Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: Jeo 95    30/03/2016    5 recensioni
Storia nata da una conversazione su whatsapp su gatti che si corteggiano sotto una finestra xD
Buona lettura!
***
Estratto:
Si alzò di scatto, girandosi verso la porta finestra che dava sul terrazzo proprio nel momento in cui un'ombra nera dai lucenti occhi verdi vi comparve davanti, un ghigno poco rassicurante stampato sul volto e la sua pantofola stretta tra le mani.
-Non lo sai che è pericoloso lanciare oggetti dalla finestra, Prrrrrincess?-
Marinette si mise a sedere sul letto, fissando Chat Noir con un sopracciglio perplesso e seccato.
-E tu non lo sai che è vietato fare rumori molesti di notte?-
Con un inchino e una risata, Chat Noir entrò nella stanza.-Touchè Princess.-
Genere: Comico, Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

N.d.A- Come detto nell'intro, questa storia è nata da una conversazione piuttosto strana su whatsapp in cui Cate parlava di gatti in calore sotto la sua finestra... e la domanda è sorta spontanea: ma anche Chat può andare in calore? E abbiamo deciso che si, anche lui ha quel perioso particolare della sua vita xD e da quella teoria è nata... questa!
Dedicata a Cate, perchè ovviamente è merito suo, spero comuqnue che possa piacere a tutti!
Un bacione e alla prossima!
Jeo 95 =3


 

*-*-*-*-*



Amour Chat

*Perché anche gli Eroi vanno in Amore*

 

 

Adrien fece ancora una volta il giro della casa, per assicurarsi che tutti nella grande villa stessero dormendo. Era il turno di Chat Noir di fare la ronda quella sera, e non poteva certo permettere che qualcuno si accorgesse della scomparsa del giovane rampollo della famiglia Agreste.

Finito il giro ritornò silenziosamente in camera sua, chiuse la porta a chiave e sorrise soddisfatto. Sistemò qualche cuscino sotto le coperte, ulteriore precauzione nel caso qualcuno fosse andato a cercarlo e avesse avuto le chiavi della porta, e si disse che era il momento di andare.

<< Se fossi in te stasera salterei.>> Plagg mangiava il suo adorato Camembert seduto sulla scrivania del ragazzo, in modo da essere cario nel momento in cui Adrien si fosse trasformato.

Il ragazzo rivolse uno sguardo perplesso al proprio kwami, un invito implicito a continuare e spiegargli per quale motivo quella sera non dovesse fare il proprio dovere di eroe.

<< Non ti sei sentito strano, in questi giorni, quando indossavi i panni di Chat Noir?>>

Adrien ci pensò qualche secondo. Effettivamente qualcosa di anormale c'era, come la voglia costante di miagolare in ogni occasione o l'irrefrenabile impulso di lisciarsi il “pelo” con la lingua, ma nulla di diverso da quello che sentiva di solito quando si trasformava. Poi realizzò che effettivamente qualcosa di diverso c'era, qualcosa a cui non aveva dato peso e che ancora non riteneva importante.

Vicino alla sua lady, che comunque gli procurava brividi indescrivibili ogni volta che gli stava accanto, si era sentito più caldo del solito, più desideroso di avere un contatto fisico con lei, più eccitato.

Arrossì, scosse la testa come a cancellare quei pensieri decisamente poco da Adrien e troppo da Chat, che stavano prendere piede nella giovane mente del ragazzo e tornò a rivolgere le proprie attenzioni al kwami nero.

<< E cosa ci sarebbe di strano nel trovare Ladybug ancora più attraente del solito?>> incrociò le braccia e aspettò la risposta.

Plugg sbuffò seccato. Inghiottì l'ultimo pezzo di delizioso formaggio e volò verso il proprio compagno, così intelligente eppure così stupido.

