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Autore: g i r e i    30/03/2016    1 recensioni
In un regno lontano dove le gioie del popolo erano animate dalla leggenda di una donna dagl'occhi blu, saliva al trono un nuovo sovrano accecato e ossessionato dalle ricerca della sua Marilù. "Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la Luce di un Regno che non vive più"
Il regno e il sovrano iniziavano a crollare su loro stessi. Chi riuscirà a ricongiungere i pezzi del cuore di un sovrano ferito dalle false illusioni e pretese? Entrate e scopritelo.
"La mano di Koutaro era calda e confortevole e le dita dure e callose, ma in quel gesto di dolcezza sconfinata sembrava racchiusa un po' di quella bontà che il Sovrano aveva custodito gelosamente nel cuore per lunghi anni, una dolcezza che avrebbe regalato solo alla sua Marilù."
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Non lasciatevi ingannare dal nome femminile Marilù. C'è solo BokuAka e KuroKen c:
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Myosotis - "Non ti scordare di me"

"C'era un Regno incantato nel tempo che fu, ma l'arrivo del Male lo fece cader giù, nel momento in cui il Re preparava la resa un Miracolo accadde e nacque Marilù. Marilù nei tuoi occhi dipinti di blu c'è la luce di un Regno che non vive più, Marilù porti vita nei giorni più neri, nei tristi pensieri e ci libererai"
 

"Mamma? Quindi sei tu l'ultima Marilù?" Lei sorrise all'innocenza chiusa nelle parole del figlioletto.

"Si figlio mio." rispose gentile.

A quell'affermazione gli occhi del piccolo si colmarono di stupore e ammirazione. "Anche io voglio conoscere una mia Marilù!" esultò entusiasta il bimbo.

La mamma rise e gli regalò una carezza. "Ma tu hai me piccolo mio, e Marilù placa il cuore di un sovrano arrabbiato. Non cercare così la tua felicità, amor mio." Lo riprese ponendo un bacio tra le ciocche di capelli ribelli.

La leggenda narrava che le lacrime cadute durante la pronuncia di una preghiera di speranza, bagnando i petali di un fiore blu, dessero vita a colei chiamata Marilù, che avrebbe portato il sole nella tempesta che colpiva il cuore del sovrano, riversando gioia e vita anche nel regno.
Marilù divenne l'emblema della felicità e serenità eterna. Così i racconti e le storie sulle gesta di questa donna alimentarono i sogni di quel giovane principe la cui madre era proprio Marilù, la donna dagl'occhi blu come le Myosotis.

Il giovane Principe cresceva sano e forte per merito dell'amore della madre Marilù e quella vita fatta di sorrisi e giochi in compagnia di amici erano la felicità assoluta per un bambino di soli cinque anni, ma la vita ingiusta un giorno bussò alle porte del castello e si riprese ciò che le spettava in cambio di quelle gioie. Marilù si ammalò sotto gli occhi del figlio, la cui gioia veniva portata via man mano che la madre appassiva inesorabilmente nel suo letto. 

Alla fine ciò che restò di Marilù furono solo le Myosotis da cui nacque e la notte in cui la sua vita si spense ebbe inizio un nuovo regno. Al trono di Asio Otus salì il giovane figlio di Marilù di quattordici anni, Koutaro.

"Non ti scordare di me" furono le sue prime parole da sovrano. Nessuno immaginava quanto avrebbero inciso su quel regno.

-Quattro anni dopo-

Anche quell'anno l'inverno arrivò silenzioso su Otus portando solo gelo, malattia e sofferenza in quel regno decadente. Per i fortunati che potevano godere della sicurezza data dalle mura che circondavano il paese l'inverno sembrava essere più cortese, ma per chi come Kenma Kozume o Tetsuro Kuroo, esiliati e costretti a vivere nel bosco fuori dalle porte della città dopo essere fuggiti dal castello, l'inverno si mostrava ostile più che mai.

