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Autore: Ausel    28/03/2016    2 recensioni
Storia scritta a otto mani, narrante le vicende di Valerie e del suo incerto futuro. [Partecipa al contest a turni "Torneo Tremaghi"]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Primo capitolo: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3410263&i=1 a cura di lady elanae

Secondo capitolo: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3414955&i=1 a cura di Barbara Baumgarten




Terzo capitolo

Baci umidi su pelle umida



Hogwarts, 1993


Era tipico dei Serpeverde nutrire un certo interesse verso l’arte delle Pozioni. Difficilmente si rimaneva indifferenti all’eleganza con cui il professor Snape mescolava gli ingredienti, alla lentezza dei suoi movimenti mente li prelevava dagli scaffali e al modo in cui la poltiglia cambiava colore. Etienne immaginò che tutto ciò avesse contribuito ad affascinare la piccola Valerie, che pur avendo un annoi in meno otteneva risultati nettamente migliori di se stesso. Era bastato così poco per farsela amica. L’esperimento con la piuma sembrava aver rotto il ghiaccio che li circondava da quando Etienne aveva notato la sua abilità con i calderoni. Tuttavia, prima d’incontrarla nei bagni, non aveva potuto accertarsi di quanto effettivamente potesse essergli utile: molto.
Aveva fatto buon viso a cattivo gioco e dopo quel primo esperimento ce n’erano stati altri, tutti portati a termine con successo.
Valerie era senza dubbio una ragazza particolarmente intelligente, o non sarebbe finita tra i Corvonero, sebbene l’età le conferisse una buona dose d’ingenuità. Non aveva perciò fatto domande, quando le aveva chiesto di distillargli una pozione basandosi sulla pagina sgualcita di un libro. Probabilmente pensava che si trattasse di una ricetta presente sul manuale di pozioni avanzate, ed Etienne si guardò ben dal dirle che non era così. 

Eppure, vederla tanto attenta e concentrata era una vera gioia per gli occhi. Non solo perché quella pozione gli avrebbe finalmente risolto ogni problema, ma proprio perché Valerie emanava una luce singolare. Era una sempliciotta, una comune allieva del quinto anno, eppure non assomigliava a nessuna di loro. Non l'aveva mai vista accompagnata da qualcuno o qualcosa che non fosse un libro, non trascorreva i pomeriggi nella Sala Grande e, immaginò, nemmeno nella Sala Comune. Sembrava quasi una copia della Granger, la celeberrima amica di Harry Potter. Con l'unica differenza che la pozione non gliela stava distillando lei e che la propria vita l'aveva messa in mano a una ragazzina pressoché sconosciuta. E che fosse Corvonero c'entrava ben poco.


