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Autore: Newtcarstairs    27/03/2016    1 recensioni
[Storia scritta a quattro mani || ChrisEvans x Nuovo Personaggio - Sebastian Stan x Nuovo Personaggio. ]
Quando aprii la porta mi trovai davanti due facce sconosciute ed estremamente belle. Entrambi mi fissavano curiosi, come se si fossero accorti solo in quel momento che davanti a loro c'era una porta e dietro, un appartamento. Il pianerottolo era totalmente ingombro di scatoloni, alcuni più piccoli, altri grandi come me, quasi. [...]
«In ogni caso» disse di nuovo il primo, e pure la voce non era male. «Io sono Chris.»
«Io invece sono Sebastian» disse il secondo completando la frase. «Ci siamo appena trasferiti qui, come puoi vedere da questo casino.» [...]
Non appena chiusi la porta dietro di me, poggiai il gatto a terra e svelta raggiunsi Jani seduta sul divano.
«Okay, ti sei appena persa l'incontro con i due ragazzi più fighi di questo mondo!» [...]
Ci sono ancora degli scatoloni fuori dalla portineria segno che i nuovi vicini, fighi, come dice Gary stanno ancora finendo di traslocare. [...]
- Tutto okay Jani ? - sento una mano sulla mia schiena.
- No, ho appena fatto una brutta figura con uno dei nuovi vicini " fighi " - dico facendo le virgolette con le dita - Voglio sotterrarmi. -
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3

 POV JANIRA.
- Magari ti porta a cena in un bel ristorante, tipo quelli che si possono permettere i ricconi. -  Vedo Gary bere il suo frappuccino, la guardo  con uno sguardo truce 
e torno a guardare i vari vestiti davanti a me.
- Prova a chiedere se suo padre è un milionario o se la sua famiglia è piena di soldi. - 
Guardo la mia migliore amica negli occhi, alza le mani. 
- Ei sto scherzando ! - si scusa. 
Scrollo la testa e continuo a cercare qualcosa di carino, fino a quando non trovo un vestito blu cobalto con scollo quadrato, maniche semi corte e che mi arriva sopra il ginocchio. 
- Va in tinta con gli occhi di Seb - Gary inclina la bocca in un sorrisetto malandrino. 
Passo le mani sul tessuto semi ruvido - E' meraviglioso. - sorrido guardandomi allo specchio.
- Si, fin troppo. Su andiamo a pagare ! - vedo Gary alzarsi dal puffo e prendere tutta la sua roba. 
Io la seguo subito dopo essermi cambiata, pago e usciamo dirigendoci verso casa. 
-Tu e Chris quando uscirete insieme ? - chiedo alla mia migliore amica stringendogli un braccio. 
Gary si gira di scatto - Come scusa ? Perché io e Chris dovremo uscire insieme  ? - 
Per poco non gli scoppio a ridere in faccia. 
- Non so, perché forse tutte e due avete una piccola cotta per entrambi ? - 
Sorrido a Gary mentre mi giro verso di lei e cammino all'indietro. 
- Ma smettila ! - esulta lanciandomi il bicchiere vuoto di Starbucks. 
- Smettila tu ! Mi hai combinato un casino con questa storia di  Seb, lo sai ? 
ma ti voglio ugualmente bene. - gli do una piccola spinta. 
- Jani piantala ! E poi Seb mi ha solo chiesto se eri single è lui che dopo ti ha chiesto di uscire. - mi fa un piccolo sorriso.
L'abbraccio stretta a me così, di punto in bianco. 
- Tutto questo affetto a cosa è dovuto ?  Dio ! ti preferivo qualche giorno fa, quando 
Sebastian non ti ha chiesto nulla. - 




Non mi sento bene. Ho lo stomaco sotto sopra, brividi di freddo e mi sento le gambe come gomma. 
Faccio avanti e indietro davanti alla porta di casa, Sebastian si è offerto di passarmi a prendermi lui.
- Ma la vuoi finire ? Fra poco hai fatto il giro del mondo ! C'è Red che non ti sopporta più. - Gary è seduta sul divano a leggere un vecchio libro, mi fissa da dietro i suoi 
piccoli occhiali da lettura. 
- E se va tutto male ? E se inciampo e casco ? Oddio e se faccio una grande figura di merda ? - 
Mi siedo accanto alla mia migliore amica, mi porto le mani al viso e chiudo gli occhi. 
Sento una mano sulla mia spalla, alzo il viso e trovo Gary a guardarmi.
- Smettila di farti mille paranoie, andrà tutto perfetto. - 
La fisso per qualche secondo fino a quando sentiamo il campanello suonare, eccolo. 
Mi alzo di scatto, prendo la borsa e mi avvicino alla porta. 
- Buona serata tesoro, divertiti. Ti voglio bene. - Gary mi manda un bacio, io le faccio l'occhiolino.