<< Hai una minima idea di cosa voglia dire “andare in calore”?>> Adrien riuscì soltanto ad annuire, mentre nella sua mente iniziava a formularsi un inquietante pensiero che non voleva assolutamente concretizzare.<< Bene, sappi che anche Chat Noir ha questa piccola abitudine. In particolar modo due giorni all'anno l'impulso diventa particolarmente instabile e potresti fare cose poco carine ad una qualche malcapitata ragazza.>> spiegò tranquillo, come se stesse raccontando una qualche favola della buona notte ad un bambino.<< E oggi è proprio uno di quei giorni, il prossimo sarà questo autunno. Oggi sei stato fortunato, nessun akuma da affrontare, per questo ti dico che sarebbe meglio se ti facessi dare il cambio.>>

Detto questo Plagg svolazzò sul cuscino di Adrien, coricandosi e sbadigliando sonoramente.<< Chiama Ladybug e fatti dare il cambio, così possiamo riposare come si deve.>>

Andrien iniziò a pensare che forse Plagg aveva ragione. Se in quelle condizioni rischiava di fare qualcosa di sbagliato ad una ragazza, preferiva non sfidare la sorte e farsi dare il cambio dalla sua adorata lady, l'unica alla quale avrebbe voluto concedere tutto se stesso, sia come Chat Noir che come Adrien.

Riflettendoci però, si era spesso trovato a dover affrontare i suoi impulsi felini, e regolarmente riusciva a dominarli piuttosto bene, salvo in alcune occasioni dove però non aveva mai fatto nulla di male a nessuno. Si disse che poteva farcela, dimostrando a Plagg che si sbagliava, provando a tutti che Chat Noir aveva il controllo dei propri istinti.

Senza che il piccolo kwami nero potesse avere il tempo di aggiungere nulla, Adrien invocò la trasformazione.

<< Plagg, trasformami!>>

In pochi secondi, avvolto da un fascio di luce dorata, Adrien lasciò il posto a Chat Noir, l'intrepido eroe dalla tuta nera. Si fermò ad osservarsi qualche secondo, a cercare di capire se ci fosse qualcosa di diverso o insolito in lui, ma non percepì nulla. Non c'era nulla di diverso dal solito, si sentiva semplicemente se stesso.

Plagg si sbagliava. Con un sorriso soddisfatto iniziò la sua ronda, saltando fuori dalla finestra e librandosi con un salto nei cieli di Parigi.

 

*-*-*-*-*

 

Era una sera di primavera come le altre, fresca, piacevole e profumata dell'aroma dolciastro dei fiori che lentamente tornavano alla vita dopo il lungo periodo di sonno invernale.

Marinette gettò le buste che teneva fra le mani in un angolo della stanza, lasciandosi poi cadere con un tonfo sul morbido materasso del letto, sfinita dalla giornata appena trascorsa. E dire che nessun akuma aveva attaccato quel giorno. Si era dedicata allo studio per buona parte della giornata, aveva concluso qualcuno dei suoi progetti di moda ed aveva concluso la giornata facendo spese con Alya, ricercando stoffe, pizzi e merletti che le sarebbero serviti come prove per realizzare i suoi modelli.

Una giornata piena anche senza che Ladybug dovesse intervenire per salvare Parigi, e di questo non poteva che essere grata al signor Papillon. A quanto pareva la leggenda che il male non andava mai in vacanza era falsa.

<< Tutto bene Marinette?>> Tikki svolazzò fuori dalla borsa fino a raggiungere il viso della ragazza, che le sorrise dolcemente.

<< Sono solo un po' stanca, ora mi faccio un bel bagno e poi a letto!>> con fatica Marinette abbandonò la comodità del suo letto e si diresse in bagno.

Tikki l'attese sul materasso, dove si appisolò pochi istanti dopo esservisi appoggiata.

Sotto l'acqua calda della doccia, Marinette sentì tutta la stanchezza della giornata scivolare via con l'acqua. Si godette quel momento ogni secondo che passò in doccia, vi rimase per diverso tempo, nemmeno lei seppe dire quanto, a bearsi dell'acqua che la liberava delle incombenti fatiche della giornata.

Quando uscì di sentì rinata. Lasciò sciolti i capelli, indossò un paio di corti pantaloncini ed una canotta smanicata, il pigiama ideale per quella serata che preannunciava l'arrivo di un'estate calda e afosa. E se per caso avesse avuto freddo, il lenzuolo l'avrebbe coperta a sufficienza.

Con delicatezza e dolcezza, prese delicatamente Tikki tra le mani e la spostò nel lettino preparato apposta per lei al piano inferiore della sua stanza, al sicuro e ben nascosta nel caso i suoi genitori decidessero di farle una visita a sorpresa, poi si lasciò finalmente cadere sul letto, stavolta determinata a non rialzarsi fino al mattino.

