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Autore: SerenitaDolce95    27/03/2016    1 recensioni
Vi dico immediatamente che non ci penso neanche a riportare la collana alla negoziante di quella bigiotteria. Questa collana è il solo ricordo che ho di Ottaviano e non mi separerei da lei per niente al mondo. Sapete cosa faccio? Io scapperò via da questo posto schifoso. Tornerò nell’Antica Roma costi quel che costi. Domani non riporterò indietro nessuna collana. Se mia madre non intende chiarire quello che deve chiarire con Cesare vuol dire che ci penserò io a parlare a Cesare. Metterò a rischio la mia vita; ma se devo morire, non morirò fino a quando, non avrò chiarito questa storia.
Devo riprendermi quello che è mio. Devo riconquistare anche la fiducia di Ottaviano in me e rimettere a posto la nostra storia. L’unico problema è che mi serve un piano strategico per uscire fuori di casa. Non posso aspettare domani mattina. Domani mattina potrebbe essere troppo tardi. Eppure, questa non sarebbe la prima volta che evado di casa in piena notte. La cosa si ripete a quanto pare. Lo capisco che è un metodo del tutto incivile uscire di casa senza dirlo ai genitori, ma devo farlo. Non ho intenzione di arrendermi. Ho deciso: questa notte evado. Adesso mi metto
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Undici

 

 

Per la maggior parte del tempo che passai alle terme, avevo tenuto nella testa l'immagine della mano di Ottaviano che portava l'anello al dito. Non sapevo che cosa pensare e quindi, mi ero limitata a pensare che fosse stato messo solo come accessorio, visto che i ragazzi del mio tempo indossavano anelli come moda. Che cavolo! Possibile che anche nell'Antica Roma c'era una moda così tanto stupida? A me sembravo fuori desta, questi maschi che portavano anelli senza alcun motivo e diamine, ma avevano tutti la fretta di sposarsi? Visto che si divertivano ad apparire come degli uomini già belli che sistemati? Beh, io non sapevo se mi sarei mai sposata e tanto meno, non sapevo se sarebbe capitato con Ottaviano.

Sognavo a tutti costi, che fosse lui a portarmi all'altare un giorno, ma dovevo arrendermi all'evidenza, che questo sarebbe rimasto uno dei miei sogni che non si sarebbero mai realizzati. Temevo che l'amore che Ottaviano mi dimostrava ogni giorno, non fosse un sentimento vero, ma del tutto finto. Eppure, se davvero non provava niente per me, come mai aveva fatto l'amore con me? No, doveva provare un sentimento forte per me, se aveva fatto tutto questo e in così poco tempo. Il pomeriggio alle terme si era fatto del tutto interessante. Eravamo finiti in una specie di bagno a vapore e come non detto, Ottaviano sembrava bello rilassato mentre io, non ero ancora riuscita a levarmi l'anello nel dito, dalla testa. Avevo come una foto salvata nella Micro SD, che non riuscivo a cancellare dalla memoria. Mi ero accorta che Ottaviano mi guardava con una faccia alquanto furbetta, come se pensasse a qualche cosa che lo aveva divertito.

« Ottaviano, sei sicuro di sentirti bene? Vuoi un medico? » domandai, guardandolo negli occhi.

« Tranquilla, non mi serve un medico. Stavo solo pensando di fare una cosa folle con te, in questo momento, ma forse ti sentiresti in imbarazzo, se te la proponessi... » terminò lui, abassando lo sguardo verso il pavimento.

« E che vorresti fare tanto da imbarazzarmi, oltre che aspettare che ci chiamino? » avevo domandato.