Nell'ennesima notte passata a cercare tepore, Kenma si strinse inconsciamente al petto del compagno che giaceva lì al suo fianco dormiente con più forza. Il suo respiro iniziò a farsi più pesante sotto l'ordine dei suoi sogni. 

Il sangue che gocciolava dalle spade si riversava nelle pozze rosse che si allargavano sotto le grida degl'innocenti la cui vita veniva strappata senza esitazione. Li guardava tutti, guardava i suoi amici immobile non riuscendo a schiodarsi da lì mentre la vita scivolava via dagl'occhi. Anche gli occhi grandi e smeraldini si chiusero inesorabilmente sotto un colpo di spada andato a segno e un fiotto di sangue gli si riversò addosso macchiandogli il volto.

Kenma, rivivendo quei ricordi nel sonno, iniziò a muoversi agitato sotto le coperte. Kuroo preoccupato si svegliò.

-Kenma! Kenma!- lo chiamava impaurito scuotendolo nel tentativo di svegliarlo.

Poi finalmente il più piccolo aprì di colpo gli occhi annaspando profondamente. Kuroo lo strinse ancora più saldamente fra le sue braccia sperando di tranquillizzarlo. Era notevolmente scioccato, ma quella sera più di tutte le altre, così affondò il viso nel petto del maggiore lasciando che quel senso di protezione che solo Kuroo sapeva dargli lo cullasse. Sentirlo lì al suo fianco lo rassicurava, di tutto quello che gli era stato strappato era l'unica persona che gli restasse.  Il moro gli posò un bacio fra i morbidi capelli.

-Dormi.- Gli sussurrò dolcemente all'orecchio mentre con una mano iniziò ad accarezzarlo teneramente. Con quei dolci gesti il cuore di Kenma si alleggerì riuscendo allora a richiudere gli occhi. 

Kenma guidato dall'istinto ricambiò quel gesto. Fece scivolare la mano sotto la maglia del moro lungo la sua schiena. La percorreva con leggere carezza assaporando il calore di quella pelle che lo aveva consolato in tante altre notti. I suoi gesti erano così delicati che il moro rabbrividiva a quei contatti leggeri, ma tranquillizzavano Kenma e per amor suo andava bene. Entrambi si lasciarono rapire dalle braccia di Morfeo lasciando che la stanchezza guidasse quelle carezze, fino a che la mano di Kenma non si spinse fino la spalla e allora la sentì.

La pelle marchiata e bruciata da quel giuramento imposto con ira ed egoismo. Percorse con un dito la cicatrice e ad ogni tratto il respiro si rifece più pensate. Kuroo se ne accorse immediatamente e si alzò per interrompere quel contatto doloroso. 

-Kuroo...- lo chiamò con gli occhi lucidi tra un respiro e l'altro portandosi una mano al petto.

-Kenma... non fare così!- lo supplicò preoccupato il compagno che si riavvicinò a lui.

Prese il suo viso fra le mani e lo portò ad un soffio dal suo, gli scostò le ciocche bionde dagl'occhi umidi e fece aderire le loro fronti. Lo guardò grato che fosse ancora lì con lui dopo tutto quella che era successo e Kenma arrossì sotto quella dolcezza che il maggiore riservava solo per lui. Kuroo sfiorò il naso del più piccolo con il suo come a regalargli una carezza impacciata per poi congiungere le loro labbra in quel legame che ogni volta placava le paure di Kenma. 
Il piccolo strinse i pugni al petto del più grande cercando di scacciare le immagini orribili dei suoi sogni, ma per la prima volta non funzionò. Le lacrime iniziarono a scendere implacabili rigando il suo volto e le labbra si separarono immediatamente alla disperata ricerca di aria.

