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Autore: ReaRyuugu    28/03/2016    1 recensioni
Raccolta di oneshot ImaHana - Imayoshi Shouichi x Hanamiya Makoto - in un contesto domestico...
o presunto tale.
Dall'ultimo aggiornamento: «Ecco perché alla fine si era persino abbassato a chiedere di poter occupare un minuscolo perimetro dell'armadio con le proprie cose, quando si era reso conto che era mille volte più comodo lasciare qualcosa di più di un misero cambio d'abito piuttosto che essere costretto a rincasare di volta in volta. Aveva quasi finito di sistemare le magliette, e le mani si stavano già posando sulle ante per chiuderle, quando uno sbuffo divertito risuonò alle sue spalle.
Si voltò, già profondamente seccato.
- Cosa c'è. -
- Forse dovresti smettere di rubare le maglie all'Uomo Ragno, lo sai? -»
{2. Magliette}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Makoto Hanamiya, Shoichi Imayoshi
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Slice of life

Rating: Verde

Parole: 900+

Note: O anche: “Hanamiya parla in corsivo
… vedrete poi cosa intendo.

INOLTRE ERA DA BOH, TRE MESI CHE NON AGGIORNAVO, ADDIO.

 

2. Magliette

 

Proprio perché in fondo in fondo sapeva di essere un ospite che nessuno aveva invitato in quella casa, nel suo piccolo cercava sempre di essere discreto nell'occupare spazi che non gli appartenevano.
Era raro che invadesse più di mezzo metro quadrato di spazio, se non quando i libri si sparpagliavano sulla tavola e gli appunti svolazzanti a cui soleva regalare attenzioni solo fugaci sfuggivano completamente al suo controllo. Non faceva rumore, non si faceva notare; spesso e volentieri neppure accendeva la piccola tv sul mobile di cucina, preferendo rannicchiarsi in un angolo dell'usurato divano e perdersi tra le pagine di un romanzo, tanto preferiva passare del tutto inosservato.
Non che le sue intenzioni fossero quelle di sparire totalmente dalle percezioni del padrone di casa, beninteso. Non ci sarebbe riuscito con una persona normale, come poteva pretendere di riuscirci con lui?
L'unico motivo per cui cercava di essere meno palpabile possibile era il tentativo quanto mai disperato di evitare tutte quelle battutine, commentini ed epiteti di varia natura con cui faceva volentieri a meno di riempire le proprie giornate. Com'era possibile che avesse qualcosa da dire per qualsiasi situazione, aggrappandosi ad ogni singolo dettaglio per lanciare, categoricamente, la frecciatina più pungente e al contempo calzante? Sapeva di non poter vincere contro di lui, e visto che un orgoglio da qualche parte ce l'aveva ancora persino lui, se poteva evitare direttamente il confronto preferiva immediatamente approfittarsi della possibilità.
Ecco perché alla fine si era persino abbassato a chiedere di poter occupare un minuscolo perimetro dell'armadio con le proprie cose, quando si era reso conto che era mille volte più comodo lasciare qualcosa di più di un misero cambio d'abito piuttosto che essere costretto a rincasare di volta in volta. Aveva quasi finito di sistemare le magliette, e le mani si stavano già posando sulle ante per chiuderle, quando uno sbuffo divertito risuonò alle sue spalle.
Si voltò, già profondamente seccato.
- Cosa c'è. -
- Forse dovresti smettere di rubare le maglie all'Uomo Ragno, lo sai? -
Dapprima confuso, subito dopo il viso di Hanamiya si riempì di frustrato imbarazzo. Dunque, nonostante la discrezione e i suoi tentativi di farlo passare inosservato, quel maledetto aveva già abilmente messo gli occhi sul suo personale vezzo, su quella mania che segretamente riconosceva come tale, ma che non aveva alcuna intenzione di abbandonare.
Sui suoi preziosi abiti con la stampa a ragnatela.
- Ma i cazzi tuoi, mai? Torna a mettere i tuoi maglioni della nonna e le tue t-shirt con immagini patetiche! -
- Io sarò pure patetico, ma la tua piccola ossessione è a dir poco adorabile! Aspetta, aspetta, dov'è che intrappoli i tuoi avversari? Nella tua tela di ragno? -
- Cristo, quattrocchi, ma ci vado io a sindacare sulle tue magliette con gli occhiali? - ringhiò, chiudendo gli sportelli con uno scatto di rabbia. Imayoshi rimase totalmente indifferente a quell'impeto, inclinando leggermente la testa di lato come se, piuttosto, quel comportamento lo incuriosisse - o forse addirittura divertisse.
- Perché, ti ho mai impedito di farlo? -
Quella risposta finì per lasciarlo senza parole, come al solito, quando cercava di intrattenere con lui una qualsiasi discussione. Era sua l'ultima parola, l’ultima stoccata, e Hanamiya Makoto stava pure iniziando a stufarsi, perché dopo quel diretto consenso, prenderlo in giro di certo non avrebbe avuto senso.
Gli aveva chiuso ogni strada, a meno che non avesse cercato di aggirare la questione.


- Ah, questa poi. Sapevo di ladri di biancheria femminile, ma di ladri di magliette da uomo ancora ne dovevo sentir parlare! -
Makoto lo guardò da sopra le pagine del romanzo che stringeva nelle mani, accoccolato sul divano, seguendo fedelmente ogni suo movimento da dietro le palpebre affilate.
Non si era ancora espresso, mentre lo guardava muoversi da una parte all'altra di quelle quattro strette mura. Con aria sconsolata alzava cuscini, spostava sedie, apriva sportelli — ma ogni volta ne usciva a mani vuote, finché non si arrese, sospirando profondamente nel fermarsi in mezzo alla stanza.
- Perché, che hai perso. - dal tono neppure pareva una domanda, tanto era poca la partecipazione che mise in quel presunto interessamento. L'altro sospirò di nuovo, passandosi, pensoso, una mano tra i capelli.
- La maglietta con... la foto degli occhiali messa a griglia ripetuta. Stile Andy Warhol. -
- Ahh, quella? -
Un sogghigno beffardo gli incurvò malignamente le labbra, mentre il libro veniva poggiato sul bracciolo del divano e la mano libera si aggrappava alla zip della felpa, svelando così ciò che questa celava.
Cadde il silenzio, e per Hanamiya fu davvero difficile non scoppiare a ridergli in faccia; soprattutto quando vide dipinto sul suo viso un dubbio e uno sconcerto che, ne era sicuro, non gli aveva mai visto palesare.
- Ora, non voglio dire che tu non possa prendere in prestito qualcosa, di tanto in tanto, ma- ... -
- “Ma” cosa? - lo incalzò immediatamente lui, tamburellandosi divertito le labbra con due dita - Visto che a quanto pare non so scegliere vestiti decenti, ho pensato di prenderne per un po’ qualcuno che fosse veramente bello... ho fatto male, se~n~pa~i? -
Marcò ogni sillaba con la giusta forza, e, ne fu sicuro, lo vide sobbalzare leggermente ad ognuna. Che fosse rabbia od umiliazione, stavolta era lui che non poteva rispondere, e con calma Hanamiya si tirò di nuovo su la cerniera della felpa, tornando comodamente al proprio romanzo.
Era finita lì? Certo che no. Gliel'avrebbe fatta pagare? Ah, quello era poco ma sicuro; ma si trattava di un rischio calcolato, e di una decisione presa con coscienza.

D'altronde, pure lui di tanto in tanto aveva bisogno di qualche soddisfacente vittoria.

   
 
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