<< Meaw! Meaw! Meaw!>>

Qualcosa però stava rovinando i suoi piani.

C'era caldo nella stanza, e aveva così pensato di lasciare la finestra aperta affinché girasse un po' d'aria, ma non aveva fatto i conti con i gatti randagi del quartiere.

Probabilmente era il periodo degli amori, e avevano deciso che la strada proprio sotto la sua finestra era un ottimo punto per mettersi a cantare le loro stonate e fastidiose serenate d'amore.

Con uno sbuffo seccato, Marinette distese un braccio verso il pavimento. Testò il terreno per qualche istante, in cerca di qualcosa che potesse far chiudere la bocca a quei gattacci malefici. Un solo gatto chiacchierone nella sua vita era più che sufficiente.

Trovò nel buio della stanza una delle sue pantofole, accasciata malamente a terra, e la trovò l'arma perfetta per scacciare quegli animali fastidiosi da sotto la sua finestra. Con un lancio degno del migliore atleta olimpionico, Marinette scagliò l'arma fuori dalla finestra, accompagnata da un grido di battaglia assai intimidatorio:<< Sparite dà lì gattacci!>>

Il tonfo che seguì il lancio fece presupporre alla ragazza di aver centrato il bersaglio. Il seguente “ahi!” però, piuttosto umano come grido di dolore per appartenere ad un semplice felino, le fece sgranare gli occhi.

Si alzò di scatto, girandosi verso la porta finestra che dava sul terrazzo proprio nel momento in cui un'ombra nera dai lucenti occhi verdi vi comparve davanti, un ghigno poco rassicurante stampato sul volto e la sua pantofola stretta tra le mani.

<< Non lo sai che è pericoloso lanciare oggetti dalla finestra, Prrrrrincess?>>

Marinette si mise a sedere sul letto, fissando Chat Noir con un sopracciglio perplesso e seccato.

<< E tu non lo sai che è vietato fare rumori molesti di notte?>>

Con un inchino e una risata, Chat Noir entrò nella stanza.<< Touchè Princess.>>

Marinette incrociò le braccia al petto, fissando la figura dell'eroe di Parigi avvolta dalla luce della luna.<< Cosa ci fai qui, Chat Noir?>>

<< Un eroe non può far visita alla sua Prrrincipessa?>>

<< Non nel cuore della notte.>>

Il ragazzo le diede ragione una seconda volta. Due a zero per lei.

<< Diciamo che stavo facendo la ronda e per puro caso sono capitato qui.>> mentre parlava, Chat si avvicinava sempre di più al letto della ragazza, fino a quando non fu abbastanza vicino da potervici sedere sopra.

Marinette lo guardava tesa e confusa, con il cuore che batteva a mille senza che sapesse spiegarsene il motivo. Di solito era Adrien a farle quell'effetto, non Chat Noir, per quanto quel gattaccio fosse affascinate e terribilmente sexy...

Scosse la testa, rimuovendo quell'ultimo, imbarazzante pensiero dalla mente prima che Chat potesse intuire i suoi pensieri. Non poté evitare che un piccolo rossore le invadesse le guance. Tentò di coprirsi quanto più possibile dagli occhi verdi del ragazzo, che da qualche minuto la scandagliava da capo a piedi con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. E continuava ad avvicinarsi, era sempre più vicino... troppo vicino.

<< Lo sai Prrrrincess...>> le disse con voce suadente, mentre con una mano le afferrava tra due dita una ciocca di capelli blu, iniziando a giocherellarci.<< Questa sera ti trovo incredibilmente carina.>>

Il cervello di Marinette faticava a realizzare quel che stava accadendo. Piano piano Chat era arrivato fin troppo vicino al suo viso, racchiudendola in uno spazio fin troppo stretto per i suoi gusti e continuando ad avvicinarsi a carponi, togliendole sempre più posto, mettendola sempre più in difficoltà.

C'era qualcosa di strano negli occhi verdi del compagno, qualcosa di attraente e spaventoso allo stesso tempo, che l'aveva incatenata a lui senza che potesse reagire in alcun modo.

Dai capelli, la mano guantata dell'eroe passò alla guancia di Marinette, che s'irrigidì non appena la pelle entrò in contatto con il tessuto del costume,

Troppo vicino... decisamente troppo vicino.