Apro la porta e Sebastian è davanti a me. 
Ha una giacca nera, una maglia grigia e scarpe e jeans neri. E' meraviglioso. 
Appena mi vede mi fa un piccolo sorriso.
Esco chiudendo la porta, scendiamo le scale e chiamiamo un taxi.
-  Fa freddo, vero ? - smetto di guardare fuori dal finestrino e guardo Sebastian,  mi stringo nel mio  giubbetto di pelle. 
- Non troppo. - sorride e torna a guardare fuori dal finestrino. 
Lo fisso per qualche secondo,  cerco di  memorizzare ogni singola cosa del suo viso, dai capelli che gli ricadono sul viso alle vene nel collo, che io trovo tremendamente sexy.
- Grazie per l'altro giorno, se non c'eri tu mi sarei ritrovata con il raffreddore. - 
gli faccio un piccolo sorriso, lui ricambia impacciato e guardandosi i piedi. 
- L'ho fatto, perché mi sentivo in dovere di farlo. Poi, non avrei mai lasciato una 
splendida ragazza come te a prendere freddo. - 
Chino lo sguardo, non sono più abituata ai complimenti. 
Scendiamo dal taxi e cominciamo a camminare. 
Il posto è un piccolo ristorante italiano, amo il cibo italiano specialmente le lasagne. 
Insomma, chi non ama le lasagne non è degno di questo pianeta. 
Appena entriamo, un cameriere con dei buffi baffi ci accoglie. 
- Stan per due. - dice Sebastian con tanta naturalezza, chissà lui è abituato a venire in questi genere di posti. 
Il cameriere controlla due, tre volte le pagina e alla fine ci guarda. 
- Mi dispiace, ma qui non c'è nessuna prenotazione a questo nome. - 
Vedo Sebastian sgranare gli occhi e passarsi una mano fra i capelli, si sposta in avanti per vedere bene il libro delle prenotazioni. 
- Ma è impossibile, ho chiamato io stesso ieri pomeriggio. - 
Vedo negli occhi di Sebastian un guizzo di  demoralizzazione, mi si stringe il cuore 
a vederlo così. 
Lo sento insistere con il cameriere, nei modi più gentili possibi.  
Mi avvicino a lui, allaccio la mani al suo braccio e gli faccio un sorriso. 
- Sebastian, non c'è nessun problema. - lui mi guarda un'attimo e poi china lo sguardo. 
- Grazie mille lo stesso. - dico al cameriere e poi usciamo da locale. 

Non parliamo.  
Da quando siamo usciti dal locale regna il silenzio fra noi, silenzio a volte 
disturbato dal brontolio del mio stomaco. 
Sebastian fissa la strada con le mani dentro le tasche dei jeans, mi dispiace per lui  
magari voleva fare colpo con una cenetta romantica.
- Tu sei di Los Angeles ? - chiedo mentre intreccio il mio braccio al suo, Sebastian mi guarda facendo un piccolo sorriso. 
- Oh no. Io ho origini rumene. - mi guarda dritto negli occhi, stringo un po' il suo braccio.
- Davvero ? - chiedo incredula, mentre ci fermiamo ad ammirare la piccola ruota panoramica sul molo di Santa Monica. 
- Si, mi sono trasferito a New York a 14 anni insieme a mia madre. Li ho conosciuto Chris, andavamo alla stessa scuola. - lo vedo passarsi una mano fra i capelli.
Quando lo fa, io perdo due battiti del cuore. 
- Quando abbiamo intrapreso la strada dell'università abbiamo deciso di trasferirci qui. - 
Mi rivolge uno sguardo pieno di dolcezza,  faccio un piccolo sorriso. 
- Ho sempre sognato di vedere New York, specialmente a capodanno guardando la Ball Drop. - faccio un piccolo sorriso e chino lo sguardo.
Appoggio entrambe le mani sulla ringhiera d'acciaio del molo. 
- Magari un giorno ti ci porterò. - vedo Sebastian appoggiarsi anche lui, il vento gli spettina i capelli.  
Ad un certo punto il mio stomaco si  fa sentire e tutta la magia che c'era nell'aria sparì.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo per poi scoppiare entrambi a ridere. 
- Credo sia meglio magiare qualcosa. - mi porge il braccio e io lo afferro con le mani.
- Ti vanno le patatine fritte ? - mi  chiede posando una mano sulla mia. 
Lo guardo negli occhi, - Ne vado matta. - 