La pozione fu pronta in poco più di due settimane. La fiala che la conteneva era fredda come il ghiaccio, ma lo sguardo di Etienne mentre la rigirava tra le proprie mani emanava un calore quasi inquietante. Per un secondo Valerie fu tentata di chiedergli a cosa servisse, ma si bloccò quando il ragazzo le posò una mano su una spalla. Era una stretta dura, forte.
“Grazie” le disse con quel suo sorriso affabile.
Valerie borbottò qualcosa che non giunse alle orecchie di Etienne, troppo preso ad ammirare il liquido verdastro.
Era una bella giornata di primavera e i raggi del sole battevano contro l’oscurità del Lago Nero. Valerie osservava in silenzio l’acqua muoversi pacatamente a causa di chissà quali creature mostruose. Sembrava la scena di un qualsiasi
libro: il sole splendente, un paesaggio romantico, due giovani. Ma nella realtà di romantico non c'era nulla, e Valerie lo sapeva troppo bene. Era chiaro che solo lei percepisse una morsa nella stomaco alla presenza dell’altro, che se proprio a Etienne importava davvero di lei allora la vedeva solo come una semplice amica. Non si era fatta grandi speranze, quando avevano incominciato a parlarsi. D’altronde lui era uno dei ragazzi più popolari della scuola, proveniente da una delle famiglie più importanti del mondo magico. Non avevano pressoché niente in comune e sua nonna l’aveva avvertita che sarebbe andata così, che ci sarebbero stati tanti Re Frigerio. Tuttavia non avrebbe mai immaginato che uno di loro potesse davvero interessarsi a lei. Etienne non si faceva problemi a mostrarsi con Valerie in giro per Hogwarts o a parlarle in pubblico, non badava alle voci che pian piano si erano sempre più diffuse e che Valerie avrebbe tanto voluto fossero vere. Chiuse gli occhi, stanca, e solo allora il ragazzo sembrò ricordarsi della sua presenza.
“Qualcosa non va?”
Valerie scosse la testa “No”
“Non sai mentire”
La ragazza soffocò una risata. “Sono solo un po’ stanca, tutto qui”
“Dev’essere estenuante preparare una pozione simile” Annuì Etienne, serio in volto.
“Abbastanza”.
“Sai nuotare?”
Valerie sbarrò gli occhi. “Cosa?”
“Ti ho chiesto se sai nuotare” ripeté Etienne mentre iniziava a slacciarsi la cravatta di Serpeverde.
Imbarazzata, la giovane abbassò lo sguardo. “Non nel Lago Nero, è troppo rischioso” Poi, notando il ragazzo avvicinarsi sempre di più alla riva “Ci sono degli Avvincini e-”
Fu interrotta da un getto d’acqua che la colpì in pieno viso. Tentò invano di asciugarsi con una manica della divisa, ma ciò che ottenne fu solo di ritrovarsi più bagnata di prima. Lanciò uno sguardo assassino verso il Lago, ma il giovane non c'era più. Un brivido di terrore percorse la schiena di Valerie, facendola alzare di scatto per scrutare meglio il fondale marino. Sentì qualcuno afferrarla da dietro e riconobbe la stretta potente, calmandosi.
“Ti sei spaventata?” Soffiò una voce sopra al suo collo.
“Me ne stavo andando” Rispose Valerie, incamminandosi verso il castello. Fece un passo, prima di essere tirata indietro.

"Non così in fretta"  Etienne sorrise divertito, mentre un leggero bacio umido si posava sulla fronte altrettanto umida di Valerie."Sei troppo fifona, non mi assomigli per nulla"


*


Hogwarts, 1994


Un insistente bussare svegliò Valerie, rendendola consapevole di essersi addormentata. “Chi è?” Domandò con la voce ancora impastata dopo le lunghe ore di sonno.”Sono Cho, la cena è pronta” A fatica, Valerie scese dal grosso letto a baldacchino e si diresse verse la Sala Grande. I suoi passi strisciavano sul pavimento in legno, mentre ripercorreva l'incontro avvenuto nel tardo pomeriggio. Non era stato il primo da quando le aveva confessato la verità, tantomeno sarebbe stato l'ultimo. La voglia di puntargli la bacchetta contro, però, era sempre uguale. Sembrava che lo facesse apposta per vedere fino a dove si sarebbe spinta. 

Aprì le pesante porte della Sala e venne stordita dall'improvviso chiasso. Si sedette mentre un brusio si dipanava per tutta la lunghezza del tavolo di Corvonero, tanto che per Valerie divenne difficile distinguere le varie voci dei suoi compagni. Qualcosa sembrava aver colpito la loro attenzione, diventando il principale argomento di cui discutere. 

“L'ha fatto davvero”
“Secondo me non ha speranza””
“Credevo che non gli interessasse”
“Proprio lui”
“Come se non fosse già abbastanza ricco”
Valerie ascoltò distrattamente, ancora assonnata.
“... Torneo Tremaghi”
“Calice di Fuoco…”
“... Etienne…”

Una forchetta cadde per terra.

 

   
 
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