Kenma balzò giù dal letto e presa una pelliccia corse fuori con furia. Non badò all'erba gelida sotto i piedi nudi o al vento freddo in faccia, aveva solo bisogno di aria fino a che non si accasciò a gattoni su un prato verde. Piangeva così forte che sembrava non arrivasse ossigeno ai polmoni e chiudendo gli occhi sperava che le lacrime che scendevano come un fiume in piena si fermassero, ma cadevano e bagnavo i ciuffi d'erba sotto di lui. 

-Perchè?- chiese disperato tra sè e sè.


Poi quel miracolo accadde, la magia superò la realtà e nel gelo di quell'inverno le Myosotis sbocciarono dalle lacrime di Kenma. Il piccolo non se ne accorse fino a che una luce blu iniziò a brillare poco in là dinnanzi a lui. La notte si fece chiara sotto quella luce mentre Kuroo che aveva raggiunto Kenma restava indietro a fissare incredulo quella scena.  La luce prese una forma definitiva e iniziò ad affievolirsi mano a mano che si concentrava in un letto fatto di quelle bellissime Myosotis. 

Un ragazzo dai capelli neri riposava disteso sul manto azzurro-blu. I suoi occhi si aprirono solo quando la luce sparì del tutto, riversando i suoi ultimi fasci in quei piccoli e sottili specchi che presero una tonalità blu notte, così scura da sembrare nera.

Gli occhi dei due spettatori si colmarono di sorpresa e la speranza di lunghi anni prese a ribattere frenetica nei loro cuori. Kenma rimase a terra guardando quel ragazzo che si alzò e poi poso gli occhi su di lui con lo sguardo un po' assente.

-Marilù... - sussurrò Kenma guidato da una capriola del cuore.

Il ragazzo si riscosse e assunse un espressione un po' apatica.

-Mi chiamo Keiji.- disse, come se volesse correggerlo.

Il miracolo era giunto alimentato dalla speranza mai morta di Kenma e mentre la leggende tornava ad essere realtà, la notte del 5 Dicembre Kuroo percorse i sentieri di quel bosco annunciando la nascita della nuova Marilù.

-E' tornata Marilù!- urlava al settimo cielo Kuroo. -E' tornata la speranza!-

 




Dove la Figlia del Rosso riposa;
Ebbene eccomi qui, di nuovo, quando non dovrei! Che dire la storia si basa su brano ItaloDance si amo questo genere ma daquack che quando ho sentito ha fatto partire la mia povera mal capitata fantasia. Del resto ci tengo a dire che le prime due frasi, sono i versi della canzone: Marilù - DJ Jluis;
Non so quanti dubbi abbiate, ma vi dico che li svelerò e si arriverà ad un punto in cui sarà tutto chiaro.
Prima cosa: Marilù è il nome del brano usato. Questa presenza leggendaria dipinta come donna ebbene nel mio racconto, nonostante ci si rivolga spesso ad essa dandole del femminile, è maschio ovvero Akaashi. 
Seconda cosa: Per sicurezza vi dico che il compagno di Marilù, padre di Bokuto, alla fine era ritornato buono... ma pure lui l'ho fatto morire. La vita non perdona.
Terza cosa: se non l'aveste capito è una BokuAka con accenni alla KuroKen.
Quarto: Le Myosotis sono quei piccoli fiori blu che colorano i prati in quest periodo, quando arriva la primavera, si chiamano anche gli occhi della madonna o, appunto, "non ti scordare di me";
Quinto: Asio Otus è il nome scientifico del gufo comune. Scusate non sapevo che nome dare :''
Vabbè la finisco qui, ringrazio chi è arrivato sin qui. Ringrazierò ancora di più che recensirà ma anche chi aggiungerà la storia fra seguite, preferite o ricordate ^^ Non so fra quanto riaggiornerò ma il bisogno di scrivere qualcosa ispirato a quel brano era troppo!
Vi lascio sempre il mio profilo facebook che pubblicizzo peggio dell'affetta-tutto al mercato del giovedì mattina: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011699100242

Vabbè... Fangirleggiamo tutte insieme!! Un abbraccio, Girei <3

   
 
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