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Autore: MarcoBacchella    27/03/2016    1 recensioni
Ci troviamo nella metropoli meneghina, dove Marco Bacchella, studente di filosofia, ha un lavoretto come stagista schiavo in un giornaletto per studenti: questo lo porterà dentro la mafia indonesiana e negozi bio, a seguire piste su dei sandali di Stalin e su gatti scomparsi nel nulla.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Colpa degli zingheri"

Una volta abbandonata la sede di quei giovani che amavano in oltrequalmodo la politica, vagai per diverso tempo tentando di collegare i puntini. 
Cosa avrebbe fatto la Fletcher? Perché la gente voleva quei sandali? Perché era sempre in giro quando c'era un omicidio? Erano davvero così importanti? Aveva veramente dei poteri magici? I sandali avevano dei poteri magici? Se faccio un'altra domanda retorica posso somigliare a D'Annunzio?

Mi decisi e andai in un internet cafè per fare la cosa più stupida che si potesse fare. Googlare "sandali di Stalin"
Christopher nel frattempo si era dissolto nel nulla, dicendo che doveva informarsi meglio sui poteri magici della signora in giallo.  

Le prime cose che uscirono furono gli account di instagram e twitter del centro sociale con le foto dei vari altarini che avevano fatto per le calzature. Modello "missionario" marroni, usurate dalle maratone in manifestazione. Poi, una foto in bianco e nero di un omone baffuto in riviera romagnola, con maglia a righe orizzontali e sandali in mano. Mica che si riempivan di sabbia.
Di colpo, vibra qualcosa. Tony. 

"Torna". Imperativo categorico. Saltai sul primo bus per la redazione. Davanti al grigio palazzone c'era Tony, camicia sudata neanche fosse la maglia della salute di un ciccione al primo giorno di Crossfit.  Io avevo una camicia, un maglione, un cappotto, una sciarpa..
In mano aveva una mail grossolanamente stampata, con ancora le varie tabs di Mozilla aperte. Aveva dei vari interessi, il signor Tony. L'account twitter di Trump e diversi siti relativi alla "supremazia razziale" aperti. Dovetti ripetermi più e più volte che non era il tempo per discuterne. Lessi giusto la mail cercando i dati fondamentali. Dovevo inventarmi una supercazzola per giustificare l'articolo. O meglio. Inventare un articolo. 
Le parole di Christopher risuonavano insieme a tutte le altre parole che mi avevano sempre detto. 
"O fai così, o non abbiamo soldi per pagarti lo stipendio"
"È eticamente scorretto"
"Non te ne devi fregare delle "minoranze""
"E a te sta bene questo?"

Dovetti impegnarmi, per la prima volta, a dare la colpa a qualcuno. In quei cubicoli, più grigi del solito, ho scritto quello che mi ero ripromesso di non scrivere mai. È stata colpa del centro sociale che non li ha curati. La colpa, per colpa mia, è della stessa vittima. Passarono giorni in cui io non mi interessai più della faccenda. Giorni in cui su internet trapelarono le informazioni più disparate sulla faccenda, da un reportage di una "mutazione" dovuta ai sandali a un servizio di "dalla vostra parte" che diede la colpa in ogni caso agli "zingheri".




  
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