<< C-Chat...?>>

Fu un attimo. Un movimento talmente rapido che la ragazza non riuscì a seguire con lo sguardo. Sapeva solo che un attimo prima lei e il ragazzo erano seduti uno di fronte all'altro, e che nel tempo in cui una persona comune chiudeva e riapriva le palpebre le posizioni erano cambiate, ritrovandosi distesa sotto Chat Noir che ora la guardava come se volesse mangiarla.

Quello fu il primo colpo che il gatto nero della sfortuna infierì al cuore sulla giovane ragazza.

Il secondo fu anche peggiore.

Ancora più velocemente di quanto non avesse fatto per portarla sotto di lui, le labbra di Chat Noir si impossessarono delle sue in un impeto di passione e desiderio ardente, che stordirono i sensi di Marinette per svariati secondi, impedendole di concretizzare cosa effettivamente stava accadendo.

Quando lo realizzò non ci poteva ancora credere. Chat Noir la stava baciando. Quel gattaccio nero le stava portando via il suo primo bacio, quello che lei desiderava ardentemente fosse solo per Adrien. Avrebbe dovuto allontanarlo, odiarlo per quel che le stava facendo, ma la cosa assurda e completamente senza senso era che non voleva smettesse.

Nemmeno lei seppe dire quando incominciò a ricambiare i baci di Chat, ricordava soltanto la morbidezza di quei capelli biondi non appena vi affondò le dita, l'intensità di quel baci passionali che le mandavano a fuoco il corpo ogni qual volta le sfioravano le labbra, la viscosità della lingua umida del ragazzo, che disperata cercava la sua per unirsi in una danza sfrenata d'intenso desiderio.

Quando Chat Noir prese a baciarle il collo scoperto, Marinette credette di morire. Come poteva piacerle così tanto quel che le stava facendo? Lei avrebbe dovuto concedersi solo ed esclusivamente al suo Adrien! Non al primo gatto che entrava dalla finestra nascosto da una maschera e da una tutina fin troppo attillata.

Eppure non riusciva a staccarsi da lui, perché in fondo Chat Noir non le era affatto indifferente, perché anche se Ladybug lo negava con tutta se stessa, quell'adorabile felino aveva diviso in due il cuore fragile di Marinette.

Sentì le unghie di Chat entrarle sotto la maglietta e sfiorarle delicatamente la pelle nuda, e lì realizzò che forse stavano andando troppo oltre, che non era ancora pronta a superare certi limiti con lui, specialmente quando non era certa dei suoi sentimenti.

<< C-Chat...>> chiamò, ma era come se fosse sordo alla sua voce roca che lo chiamava.

Le unghie salivano, predatrici affamate che volevano nutrirsi di ogni parte di lei.

<< C-Chat... N-Noir...>> sussurrò tra un bacio e l'altro, mentre la mano feroce del ragazzo aveva ormai raggiunto il gancio del reggiseno, pronto a compiere il suo dovere.

Se non lo fermava subito, sarebbe stato troppo tardi.

<< Chat Noir!>> gridò con più energia, e fu come se lo vedesse svegliarsi da un sogno passionale a cui non stava realmente prendendo parte.

La guardò come se non l'avesse vista prima, i capelli scuri sparsi sul cuscino, le guance rosse e gli occhi languidi, eccitati, e gli sembrò più bella che mai.

<< M-Marinette...>> sussurrò il suo nome, balzando giù dal letto e abbandonando la stanza della ragazza come un'ombra, prima che le saltasse nuovamente al collo.

Marinette restò inerme e immobile nel letto, ancora tremava per la scarica di adrenalina che l'aveva attraversata da capo a piedi dal momento in cui Chat aveva iniziato a baciarla, e tutto ciò che era capace di fare, era boccheggiare in cerca d'aria.

Si sedette con le ginocchia al petto, prese il cuscino e lo strinse, affondandovi il viso colmo d'imbarazzo e rabbia.

<< Stupido gattaccio!>> sussurrò al buio.

Avrebbe dovuto odiarlo sul serio, stava per farle qualcosa di terribile mentre era ancora confusa sui suoi sentimenti e, soprattutto, senza averle nemmeno spiegato il perché di quel comportamento così ardente e impetuoso nei suoi confronti. Avrebbe proprio dovuto odiarlo, quel gattaccio.

