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Autore: leila91    30/03/2016    14 recensioni
Dopo un primogenito particolarmente permaloso, Feanor e Nerdanel sono alle prese con un quarto figlio con difetti di pronuncia.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caranthir, Fëanor, Nerdanel
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sette rogne per sette fratelli'
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“Guardalo, che amorino! Guarda come spalanca la boccuccia, aaaah, così, cucciolo! Gugù, guarda la mamma”.
 
“Nerdanel, sto lavorando”.
 
“Ma insomma, tesoro! Hai l’eternità per finire quel dannato gioiello, peraltro assolutamente identico agli altri mille che hai creato i giorni scorsi. Oggi tuo figlio ha imparato a parlare, ti rendi conto? Mostra un po’ di entusiasmo!”
 
“E di grazia, cosa ci sarebbe di così entusiasmante o diverso rispetto a quando hanno imparato a farlo tutti gli altri?!”
 
“Sentimi bene, razza di zotico! Moryo sarà anche il tuo figlio numero quattro ma nessuno di loro è uguale all’altro. Sono tutti unici e irripetibili e se tu vuoi davvero ignorare questo avvenimento così-oh, piccino, cosa c’è? Vuoi dire qualcosa?”
 
At… ooh… Attooh
 
Nerdanel squittì, estasiata. Avrebbe addirittura battuto le mani, se non fossero state impegnate a sorreggere un neonato.
 
“Bravo, piccolo mio, esatto! Lui è il tuo atto! Bravissimo! E ricordi come si chiama? Su, su faglielo sentire a papà, te l’ho insegnato prima!”
 
Questo parve finalmente attirare l’attenzione di Fëanáro. Il Noldo si degnò di appoggiare il martello sul tavolo da lavoro e di voltarsi verso il bambino.
 
Nerdanel se lo sistemò meglio fra le braccia, sporgendolo appena in direzione di suo padre. Il suo sguardo era esaltato, carico di aspettativa.
 
Quello di Curufinwë… un po’ meno. Si sarebbe detto un misto di disagio, timore e ‘voglioscappareviadaqui’.
 
Avanti, piccolo fagiolo, non ho mica tutto il giorno!
 
“Coraggio, Moryo. Curu…”
 
Mbè? Parla! Guadagnati l’affetto di papà!
 
“Ti aiuto io, gioia. Curufin…”
 
CuVufinwë FëanáVo!”
 
                  
                         ***
“Amore, è da tre ore che sei richiuso lì dentro.”
 
“Mi piace la mia fucina”.
 
“È solo un piccolo difetto di pronuncia, suvvia. Gli passerà con l’età. Non te la sarai presa sul serio perché tuo figlio ti ha chiamato CuVufin-”
 
SBAM! SBAM! SBAM!
 
“Mamma, forse non era il caso di girare il coltello nella piaga…”
 
“Sciocchezze, deve affrontare la realtà. Occupati dei tuoi fratelli, Russandol. Ci penso io a far ragionare quel testone”.
 
                         ***
Il difetto di Morifinwe non migliorò con l’età.
Uno specialista, che lo visitò alcuni giorni dopo lo spiacevole incidente della forgia, disse che si trattava di un’anomalia piuttosto comune, in realtà.
Il termine tecnico era “erre moscia”: in parole povere Moryo aveva difficoltà a pronunciare la diciottesima lettera dell’alfabeto.
 
“Ho la eVVe moscia!” rideva, il piccolo.
 
In compenso stravedeva per la ventiduesima, di lettera. Inseriva ‘V’ ovunque, anche dove non c’entravano assolutamente niente.
 
Fortunatamente Fëanáro si diede, invece, una regolata. Non fu facile per lui: accettare il fatto che Morifinwe non avrebbe mai pronunciato correttamente il bellissimo, perfettissimo, nome di suo padre fu un trauma che Fëanáro riuscì a superare solo grazie alle amorevoli attenzioni di sua moglie.
Insieme poi, lui e Nerdanel, le tentarono tutte per correggere la pronuncia del loro quarto pargolo.
Insegnati private, ripetizioni, logopediste…
Ahimè, fu tutto inutile.
 
“MaestVa, quando posso usciVe a giocaVe?”
 
“Abbi pazienza, Moryo. Prima ripetiamo ancora una volta i nomi di tutti i Valar. Allora, per primo abbiamo Manwe…”
 
“ManVe, NaVmo, OVome, AuVle, UlmVo, TVulkas, MelkoV!”
 
La maestra se ne andò sbattendo la porta e urlando a gran voce “Ci rinuncio!”
 
                                ***
 
Arrivò poi il periodo più complicato della vita di qualunque fanciullo: la pubertà.
E con essa le prime cotte.
Non finirono bene.
Tutte le Elfe in questione parevano avere nomi maledetti.
 
“Piacere, mi chiamo Beredhel”
“PiaceVe mio, BeVedhel”
Come mi hai chiamata??”
 
“Fratellino, vieni, ti presento Merissä”
“Oh, è un onoVe MeVissä”
“Tyelko, ti prego, dimmi che non è lui l’affascinante fratello di cui mi stavi parlando!”
 
 
Ma molti anni dopo, quando ogni speranza sembrava ormai perduta, Lei apparve.
Bionda, indomita, fiera.
E con un nome a dir poco stupendo.
 
“Haleth, figlia di Haldad io sono”.
 
Neanche una singola, maledettissima, erre.
 
MeVaviglioso.
 

 
 
 
 

 
 
Note AutVice:
 
alluuuura! Ci sono un po’ di cosucce da dire ^^:
1) Nerdanel che chiama Moryo col nome paterno: ahem, sì, l’ho fatto perché il nome ‘Carnistir’ non mi piace per nulla, e anche perché alla fine Feanor è presente nella scena iniziale.
2) L’alfabeto a cui faccio riferimento è quello Inglese, per pura semplicità.
3) La ship Haleth/Caranthir l’ho trovata per la prima volta in questa bellissima fic ♥  di Kanako91, che consiglio caldamente.
4) Come avete potuto notare la canonica moglie di Caranthir è stata eliminata per motivi di copione. Per questo ho messo il tag ‘what if’.
 
Infine anche questa storia, al pari di Finrod Angela, è nata da un delirio su Watsapp ♥ ed è stata in parte commissionata. Ringrazio tantissimo tutte le girls (you know who you are) che mi hanno permesso di scriverla =): grazie di cuore per l’ispirazione, vi voglio bene.
 
E grazie a tutti voi che avete letto fin qui ^^, alla prossima!
 
Bennina
   
 
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