- E' impossibile che hai già quattro nipoti, sei troppo giovane ! - 
Rido all'affermazione di Seb. 
- E invece si, ho una sorella e un fratello più grandi. Mia sorella,  Charlotte ha messo su famiglia quando io avevo appena dieci anni. Invece, mio  fratello Dominic quando ne avevo 16. - 
Butto giù  un sorso di birra. 
Sebastian rideva e continuava a mangiare , - Amo quelle pesti, ma a volte sono troppo curiosi. - 
Appoggio la birra sulla spiaggia, - Tu invece hai fratelli o sorelle ? - vedo il ragazzo accanto a me accartocciare la carta delle patatine finite.
- No, sono figlio unico. - fa un piccolo sorriso malinconico, appoggio il mento sulla sua spalla. 
Entrambi sorridiamo guardandoci negli occhi. 
- Se vuoi ti presto mia nipote Alicia per qualche giorno, è una piccola peste ma sa dare tanto amore. - 
Lo vedo ridere, il vento gli scompiglia i capelli e sarei rimasta ore e ore così; con il rumore del mare in sottofondo e i suoi occhi color del cielo.
Lui avvicina il suo viso al mio,  sento il suo naso sfiorare il mio abbiamo gli occhi incastronati. 
Sento il cuore battermi forte nel petto, appoggio una mano sul suo, stringo la sua maglia 
Potrei baciarlo ora, potrei farmi baciare ora ma non sono una che ama baciare al primo appuntamente, ma Sebastian sta cercando di allentare i miei freni. 
Sento la sua barba,  insipida, sfiorarmi le guance. Non stacco gli occhi dai suoi, sento  il suo alito sulle mie labbra. 
Chiudo gli occhi ma pochi secondi dopo lo spingo via da me. 
- No, scusami ma ... - 
Ci ricomponiamo, lui si alza in piedi, da un colpo di tosse e si sistema i capelli dietro le orecchie. 
- Non preoccuparti è tutto okay. - mi dice mentre mi porge le mani per farmi alzare.


Sento di aver sbagliato, sento di aver distrutto un legame che si stava cominciando a creare, mi sento una merda ma i miei principi sono questi; mai baciare un ragazzo al primo appuntamento. 
Mentre siamo in taxi mando un messaggio a Gary con scritto che stiamo arrivando.
 Gli edifici scorrono veloci affianco a noi, appoggio la testa contro il seggiolino e chiudo per qualche istante gli occhi. 
Sento una mano intrecciarsi alla mia, mi giro di scatto e Seb mi sta regalando un piccolo sorriso.
- Tutto sommato è stata una bella serata. - 
Ricambio il suo sorriso e appoggio la testa sul suo braccio. 
Se ho fatto bene o male a respingerlo non lo so, se ho distrutto un rapporto che si stava creando anche. 




