario per attraversarlo. Tra gli alberi strani rumori si apprestavano ad avvicinarsi il mio cuore batteva sempre più forte sentivo dei passi che intimorivano il mio animo, di punto in bianco dopo aver preso un bel respiro decisi di correre nel tentativo di sfuggire a quella qualunque cosa mi stesse seguendo.
Correndo mi accorgo che il viottolo va man mano stringendosi, la mia angustia era quella di non riuscire ad uscire da quel viottolo, pregno di adrenalina compio un grande salto che mi porta fuori dal viottolo, e nel preciso momento in cui si chiude intravedo due figure, non riesco bene a delinearle ma so che mi creavano uno stato d'ansia cosi forte che il cuore quasi non mi reggeva.
Mi siedo per respirare e prendere un poco di fiato e mentre sono seduto la mia mente vaga i miei pensieri sono dei più disparati; pensavo a come potevo uscire da quel posto, chi erano quelle due figure che mi seguivano? È perchè seguivano proprio me?
Queste domande mi angosciavano mi attanagliavano, logoravano la mia anima. Di soppiato sento una mano che si poggia sulla mia spalla, una mano dolce e candita morbida come la seta e delicata come il vento. Il mio primo istinto è quello di girarmi per vedere il volto della persona che mi toccava; mai più giusta fu la decisione di girarmi.
Una visione quasi angelica si manifestò dinanzi a me, circondata di luce eterea e pura emanava un lieve calore, dinanzi ad essa non potei fare altro che restare incantanto. I capelli biondi e ricci le coprivano il seno e le avvolgevano la sottile vita, una veste lunga che lasciava spazio alle più disparate immaginazioni di color bianco con un cinturone color oro che le fasciava il punto vita e mostrava tutto il suo fisico cosi bello e filiforme.
Un viso che emanava sincerità, cordialità e amore il tutto imprezziosito dai suoi grandi occhi a forma di cerbiatta, le sue labbra sembravan vellutate e la sua pelle candida come la primavera.
<È tu straniero qual e il tuo nome?>.
Disse portando una mano verso di me per farmi alzare.
risposi con voce tremante e impaurita da cotanta bellezza e gentilezza, il suoi occhi si spalancarono parea quasi che volesse avvisarmi di qualche pericolo.
senza esitare presi la sua mano è un fascio di nube ci avvolse, fu un fascio cosi forte che i miei occhi non riuscirono a restare aperti.
.
   
 
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