Eppure, in qualche modo che nemmeno lei comprendeva, una piccola parte di lei avrebbe voluto che Chat Noir tornasse indietro e ricominciasse a baciarla, che le facesse sentire ancora una volta il sapore di quelle labbra così calde e dolci che sapevano di dolci.

 

*-*-*-*-*

 

Non appena fu di nuovo al sicuro nella sua stanza, Chat Noir sciolse la trasformazione e Adrien tornò ai suoi soliti panni, con il ricordo di quel che aveva appena fatto ancora stampato nella mente.

Come aveva potuto fare una cosa del genere? A Marinette per giunta!

<< Come è potuto succedere?>> si chiese ad alta voce, mentre il viso assumeva una tonalità sempre più rossa.

<< Io ti avevo avvertito.>> lo rimbeccò Plagg, andando verso la scrivania dove teneva una scorta d'emergenza del suo amato Camembert.<< E ora non disturbarmi più! Sono stanco!>> ma Adrien non aveva alcuna voglia di trasformarsi ancora. Forse era la prima volta da quando aveva acquisito i suoi poteri che preferiva restare se stesso e non l'eroe di Parigi.

Si lasciò cadere sul letto a faccia in giù, affondando il viso nel cuscino come per seppellire in quel fagotto di piume tutto l'imbarazzo che provava nel riportare alla mente gli eventi della serata.

Eppure ci era stato attento, allora quando aveva effettivamente perso il controllo dei suoi istinti? No, la domanda giusta da porsi era se effettivamente avesse perso il controllo o se semplicemente avesse agito consapevolmente, come se desiderasse ardentemente baciare e possedere Marinette in ogni senso.

Ma non aveva alcun senso. Lui amava Ladybug, era sicuro di quei sentimenti che giorno dopo giorno, missione dopo missione, sbocciavano dentro di lui sempre più forti e radicati nel suo cuore, e allora cosa l'aveva spinto ad agire in quel modo?

In realtà conosceva la risposta, sapeva che l'ingegno e la dolcezza che Marinette aveva mostrato affianco a Chat l'avevano colpito ed interessato, che avevano insinuato nel suo cuore il dubbio che oltre a Ladybug, ci fosse qualcun altro da amare. Quello strano periodo di squilibrio ormonale l'aveva soltanto spinto ad agire secondo i suoi desideri, ma non l'aveva obbligato a fare nulla.

Perché Chat Noir ricordava ogni tocco, ogni bacio ed ogni ansimo di quel momento, e anche Adrien lo ricordava, seppur con più imbarazzo, e nessuno dei due era pentito di quel che era avvenuto.

Scosse il capo e decise di dormirci su. Secondo Plagg quel periodo di “calore”, per lui sarebbe stato incontrollabile soltanto per due giorni all'anno, due lunghissimi giorni in cui avrebbe dovuto fare attenzione, e che non avrebbe mai più sottovalutato.

Si girò su un fianco e provò a prendere sonno, con il ricordo delle labbra di Marinette che avevano lasciato sulle sue un dolce retrogusto di fragole.

 

*-*-*-*-*

 

L'indomani, Marinette non ebbe il coraggio di guardare Adrien nemmeno una volta. Benché tra loro non vi fosse alcun tipo di legame sentimentale, si sentiva come se l'avesse in qualche modo tradito. Nonostante ciò non si pentiva di non aver respinto Chat Noir, era l'opportunità adatta per chiarire una volta per tutte quali sentimenti provasse per il giovane Agreste e per l'eroe mascherato.

Stavolta non avrebbe esitato.

Quel giorno, Adrien cercava la figura di Marinette più spesso di quanto non avesse mai fatto, arrossendo al solo pensiero di quel che era successo la sera prima. Un po' gli dispiaceva, gli sembrava di aver approfittato di lei anche se si era dimostrata lei stessa d'accordo con le azioni di Chat Noir, ma non si pentiva di averla baciata. Voleva mettersi alla prova, capire se nel suo cuore vi fosse posto per qualcun'altra all'infuori della sua irraggiungibile Ladybug.

Stavolta non sarebbe fuggito.

Una svolta nei loro sentimenti e nelle loro vite, tutto per colpa, o per merito, del periodo dell'anno in cui i gatti intonavano per le loro belle le loro stonate canzoni d'amore.


 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Jeo 95