 POV GRAYSON.
  Quella mattina mi alzai un po' più tardi del solito, ma era sabato e al sabato nulla poteva spezzare la mia routine mattutina. Era da quando eravamo venute a vivere lì, io e Jani, che facevo le stesse cose che nemmeno un uragano avrebbe potuto farmi cambiare qualcosa. Aspettai che Jani si alzasse, chiacchierammo ancora della sua bella serata con Sebastian e io ero così entusiata per lei che mi immedesimai in lei per tutto il tempo. Dopo colazione ci mettemmo entrambe a fare le nostre cose.
 Jani si mise sul divano a leggere e io mi misi a terra, di fianco alla porta del balcone, a disegnare. La vista della nostra città mi dava sempre un sacco d'ispirazione. Eppure, l'unica cosa che riuscii a disegnare fu un cactus. Un cactus color verde oliva tra le mani di Chris. Quel ragazzo era un vero mistero e dovevo ammetterlo, la sera prima, avevo pensato davvero che mi avrebbe baciato. Non mi immaginavo chissà che, ma un piccolo bacio sulle labbra. Un bacio innocente.
 Mi era risultato impossibile non pensare ad un finale come quello, ma forse avevo interpretato male i segnali di Chris, ammesso che ci fossero. Ma dovevano esserci, era lui quello che si era presentato alla mia porta con una rosa-cactus in mano, mica io. E sì, ero stata io a fare quella battuta sugli attori, battuta di cui ancora mi vergognavo, ma non era stata di certo intenzionale e non era assolutamente da considerarsi un tentativo di abordaggio.
 Richiusi il blocco e lo poggiai sul tavolino. Andai in camera mia e presi la giacca nera di Chris, che possedevo ancora io, dal cesto della mia biancheria pulita. Mi infilai una felpa e prima di uscire rassicurai Jani che sarei tornata di lì a poco.
 Attraversai il pianerottolo e bussai alla porta dei vicini. Venne ad aprirmi Sebastian.
 «Gary, qual buon vento» mi salutò. Mi invitò ad entrare con un movimento della mano. Notò la giacca che avevo in mano, che appoggiai sul pogiolo del divano.
 «Stavi cercando Chris? È appena uscito» anche lui era in pigiama, se così si può dire. Indossava una semplice tuta, sopra una maglietta a maniche corte grigia. Non mi creava alcun problema farmi vedere in pigiama da nessuno, e da Sebastian anche meno. Era figo, questo era vero, e lo avrei reputato tale fino alla morte, ma avevo perso interesse (se mai ne avevo avuto) per lui quando avevo capito che Jani si era presa un cotta per lui.
 Mi sedetti sul divano e lui si mise di fianco a me. Sul tavolino era appoggiato il mio vecchio amico spinoso, il cactus verde oliva. 
 «No, in verità cercavo te» gli dissi. «La giacca era solo un pretesto.»
 «E perché cercavi me?» curiosità legittima.
 «Be', ecco...» mi imbarazzai un po', ma alla fine gli raccontai brevemente di ieri sera, anche se lui sembrava di sapere già tutto. Sebastia mi lasciò parlare fino a che non ebbi finito, senza interrompermi mai.
 «Quindi sì, sai...» balbettai arrossendo fino alla radice dei capelli. «Volevo sapere se, non so, per qualche strana ragione potessi non piacergli.»
 «E perché mai non dovresti piacergli, Gary?»
 «Ma non lo so» sbottai. «Un attimo prima sembra che ci stia provando, un attimo dopo è come se avesse cambiato idea.»
 «Ah, Gary...» sospirò e si passò una mano sul viso. Mi incupii. «Non penso affatto che sia colpa tua, semplicemete Chris ha avuto dei problemi in passato ed è probabile che sia per quello che si comporta così.»
 «Problemi?» domandai, più che curiosa, preoccupata. «Di che genere?»
 «Problemi affettivi, relazionali, con delle ragazze» rispose, vago.
 «E cos'è successo?» indagai.
 «Scusami, Gary. Ma non ti dirò altro su questo punto» mise una mano sulla mia spalla e io capii che non mi avrebbe detto altro. Questa sembrava una storia davvero grossa e fin troppo problematica. Annuii per fargli capire che avevo compreso.
 «Ma, una domanda» mi feci più attenta. «A te, Chris, piace?»
 «"Piace" in che senso?» feci la finta tonta e Sebastian mi guardò come mi guardava Jani quando rispondevo in questo modo a domande che persino un bambino avrebbe capito.
 «Oddio, Sebastian» borbottai. «Mi sembri quasi Jani se mi guardi così!»
 «Forse perché io e Jani abbiamo pensato alla stessa cosa?» puntualizzò. Ma si accorse troppo tardi dell'errore, la mia espressione non lasciava ombra di dubbio.
 «Non cercare di cambiare discorso!» balbettò arrossendo. Ma io sorrisi trionfante e mi alzai dal divano. Presi la giacca e mi avviai verso l'uscita.
 «Dove vai con quella?» indicò la giacca. Avevo già aperto la porta.
 «Me la tengo io, non si sa mai, potrei aver bisogno di fare un'altra chiacchierata con te» gli feci l'occhiolino e uscii per tornare nel mio appartamento.






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Buonasera a voi, bella gente e buona Pasqua! :3
Chiedo venia per il ritardo nel postare questo capitolo, ma tra una cosa e un'altra siamo riuscite a renderlo quello che è solo adesso.
Spero quindi che vi piaccia così come è piaciuto a noi scriverlo. <3

 Tanti saluti, e godetevelo da cima a fondo.

Newtcarstairs.
   
 
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