Lui si era avvicinato a me e dato che avevamo solo una specie di straccio per coprirci le parti più intime, mi diede un bacio in bocca e dopo, mi ero accorta che voleva strapparmi il panno. Ora avevo capito, quale fosse la proposta di Ottaviano tanto imbarazzante: voleva solo fare l'amore con me dentro quella specie di bagno al vapore. Alla fine, avevo ceduto alla sua proposta, ma mi sentivo un po' imbarazzata. Con tutti i posti che c'erano per fare l'amore ditemi perché aveva pensato proprio di farla in un bagno al vapore. Era proprio pazzo, ma nonostante tutto, amavo quel suo pizzico di pazzia e follia. Pensavo che fosse una cosa che lo rendeva semplicemente meraviglioso.

Cosa avrebbe pensato Giulio Cesare, se ci avesse scoperti mentre facevamo una cosa del genere? Era già tanto che non avesse scoperto che avevamo fatto l'amore sul suo letto se no, non avrebbe mai più rimesso piede nel suo palazzo. Ottaviano si era messo a mordicchiare i miei capezzoli, ma proprio in quel preciso istante, si era staccato perché aveva sentito dei passi in lontananza. Infatti, dopo un minuto, un uomo molto muscoloso ci aveva chiamati per dirci che dovevamo uscire.

Per fortuna, ero riuscita a coprirmi gli organi sessuali prima del suo arrivo e anche Ottaviano si era salvato da una tremenda figuraccia. Non appena ci trovammo fuori dalle terme, mi ero resa conto che avevo dimenticato la terribile mattinata che avevo passato. Mi sentivo leggere, pulita e sopratutto, profumata. Domani mattina mi sarei truccata e poi, sarei venuta di nuovo quì, per assistere al matrimonio tanto atteso, ma sopratutto, sarebbe stata la mia occasione per conoscere meglio Cesare perchè dovevo ammettere che avevo un po' paura solamente a guardarlo in faccia. Il suo viso metteva proprio terrore mentre a suo contrario, Ottaviano aveva un viso simpatico.

« Scusami... non sono riuscito a soddisfarti questa volta! » mi disse, un po' rattristato.

« C'era poco tempo... non preoccuparti! » avevo risposto.

« Ricordati il matrimonio di domani, amore... » mi disse, dandomi un bacio come saluto.

« Certo, ci vediamo domani mattina... chissà quanto saranno belli, Ottavia e Cornelio! » dissi.

« Ci vediamo domani allora, davanti al palazzo... ti aspetterò! » disse lui.

Lo avevo salutato e stavo per tornare ancora una volta a casa. Ripensavo alla proposta di Ottaviano di fare certe cose dentro il bagno vapore e pensandoci, avevo iniziato a ridere tanto da sembrare una con dei problemi gravi, non appena mi ritrovai tra la gente del mio tempo. Dalle mie parti bastava un minimo sbaglio, per essere presi subito per dei soggetti problematici e pensare, che un tempo le cose erano molto diverse, ma sopratutto, le persone erano più gentili e educate mentre oggi, non c'era più un minimo di buona educazione. Pensai che in Italia, ci voleva sul serio uno come Giulio Cesare a comandare invece che altri soggetti che non erano capaci, ma che si trovavano ad essere in qualche modo, padroni della nazione. Solo a pensarci, mi ero resa conto di quanto potevo essere fortunata ad aver trovato Ottaviano.

Un giorno non lontano, lascierò la gente dei miei giorni per restare con lui fino al giorno della mia morte e forse, ci saremo incontrati nel mondo dei cieli perché sono sicura, che il nostro amore sarebbe durato anche dopo la morte e se davvero c'era qualcosa dopo il sonno eterno, allora, non ci saremo divisi neanche dopo che le nostre anime avessero lasciato i nostri corpi. Non appena sarei arivata a casa, avrei provato a spiegare la mia attuale situazione a mia madre anche se, non sarebbe stata una cosa facile da fare. Sapevo che dopo la nostra discussione, mia madre era rimasta molto delusa dal mio comportamento, ma cosa potevo fare, se finalmente avevo trovato un giovane che mi amava per quella che sono? Non era colpa mia, se mi ero innamorata di lui e poi, non avrei mai potuto prevedere che mi sarei innamorata in un modo precipitoso, del figlio di Giulio Cesare.

