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Autore: Kind_of_Magic    30/03/2016    3 recensioni
Uno scrittore si mette al lavoro per il nuovo romanzo, ma se ti prende il blocco dello scrittore non c'è nulla che tu possa fare.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il blocco dello scrittore

Si siede alla scrivania. Si rialza subito perché non ha niente su cui scrivere. Prende l'agenda dalla valigetta, ma non gli è mai piaciuto scrivere sulle agende, se può scegliere. Va alla stampante e prende un foglio bianco: lo fissa per qualche secondo e lo rimette dov'era. Sui fogli bianchi lui scrive storto. Trova nel cassetto un blocco per appunti, ma è a quadretti e non gli piace. Infine trova una serie di fogli a righe pinzati insieme: sembrano perfetti. Li poggia sulla scrivania e si siede di nuovo. Prende la penna e fa scattare la molla per far uscire la punta. Prova a scrivere, ma non esce inchiostro: la penna è scarica. Si alza, cammina fino al cestino e la butta, poi ne cerca un'altra nel cassetto. Ne trova una nera. Ma lui scrive sempre in blu. Infine ne trova un'altra blu. Torna alla scrivania e si siede una terza volta. Toglie il tappo e lo fissa al retro della penna. Prova di nuovo a scrivere, questa volta funziona. Scrive la prima parola: “Era”.

Si ferma: la penna non è adatta, meglio la matita. Ma dove l'avrà messa? Rimette il tappo alla penna. Va in cucina e cerca sul tavolo, ma lì non c'è. Torna nello studio e cerca nella valigetta il proprio minuscolo portapenne. Dentro, la sua matita sembra guardarlo trionfante. Torna ancora una volta a sedersi davanti a quella parola “era”. Aggiunge due parole: “pomeriggio inoltrato”. Si ferma. Non gli piace, non è un buon inizio. Eppure aveva cominciato bene: “Era” gli era sembrato molto adatto. Cerca la gomma. Si ricorda di averla vista in cucina. Impreca a mezza voce, si alza di nuovo e va a prenderla. Torna a sedersi e cancella le due parole a matita: “Era” campeggia di nuovo solo davanti all'immensità bianca del foglio. Riprende in mano la matita. La poggia, quando si accorge che ha la punta non perfettamente temperata. Odia le matite non appuntite, ma non gli va di alzarsi di nuovo, perciò abbandona il proposito di rimediare subito e prende di nuovo la penna. Toglie il tappo e lo fissa al retro, di nuovo. Preferiva la matita, ma non ci sono molte altre possibilità. Aggiunge sei parole: "la serata peggiore della mia vita".

Si blocca. Cosa deve scrivere dopo? La mente gli si svuota, diventa bianca come il foglio che ha davanti. Chiude la penna e si dice che forse il computer andrà meglio. Lo prende dalla sua custodia, sposta i fogli e lo mette al centro della scrivania. Lo accende, ma come al solito ci mette un'eternità a essere utilizzabile. Mentre aspetta, comincia a scarabocchiare su un angolo del foglio. Quando infine il computer si accende, appare l'avviso di batteria scarica e il video diventa nero. Impreca di nuovo e cerca il caricabatterie nella custodia del computer. Lo tira fuori e lo attacca alla presa di corrente e al computer. Poi riaccende la macchina. Mentre aspetta, cerca il temperino nel cassetto e una volta che l'ha trovato tempera la matita. Non si sa mai cosa potrebbe capitare. Finalmente il computer si accende: apre un documento di testo e ricopia le sette parole scritte fino a quel momento: “Era la serata peggiore della mia vita”.

Si ferma di nuovo, indeciso su come continuare. Clicca sul suo browser di Internet e controlla le mail. Nulla di nuovo. È tentato di aprire Facebook, ma riesce a trattenersi. Chiude la pagina di Internet e riapre il documento di testo. Aggiunge un punto e a capo, poi scrive “Eppure era cominciato tutto così bene”.

La sua mente è di nuovo vuota. Sta temporeggiando, sa bene che quelle due frasi possono portare a centinaia di storie diverse. E a lui non ne viene in mente nemmeno una. Ha fame. Si alza, va in cucina e prende dalla dispensa un pacchetto di cracker. Lo mangia sul tavolo della cucina per non riempire di briciole lo studio. Prende dal frigo una bottiglietta d'acqua e la porta con sé mentre torna verso la scrivania. Non gli va di doversi alzare per prenderla in caso gli dovesse venire sete. Appena si siede, si rende conto che per quel giorno non riuscirà a scrivere nient'altro, a meno che non gli arrivi dal nulla l’ispirazione. Salva e chiude il documento di testo, poi spegne il computer e indossa il cappotto. Chiama a sé il cane con un fischio e lo porta a fare una passeggiata. Ha bisogno di una boccata d'aria.



N.d.A:
Ciao a tutti! Grazie per aver dedicato un po' del vostro tempo a leggere questa storia.
Vorrei sottolineare che non l'ho riletta molte volte, perché ogni volta che la leggo mi viene un'ansia assurda e quindi ho cercato di farlo il meno possibile.
In caso qualcuno di voi se lo stesso chiedendo, non è autobiografico: io scrivo sempre al computer e se mi accorgo che non so che fare evito di temporeggiare e mi metto a fare altro.
Se voleste lasciarmi una recensione, mi fareste solo piacere.
Che gli dèi siano con voi!
-Magic
   
 
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