Quando arrivai a casa, trovai mia madre seduta sul divano che sembrava presa nel pensare qualcosa che la tormentava. Poteva avere tutti i pensieri del mondo, dato che aveva appena scoperto che la sua figlioletta aveva una relazione con Ottaviano. Non sapevo che cosa le passasse nella mente, visto che la sua faccia aveva un'aria molto irritata. Avevo iniziato a pensare che mia madre stesse tramando qualcosa, che io non avevo ancora scoperto.

Quanto avrei voluto leggerle nel pensiero, per sapere che pesci voleva pigliare. Pensandoci bene, durante il nostro litigio aveva guardato la collana con una faccia poco amichevole e adesso, si trovava seduta sul divano a pensare a quale sciocchezza avrebbe dovuto commettere in futuro. Avevo paura che sarebbe andata a causare dei danni, a gli antichi romani. Guai a lei! Non avrebbe dovuto provare neanche ad alzare le mani su i miei amici e tanto meno, fare del male a Cesare o a Ottaviano. Loro erano troppo importanti per me e nessuno avrebbe dovuto fare del male.

Cesare però, avevo ancora bisogno di conoscerlo un po' meglio, dato che sapevo ben poco di lui. Insomma, ero a conoscenza di ciò che mi aveva riferito Ottaviano, riguardo a suo padre e mi aveva detto delle belle cose. Mia madre però, aveva iniziato a farmi preoccupare. Avrei voluto farle capire, quanto avevo bisogno di stare vicina a Ottaviano e da quanto tempo, avevo desiderato stare con un ragazzo tutto mio, visto che prima di lui non avevo mai avuto nessun altro. Forse, se quel giorno non avrei trovato la collana in quel negozio, oggi non avrei potuto incontrare l'amore della mia vita e poteva sembrare al quanto strano, che il mio principe azzurro non era altro che un antico romano. Comprendevo come mai, non era mai funzionato con nessun altro; non avevo mai avuto bisogno di altri ragazzi perché il mio unico orgoglio di vita era Ottaviano. Era per lui che ero stata mandata in questa terra. Ora mai, avevo imparato la lezione e per una volta, avevo capito che non era male aspettare qualcosa di magico. Avevo iniziato a fare domande a mia madre perché volevo sapere cosa non le andava bene.

« Madre, a cosa stai pensando? » le domandai, osservandola dritta negli occhi.

« Cose che a te, non interessano! » mi rispose lei, abbasando lo sguardo verso le gambe incrociate

« Non starai tramando qualcosa, vero? » continuai io, senza alcuna soddisfazione.

« Cosa dovrei tramare, scusa? » mi rispose lei, con una voce inferocita.

« Scusami, se mi sono intromessa nella tua vita... » conclusi, andando nella mia camera da letto.

Due minuti dopo, mi trovavo sdraiata nel mio letto a pancia all'aria, immaginando di avere Ottaviano nudo sdraiato sopra di me. Non immaginava che cosa desideravo fargli in quel momento, ma non potevo perché vivevo in una città lontana di anni in luce da quella in cui stava lui. Ripensai alla follia che stavamo per fare nel bagno a vapore e anche, alla nostra notte che avevamo passato insieme.

Era stata una notte che non avrei mai dimenticato; la cosa meravigliosa, era che Ottaviano fosse riuscito a sapere che immaginavo di fare l'amore nel palazzo di Cesare, la prima volta. Sembrava quasi, che mi avesse letto nei pensieri. Quanto era bello, essere innamorati di qualcuno che si sarebbe sempre sbattuto per te perché sapevo fin dal primo momento, che lui non mi avrebbe mai lasciata nei momenti difficili e avrebbe affrontato il tutto per tutto, pur di restare al mio fianco anche un domani. Eh sì! Gli uomini antichi sembravano molto meglio, di certi uomini del mio tempo, quante volte avevo pensato una cosa del genere.

Quella sera, andai a mangiare una pizza con mia madre, in un posto vicino a casa nostra nonostante, non avessi alcuna intenzione a mangiare troppo, visto che domani mi sarei abuffata come un ippopotamo. Era la prima volta, che avrei partecipato ad un matrimonio all'antica e fino adesso, avevo pensato di non avere alcuna possibilità di partecipare ad un simile evento. Chissà, sarebbe stata anche la volta buona che Ottaviano mi avrebbe chiesta in moglie, davanti a gli occhi di suo padre? Ancora non capivo perché aveva indossato quello strano anello al dito. Non mi era parso, un anello adatto ad uomo, ma ero sicura che fosse di una donna. Avevo ordinato una pizza margherita perché non volevo esagerare dato che domani, avrei mangiato di tutto. Mia madre non aveva molta voglia di parlare, visto che non aprì bocca fino a quando, non ci portarono le bevande.

« Elena, mi posso fidare di questo Ottaviano? Dio mio, lo hai conosciuto meno di una settimana e... ci sei già andata a letto? » mi chiese, incrociando le mani.

« Madre, la mia amica Claudia è andata a letto con Bruto lo stesso giorno in cui lo ha incontrato la prima volta e adesso, stanno lavorando per avere un figlio! » commentai io, credendomi una grande eroina.

« Cosa me ne frega di Claudia, a me interessa cosa fai tu. Non è bello per me, sapere che sei andata a letto con uno che non conosci da almeno un mese... » si lamentò mia madre.

« Nell'Antica Roma le cose sono diverse, rispetto alla gente dei miei giorni! » continuai io, iniziando a perdere la pazienza.

« Mi sorprende che tu possa aver fatto una cosa del genere, con il figlio di Giulio Cesare che tra l'altro, suo padre non è mai stato un santo. Ti rendi conto che cosa rischiavi, se Cesare ti avesse scoperta? » continuò mia madre, iniziando ad essere agitata.

« Infatti mi ha scoperta... domani mattina andrò al matrimonio di sua figlia Ottavia e avrò l'occasione di conoscerlo meglio. Madre, a te piacerebbe se Ottaviano mi chiedesse la mano? » avevo domandato, con un minimo di serietà.

« Non posso rispondere, a questa domanda! » commentò lei.

Finalmente era arrivata la pizza, ma avevo sempre un scarso appetito. Immaginai il pranzo che mi sarebbe toccato domani, dopo la cerimonia matrimoniale. Sembrava come se fosse il giorno del mio matrimonio, ma dovevo ammetterlo, domani non ero io che avrei dovuto andare a nozze e per ora, meno male c'era ancora molto tempo, prima di arrivare a sposarmi con qualcuno, ma forse, anche poco tempo perché Cesare mi aveva dato la sensazione di uno che non riusciva più a sopportare il peso che portava da molto tempo, sulle sue spalle.

Per una volta, provai a non pensare a Cesare e nemmeno a gli altri antichi romani, ma iniziai a concentrarmi solo sulla pizza, desiderando di terminare la cena al più presto e andare a casa, per coricarmi a letto e leggere qualche pagina di un libro. Mia madre aveva preso una pizza che aveva la rucola, a me non era mai piaciuta la rucola perché la trovavo amara e io non ero mai stata fatta, per le cose amare. La cosa che mi dava soddisfazione, era che domani avrei mangiato sdraiata e sopratutto, con le mani. Mia madre avrebbe dovuto partecipare ad un pranzo da quelle parti così, avrebbe imparato a lamentarsi di meno riguardo al modo di mangiare; non penso che dopo aver mangiato con gli antichi romani avrebbe ancora trovato il coraggio di lamentarsi, se facevo delle macchie sulla tovaglia di casa. Come avevo detto, ecco che ero tornata a pensare ai miei amici dell'Antica Roma. Avevo capito che mi ero innamorata della città e che era il posto dove avrei voluto vivere per il resto della mia vita, ma sempre, al fianco del mio amatissimo Ottaviano.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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